Grillo rifiuta l'alleanza proposta da Bersani. Il movimento insorge su internet. Io sono con loro e vi spiego il perchè.
Ora si vedrà davvero se "uno vale uno" oppure no. Beppe Grillo ha chiuso ogni possibilità di alleanza con Bersani per un governo PD-M5S scatenando l'ira dei grillini che insorgono sul blog del comico e sulla rete tutta.
Io sono con loro: già dopo i primi risultati si capiva che un governo non poteva essere formato e quindi per forza due dei tre maggiori partiti dovevano allearsi per un governo temporaneo (o di scopo) al fine di mettere a punto alcune riforme fondamentali prima del nuovo voto.
Un asse PD-PdL sarebbe disastroso per il paese e basta guardarsi in giro per capire il motivo. Resta quindi l'alleanza fra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico.
Certamente capisco che allearsi, seppur a termine, con un partito che fino a ieri ti ha duramente criticato e che ora ti tende la mano (per non dire ti lecca qualcos'altro) sai difficle, ma è necessario per il paese.
Tre sono le cose da fare assolutamente, anzi quattro:
1) Nuova Legge Elettorale
2) Legge sul Conflitto di Interessi
3) Dimezzamento del numero dei Parlamentari e del loro Stipendio (primo passo per iniziare a tagliare di 15 miliardi i costi della politica)
4) Nuova Legge sulle Frequenze Tv
Queste sono le 4 cose assolutamente da fare in breve tempo. Fatte queste, o si continua oppure si torna a votare.
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mercoledì 27 febbraio 2013
Abolire (alcune) pensioni e stipendi pubblici per finanziare il reddito da cittadinanza? Parliamone
L'ultima proposta di Grillo. Un mio commento ed una proposta alternativa.
Ieri sul blog di Beppe Grillo è uscito un post in cui, fra le altre cose, il leader del movimento 5 stelle dice testualmente:
Quello che dice è assolutamente vero: il peso del settore pubblico, TUTTO il settore pubblico, è insostenibile e sta stritolando il paese. Chi mi segue queste cose le sa visto che le dico da mesi e mesi.
Il termine"abolire" del titolo l'ho preso dall'Huffington post ma è una loro interpretazione: Non si aboliscono, ma si tagliano e nel tagliare alcune verranno de facto abolite. Devo ricordare però a Grillo che non si possono tagliare dall'oggi al domani le spese (vedi Tremonti), soprattutto quando si tratta di stipendi! So benissimo anche io che tutte quelle guardie forestali al sud sono un inutile spreco di denaro, ma non si possono licenziare di colpo. L'effetto sarebbe altamente recessivo e metterebbe in ginocchio migliaia di famiglie.
La soluzione però c'è:
In pratica, con i soldi risparmiati si darebbe loro il reddito di cittadinanza. Avremmo quindi una sorta di sussidio di disoccupazione per tutti coloro i quali perderanno il lavoro. La domande che mi sorgono però sono due:
1) Perchè non riformare tutto il sistema assistenziale a chi perde il lavoro, abolendo la Cassa Integrazione (che non capisco come faccia ancora ad esistere) e introducendo un vero e proprio sussidio di disoccupazione?
2) Sostituendo lo stipendio con il reddito, non si fa altro che pagare persone per stare a casa a far niente. Le spese per lo stato sarebbero uguali. Nel caso però in cui il reddito sia minore dello stipendio, avremmo lo stesso problema di prima: migliaia di italiani si ritroverebbero con meno soldi in tasca e l'effetto sarebbe recessivo.
Cosa fare allora?
Per prima cosa, ridurre stipendi di tutti gli alti burocrati, dirigenti pubblici, politici, aiutanti etc strapagati. Secondo, porre un limite massimo alle pensioni pubbliche (3 mila euro possono bastare no? Il risparmio sarebbe di 5 miliardi). In questo modo si recuperano un po' di soldi che, uniti ad altri tagli mirati agli sprechi, fornirebbero soldi per il sussidio di disoccupazione ed una prima riduzione della pressione fiscale.
Il terzo punto è quello più delicato: la mia idea è quella di bloccare quasi totalmente le assunzioni nel pubblico, ovvero chi va in pensione non viene sostituito da un nuovo lavoratore. La sostituzione deve avvenire con un altro dipendente pubblico che, nel frattempo, si è riqualificato (e in parte sta già succedendo). In questo modo avremmo nel tempo un ricambio gratuito senza intaccare i servizi, risparmiando molti soldi da destinare all'abbattimento della pressione fiscale su imprese e redditi le quali ricominceranno ad investire e quindi ad assumere nuovi lavoratori.
Questa mi sembra una buona idea da cui partire per cambiare il paese. Cosa ne pensate?
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Ieri sul blog di Beppe Grillo è uscito un post in cui, fra le altre cose, il leader del movimento 5 stelle dice testualmente:
Le giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro e non si può pensare che lo faranno ancora per molto. Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch'essi dalle tasse. E' una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese.
Quello che dice è assolutamente vero: il peso del settore pubblico, TUTTO il settore pubblico, è insostenibile e sta stritolando il paese. Chi mi segue queste cose le sa visto che le dico da mesi e mesi.
Il termine"abolire" del titolo l'ho preso dall'Huffington post ma è una loro interpretazione: Non si aboliscono, ma si tagliano e nel tagliare alcune verranno de facto abolite. Devo ricordare però a Grillo che non si possono tagliare dall'oggi al domani le spese (vedi Tremonti), soprattutto quando si tratta di stipendi! So benissimo anche io che tutte quelle guardie forestali al sud sono un inutile spreco di denaro, ma non si possono licenziare di colpo. L'effetto sarebbe altamente recessivo e metterebbe in ginocchio migliaia di famiglie.
La soluzione però c'è:
Va sostituita con un reddito di cittadinanza
In pratica, con i soldi risparmiati si darebbe loro il reddito di cittadinanza. Avremmo quindi una sorta di sussidio di disoccupazione per tutti coloro i quali perderanno il lavoro. La domande che mi sorgono però sono due:
1) Perchè non riformare tutto il sistema assistenziale a chi perde il lavoro, abolendo la Cassa Integrazione (che non capisco come faccia ancora ad esistere) e introducendo un vero e proprio sussidio di disoccupazione?
2) Sostituendo lo stipendio con il reddito, non si fa altro che pagare persone per stare a casa a far niente. Le spese per lo stato sarebbero uguali. Nel caso però in cui il reddito sia minore dello stipendio, avremmo lo stesso problema di prima: migliaia di italiani si ritroverebbero con meno soldi in tasca e l'effetto sarebbe recessivo.
Cosa fare allora?
Per prima cosa, ridurre stipendi di tutti gli alti burocrati, dirigenti pubblici, politici, aiutanti etc strapagati. Secondo, porre un limite massimo alle pensioni pubbliche (3 mila euro possono bastare no? Il risparmio sarebbe di 5 miliardi). In questo modo si recuperano un po' di soldi che, uniti ad altri tagli mirati agli sprechi, fornirebbero soldi per il sussidio di disoccupazione ed una prima riduzione della pressione fiscale.
Il terzo punto è quello più delicato: la mia idea è quella di bloccare quasi totalmente le assunzioni nel pubblico, ovvero chi va in pensione non viene sostituito da un nuovo lavoratore. La sostituzione deve avvenire con un altro dipendente pubblico che, nel frattempo, si è riqualificato (e in parte sta già succedendo). In questo modo avremmo nel tempo un ricambio gratuito senza intaccare i servizi, risparmiando molti soldi da destinare all'abbattimento della pressione fiscale su imprese e redditi le quali ricominceranno ad investire e quindi ad assumere nuovi lavoratori.
Questa mi sembra una buona idea da cui partire per cambiare il paese. Cosa ne pensate?
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martedì 26 febbraio 2013
Elezioni 2013: chi ha votato Berlusconi? Una questione di età e di Imu
Nessuno lo dice, ma in tanti lo votano. Chi sono? E perchè? Un'analisi citando due cifre.
Alla fine ha fatto il botto. Silvio Berlusconi, dato per finito non meno di qualche mese fa, è riuscito quasi a pareggiare una partita divenuta apparentemente impossibile da vincere. Mi duole dirlo, ma è stato un capolavoro elettorale partito quella sera da Santoro in cui è "risorto" (alla faccia di chi mi insultava quando dicevo che aveva stravinto il confronto), alla costante presenza nelle varie trasmissioni (alla faccia del conflitto di interessi e della par condicio), all'ultima mossa a sorpresa della lettera sul rimborso dell'Imu (alla faccia della trasparenza. Spero voi tutti l'abbiate bruciata come ho fatto io nel video). Proprio su questo ultimo punto mi voglio soffermare per fare due conti e capire.
Tutti spero sappiate che la lettera sul rimborso dell'Imu prometteva di rimborsare l'Imu versato nel 2012 consegnando la lettera che i cittadini avrebbero ricevuto nel caso in cui Silvio Berlusconi sarebbe diventato Ministro dell'Economia. Sinceramente io avevo trovato la proposta molto chiara, peccato non sia stato così per tantissimi anziani i quali si sono fiondati alle poste e, lettera in mano, abbiano chiesto la restituzione dei loro soldi. Alla risposta "Ma la lettera è l'altra, quella che vi arriverà se andrà lui al governo", quanti pensate lo abbiano votato in più, determinando il risultato che nessuno si aspettava?
Facciamo due conti: considerando "anziano" un cittadino medio che abbia dai 60 anni in su, abbiamo un bacino di 16.313.399 (dati istat) potenziali anziani che si sono accodati alle poste.
Ovviamente non tutti loro ci sono andati, ma visti i vari articoli sui giornali sicuramente non sono stati pochi. Aggiungo inoltre che uno studio effettuato nel 2001 e nel 2006 dal professor Pietro Ignazi sull'elettorato di Forza Italia dimostra che chi ha votato Berlusconi è principalmente un elettore di età avanzata o molto giovane, con scarsa istruzione (titolo di studio medio, medio basso) e che principalmente si informa dalla televisione.
Da ciò possiamo dire che di quei 16 milioni almeno 1/4 se non 1/3 abbiano votato Berlusconi confermando la loro intenzione al voto o cambiando idea dopo la lettera sul rimborso dell'Imu? Stiamo parlando di una fascia fra i 4.078.349 e i 4.894.019 voti.
Considerando che Berlusconi ha preso 6.829.135 voti (dati ministro interno) al senato (coalizione 9.405.786) e alla Camera 7.332.667 vuol dire che la lettera è stata determinante.
Certo, una parte più o meno grossa lo avrebbe votato lo stesso, ma visto che il PdL navigava intorno al 15% prima dell'Imu, direi che come conti bene o male ci siamo (parliamo di un paio di milioni di voti, quindi la metà del numero calcolato sopra, pari al 7%).
Imu + Anziani ed il pareggio è quasi raggiunto: E' stata una mossa astuta? Certamente sì, come certamente poco dignitosa (per quelli che: cosa ce ne frega di quello che fa lui nella vita privata) ma solo così riesco a spiegarmi questo risultato.
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dal Sole 24 ore |
Tutti spero sappiate che la lettera sul rimborso dell'Imu prometteva di rimborsare l'Imu versato nel 2012 consegnando la lettera che i cittadini avrebbero ricevuto nel caso in cui Silvio Berlusconi sarebbe diventato Ministro dell'Economia. Sinceramente io avevo trovato la proposta molto chiara, peccato non sia stato così per tantissimi anziani i quali si sono fiondati alle poste e, lettera in mano, abbiano chiesto la restituzione dei loro soldi. Alla risposta "Ma la lettera è l'altra, quella che vi arriverà se andrà lui al governo", quanti pensate lo abbiano votato in più, determinando il risultato che nessuno si aspettava?
Facciamo due conti: considerando "anziano" un cittadino medio che abbia dai 60 anni in su, abbiamo un bacino di 16.313.399 (dati istat) potenziali anziani che si sono accodati alle poste.
Ovviamente non tutti loro ci sono andati, ma visti i vari articoli sui giornali sicuramente non sono stati pochi. Aggiungo inoltre che uno studio effettuato nel 2001 e nel 2006 dal professor Pietro Ignazi sull'elettorato di Forza Italia dimostra che chi ha votato Berlusconi è principalmente un elettore di età avanzata o molto giovane, con scarsa istruzione (titolo di studio medio, medio basso) e che principalmente si informa dalla televisione.
Da ciò possiamo dire che di quei 16 milioni almeno 1/4 se non 1/3 abbiano votato Berlusconi confermando la loro intenzione al voto o cambiando idea dopo la lettera sul rimborso dell'Imu? Stiamo parlando di una fascia fra i 4.078.349 e i 4.894.019 voti.
Considerando che Berlusconi ha preso 6.829.135 voti (dati ministro interno) al senato (coalizione 9.405.786) e alla Camera 7.332.667 vuol dire che la lettera è stata determinante.
Certo, una parte più o meno grossa lo avrebbe votato lo stesso, ma visto che il PdL navigava intorno al 15% prima dell'Imu, direi che come conti bene o male ci siamo (parliamo di un paio di milioni di voti, quindi la metà del numero calcolato sopra, pari al 7%).
Imu + Anziani ed il pareggio è quasi raggiunto: E' stata una mossa astuta? Certamente sì, come certamente poco dignitosa (per quelli che: cosa ce ne frega di quello che fa lui nella vita privata) ma solo così riesco a spiegarmi questo risultato.
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lunedì 25 febbraio 2013
Elezioni 2013: chi vince e chi perde
Una riflessione a caldo sui primi risultati elettorali
Finalmente le elezioni sono finite e possiamo già ora tirare le somme sui risultati ufficiosi che in tempo reale escono dalle varie agenzie.
Chi ha vinto e chi ha perso le elezioni forse più importanti degli ultimi 50 anni? Ascoltando i vari politicanti nelle tv, come sempre, tutti hanno vinto e nessuno ha perso (tranne Casini che questa volta non ha potuto non dire di aver perso, dati i pochissimi voti che ha preso).
Sui numeri c'è poco da dire, sulla storia di quei numeri e sulle aspettative e speranze invece qualcosina c'è.
Partiamo dalla grande "non vittoria" (citando Bersani) del Partito Democratico: dato come sicuro vincitore con largo distacco, ha pochi voti di vantaggio alla Camera e rischia di non ottenere la maggioranza in Senato. Come spesso accade, riesce a perdere facendo tutto da sè.
I grandi vincitori sono Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) e Silvio Berlusconi (PdL), il primo andato largamente oltre le aspettative (12-15% fino ad un mesetto fa, ultimamente al 18% e probabilmente finirà dal 22 al 25% se non di più), il secondo dato per finito (e in un paese normale lo sarebbe stato da tempo, ndr) e che invece è il secondo partito d'Italia, con possibile maggioranza in Senato.
Il grande sconfitto è Mario Monti: l'ex Premier tecnico è andato in calando di settimana in settimana. Era il leader preferito dagli italiani, ora lotta per superare la barriera della doppia cifra.
Disastrosi Ingroia (Rivoluzione Civile), Casini (UDC), Fini (FLI) Giannino (Fare per Fermare il Declino): tutti ampiamente al di sotto delle rispettive aspettative.
Ingroia lo si dava praticamente per certo alla Camera e invece rischia di non superare nemmeno il 2% (la metà quindi della soglia per entrarci); Casini e Fini speravano di rilanciarsi appoggiando Monti e invece sono affondati; Giannino si è ufficialmente suicidato da solo con la storia delle lauree e del Master falsi (alla faccia di quelli che millantavano il 6%. Come dissi, un buon risultato per loro sarebbe stato superare il 2%).
In tutto ciò però, consentitemelo, a perdere davvero siamo noi cittadini e, se siete givoani come me, il nostro futuro...
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Finalmente le elezioni sono finite e possiamo già ora tirare le somme sui risultati ufficiosi che in tempo reale escono dalle varie agenzie.
Chi ha vinto e chi ha perso le elezioni forse più importanti degli ultimi 50 anni? Ascoltando i vari politicanti nelle tv, come sempre, tutti hanno vinto e nessuno ha perso (tranne Casini che questa volta non ha potuto non dire di aver perso, dati i pochissimi voti che ha preso).
Sui numeri c'è poco da dire, sulla storia di quei numeri e sulle aspettative e speranze invece qualcosina c'è.
Partiamo dalla grande "non vittoria" (citando Bersani) del Partito Democratico: dato come sicuro vincitore con largo distacco, ha pochi voti di vantaggio alla Camera e rischia di non ottenere la maggioranza in Senato. Come spesso accade, riesce a perdere facendo tutto da sè.
I grandi vincitori sono Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) e Silvio Berlusconi (PdL), il primo andato largamente oltre le aspettative (12-15% fino ad un mesetto fa, ultimamente al 18% e probabilmente finirà dal 22 al 25% se non di più), il secondo dato per finito (e in un paese normale lo sarebbe stato da tempo, ndr) e che invece è il secondo partito d'Italia, con possibile maggioranza in Senato.
Il grande sconfitto è Mario Monti: l'ex Premier tecnico è andato in calando di settimana in settimana. Era il leader preferito dagli italiani, ora lotta per superare la barriera della doppia cifra.
Disastrosi Ingroia (Rivoluzione Civile), Casini (UDC), Fini (FLI) Giannino (Fare per Fermare il Declino): tutti ampiamente al di sotto delle rispettive aspettative.
Ingroia lo si dava praticamente per certo alla Camera e invece rischia di non superare nemmeno il 2% (la metà quindi della soglia per entrarci); Casini e Fini speravano di rilanciarsi appoggiando Monti e invece sono affondati; Giannino si è ufficialmente suicidato da solo con la storia delle lauree e del Master falsi (alla faccia di quelli che millantavano il 6%. Come dissi, un buon risultato per loro sarebbe stato superare il 2%).
In tutto ciò però, consentitemelo, a perdere davvero siamo noi cittadini e, se siete givoani come me, il nostro futuro...
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venerdì 22 febbraio 2013
Video: Io, giovane blogger, do fuoco alla lettera di Berlusconi sul rimborso Imu
Quando ce vo' ce vo'
Era tanto che aspettavo che mi arrivasse la lettera di Rimborso Imu 2012" di Silvio Berlusconi proprio per fare questo video che spero lanci un messaggio importante e faccia cambiare idea a chi intenda votare alle elezioni Silvio Berlusconi (oltre a far ridere un po', che fa sempre bene).
Buona visione!
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Una Foto presa dal video: Lettera di Berlusconi in fiamme |
Era tanto che aspettavo che mi arrivasse la lettera di Rimborso Imu 2012" di Silvio Berlusconi proprio per fare questo video che spero lanci un messaggio importante e faccia cambiare idea a chi intenda votare alle elezioni Silvio Berlusconi (oltre a far ridere un po', che fa sempre bene).
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giovedì 21 febbraio 2013
La patrimoniale di Ingroia: populismo o soluzione ai problemi del paese? Analisi e commento
Vediamo i numeri che ci dicono.
Il cavallo di battaglia (anzi, battaja) di Ingroia è la patrimoniale ai grandi patrimoni detenuti dai cittadini italiani che, secondo lui, sarebbe un'ottima soluzione per risolvere i problemi dell'Italia, abbattendo il debito e diminuendo le tasse ai cittadini più poveri (in primis, eliminando l'Imu sulla prima casa).
Una proposta del genere è fattibilissima, ma quali risultati porterà? Davvero è una soluzione ai problemi di un paese malato come l'Italia? Proviamo a vedere i numeri e a fare qualche considerazione.
Partiamo dal video preso da Servizio Pubblico in cui Ingroia spiega a Santoro il suo progetto di patrimoniale:
Prima di tutto, qualcuno dovrebbe spiegare ad Ingroia che la patrimoniale aggredisce il patrimonio e non il reddito: una persona può avere un reddito elevatissimo ma un patrimonio di poco valore (ad esempio, non possiede alcun tipo di attività reale o finanziaria e vive in affitto/camera di hotel a 5 stelle) o viceversa, uò avere un reddito basso ma un patrimonio di grande valore (la casa lasciata in eredità dai nonni).
Seconda cosa: l'imu è una patrimoniale, quindi sostituire l'imu con una patrimoniale è fa ridere. Se proprio vogliamo, la "patrimoniale" intesa da Ingroia è un prelievo straordinario che si fa una volta e via, l'Imu invece viene prelevata tutti gli anni. Detto ciò, esso quest'anno ha pesato in media 200€ a famiglia, 16,67 euro al mese ovvero 8.34€ a persona. Il problema non è l'Imu sulla prima casa. Aggiungo inoltre che aumentando gli stipendi di 25 euro al mese una famiglia con due redditi guadagnerebbe il triplo di quella cifra in un anno.
Veniamo ai numeri: il candidato di Rivoluzione Civile la vorrebbe applicare a quel 10% dei più ricchi.
La Banca d'Italia ci dice che questo famoso 10% ricco possiede il 45.9% della ricchezza totale (reale e finanziaria quindi) pari a 8.619 miliardi di euro. Ciò vuol dire che essi possiedono 3956.12 miliardi di euro.
Il problema è che l'ultimo decile calcolato dalla Bd'I parte da 559.500€ (tav E1, pagina 65), mentre a quanto pare Ingroia vorrebbe applicarla ai patrimoni di 1.5 milioni di euro (lui dice redditi ma credo qui intenda patrimoni). Considerate che di questo 10%, il 9% possiede una ricchezza in media pari a 1 milione 280 mila euro quindi in molti sono al di sotto della soglia.
Sicuramente sopra invece si trova l'1% più ricco, con una media poco inferiore a 4 milioni 700 mila euro.
Da quanto capisco dal video, Ingroia vorrebbe bypassare il problema dell'operaio che ha ereditato la casa di cui sopra dicevo, applicando la patrimoniale solo ai redditi superiori al milione di euro che fanno parte di quel 10% di cittadini ricchi. Nella pratica: ricchezze superiori il milione e mezzo detenute dalle famiglie con reddito superiore il milione. Non so se lui abbia già i dati corretti, ma tenete conto che nel 2011 in 796 hanno dichiarato una cifra superiore al milione di euro, mentre oltre i 500mila sono 3.641 persone, per un totale pari allo 0.01% dei contribuenti
Ci sono gli evasori mi direte: vero, però quelli sono soldi potenziali e non si sa quanto si riesca a recuperare in più rispetto a quanto già fatto dal governo Monti.
Potrei quindi azzardare che i soggetti colpiti di sicuro saranno quelli facenti parte l'1% più ricco. la loro ricchezza totale è del 13% sul totale, ovvero 1120 miliardi di euro.
Che percentuale applicare? Non l'ho trovato da nessuna parte. Ipotizzando l'1% il gettito sarebbe di 11.2 miliardi di euro. L'imu verrebbe coperta per nemmeno 3 anni e in più dopo ci sarebbe un buco di bilancio di 4 miliardi annui.
Si potrebbe aumentare la percentuale di prelievo sulla ricchezza, portandola al 5%. Il gettito sarebbe di 56 miliardi di euro. L'Imu prima casa verrebbe coperto per 14 anni giusti giusti, in alternativa si potrebbe dimezzare l'Irap (17.5 miliardi) ma anche qui dopo 3 anni avremmo lo stesso problema.
Stiamo inoltre considerando che questi soggetti non vendano il proprio patrimonio e rimangano in Italia, dato che spagherebbero in media allo Stato, se tassati al 5%, 235 mila euro. A meno che siano molto patriottici, con uno scenario del genere vedremmo quella ricchezza reale e finanziaria in vendita, o più semplicemente gente che fugge all'estero
In questi termini, la proposta verrebbe bollata come "Populismo". Voglio però essere buono con lui e considerare tutto il 10% più ricco, senza guardare al reddito (non ho idea di come faccia a sapere con precisione chi di questa fetta abbia un reddito superiore al milione o milione e mezzo di euro. Non servirà dirvi che, con il mio calcolo, i soldi sono molto più superiori al gettito reale).
In questo caso, essendo l'imponibile più alto, un'imposta dell'1% porterebbe nelle casse dello stato 39 miliardi e mezzo. Una bella somma, che però avrebbe gli stessi problemi di sopra. Per lo stesso motivo eviterei di aumentare l'imposta che in questo caso grava molto di più sulla famiglia visto che stiamo considerando tutti i redditi e non solo gli over 1/1.5 milioni di euro.
Vedersi un'ondata di case in vendita in un paese dove il mercato immobiliare non sta passando un bel momento non mi pare proprio salutare per il paese.
Avrei anche da discutere su ciò che Ingroia dice dei ricchi, ma di quello me ne occuperò in un altro articolo.
Cosa ne penso io? La patrimoniale potrebbe essere un'aggiunta, un'entrata extra per tappare qualche piccolo buco in una riforma però molto più grande. In questi termini potrei anche accettarla, ma è già stata fatta da Amato e i risultati si sono visti (aka: se li son mangiati tutti senza riformare un fico secco) e le alternative non mancano (far fare la stessa cosa, ma allo Stato, che di attività ne ha molte).
Ricordo inoltre che quei soldi prelevati andranno ad intaccare il reddito spendibile di quelle famiglie le quali, di conseguenza, si ritroveranno con meno soldi da spendere influenzando negativamente i consumi già in calo da tempo.
In conclusione, non credo quindi sia una buona idea utilizzarla per eliminare un tassa come l'Imu sulla la prima casa (che, a conti fatti, pesa poco sulle famiglie) ed è troppo bassa per eliminare/ridurre quelle imposte (come l'Irap) che davvero gravano su redditi, imprese, consumi e quindi crescita.
Populismo? Forse è troppo definirlo tale. Di sicuro, non è la soluzione.
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Una proposta del genere è fattibilissima, ma quali risultati porterà? Davvero è una soluzione ai problemi di un paese malato come l'Italia? Proviamo a vedere i numeri e a fare qualche considerazione.
Partiamo dal video preso da Servizio Pubblico in cui Ingroia spiega a Santoro il suo progetto di patrimoniale:
Prima di tutto, qualcuno dovrebbe spiegare ad Ingroia che la patrimoniale aggredisce il patrimonio e non il reddito: una persona può avere un reddito elevatissimo ma un patrimonio di poco valore (ad esempio, non possiede alcun tipo di attività reale o finanziaria e vive in affitto/camera di hotel a 5 stelle) o viceversa, uò avere un reddito basso ma un patrimonio di grande valore (la casa lasciata in eredità dai nonni).
Seconda cosa: l'imu è una patrimoniale, quindi sostituire l'imu con una patrimoniale è fa ridere. Se proprio vogliamo, la "patrimoniale" intesa da Ingroia è un prelievo straordinario che si fa una volta e via, l'Imu invece viene prelevata tutti gli anni. Detto ciò, esso quest'anno ha pesato in media 200€ a famiglia, 16,67 euro al mese ovvero 8.34€ a persona. Il problema non è l'Imu sulla prima casa. Aggiungo inoltre che aumentando gli stipendi di 25 euro al mese una famiglia con due redditi guadagnerebbe il triplo di quella cifra in un anno.
Veniamo ai numeri: il candidato di Rivoluzione Civile la vorrebbe applicare a quel 10% dei più ricchi.
La Banca d'Italia ci dice che questo famoso 10% ricco possiede il 45.9% della ricchezza totale (reale e finanziaria quindi) pari a 8.619 miliardi di euro. Ciò vuol dire che essi possiedono 3956.12 miliardi di euro.
Il problema è che l'ultimo decile calcolato dalla Bd'I parte da 559.500€ (tav E1, pagina 65), mentre a quanto pare Ingroia vorrebbe applicarla ai patrimoni di 1.5 milioni di euro (lui dice redditi ma credo qui intenda patrimoni). Considerate che di questo 10%, il 9% possiede una ricchezza in media pari a 1 milione 280 mila euro quindi in molti sono al di sotto della soglia.
Sicuramente sopra invece si trova l'1% più ricco, con una media poco inferiore a 4 milioni 700 mila euro.
Da quanto capisco dal video, Ingroia vorrebbe bypassare il problema dell'operaio che ha ereditato la casa di cui sopra dicevo, applicando la patrimoniale solo ai redditi superiori al milione di euro che fanno parte di quel 10% di cittadini ricchi. Nella pratica: ricchezze superiori il milione e mezzo detenute dalle famiglie con reddito superiore il milione. Non so se lui abbia già i dati corretti, ma tenete conto che nel 2011 in 796 hanno dichiarato una cifra superiore al milione di euro, mentre oltre i 500mila sono 3.641 persone, per un totale pari allo 0.01% dei contribuenti
Ci sono gli evasori mi direte: vero, però quelli sono soldi potenziali e non si sa quanto si riesca a recuperare in più rispetto a quanto già fatto dal governo Monti.
Potrei quindi azzardare che i soggetti colpiti di sicuro saranno quelli facenti parte l'1% più ricco. la loro ricchezza totale è del 13% sul totale, ovvero 1120 miliardi di euro.
Che percentuale applicare? Non l'ho trovato da nessuna parte. Ipotizzando l'1% il gettito sarebbe di 11.2 miliardi di euro. L'imu verrebbe coperta per nemmeno 3 anni e in più dopo ci sarebbe un buco di bilancio di 4 miliardi annui.
Si potrebbe aumentare la percentuale di prelievo sulla ricchezza, portandola al 5%. Il gettito sarebbe di 56 miliardi di euro. L'Imu prima casa verrebbe coperto per 14 anni giusti giusti, in alternativa si potrebbe dimezzare l'Irap (17.5 miliardi) ma anche qui dopo 3 anni avremmo lo stesso problema.
Stiamo inoltre considerando che questi soggetti non vendano il proprio patrimonio e rimangano in Italia, dato che spagherebbero in media allo Stato, se tassati al 5%, 235 mila euro. A meno che siano molto patriottici, con uno scenario del genere vedremmo quella ricchezza reale e finanziaria in vendita, o più semplicemente gente che fugge all'estero
In questi termini, la proposta verrebbe bollata come "Populismo". Voglio però essere buono con lui e considerare tutto il 10% più ricco, senza guardare al reddito (non ho idea di come faccia a sapere con precisione chi di questa fetta abbia un reddito superiore al milione o milione e mezzo di euro. Non servirà dirvi che, con il mio calcolo, i soldi sono molto più superiori al gettito reale).
In questo caso, essendo l'imponibile più alto, un'imposta dell'1% porterebbe nelle casse dello stato 39 miliardi e mezzo. Una bella somma, che però avrebbe gli stessi problemi di sopra. Per lo stesso motivo eviterei di aumentare l'imposta che in questo caso grava molto di più sulla famiglia visto che stiamo considerando tutti i redditi e non solo gli over 1/1.5 milioni di euro.
Vedersi un'ondata di case in vendita in un paese dove il mercato immobiliare non sta passando un bel momento non mi pare proprio salutare per il paese.
Avrei anche da discutere su ciò che Ingroia dice dei ricchi, ma di quello me ne occuperò in un altro articolo.
Cosa ne penso io? La patrimoniale potrebbe essere un'aggiunta, un'entrata extra per tappare qualche piccolo buco in una riforma però molto più grande. In questi termini potrei anche accettarla, ma è già stata fatta da Amato e i risultati si sono visti (aka: se li son mangiati tutti senza riformare un fico secco) e le alternative non mancano (far fare la stessa cosa, ma allo Stato, che di attività ne ha molte).
Ricordo inoltre che quei soldi prelevati andranno ad intaccare il reddito spendibile di quelle famiglie le quali, di conseguenza, si ritroveranno con meno soldi da spendere influenzando negativamente i consumi già in calo da tempo.
In conclusione, non credo quindi sia una buona idea utilizzarla per eliminare un tassa come l'Imu sulla la prima casa (che, a conti fatti, pesa poco sulle famiglie) ed è troppo bassa per eliminare/ridurre quelle imposte (come l'Irap) che davvero gravano su redditi, imprese, consumi e quindi crescita.
Populismo? Forse è troppo definirlo tale. Di sicuro, non è la soluzione.
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mercoledì 20 febbraio 2013
Grillo in Piazza Duomo propone di lavorare 20 ore a settimana: realtà o populismo?
Quanto costa la proposta di Grillo di lavorare 20 ore a settimana per combattere la disoccupazione? E' realizzabile o meno? Per fortuna c'è la matematica.
Ieri 100.000 persone (secondo i dati 5 stelle) erano in piazza Duomo ad ascoltare Beppe Grillo nel suo comizio più popoloso e più importante (dato il peso della Lombardia in Senato).
Fra le tante cose dette più o meno vere (una balla letta proprio prima di scrivere l'articolo) ci sono state un paio di dichiarazioni che mi hanno colpito in modo negativo. Ad un certo punto Grillo dice più o meno così
A parte che dovrebbe spiegarmi cosa intenda per "lavorare tutti meno" (ridurre solo le ore di lavoro o mandare anche la gente in pensione prima?) e mi dimostri che lavorare meno si lavora tutti.
Non voglio però parlare direttamente di questo, quanto della proposta di lavorare solo 20 ore a settimana. Presumo che Grillo intenda mantenere gli stipendi almeno al livello attuale (e giù son bassi in confronto agli altri paesi occidentali), perchè è la paga minima per vivere (e in alcuni casi sopravvivere).
E' fattibile? Quanto costa? Basta un po' di matematica e si scopre subito.
Lavorare 20 ore a settimana equivale a dimezzare l'imponibile per l'azienda, che passerebbe quindi da 1672€ a 836€. Come detto però, le persone devono percepire lo stesso stipendio del full time per campare.
Se togliessimo tutte le tasse del full time a carico dell'azienda arriveremmo ad una retribuzione lorda di 1404€. Mancherebbero 268€ quindi il nostro dipendete non arriverebbe a prendere i 1226 euro al mese che percepisce ora.
Se però togliessimo IRPEF ed addizionali ecco che più o meno riusciamo a tornare al livello di prima (se non a percepire qualcosina in più).
Non tanto è tantissimo, però se consideriamo che lavora 20 ore a settimana, è tutto sommato per ora più o meno è accettabile. Se vogliamo però esagerare, i contributi, riuscirebbe ad arrivare a 1500 euro.
Ecco che abbiamo centrato il nostro obiettivo: far vivere bene economicamente il nostro impiegato facendolo lavorare 20 ore a settimana, proprio come propone Grillo.
A che prezzo però? Le aziende non pagheranno Irap nè verseranno contributi così come i dipendenti, che in più non pagheranno l'Irpef.
I politici fanno salti mortali per trovare i 32 miliardi per eliminare l'Irap, mi sembra quindi inutile aggiungere altro a riguardo di una proposta del genere.
Questo, in una parola, si chiama POPULISMO. Poi ci chiediamo il perchè non vada in tv a confrontarsi...
@Rebel Ekonomist
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Grillo in Piazza Duomo. Fonte: Andkronos |
Fra le tante cose dette più o meno vere (una balla letta proprio prima di scrivere l'articolo) ci sono state un paio di dichiarazioni che mi hanno colpito in modo negativo. Ad un certo punto Grillo dice più o meno così
"Ridurre i consumi energetici e lavorare 20 ore a settimana [...] la soluzione per la disoccupazione è lavorare tutti meno"
A parte che dovrebbe spiegarmi cosa intenda per "lavorare tutti meno" (ridurre solo le ore di lavoro o mandare anche la gente in pensione prima?) e mi dimostri che lavorare meno si lavora tutti.
Non voglio però parlare direttamente di questo, quanto della proposta di lavorare solo 20 ore a settimana. Presumo che Grillo intenda mantenere gli stipendi almeno al livello attuale (e giù son bassi in confronto agli altri paesi occidentali), perchè è la paga minima per vivere (e in alcuni casi sopravvivere).
E' fattibile? Quanto costa? Basta un po' di matematica e si scopre subito.
Prendo i dati comunicati dalla CGIA di Mestre: su un imponibile di 1.672 euro circa l'impresa deve pagare INAIL, INPS per un totale di 531 euro a cui bisogna aggiungere 37 euro di Irap (ho verificato i conti con il costo di impiegato full time dove lavoro io e quadrano, tanto per avere un'ulteriore conferma) per un totale di 568€. Da quei 1672€, a carico del nostro lavoratore ci sono contributi (159€) ed addizionali (287€), che abbattono la sua paga a 1226€ al mese.
Lavorare 20 ore a settimana equivale a dimezzare l'imponibile per l'azienda, che passerebbe quindi da 1672€ a 836€. Come detto però, le persone devono percepire lo stesso stipendio del full time per campare.
Se togliessimo tutte le tasse del full time a carico dell'azienda arriveremmo ad una retribuzione lorda di 1404€. Mancherebbero 268€ quindi il nostro dipendete non arriverebbe a prendere i 1226 euro al mese che percepisce ora.
Se però togliessimo IRPEF ed addizionali ecco che più o meno riusciamo a tornare al livello di prima (se non a percepire qualcosina in più).
Non tanto è tantissimo, però se consideriamo che lavora 20 ore a settimana, è tutto sommato per ora più o meno è accettabile. Se vogliamo però esagerare, i contributi, riuscirebbe ad arrivare a 1500 euro.
Ecco che abbiamo centrato il nostro obiettivo: far vivere bene economicamente il nostro impiegato facendolo lavorare 20 ore a settimana, proprio come propone Grillo.
A che prezzo però? Le aziende non pagheranno Irap nè verseranno contributi così come i dipendenti, che in più non pagheranno l'Irpef.
I politici fanno salti mortali per trovare i 32 miliardi per eliminare l'Irap, mi sembra quindi inutile aggiungere altro a riguardo di una proposta del genere.
Questo, in una parola, si chiama POPULISMO. Poi ci chiediamo il perchè non vada in tv a confrontarsi...
@Rebel Ekonomist
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martedì 19 febbraio 2013
Scandalo Giannino: suicidio o genialata elettorale?
Articolo provocatorio
Le ultime vicende su Giannino sono al limite del ridicolo. Da Mentana ha dichiarato addirittura di non avere nemmeno le due lauree (in economia e giurisprudenza) che gli sono state attribuite dalla rete.
Mi pare superfluo commentare: lui ha chiaramente detto di aver conseguito il master a Chicago e, si sa, senza una laurea non puoi conseguire alcun master.
A questo punto, cosa dovrebbe rispondere Giannino? Condivido ciò detto dal blog Wittgenstein:
La domanda che però davvero mi frulla per la testa è: perchè ora? Perchè farsi sfuggire errori a raffica del genere a 5 giorni dalle elezioni? E' un suicidio elettorale! O forse no?
Ci ho pensato durante tutta la giornata e leggendo i vari commenti che trovavo su internet al mio articolo ha iniziato a frullarmi in testa un'idea: e se fosse non un suicidio, ma una genialata elettorale?
Parliamoci chiaro. Personalmente non ho mai creduto ai sondaggi che davano Fare al 4-5 o addirittura al 6%. Secondo me avrebbe preso, ad andar bene, fra il 2 e il 2.5% (sono realista, quindi pessimista). Serviva quindi una scossa per cambiare le cose.
Che sia questa la scossa? Come ho detto, i commenti parlano chiaro: accanto a quelli delusi, ce ne sono davvero tanti che apprezzano la trasparenza dimostrata e la coerenza nel denunciare anche una bugia del leader più conosciuto e carismatico del movimento, nonostante la sua colpa sia molto minore rispetto ad altri candidati di partiti più conosciuti.
Precisazione dovuta: non credo sia tutto organizzato, ma che abbian fatto poco o nulla per nasconderlo cavalcando per certi versi l'onda, dopo i primi commenti positivi, quello sì. Lo scopo era quello, oltre alla dimostrazione di trasparenza, di occupare le prime pagine dei giornali facendo quindi parlare di sè. In quanti, ad esempio, sono andati a leggersi il programma per la prima volta in questi due giorni?
Se ve lo state chiedendo sì, è la filosofia del "Parlarne bene o male, basta che se ne parli" che tanto bene purtroppo ha fatto a Silvio Berlusconi in questi anni.
E' un azzardo un po' provocatorio quello che sto sostenendo? Ovviamente sì. Il ragionamento non fila in qualche aspetto (le biografie erano online da tempo, Zingales è stato rimproverato e a tratti "insultato" da molti del movimento e Giannino si è praticamente bruciato in tutto ciò) e non più tardi di ieri ho accusato Fare di aver gestito male la cosa per una grave mancanza di esperienza che un partito, ambizioso di cambiare le cose, non si può permettere che è ciò che ancora sostengo (tanto per: un membro della mia famiglia che lo avrebbe votato fino a ieri molto probabilmente non lo voterà più).
Qui presento l'alternativa: che sia tutto preparato o meno, la pubblicità è stata tanta, i commenti positivi sono arrivati e in molti hanno curiosato il programma (che personalmente, e non solo io, ritengo il più valido fra i partiti).
Voi cosa ne pensate? Suicidio o genialata (anche involontaria)?
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Le ultime vicende su Giannino sono al limite del ridicolo. Da Mentana ha dichiarato addirittura di non avere nemmeno le due lauree (in economia e giurisprudenza) che gli sono state attribuite dalla rete.
Mi pare superfluo commentare: lui ha chiaramente detto di aver conseguito il master a Chicago e, si sa, senza una laurea non puoi conseguire alcun master.
A questo punto, cosa dovrebbe rispondere Giannino? Condivido ciò detto dal blog Wittgenstein:
"L’unica risposta che dovrebbe davvero dare è alle domande: ma come accidenti ti è venuto di vantare un master che non avevi preso? Che ti girava in testa? Bisogna essere scemi, no?
Il problema – temo – è che la risposta dovrebbe essere “per fare la figura di uno che ha preso un master a Chicago, e sì, sono stato scemo”. Che non è una cosa facile da dire, e lo capisco.
La domanda che però davvero mi frulla per la testa è: perchè ora? Perchè farsi sfuggire errori a raffica del genere a 5 giorni dalle elezioni? E' un suicidio elettorale! O forse no?
Ci ho pensato durante tutta la giornata e leggendo i vari commenti che trovavo su internet al mio articolo ha iniziato a frullarmi in testa un'idea: e se fosse non un suicidio, ma una genialata elettorale?
Parliamoci chiaro. Personalmente non ho mai creduto ai sondaggi che davano Fare al 4-5 o addirittura al 6%. Secondo me avrebbe preso, ad andar bene, fra il 2 e il 2.5% (sono realista, quindi pessimista). Serviva quindi una scossa per cambiare le cose.
Che sia questa la scossa? Come ho detto, i commenti parlano chiaro: accanto a quelli delusi, ce ne sono davvero tanti che apprezzano la trasparenza dimostrata e la coerenza nel denunciare anche una bugia del leader più conosciuto e carismatico del movimento, nonostante la sua colpa sia molto minore rispetto ad altri candidati di partiti più conosciuti.
Precisazione dovuta: non credo sia tutto organizzato, ma che abbian fatto poco o nulla per nasconderlo cavalcando per certi versi l'onda, dopo i primi commenti positivi, quello sì. Lo scopo era quello, oltre alla dimostrazione di trasparenza, di occupare le prime pagine dei giornali facendo quindi parlare di sè. In quanti, ad esempio, sono andati a leggersi il programma per la prima volta in questi due giorni?
Se ve lo state chiedendo sì, è la filosofia del "Parlarne bene o male, basta che se ne parli" che tanto bene purtroppo ha fatto a Silvio Berlusconi in questi anni.
E' un azzardo un po' provocatorio quello che sto sostenendo? Ovviamente sì. Il ragionamento non fila in qualche aspetto (le biografie erano online da tempo, Zingales è stato rimproverato e a tratti "insultato" da molti del movimento e Giannino si è praticamente bruciato in tutto ciò) e non più tardi di ieri ho accusato Fare di aver gestito male la cosa per una grave mancanza di esperienza che un partito, ambizioso di cambiare le cose, non si può permettere che è ciò che ancora sostengo (tanto per: un membro della mia famiglia che lo avrebbe votato fino a ieri molto probabilmente non lo voterà più).
Qui presento l'alternativa: che sia tutto preparato o meno, la pubblicità è stata tanta, i commenti positivi sono arrivati e in molti hanno curiosato il programma (che personalmente, e non solo io, ritengo il più valido fra i partiti).
Voi cosa ne pensate? Suicidio o genialata (anche involontaria)?
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Fermare il Declino
Giannino ha sbagliato, ma gli altri son peggio.
Seconda riflessione, dopo quella di ieri, sull'argomento.
Giornali e siti internet scatenati dopo lo scandalo che ha travolto il leader di Fare per Fermare il Declino, Oscar Giannino, colpevole di aversi attribuito un Master che in realtà non ha mai preso.
Che Oscar abbia sbagliato è verissimo e l'ho detto anche io. E' anche vero che però ha chiesto scusa e si vocifera addirittura di una sua intenzione di dimissioni, in puro stile anglosassone e tedesco.
Questa è una grande differenza nei confronti degli altri partiti: gli errori si pagano, anche quelli "minori".
Fanno rabbrividire le prime pagine de "Il Giornale" e "Libero" di stamattina (vedi le due foto), due giornali comandati da un politico, leader del PdL (questo e questo PdL) e condannato in primo grado, che dovrebbe essere l'ultimo a parlare di scandali accusando qualcuno.
La stessa cosa vale per tutti gli altri partiti: devo elencarvi tutti gli scandali riguardanti Lega Nord, Pd, Idv, SeL, 5 Stelle, Udc etc etc? Su tutti ci sarebbe qualche cosa da dire.
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra". Qui le pietre sono state scagliate....da quelli che hanno più peccati di tutti.
Uptdate 20/02/2013 ore 17:00
Giannino si è dimesso.
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Giornali e siti internet scatenati dopo lo scandalo che ha travolto il leader di Fare per Fermare il Declino, Oscar Giannino, colpevole di aversi attribuito un Master che in realtà non ha mai preso.
Che Oscar abbia sbagliato è verissimo e l'ho detto anche io. E' anche vero che però ha chiesto scusa e si vocifera addirittura di una sua intenzione di dimissioni, in puro stile anglosassone e tedesco.
Questa è una grande differenza nei confronti degli altri partiti: gli errori si pagano, anche quelli "minori".
Fanno rabbrividire le prime pagine de "Il Giornale" e "Libero" di stamattina (vedi le due foto), due giornali comandati da un politico, leader del PdL (questo e questo PdL) e condannato in primo grado, che dovrebbe essere l'ultimo a parlare di scandali accusando qualcuno.
La stessa cosa vale per tutti gli altri partiti: devo elencarvi tutti gli scandali riguardanti Lega Nord, Pd, Idv, SeL, 5 Stelle, Udc etc etc? Su tutti ci sarebbe qualche cosa da dire.
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra". Qui le pietre sono state scagliate....da quelli che hanno più peccati di tutti.
Uptdate 20/02/2013 ore 17:00
Giannino si è dimesso.
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Scoppia il caso Zingales-Giannino e il falso master a Chicago. Una breve riflessione
Scoppia il caso Zingales-Giannino in Fermare il Declino. Una riflessione.
Chi mi segue su Twitter e sulla Fan Page sa che ho dichiarato la mia intenzione di votare per Fare Fermare il Declino e proprio per questo motivo avevo scelto di non parlare, sia in positivo che in negativo, del movimento. Dopo i fatti di oggi, una breve riflessione politica è doverosa.
La vicenda è stata riassunta bene dall'Huffington Post per chi non la conoscesse quindi non sto a ripeterla ma piuttosto vorrei esprimere, da osservatore esterno ed imparziale (come sono sempre stato, sia chiaro), un mio parere personale.
Oscar Giannino ha replicato dicendo che
Anche la questione della biografia sul sito dell'Istituto Bruno Leoni andrebbe chiarita. Sinceramente non mi ricordo se ci fosse o meno indicato il master (se per caso qualcuno riesce a recuperare la pagina prima dello scandalo) però anche lì la vicenda mi lascia perplesso.
Che bisogno c'era poi di dire quella frase in quel modo lì? Non per fare Cal Lightman di "Lie To Me", ma si vede proprio che alla frase "A Chicago dove ho preso il master" mente sapendo di mentire. Cambia sia il tono di voce sia lo sguardo (addirittura si gira). Qual è il senso di tirar fuori questo fantomatico master?
Detto ciò, anche Zingales ha sbagliato perchè in questo modo va a danneggiare un ottimo (a mio avviso) progetto che davvero farebbe bene al paese. Giannino è uno dei fondatori, non IL fondatore, ed è una persona che nonostante questo pesante scivolone stimo e ritengo competente (anche qui, parere personale). Ha commesso un errore? Sì, assolutamente, ma dare le dimissioni in quel modo e così a bruciapelo non mi pare una soluzione saggia: se avesse avuto a cuore il movimento avrebbe agito in maniera diversa
Proprio per questo, più che la storia in sè reputo, dal punto di vista prettamente politico, grave il fatto che queste decisioni si debbano PRIMA discutere assieme in privato o meglio ancora con tutti i fondatori in una riunione e poi nel caso dare le dimissioni (soprattutto a pochi giorni dalle elezioni).
Mi sembra davvero una grave mancanza di organizzazione ed esperienza. Cose che NON VANNO BENE per chi vuole cambiare il paese. Mi ha ricordato molto il PD del 2006 e sappiamo come è andata a finire.
Certo, a meno Zingales che non abbia avuto un secondo fine personale (si parlava di un possibile arruolamento con un ruolo nei renziani che faranno parte del probabile nuovo governo PD) e quindi alla prima "scusa" ha preso la palla al balzo e ne ha approfittato. Anche in questo caso però, la situazione doveva essere gestita meglio (mi spiace dirlo ma qui Berlusconi docet).
Con questo appoggio sempre molte delle idee del movimento (bene o male son cose che dico anche io da tempo) e chi ne fa parte. Il fatto del master e la mancanza di esperienza sono due fattori importanti da tenere in considerazione per chi è indeciso. Ricordo che, in ogni caso, tutti i partiti hanno scheletri nell'armadio e questo forse è il meno pauroso. Se aggiungiamo un programma reputato fra i più credibili anche dall'ultima analisi del Corriere e comunque il fatto che dopo uno sbaglia subito qualcuno lo abbia sollevato (again, nel modo sbagliato) è sinonimo di trasparenza, quella che manca in quasi tutti gli altri partiti.....ma questa è fin troppo propaganda per i miei gusti e io non preferisco non farla qui.
L'unica cosa che chiedo, questo sì, è di votare gente nuova in partiti nuovi. La vecchia ha già dato e i risultati li vedete tutti i giorni guardandovi il conto in banca...
Update 19/02/2013 alle 0:22
Giannino ha ammesso l'errore. Rispetto per l'onesta. La cosa però andava gestita meglio.
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Chi mi segue su Twitter e sulla Fan Page sa che ho dichiarato la mia intenzione di votare per Fare Fermare il Declino e proprio per questo motivo avevo scelto di non parlare, sia in positivo che in negativo, del movimento. Dopo i fatti di oggi, una breve riflessione politica è doverosa.
La vicenda è stata riassunta bene dall'Huffington Post per chi non la conoscesse quindi non sto a ripeterla ma piuttosto vorrei esprimere, da osservatore esterno ed imparziale (come sono sempre stato, sia chiaro), un mio parere personale.
Oscar Giannino ha replicato dicendo che
"Io il master non l'ho preso alla Chicago Booth. Sono andato a Chicago a studiare l'inglese e così via. Bastava chiederlo e avrei risposto. Lo chiarisco perché in rete c'è una cosa che monta. Luigi Zingales insegna alla Chigaco Booth, mi è capitato di parlarci ed è uno dei nostri fondatori. Insegna lì. Io sono stato a Chicago da giovane a studiare e - ha concluso - non ho preso il master alla Chicago Booth”.In realtà se andiamo a prendere il video al secondo 15 dice chiaramente "Zingales insegna a Chicago dove HO PRESO IL MASTER".
Anche la questione della biografia sul sito dell'Istituto Bruno Leoni andrebbe chiarita. Sinceramente non mi ricordo se ci fosse o meno indicato il master (se per caso qualcuno riesce a recuperare la pagina prima dello scandalo) però anche lì la vicenda mi lascia perplesso.
Che bisogno c'era poi di dire quella frase in quel modo lì? Non per fare Cal Lightman di "Lie To Me", ma si vede proprio che alla frase "A Chicago dove ho preso il master" mente sapendo di mentire. Cambia sia il tono di voce sia lo sguardo (addirittura si gira). Qual è il senso di tirar fuori questo fantomatico master?
Detto ciò, anche Zingales ha sbagliato perchè in questo modo va a danneggiare un ottimo (a mio avviso) progetto che davvero farebbe bene al paese. Giannino è uno dei fondatori, non IL fondatore, ed è una persona che nonostante questo pesante scivolone stimo e ritengo competente (anche qui, parere personale). Ha commesso un errore? Sì, assolutamente, ma dare le dimissioni in quel modo e così a bruciapelo non mi pare una soluzione saggia: se avesse avuto a cuore il movimento avrebbe agito in maniera diversa
Proprio per questo, più che la storia in sè reputo, dal punto di vista prettamente politico, grave il fatto che queste decisioni si debbano PRIMA discutere assieme in privato o meglio ancora con tutti i fondatori in una riunione e poi nel caso dare le dimissioni (soprattutto a pochi giorni dalle elezioni).
Mi sembra davvero una grave mancanza di organizzazione ed esperienza. Cose che NON VANNO BENE per chi vuole cambiare il paese. Mi ha ricordato molto il PD del 2006 e sappiamo come è andata a finire.
Certo, a meno Zingales che non abbia avuto un secondo fine personale (si parlava di un possibile arruolamento con un ruolo nei renziani che faranno parte del probabile nuovo governo PD) e quindi alla prima "scusa" ha preso la palla al balzo e ne ha approfittato. Anche in questo caso però, la situazione doveva essere gestita meglio (mi spiace dirlo ma qui Berlusconi docet).
Con questo appoggio sempre molte delle idee del movimento (bene o male son cose che dico anche io da tempo) e chi ne fa parte. Il fatto del master e la mancanza di esperienza sono due fattori importanti da tenere in considerazione per chi è indeciso. Ricordo che, in ogni caso, tutti i partiti hanno scheletri nell'armadio e questo forse è il meno pauroso. Se aggiungiamo un programma reputato fra i più credibili anche dall'ultima analisi del Corriere e comunque il fatto che dopo uno sbaglia subito qualcuno lo abbia sollevato (again, nel modo sbagliato) è sinonimo di trasparenza, quella che manca in quasi tutti gli altri partiti.....ma questa è fin troppo propaganda per i miei gusti e io non preferisco non farla qui.
L'unica cosa che chiedo, questo sì, è di votare gente nuova in partiti nuovi. La vecchia ha già dato e i risultati li vedete tutti i giorni guardandovi il conto in banca...
Update 19/02/2013 alle 0:22
Giannino ha ammesso l'errore. Rispetto per l'onesta. La cosa però andava gestita meglio.
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domenica 17 febbraio 2013
Grillo il codardo: fa saltare l'intervista a Sky
Prima annuncia il suo ritorno in Tv, poi all'ultimo si tira indietro. Paura?
Ci risiamo. Quando si tratta di discutere, ecco che si tira indietro. Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, qualche settimana fa aveva annunciato il suo ritorno in tv dopo che i sondaggi lo davano in caduta e oggi, al giorno dell'intervista, con i sondaggi tornati buoni, si rimangia tutto tirandosi indietro annunciandolo sul suo profilo twitter.
Niente più intervista a Sky quindi, nonostante l'attesa quasi come quella di Berlusconi da Santoro e Travaglio.
Se è vero che far politica in piazza è doveroso e necessario, la base della democrazia (e della politica) sono confronti e dibattiti con gli altri, specialmente se si è in corsa per le elezioni più importanti degli ultimi decenni.
Ho sempre criticato Grillo per il divieto ai candidati 5 stelle di andare in tv proprio per questo motivo. Perchè mai qualcuno non dovrebbe confrontarsi se crede che le proprie idee siano giusto e migliori di quelli degli altri? Perchè non umiliare, così come i 5 stelle reputano di fare, i propri avversari? Perchè, ora che ne ha la possibilità, non andare face to face contro Berlusconi a "distruggerlo" come andava dicendo nei suoi spettacoli qualche anno fa?
E' facile far propaganda da un palco senza nessuno che faccia da contradditorio. Più difficile invece discutere, e di inviti ne ha avuti.
Tra l'altro questa sera sarebbe stato su Sky, tv che ha sempre apprezzato (e con lui anche i grillini), non di parte e che già lo aveva ospitato qualche tempo fa. Perchè tirarsi indietro quindi?
Comportandosì così (e non è la prima volta: ricordo dalla D'Amico qualche anno fa che, dopo il suo monologo, appena gli ospiti hanno iniziato a far domande è scappato) fa solo la figura del codardo che prima lancia la sfida e poi fugge impaurito.
Dopo la censura sul social news di Casaleggio (Tze Tze), dopo la censura sul suo blog, le frasi su Favia e Salsi ora questo (ennesima delusione aggiungo).
Noto però con piacere che anche alcuni grillini stiano iniziando a farsi molte domande sul loro "coraggiosissimo e aperto al confronto" leader. Personalmente, uno che si comporta in questo modo lo reputo tale e quale a quelli che giustamente critica e accusa da anni.
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Ci risiamo. Quando si tratta di discutere, ecco che si tira indietro. Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, qualche settimana fa aveva annunciato il suo ritorno in tv dopo che i sondaggi lo davano in caduta e oggi, al giorno dell'intervista, con i sondaggi tornati buoni, si rimangia tutto tirandosi indietro annunciandolo sul suo profilo twitter.
Niente più intervista a Sky quindi, nonostante l'attesa quasi come quella di Berlusconi da Santoro e Travaglio.
Se è vero che far politica in piazza è doveroso e necessario, la base della democrazia (e della politica) sono confronti e dibattiti con gli altri, specialmente se si è in corsa per le elezioni più importanti degli ultimi decenni.
Ho sempre criticato Grillo per il divieto ai candidati 5 stelle di andare in tv proprio per questo motivo. Perchè mai qualcuno non dovrebbe confrontarsi se crede che le proprie idee siano giusto e migliori di quelli degli altri? Perchè non umiliare, così come i 5 stelle reputano di fare, i propri avversari? Perchè, ora che ne ha la possibilità, non andare face to face contro Berlusconi a "distruggerlo" come andava dicendo nei suoi spettacoli qualche anno fa?
E' facile far propaganda da un palco senza nessuno che faccia da contradditorio. Più difficile invece discutere, e di inviti ne ha avuti.
Tra l'altro questa sera sarebbe stato su Sky, tv che ha sempre apprezzato (e con lui anche i grillini), non di parte e che già lo aveva ospitato qualche tempo fa. Perchè tirarsi indietro quindi?
Comportandosì così (e non è la prima volta: ricordo dalla D'Amico qualche anno fa che, dopo il suo monologo, appena gli ospiti hanno iniziato a far domande è scappato) fa solo la figura del codardo che prima lancia la sfida e poi fugge impaurito.
Dopo la censura sul social news di Casaleggio (Tze Tze), dopo la censura sul suo blog, le frasi su Favia e Salsi ora questo (ennesima delusione aggiungo).
Noto però con piacere che anche alcuni grillini stiano iniziando a farsi molte domande sul loro "coraggiosissimo e aperto al confronto" leader. Personalmente, uno che si comporta in questo modo lo reputo tale e quale a quelli che giustamente critica e accusa da anni.
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sabato 16 febbraio 2013
Ecco dove e come ridurre la spesa militare: il risparmio sarebbe di 4 miliardi (ehm Imu??)
Tagliare la spesa militare per risparmiare soldi ed abbassare le tasse. Si può fare, ecco come.
L'argomento "spese militari" è stato in questi mesi richiamato a causa del costo dei ormai famosissimi F-35 a cui poi si sono aggiunti due sommergibili. La tesi sostenuta dai più è che l'acquisto di queste armamenti è inutile, soprattutto dato il periodo di crisi che stiamo passando. Sarebbe più saggio quindi tagliare queste spese destinando i soldi ad utilizzi socialmente più utili. Addirittura c'è chi ha sostenuto qualche mese fa di poter fare una contromanovra in modo da evitare i sacrifici chiesti da Monti.
La realtà è ben diversa: le spese devono essere ammortizzate in vari anni e quindi il risparmio derivante dal taglio di caccia e sottomarini si aggira intorno ai 900 milioni di euro (ricordo che in ogni caso la cifra deve essere ammortizzata, aka "spalmata" anche per gli anni di servizio, quindi annualmente sarà ancora inferiore) i quali, se è vero che non sono da buttare (ci mancherebbe), non risolverebbero i problemi del paese come qualcuno dice.
Sinceramente non so se siano utili o meno e che strategie internazionali ci siano dietro e non mi interessa in questo momento. Ciò che voglio far capire è che, nel nostro paese, la spesa militare può e deve essere tagliata in altri ambiti con risparmi molto superiori a quelli esposti poco fa.
La mappa qui sotto mostra chiaramente quale spesa militare debba essere davvero tagliata: quella relativa a stipendi e pensioni
I costi si aggira intorno ai 10 miliardi di euro annui secondo lo IAI, che stima il costo personale+pensioni il 65% del totale delle spese militari e poco più di 12 miliardi secondo il CSIS (fonte anche della mappa) che fa una stima del 75% sul totale. Per non rischiare prendiamo il 70%, quindi 11.5 miliardi.
Considerando la quota di spesa degli altri paesi simili ma migliori dell'Italia (Germania, Francia, Inghilterra, Olanda), possiamo vedere come questa spesa possa essere ridotta del 20-25%.
Il risparmio derivante sarebbe stimato intorno ai 4.12 miliardi di euro (passando dagli 11.5 miliardi a poco più di 7). I soldi dell'Imu prima casa tanto per intenderci (e no, non l'ho fatto apposta è venuto per caso).Considerando l'enorme armata di graduati, generali, ammiragli, cappellani etc etc che ci sono questo taglio non andrebbe a toccare il soldato semplice di caserma che guadagna uno stipendio nella media se non al di sotto di essa.
Come vedete, la cifra è molto superiore a quella che si ricaverebbe dagli F-35 e, unita ad altri tagli, diventerebbe utilissima alla riduzione di quella pressione fiscale che sta soffocando il paese.
L'argomento "spese militari" è stato in questi mesi richiamato a causa del costo dei ormai famosissimi F-35 a cui poi si sono aggiunti due sommergibili. La tesi sostenuta dai più è che l'acquisto di queste armamenti è inutile, soprattutto dato il periodo di crisi che stiamo passando. Sarebbe più saggio quindi tagliare queste spese destinando i soldi ad utilizzi socialmente più utili. Addirittura c'è chi ha sostenuto qualche mese fa di poter fare una contromanovra in modo da evitare i sacrifici chiesti da Monti.
La realtà è ben diversa: le spese devono essere ammortizzate in vari anni e quindi il risparmio derivante dal taglio di caccia e sottomarini si aggira intorno ai 900 milioni di euro (ricordo che in ogni caso la cifra deve essere ammortizzata, aka "spalmata" anche per gli anni di servizio, quindi annualmente sarà ancora inferiore) i quali, se è vero che non sono da buttare (ci mancherebbe), non risolverebbero i problemi del paese come qualcuno dice.
Sinceramente non so se siano utili o meno e che strategie internazionali ci siano dietro e non mi interessa in questo momento. Ciò che voglio far capire è che, nel nostro paese, la spesa militare può e deve essere tagliata in altri ambiti con risparmi molto superiori a quelli esposti poco fa.
La mappa qui sotto mostra chiaramente quale spesa militare debba essere davvero tagliata: quella relativa a stipendi e pensioni
Sources: NATO Defense Expenditures; IISS Military Balance; analysis by CSIS Defense-Industrial Initiatives Group. Maps from Center for Disease Control and Maptitude |
I costi si aggira intorno ai 10 miliardi di euro annui secondo lo IAI, che stima il costo personale+pensioni il 65% del totale delle spese militari e poco più di 12 miliardi secondo il CSIS (fonte anche della mappa) che fa una stima del 75% sul totale. Per non rischiare prendiamo il 70%, quindi 11.5 miliardi.
Considerando la quota di spesa degli altri paesi simili ma migliori dell'Italia (Germania, Francia, Inghilterra, Olanda), possiamo vedere come questa spesa possa essere ridotta del 20-25%.
Il risparmio derivante sarebbe stimato intorno ai 4.12 miliardi di euro (passando dagli 11.5 miliardi a poco più di 7). I soldi dell'Imu prima casa tanto per intenderci (e no, non l'ho fatto apposta è venuto per caso).Considerando l'enorme armata di graduati, generali, ammiragli, cappellani etc etc che ci sono questo taglio non andrebbe a toccare il soldato semplice di caserma che guadagna uno stipendio nella media se non al di sotto di essa.
Come vedete, la cifra è molto superiore a quella che si ricaverebbe dagli F-35 e, unita ad altri tagli, diventerebbe utilissima alla riduzione di quella pressione fiscale che sta soffocando il paese.
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venerdì 15 febbraio 2013
25€ in più al mese in busta paga valgono 3 volte l'Imu prima casa
Perchè l'Imu sulla prima casa non è il problema
Quando scrivevo che l'Imu fosse un'imposta utile per i comuni e meno dannosa di altre, in molti mi hanno criticato in quanto essa è davvero una tassa che metteva in ginocchio il paese.
Considerando che si parla di togliere quella sulla prima casa (per le altre è impossibile) o addirittura, oltre a quello, restituire quella appena pagata, faccio un ragionamento provocatorio ma veritiero che conferma la mia tesi.
Oggi il Corriere ha pubblicato i dati relativi al pagamento medio dell'Imu sulla prima casa nei vari comuni d'Italia. Qui troverete la tabella completa con tutti i dati.
Il valore mediato si attesta intorno ai 127 euro. Si può notare come nella maggior parte dei comuni (74 pagine e mezza su 87) si sia pagata una tassa inferiore ai 200 euro.
Chi ha voglia di calcolarsi la media pagata di ogni cittadino può farlo. Se consideriamo i 200 euro come valore medio (considerando che il 67% della popolazione vive nelle città più grandi o intorno ad esse mi pare una cifra ragionevole da prendere come valore medio) è bene, con due semplici calcoli, notare come ai cittadini italiani non convenga tagliare la spesa pubblica o peggio aumentare altre tasse per togliere l'Imu sulla prima casa.
200 euro all'anno sono poco meno di 17 euro al mese. Se consideriamo una famiglia di due persone con reddito, 8.5€a persona. Bevete un caffè in meno per 10 giorni o comprate un pacchetto di sigarette in meno al mese e avete recuperato la spesa dell'Imu. Questo per darvi l'idea della dimensione reale del dato.
Io ho sempre sostenuto che sarebbe meglio utilizzare i 4 miliardi e passa per l'eliminazione dell'Imu (e, in caso si voglia ridare quello del 2012 diventano 8) per ridurre le tasse sul lavoro.
Se lo stato facesse ciò con il risultato di aumentare gli stipendi netti di 25 euro mensili, 50 euro nel caso della nostra famiglia, avremmo che all'anno le entrate aumenterebbero di 600 euro: il TRIPLO della spesa per l'Imu prima casa.
Ripeto ancora una volta: il problema non è l'Imu, ma le tasse sul lavoro e sulle imprese. Quelle sono da ridurre per far ripartire il paese ed aumentare gli stipendi! Fatelo presente ai nostri politici...
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Quando scrivevo che l'Imu fosse un'imposta utile per i comuni e meno dannosa di altre, in molti mi hanno criticato in quanto essa è davvero una tassa che metteva in ginocchio il paese.
Considerando che si parla di togliere quella sulla prima casa (per le altre è impossibile) o addirittura, oltre a quello, restituire quella appena pagata, faccio un ragionamento provocatorio ma veritiero che conferma la mia tesi.
Oggi il Corriere ha pubblicato i dati relativi al pagamento medio dell'Imu sulla prima casa nei vari comuni d'Italia. Qui troverete la tabella completa con tutti i dati.
Il valore mediato si attesta intorno ai 127 euro. Si può notare come nella maggior parte dei comuni (74 pagine e mezza su 87) si sia pagata una tassa inferiore ai 200 euro.
Chi ha voglia di calcolarsi la media pagata di ogni cittadino può farlo. Se consideriamo i 200 euro come valore medio (considerando che il 67% della popolazione vive nelle città più grandi o intorno ad esse mi pare una cifra ragionevole da prendere come valore medio) è bene, con due semplici calcoli, notare come ai cittadini italiani non convenga tagliare la spesa pubblica o peggio aumentare altre tasse per togliere l'Imu sulla prima casa.
200 euro all'anno sono poco meno di 17 euro al mese. Se consideriamo una famiglia di due persone con reddito, 8.5€a persona. Bevete un caffè in meno per 10 giorni o comprate un pacchetto di sigarette in meno al mese e avete recuperato la spesa dell'Imu. Questo per darvi l'idea della dimensione reale del dato.
Io ho sempre sostenuto che sarebbe meglio utilizzare i 4 miliardi e passa per l'eliminazione dell'Imu (e, in caso si voglia ridare quello del 2012 diventano 8) per ridurre le tasse sul lavoro.
Se lo stato facesse ciò con il risultato di aumentare gli stipendi netti di 25 euro mensili, 50 euro nel caso della nostra famiglia, avremmo che all'anno le entrate aumenterebbero di 600 euro: il TRIPLO della spesa per l'Imu prima casa.
Ripeto ancora una volta: il problema non è l'Imu, ma le tasse sul lavoro e sulle imprese. Quelle sono da ridurre per far ripartire il paese ed aumentare gli stipendi! Fatelo presente ai nostri politici...
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mercoledì 13 febbraio 2013
Il debito è aumentato più con Berlusconi che con il Centro Sinistra
Parla di ridurre il debito e la spesa pubblica. Ma negli otto anni del suo governo ha fatto l'opposto
" Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" recita un detto molto famoso. Per la campagna elettorale si potrebbe aggiustare in un "Fra il promettere e l'attuare c'è di mezzo il mare anzi l'oceano".
Se poi aggiungiamo che ciò che i partiti promettono non lo hanno mai fatto negli anni in cui hanno governato, vien da chiedersi: "Ma chi ci crede ancora?"
E' curioso poi andare a vedere ciò che ha fatto il PdL, partito che sta inneggiando a tagli delle tasse coperti da ingenti tagli alla spesa pubblica, negli 8 anni in cui ha governato (nota bene: nel commento evito di paragonare gli anni successivi al 2006 visto che, a causa crisi, la spesa dal 2008 è aumentata in tutti i paesi quindi non sarebbe corretto farlo).
Partiamo con il rapporto debito/pil:
Come potete vedere dal 1995 al 2000 (governo Centro Sinistra) il rapporto è passato dal 121,5 al 109,2 mentre i successivi 5 anni (governo Centro Destra) si è passati dal 108,8 al 105, 9 (in aumento l'ultimo anno).
Tanto per capirci, se il governo Berlusconi avesse continuato per la strada dei suoi oppositori, a fine mandato il rapporto sarebbe stato del 97% circa (e anche meno, visto il risparmio di cui ha beneficiato con il diminuire degli interessi sul debito grazie al tanto odiato Euro).
Vediamo ora l'ammontare del debito pubblico (anche qui, cn lo stesso ragionamento fatto sopra):
Anche qui, abbiamo un + 159-160 miliardi circa nei 5 anni del centro sinistra contro un + 220 circa in quelli del centro destra. Una differenza di 60 miliardi, 12 all'anno. Non pochi direi (anche qui, considerando i rispiarmi sugli interessi del debito).
Quando trovate qualche destrino che vi dirà "Ma lui ha detto che lo farà e io gli credo", mostrate questi dati (assieme a quest'altro articolo). Chissà, magari aiuta.
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" Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" recita un detto molto famoso. Per la campagna elettorale si potrebbe aggiustare in un "Fra il promettere e l'attuare c'è di mezzo il mare anzi l'oceano".
Se poi aggiungiamo che ciò che i partiti promettono non lo hanno mai fatto negli anni in cui hanno governato, vien da chiedersi: "Ma chi ci crede ancora?"
E' curioso poi andare a vedere ciò che ha fatto il PdL, partito che sta inneggiando a tagli delle tasse coperti da ingenti tagli alla spesa pubblica, negli 8 anni in cui ha governato (nota bene: nel commento evito di paragonare gli anni successivi al 2006 visto che, a causa crisi, la spesa dal 2008 è aumentata in tutti i paesi quindi non sarebbe corretto farlo).
Partiamo con il rapporto debito/pil:
rapporto debito/pil durante i vari governi - fonte Linkiesta |
Tanto per capirci, se il governo Berlusconi avesse continuato per la strada dei suoi oppositori, a fine mandato il rapporto sarebbe stato del 97% circa (e anche meno, visto il risparmio di cui ha beneficiato con il diminuire degli interessi sul debito grazie al tanto odiato Euro).
Vediamo ora l'ammontare del debito pubblico (anche qui, cn lo stesso ragionamento fatto sopra):
Andamento debito pubblico italiano negli ultimi 15 anni - fonte LaPresse.L'Ego |
Quando trovate qualche destrino che vi dirà "Ma lui ha detto che lo farà e io gli credo", mostrate questi dati (assieme a quest'altro articolo). Chissà, magari aiuta.
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martedì 12 febbraio 2013
I candidati sconosciuti nella "Circoscrizione estero" del PD
Curiosità per chi vorrebbe votare PD all'estero
All'estero molto cosa sono decisamente più belle e più funzionali (oserei dire normali, visto che noi siamo l'anomalia). Fra queste, per gli emigranti che votano all'estero, la possibilità di avere le preferenze così da votare il candidato. Una bellissima cosa, peccato un piccolo particolare per chi volesse votare PD: i candidati non si sa chi siano.
Se provate ad andare sul sito del PD, all'articolo che riporta i nomi dei candidati per la "Circoscrizione estero", notate come ci sono sì i nomi, ma solo quelli. Nessuna biografia, nessuna informazione aggiuntiva. Nemmeno un link da cliccare che porti alla pagina personale del candidato.
Che senso ha avere le preferenze, se poi non vengono fornite le informazioni di base su chi preferire?
Leggendo anche i commenti si notano varie lamentenle proprio su questo fatto e, nonostante il primo sia datato 19 gennaio 2013, ancora oggi la situazione non è cambiata.
Perchè non lo fanno? Eppure in 5 minuti lo si farebbe. Volete proprio non farvi votare dei nostri connazionali all'estero?
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All'estero molto cosa sono decisamente più belle e più funzionali (oserei dire normali, visto che noi siamo l'anomalia). Fra queste, per gli emigranti che votano all'estero, la possibilità di avere le preferenze così da votare il candidato. Una bellissima cosa, peccato un piccolo particolare per chi volesse votare PD: i candidati non si sa chi siano.
Se provate ad andare sul sito del PD, all'articolo che riporta i nomi dei candidati per la "Circoscrizione estero", notate come ci sono sì i nomi, ma solo quelli. Nessuna biografia, nessuna informazione aggiuntiva. Nemmeno un link da cliccare che porti alla pagina personale del candidato.
Che senso ha avere le preferenze, se poi non vengono fornite le informazioni di base su chi preferire?
Leggendo anche i commenti si notano varie lamentenle proprio su questo fatto e, nonostante il primo sia datato 19 gennaio 2013, ancora oggi la situazione non è cambiata.
Perchè non lo fanno? Eppure in 5 minuti lo si farebbe. Volete proprio non farvi votare dei nostri connazionali all'estero?
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lunedì 11 febbraio 2013
domenica 10 febbraio 2013
Votare Berlusconi o Bersani è davvero un voto utile per cambiare l'Italia?
La balla del "voto utile" a Bersani e Berlusconi
Anche io dovevo dire la mia sulla vicenda del "voto utile", essendo molto di moda in questa campagna elettorale.
Dov'è che è sbagliato? Facile. Con loro, Berlusconi e Bersani, PdL e Pd, destra e sinistra, il buon governo in questi anni non è MAI esistito. E la colpa non è dei partitini (visto che le leggi che davvero han voluto le hanno votate ed ottenute, anche in brevissimo tempo), ma proprio della loro forma mentis fatta di incapacità, immoralità e disonestà.
Berlusconi e Bersani dicono di votare loro perchè sarebbe un voto utile. Io allora vi chiedo:
E' utile il voto ad uno che promette tagli di tasse e spesa pubblica da 20 anni e puntualmente fa l'esatto opposto e al contempo fa i propri interessi e quelli dei suoi amici appartenenti alle varie caste italote?
E' utile il voto all'altro, che dice di opporsi a ciò che dice e fa quello sopra, promette cambiamento e, una volta al governo, non solo non fa nulla di nuovo per cambiare le obrobrità di leggi (anche e soprattutto ad personam) fatte sempre da quello sopra ma anzi, puntualmente rifà le stesse cose?
E' utile infine il voto a due partiti che davvero potevano cambiare la loro linea politica, i loro uomini e candidati (ne hanno avuto la possibilità nei mesi scorsi) ma HANNO SCELTO di non farlo?
O forse sarebbe più utile votare per gente nuova, con idee nuove (che gli altri magari hanno copiato) che in politica non ci è stata e quindi che forse il cambiamento possono davvero attuarlo?
E non bevetevi la balla del "Tanto non li vota nessuno": siete davvero così convinti che la gente stufa di questi signori, gente come me e voi, sia poca? Io non ci credo. E nemmeno voi. Non fatevi abbindolare, non fate il loro (sporco) gioco.
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Anche io dovevo dire la mia sulla vicenda del "voto utile", essendo molto di moda in questa campagna elettorale.
Il "voto utile" è secondo Berlusconi e Bersani il votare per uno dei due grandi partiti italiani, in modo da favorire la logica bipolare, cancellando tutti quei partitini che, secondo loro, o non entreranno mai in Parlamento (quindi il voto non conterebbe nulla e de facto sarebbe buttato o, se ci riuscissero, ostacolerebbero le riforme volute dal grande partito principale dettando regole e condizioni.
Il ragionamento che fa il duo B&B è esatto? In parte sì. Votare per un partito dato basso nei sondaggi ha il rischio di non vedere il partito scelto nè alla Camera nè al Senato e quindi di non contare un fico secco nelle decisioni del paese. E' anche vero che spesse volte i partiti più piccoli, in coalizione, hanno dettato regole e leggi, impedendo il "buon governo" (si veda l'ultimo Governo Prodi).Dov'è che è sbagliato? Facile. Con loro, Berlusconi e Bersani, PdL e Pd, destra e sinistra, il buon governo in questi anni non è MAI esistito. E la colpa non è dei partitini (visto che le leggi che davvero han voluto le hanno votate ed ottenute, anche in brevissimo tempo), ma proprio della loro forma mentis fatta di incapacità, immoralità e disonestà.
Berlusconi e Bersani dicono di votare loro perchè sarebbe un voto utile. Io allora vi chiedo:
E' utile il voto ad uno che promette tagli di tasse e spesa pubblica da 20 anni e puntualmente fa l'esatto opposto e al contempo fa i propri interessi e quelli dei suoi amici appartenenti alle varie caste italote?
E' utile il voto all'altro, che dice di opporsi a ciò che dice e fa quello sopra, promette cambiamento e, una volta al governo, non solo non fa nulla di nuovo per cambiare le obrobrità di leggi (anche e soprattutto ad personam) fatte sempre da quello sopra ma anzi, puntualmente rifà le stesse cose?
E' utile infine il voto a due partiti che davvero potevano cambiare la loro linea politica, i loro uomini e candidati (ne hanno avuto la possibilità nei mesi scorsi) ma HANNO SCELTO di non farlo?
O forse sarebbe più utile votare per gente nuova, con idee nuove (che gli altri magari hanno copiato) che in politica non ci è stata e quindi che forse il cambiamento possono davvero attuarlo?
E non bevetevi la balla del "Tanto non li vota nessuno": siete davvero così convinti che la gente stufa di questi signori, gente come me e voi, sia poca? Io non ci credo. E nemmeno voi. Non fatevi abbindolare, non fate il loro (sporco) gioco.
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giovedì 7 febbraio 2013
Spese dei Parlamenti in euro: quanto ci cosa in più il nostro Parlamento rispetto agli altri paesi europei?
Il tema "spese della politca" è sempre di attualità e, in periodo di crisi, ogni candidato promette di tagliarle. E' d'obbligo quindi domandasi: Ma quanto ci costa il nostro Parlamento all'anno?
Tempo di crisi + pressione fiscale elevata + elezioni = continue promesse di tagli alla spesa pubblica, in particolare alla spesa della politica.
Da Grillo a Bersani, passando in ultimo a Berlusconi , tutti i leader politici vogliono ridurre questi costi, in particolare dimezzando il numero dei parlamentari, tagliando loro anche lo stipendio.
E' una proposta lodevole (ma, come dice un famoso detto, "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare") e assolutamente da fare soprattutto per una questione morale verso i cittadini e la crisi che loro stanno affrontando mentre i politici continuano ad "ingrassare" ed è tempo di metterli a dieta ferrea.
Il problema è che, paradossalmente, quella spesa è una parte minima rispetto al costo che ha il nostro Parlamento.
Se infatti, come calcolai in un precedente articolo, riducessimo di 2/3 il loro numero e poco più di1/3 il loro stipendio (portandolo a 40mila euro, ovvero al livello di Spagna e Portogallo), il risparmio sarebbe di 123-124 milioni di euro. Meno di 1/10 dei costi totali del nostro Parlamento! Se andiamo a prendere i dati delle Spese dei Parlamenti di Francia, Italia e UK nel 2009, notiamo come il costo totale di Camera e Senato italiano ammonta a 1 miliardo e 581 milioni di euro. Il confronto con gli altri due paesi è raccapricciante (875 milioni il Parlamento francese e 628 milioni quello UK).
Se lo raffrontiamo al costo pro capite per ogni cittadino, il Parlamento italiano costa il doppio rispetto a quello francese e quasi il triplo rispetto a quello UK.
Una proposta seria ed utile fatta da un leader potrebbe essere di più che dimezzare i costi totali del Parlamento allineandoli così alla spesa del Regno Unito: il risparmio sarebbe di quasi 1 miliardo di euro, da utilizzare come fondo per ridurre le tasse o per una spesa sicuramente più produttiva.
Se a questo miliardio aggiungessimo i risparmi derivanti dall'abolizione delle province (stimati sempre dall'IBL in 1,879 miliardi di euro), i risparmi derivanti dal taglio sui costi della politica delle regioni e dei comuni (accorpando i comuni limitrofi sotto i 10 mila abitanti) sono convinto che si ricaverebbe una cifra simile al tanto decantato Imu sulla prima casa.
Cari politici, basta volerlo...
PS: parere personale: io quel risparmio lo indirizzerei sul taglio di altre tasse più recessive rispetto all'Imu.
Nota: (il quotidiano La Stampa ha fornito dati diversi: "Ad ogni cittadino italiano, il Parlamento costa tre volte di più che in Francia (27,15 euro rispetto a 8,11 euro), quasi sette volte più che in Inghilterra (4,18 euro) e dieci volte più che in Spagna (2,14 euro pro capite)". A spanne mi sembravano un po' esagerati quindi ho scelto di utilizzare quelli in tabella dell'IBL).
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Tempo di crisi + pressione fiscale elevata + elezioni = continue promesse di tagli alla spesa pubblica, in particolare alla spesa della politica.
Da Grillo a Bersani, passando in ultimo a Berlusconi , tutti i leader politici vogliono ridurre questi costi, in particolare dimezzando il numero dei parlamentari, tagliando loro anche lo stipendio.
E' una proposta lodevole (ma, come dice un famoso detto, "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare") e assolutamente da fare soprattutto per una questione morale verso i cittadini e la crisi che loro stanno affrontando mentre i politici continuano ad "ingrassare" ed è tempo di metterli a dieta ferrea.
Il problema è che, paradossalmente, quella spesa è una parte minima rispetto al costo che ha il nostro Parlamento.
Se infatti, come calcolai in un precedente articolo, riducessimo di 2/3 il loro numero e poco più di1/3 il loro stipendio (portandolo a 40mila euro, ovvero al livello di Spagna e Portogallo), il risparmio sarebbe di 123-124 milioni di euro. Meno di 1/10 dei costi totali del nostro Parlamento! Se andiamo a prendere i dati delle Spese dei Parlamenti di Francia, Italia e UK nel 2009, notiamo come il costo totale di Camera e Senato italiano ammonta a 1 miliardo e 581 milioni di euro. Il confronto con gli altri due paesi è raccapricciante (875 milioni il Parlamento francese e 628 milioni quello UK).
Quanto spende il Parlamento? - Fonte: IBL Focus |
Se lo raffrontiamo al costo pro capite per ogni cittadino, il Parlamento italiano costa il doppio rispetto a quello francese e quasi il triplo rispetto a quello UK.
Una proposta seria ed utile fatta da un leader potrebbe essere di più che dimezzare i costi totali del Parlamento allineandoli così alla spesa del Regno Unito: il risparmio sarebbe di quasi 1 miliardo di euro, da utilizzare come fondo per ridurre le tasse o per una spesa sicuramente più produttiva.
Se a questo miliardio aggiungessimo i risparmi derivanti dall'abolizione delle province (stimati sempre dall'IBL in 1,879 miliardi di euro), i risparmi derivanti dal taglio sui costi della politica delle regioni e dei comuni (accorpando i comuni limitrofi sotto i 10 mila abitanti) sono convinto che si ricaverebbe una cifra simile al tanto decantato Imu sulla prima casa.
Cari politici, basta volerlo...
PS: parere personale: io quel risparmio lo indirizzerei sul taglio di altre tasse più recessive rispetto all'Imu.
Nota: (il quotidiano La Stampa ha fornito dati diversi: "Ad ogni cittadino italiano, il Parlamento costa tre volte di più che in Francia (27,15 euro rispetto a 8,11 euro), quasi sette volte più che in Inghilterra (4,18 euro) e dieci volte più che in Spagna (2,14 euro pro capite)". A spanne mi sembravano un po' esagerati quindi ho scelto di utilizzare quelli in tabella dell'IBL).
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mercoledì 6 febbraio 2013
Caro Silvio, ma il Lodo Alfano venne approvato in 20 giorni...
Prima da Santoro, poi da Floris: Berlusconi giustifica il suo inoperato durante gli 8 anni di governo dei suoi dando la colpa alla lentezza dei tempi di approvazione delle leggi in Italia. Di alcune leggi però...
Silvio Berlusconi in realtà non ha governato 8 degli ultimi11 anni. O meglio, lui era sì Presidente del Consiglio, ma tutte le leggi che proponeva per rispettare il contratto stipulato con gli italiani e far rinascere il paese si perdevano nei meandri dell'iter che devono compiere prima di venire approvati e, nel caso riuscissero a ritrovare la retta via, ne uscivano completamente diversi dall'idea iniziale del loro creatore.
Come si fa a sbugiardare una dichiarazione del genere, noi che in Parlamento non ci siamo (purtroppo) mai stati? Semplice, andando a vedere in quanto tempo leggi prese a caso sono state approvate. I dati si trovano nel Rapporto Openpolis “Camere Aperte”. Il sito Polis Blog mi ha anticipato (complimenti), proponendo alcuni esempi (per averne altri, leggete il rapporto):
Perbacco, solo 6 giorni. Ma andiamo avanti:
Magari a Roma vi è una concezione diversa del tempo...Ma andiamo avanti:
Avete capito? Solo per ALCUNE leggi ci vogliono mesi, anni. Quelle che davvero servono al paese e che magari vanno contro alcuni interessi rappresentati in aula dai Parlamentari. Altre invece, quelle che portano vantaggi ai politici, ci mettono pochi giorni.
Il capolavoro però riguarda una legge fatta da Berlusconi ad personam:
Venti giorni! Meno di tre settimane! Ecco, direi che questo basta per sbugiardare completamente (ancora una volta) le dichiarazioni del più grande bugiardo degli ultimi anni.
Alla faccia del "In Parlamento occorrono 450 - 650 giorni per avere un provvedimento che va fuori"
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Silvio Berlusconi in realtà non ha governato 8 degli ultimi11 anni. O meglio, lui era sì Presidente del Consiglio, ma tutte le leggi che proponeva per rispettare il contratto stipulato con gli italiani e far rinascere il paese si perdevano nei meandri dell'iter che devono compiere prima di venire approvati e, nel caso riuscissero a ritrovare la retta via, ne uscivano completamente diversi dall'idea iniziale del loro creatore.
Come si fa a sbugiardare una dichiarazione del genere, noi che in Parlamento non ci siamo (purtroppo) mai stati? Semplice, andando a vedere in quanto tempo leggi prese a caso sono state approvate. I dati si trovano nel Rapporto Openpolis “Camere Aperte”. Il sito Polis Blog mi ha anticipato (complimenti), proponendo alcuni esempi (per averne altri, leggete il rapporto):
Da questo rapporto emerge una disparità eclatante: alcune leggi sono state approvate in meno di una settimana, per altre ci sono voluti quasi 1500 giorni, circa 4 anni. Da cosa dipende questa disparità? Come intuibile, dall’interesse che i parlamentari hanno verso quel determinato provvedimento, e l’elenco delle “leggi lepre” e delle “leggi lumaca”, come le definisce il dossier, conferma senza dubbio questa teoria. La legge più veloce della legislatura 2008-2013? Quella proposta da Fabrizio Cicchitto per lo svolgimento del referendum 2009 sulla legge elettorale [...]per approvare la turbo-legge Cicchitto ci sono voluti solo 6 giorni."
Perbacco, solo 6 giorni. Ma andiamo avanti:
Rapidissimi anche i tempi di approvazione nel 2010 del decreto salva-liste, studiato per permettere la riammissione alle Regionali del Lazio del Pdl, escluso per il ben noto pasticcio del “panino” di Alfredo Milioni (e un problema simile in Lombardia). La legge è stata approvata in soli 7 giorni, ma poi è stata bocciata dal Tar. 8 giorni sono stati invece necessari per la manovra correttiva 2011, l’ultima del governo Berlusconi.
Magari a Roma vi è una concezione diversa del tempo...Ma andiamo avanti:
il triste primato spetta alla legge anticorruzione: [...] 1456 giorni prima di ottenere il sì definitivo. È andata poco meglio alla legge su “usura e estorsione” presentata da Roberto Centaro di Coesione Nazionale: 1357 giorni. E poco importa chi presenta la legge: lo Statuto delle imprese, presentato da Pierluigi Bersani, ha impiegato 1283 giorni
Avete capito? Solo per ALCUNE leggi ci vogliono mesi, anni. Quelle che davvero servono al paese e che magari vanno contro alcuni interessi rappresentati in aula dai Parlamentari. Altre invece, quelle che portano vantaggi ai politici, ci mettono pochi giorni.
Il capolavoro però riguarda una legge fatta da Berlusconi ad personam:
Tra le altre “leggi lepre”, spicca anche uno dei provvedimenti ad personam per Berlusconi, il lodo Alfano (20 giorni).
Venti giorni! Meno di tre settimane! Ecco, direi che questo basta per sbugiardare completamente (ancora una volta) le dichiarazioni del più grande bugiardo degli ultimi anni.
Alla faccia del "In Parlamento occorrono 450 - 650 giorni per avere un provvedimento che va fuori"
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Proposte di Legge
"Silvio, prima di perdere le elezioni nominerai Oscar Giannino 3 volte"...E così ha fatto.
Chi teme davvero Silvio Berlusconi? E Perchè?
Lo scrissi pochi giorni fa: Berlusconi non vuole accettare il confronto a sei perchè teme tre persone: Monti, Grillo e Giannino. Fra questi, gli ultimi due particolarmente.
Guardando alle sue ultime dichiarazioni i fatti mi danno ragione. Bersaglio dei suoi ultimi attacchi è stato Oscar Giannino, leader di Fare Fermare il Declino, nominato tre volte negli ultimi tre giorni (l'ultima poco fa nella puntata di "Ballarò" di martedì 5 febbraio durante l'intervista face to face con Floris).
Il tema è sempre uno: non votarlo perchè tanto è inutile, è un voto sprecato e per finire "Se diamo voti agli Oscar Giannino di turno non andiamo da nessuna parte".
La verità è che ha fifa di Giannino e Fare Fermare il Declino, perchè è gente nuova, con programmi più o meno simili (o meglio, lui li ha copiati, MALE) e molto capace dal punto di vista economico e che quindi, dati alla mano, lo smonterebbero in due minuti in un faccia a faccia.
Di buono c'è che parte degli elettori pare averlo capito, infatti i sondaggi danno i nuovi (Grillo, Ingroia e Giannino stesso) in trend crescente.
Come ho scritto "Silvio, prima di perdere le elezioni nominerai Oscar Giannino 3 volte". E così hai fatto.
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Lo scrissi pochi giorni fa: Berlusconi non vuole accettare il confronto a sei perchè teme tre persone: Monti, Grillo e Giannino. Fra questi, gli ultimi due particolarmente.
Guardando alle sue ultime dichiarazioni i fatti mi danno ragione. Bersaglio dei suoi ultimi attacchi è stato Oscar Giannino, leader di Fare Fermare il Declino, nominato tre volte negli ultimi tre giorni (l'ultima poco fa nella puntata di "Ballarò" di martedì 5 febbraio durante l'intervista face to face con Floris).
Il tema è sempre uno: non votarlo perchè tanto è inutile, è un voto sprecato e per finire "Se diamo voti agli Oscar Giannino di turno non andiamo da nessuna parte".
La verità è che ha fifa di Giannino e Fare Fermare il Declino, perchè è gente nuova, con programmi più o meno simili (o meglio, lui li ha copiati, MALE) e molto capace dal punto di vista economico e che quindi, dati alla mano, lo smonterebbero in due minuti in un faccia a faccia.
Di buono c'è che parte degli elettori pare averlo capito, infatti i sondaggi danno i nuovi (Grillo, Ingroia e Giannino stesso) in trend crescente.
Come ho scritto "Silvio, prima di perdere le elezioni nominerai Oscar Giannino 3 volte". E così hai fatto.
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domenica 3 febbraio 2013
Tutte le "proposte shock" di Berlusconi (non mantenute)
La "proposta shock" di oggi è solo l'ultima di una lista di promesse elettorali fatte da Silvio Berlusconi. Qui un resoconto delle più famose.
"Restituirò l'Imu versato agli italiani entro il primo mese nel primo consiglio dei ministri". Questa è la proposta shock del leader del Pdl tanto attesa e che ho già analizzato nel post precedente a questo, etichettandola come "irrealizzabile".
Questa è però solo l'ultima di una lista di promesse "shock" fatte dal cavaliere in questa campagna e nelle precedenti. Vediamole un po' (nel caso ne avessi dimenticata qualcuna, preco di segnalarla, con fonte, nei commenti).
Fatta all'inizio, ma la pressione fiscale totale è aumentata quindi de facto c'è solo il danno per i comuni e nessun vantaggio per il contribuente medio. In più è l'Ici è stato ostituito dallo stesso Governo Berlusconi con il d. lgs. n. 23 del 14 marzo 2011 e poi votato in Parlamento a seguito della proposta di introduzione del Governo Monti.
Non c'è bisogno nemmeno di commentare..
Non fatto. Tra l'alto, la stima era di 4 miliardi che non furono trovati. Come pensa di trovarne 8 per mantere la sua proposta shock sull'imu?
Proposta fatta e rifatta decine di volte (l'ultima quest'oggi) e MAI mantenuta.
Queste sono le quattro più eclatanti fatte appena prima di un'elezione. Ce ne sono molte altre molto prima delle stesse e anche successivamente che non ho messo in quanto non "shock" come quella di oggi, dato anche il clima di incertezza sul loro esito.
E' solo un esercizio di memoria per ricordarvi chi avete di fronte.
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"Restituirò l'Imu versato agli italiani entro il primo mese nel primo consiglio dei ministri". Questa è la proposta shock del leader del Pdl tanto attesa e che ho già analizzato nel post precedente a questo, etichettandola come "irrealizzabile".
Questa è però solo l'ultima di una lista di promesse "shock" fatte dal cavaliere in questa campagna e nelle precedenti. Vediamole un po' (nel caso ne avessi dimenticata qualcuna, preco di segnalarla, con fonte, nei commenti).
"Aboliremo l'ICI. Avete capito bene,aboliremo l'ICI su tutte le prime case, anche la vostra" (fonte).
Fatta all'inizio, ma la pressione fiscale totale è aumentata quindi de facto c'è solo il danno per i comuni e nessun vantaggio per il contribuente medio. In più è l'Ici è stato ostituito dallo stesso Governo Berlusconi con il d. lgs. n. 23 del 14 marzo 2011 e poi votato in Parlamento a seguito della proposta di introduzione del Governo Monti.
"Vogliamo anche vincere il cancro che colpisce ogni anno 250mila italiani e che riguarda quasi due milioni di nostri cittadini. Dobbiamo affrontare questi tre anni forti di un pieno mandato" (fonte)
Non c'è bisogno nemmeno di commentare..
"Vi eliminerò il Bollo Auto."(fonte)
Non fatto. Tra l'alto, la stima era di 4 miliardi che non furono trovati. Come pensa di trovarne 8 per mantere la sua proposta shock sull'imu?
"Nel 2006, 2007 e 2008 taglieremo quei 12 miliardi di Irap che gravano sulle imprese" (fonte)
Proposta fatta e rifatta decine di volte (l'ultima quest'oggi) e MAI mantenuta.
Queste sono le quattro più eclatanti fatte appena prima di un'elezione. Ce ne sono molte altre molto prima delle stesse e anche successivamente che non ho messo in quanto non "shock" come quella di oggi, dato anche il clima di incertezza sul loro esito.
E' solo un esercizio di memoria per ricordarvi chi avete di fronte.
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La proposta shock di Berlusconi è irrealizzabile
Silvio Berlusconi ha anticipato l'annuncio shock ad oggi alle 12:00 e puntualmente è arrivato. Ma sarà realizzabile?
Eccolo. Il tanto annunciato annuncio shock di Silvio Berlusconi che dovrebbe cambiare l'esito della campagna elettorale è finalmente arrivato.
"Restituirò l'Imu versato agli italiani entro il primo mese nel primo consiglio dei ministri". Accanto ad essa, la solita promessa di abolire l'Imu, coprendo il buco con altre tasse: "tasseremo i prodotti non di prima necessità come tabacco, alcool, gioco d'azzardo".
Il riferimento è ovviamente solo all'Imu sulla prima casa, perchè per le altre l'eliminazione dello stessa è impossibile (non verrebbe coperta nemmeno dal taglio del 10% della spesa pubblica in 5 anni).
Questione restituzione: la prima casa valeva circa 4 miliardi, ciò vuol dire che in un mese si dovrebbe coprire questa spesa con tagli e/o altre tasse. Se la prima è difficilmente realizzabile (a meno di tagliare di netto stipendi e acquisti a caso, cosa molto recessiva e pericolosa), per la seconda ci vuole tempo per recuperare i soldi e in ogni caso il bilancio per le famiglie sarebbe comunque negativo (visto il consumo di sigarette, alcolici e gioco d'azzardo). Se ipotizzassimo una diminuzione di queste attività, verrebbe a mancare il gettito dalle stesse, tornado punto a capo.
Siccome non si può deficit, per gli accordi presi dallo stesso governo Berlusconi, capite che questa promessa è irrealizzabile o, se fatta, al netto le famiglie ci guadagnerebbero poco o nulla.
Si lavorasse di più su proposte concrete di riduzione della pressione fiscale su imprese e redditi da lavoro, coprendo con tagli pianificati agli enormi sprechi di spesa pubblica, lasciando stare l'Imu che, se data interamente ai comuni, sarebbe una manna dal cielo per gli stessi e per i servizi locali ai cittadini (i quali possono controllare meglio come i loro soldi vengono spesi).
update 14:55:
Ricordo poi che, restituendo l'imu 2012 e abolendo quella del 2013, quest'anno sono necessari 8 miliardi.
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Eccolo. Il tanto annunciato annuncio shock di Silvio Berlusconi che dovrebbe cambiare l'esito della campagna elettorale è finalmente arrivato.
"Restituirò l'Imu versato agli italiani entro il primo mese nel primo consiglio dei ministri". Accanto ad essa, la solita promessa di abolire l'Imu, coprendo il buco con altre tasse: "tasseremo i prodotti non di prima necessità come tabacco, alcool, gioco d'azzardo".
Il riferimento è ovviamente solo all'Imu sulla prima casa, perchè per le altre l'eliminazione dello stessa è impossibile (non verrebbe coperta nemmeno dal taglio del 10% della spesa pubblica in 5 anni).
Questione restituzione: la prima casa valeva circa 4 miliardi, ciò vuol dire che in un mese si dovrebbe coprire questa spesa con tagli e/o altre tasse. Se la prima è difficilmente realizzabile (a meno di tagliare di netto stipendi e acquisti a caso, cosa molto recessiva e pericolosa), per la seconda ci vuole tempo per recuperare i soldi e in ogni caso il bilancio per le famiglie sarebbe comunque negativo (visto il consumo di sigarette, alcolici e gioco d'azzardo). Se ipotizzassimo una diminuzione di queste attività, verrebbe a mancare il gettito dalle stesse, tornado punto a capo.
Siccome non si può deficit, per gli accordi presi dallo stesso governo Berlusconi, capite che questa promessa è irrealizzabile o, se fatta, al netto le famiglie ci guadagnerebbero poco o nulla.
Si lavorasse di più su proposte concrete di riduzione della pressione fiscale su imprese e redditi da lavoro, coprendo con tagli pianificati agli enormi sprechi di spesa pubblica, lasciando stare l'Imu che, se data interamente ai comuni, sarebbe una manna dal cielo per gli stessi e per i servizi locali ai cittadini (i quali possono controllare meglio come i loro soldi vengono spesi).
update 14:55:
Ricordo poi che, restituendo l'imu 2012 e abolendo quella del 2013, quest'anno sono necessari 8 miliardi.
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sabato 2 febbraio 2013
Negare la verità, sempre, anche se evidente. Ecco il "Berlusconi Style".
Dire, smentire e negare. Questo è lo stile berlusconiano.
C'è un detto comune negli uomini che recita più o meno così "Se tradisci e tua moglie ti becca nega, nega sempre anche di fronte l'evidenza".
Negare sempre e comunque, nonostante le prove schiaccianti è lo sport preferito dei politici, in particolare di quelli veramente bugiardi e fra questi ne spicca uno, il re....anzi, il cavaliere.
Berlusconi è un bugiardo di professione: mente sapendo di mentire, ma lo fa bene e la gente purtroppo ci crede (non poca visti gli ultimi sondaggi).
Se è vero che con internet smascherare le bugie è diventato più semplice, è anche vero che troppa gente (anziani in particolare, ma anche giovani che perdono tempo in giochi brutti e ridicoli sui socials) non usa internet per informarsi. I bugiardi continuano quindi a mentire e a prendere voti, in barba a quelli che speravano in un cambiamento grazie alla rete.
Delle varie negazioni di verità da parte di Berlusconi mi pare superfluo parlare (giudizi su Monti, sulla sua candidatura, sulla crisi....) ma voglio portarvi un esempio capitato ieri durante la presentazione ufficiale di Mario Balotelli (quello che ha fatto piangere i tedeschi) che ha avuto come protagonisti Galliani e lo stesso giocatore del Milan. Federica Balestieri (TG1) ha ricordato il "Mela marcia" dato dal presidente del Milan a Balotelli, il quale ha detto che Berlusconi si era già scusato. A questo punto ironicamente ha detto "Il presidente non si è scusato. Il presidente ha precisato di non aver mai detto questa cosa". Epica la risposta della giornalista "E' stata riportata da tutti...è chiaro che siamo abituati alle smentite del presidente molto frequenti".
(Qui se volete il video con anche le famose dichiarazioni di Berlusconi.)
Ecco, questo è il "Berlusconi Style": negare la verità, sempre anche se è evidente (e confermata dal giocatore stesso). Qui si parla di calcio quindi poco importa. Il problema è che la stessa cosa capita in ambito politico, economico, sociale e il fatto che ci sia gente che ancora creda a questa persona dimenticandosi del passato (o ignorandolo volutamente) è molto grave.
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C'è un detto comune negli uomini che recita più o meno così "Se tradisci e tua moglie ti becca nega, nega sempre anche di fronte l'evidenza".
Negare sempre e comunque, nonostante le prove schiaccianti è lo sport preferito dei politici, in particolare di quelli veramente bugiardi e fra questi ne spicca uno, il re....anzi, il cavaliere.
Berlusconi è un bugiardo di professione: mente sapendo di mentire, ma lo fa bene e la gente purtroppo ci crede (non poca visti gli ultimi sondaggi).
Se è vero che con internet smascherare le bugie è diventato più semplice, è anche vero che troppa gente (anziani in particolare, ma anche giovani che perdono tempo in giochi brutti e ridicoli sui socials) non usa internet per informarsi. I bugiardi continuano quindi a mentire e a prendere voti, in barba a quelli che speravano in un cambiamento grazie alla rete.
Delle varie negazioni di verità da parte di Berlusconi mi pare superfluo parlare (giudizi su Monti, sulla sua candidatura, sulla crisi....) ma voglio portarvi un esempio capitato ieri durante la presentazione ufficiale di Mario Balotelli (quello che ha fatto piangere i tedeschi) che ha avuto come protagonisti Galliani e lo stesso giocatore del Milan. Federica Balestieri (TG1) ha ricordato il "Mela marcia" dato dal presidente del Milan a Balotelli, il quale ha detto che Berlusconi si era già scusato. A questo punto ironicamente ha detto "Il presidente non si è scusato. Il presidente ha precisato di non aver mai detto questa cosa". Epica la risposta della giornalista "E' stata riportata da tutti...è chiaro che siamo abituati alle smentite del presidente molto frequenti".
(Qui se volete il video con anche le famose dichiarazioni di Berlusconi.)
Ecco, questo è il "Berlusconi Style": negare la verità, sempre anche se è evidente (e confermata dal giocatore stesso). Qui si parla di calcio quindi poco importa. Il problema è che la stessa cosa capita in ambito politico, economico, sociale e il fatto che ci sia gente che ancora creda a questa persona dimenticandosi del passato (o ignorandolo volutamente) è molto grave.
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venerdì 1 febbraio 2013
Se Balotelli al Milan valesse davvero il 2%...
Mario Balotelli è ufficialmente un giocatore del Milan. Essendo arrivato nel mercato di gennaio, ad un mese dalle elezioni, alcuni hanno ipotizzato sia una mossa elettorale di Silvio Berlusconi per ottenere qualche voto in più. Se davvero questi avessero ragione, ci sarebbe di che riflettere...
Calcio e politica non dovrebbero normalmente andare di pari passo, ma quando il presidente di una squadra di calcio è anche candidato come premier o ministro non si può non pensare ad un collegamento, quasi "conflitto di interesse" (notare le virgolette), soprattutto se si tratta dello sport nazionale che tocca milioni di potenziali elettori. Mettiamoci poi un calciomercato che capita ad un mese dalle elezioni più importanti e indecise degli ultimi anni et voilà.
Ho già scritto sul presunto sfruttamento del brand Ac Milan a fini elettorali dimostrando che effettivamente, guardando i giocatori acquistati prima delle elezioni, esiste il collegamento fra campagna acquisti dei rossoneri e campagna elettorale del cavaliere.
Lo stesso leader del Pdl ha ammesso che il mercato del Milan ha riscontri nell'umore degli elettori ai tempi della famosa frase "la cessione di Kakà è costata 2 punti nei sondaggi", per non parlare dei comunicati fatti da fan clubs di fede rossonera che invitano a votare per il partito del loro presidente.
Anche in questi giorni, dopo l'acquisto di Balotelli, molti siti hanno riportato sondaggi in cui davano il centro destra in rimonta di 2-2.5 punti eludendo in parte la forbice con il centro sinistra in calo anche a causa dello scandalo MPS. A vedere la folla che lo ha atteso (e il comportamente che ha avuto) temo che siano veritieri.
La questione che pongo è la seguente: davvero esiste qualcuno che cambia orientamento politico (ndr avevo scritto "giudizio" ma mi sembrava offensivo verso il termine stesso dato il tema) in base agli acquisti di una squadra di calcio? Nonostante la crisi in atto e le responsabilità del candidato in questione, c'è gente ridotta così male?
E poi ci lamentiamo se i tedeschi (ma non solo) non si fidano di noi?
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fonte |
Ho già scritto sul presunto sfruttamento del brand Ac Milan a fini elettorali dimostrando che effettivamente, guardando i giocatori acquistati prima delle elezioni, esiste il collegamento fra campagna acquisti dei rossoneri e campagna elettorale del cavaliere.
Lo stesso leader del Pdl ha ammesso che il mercato del Milan ha riscontri nell'umore degli elettori ai tempi della famosa frase "la cessione di Kakà è costata 2 punti nei sondaggi", per non parlare dei comunicati fatti da fan clubs di fede rossonera che invitano a votare per il partito del loro presidente.
Anche in questi giorni, dopo l'acquisto di Balotelli, molti siti hanno riportato sondaggi in cui davano il centro destra in rimonta di 2-2.5 punti eludendo in parte la forbice con il centro sinistra in calo anche a causa dello scandalo MPS. A vedere la folla che lo ha atteso (e il comportamente che ha avuto) temo che siano veritieri.
La questione che pongo è la seguente: davvero esiste qualcuno che cambia orientamento politico (ndr avevo scritto "giudizio" ma mi sembrava offensivo verso il termine stesso dato il tema) in base agli acquisti di una squadra di calcio? Nonostante la crisi in atto e le responsabilità del candidato in questione, c'è gente ridotta così male?
E poi ci lamentiamo se i tedeschi (ma non solo) non si fidano di noi?
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