domenica 26 gennaio 2014

Le cause del declino economico italiano secondo i grillini (siamo senza speranza)

Se questo è il nuovo che avanza...



La causa principale è l'Euro secondo i grillini. Euro quindi peggio della corruzione, dei partiti tanto odiati, della burocrazia, della lentezza della giustizia, della Mafia etc etc etc. Ciò significa che tornando alla Lira tutto si risolverà e noi torneremo ad essere quel Bel Paese che eravamo anni fa (ma molti anni fa).

Un po' come l'Argentina del resto...

Certo...non dite loro che i problemi c'erano pure prima dell'Euro e l'Italia era già in crisi (rispetto agli altri Paesi) quando ancora c'era la Lira. E non dite loro che nel 1992, crisi molti simile a quella odierna, non esisteva la moneta unica.

Curioso anche non trovare, ad esempio, la tassazione tanto odiata da tutti o la tremenda inefficienza della spesa pubblica, della scuola, del mercato del lavoro....tutte cose che c'erano anche prima dell'Euro e che tornando alla lira non si risolverebbero (anzi, sarebbe l'ennesima scusa per rinviare le riforme, ovviamente a spese di noi poveracci comuni cittadini).

Letture Consigliate:

Draghi ha ragione: la BCE non si deve sostituire alle riforme dei governi
Costo del lavoro alto e in crescita: Italia bocciata
Quali sarebbero le conseguenze per i mutui nel caso di un ritorno alla Lira?
Uscire dall'Euro, tornare alla Lira e svalutare: quali le conseguenze?

@RebelEkonomist

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lunedì 6 gennaio 2014

Le incoerenze dei sette punti per l'Europa del M5S

Le elezioni europee sono alle porte e per il Movimento 5 Stelle sarà la prova del nove: confermeranno/miglioreranno il risultato dello scorso febbraio (ottimo), oppure continueranno con i brutti risultati delle ultime tornate elettorali in giro per l'Italia?

I grillini si presentano con un programma di 7 punti citato anche nell'ultimo V3Day dello scorso dicembre che gira sulle varie pagine del M5S e vicine ad esso:

L'intento è di rivedere la posizione dell'Italia in UE e direi dell'influenza dell'UE sulle vicende italiane. Non starò qui a commentare punto per punto ora (lo farò in un altro articolo, ma chi mi segue avrà già un'idea di cosa pensa il sottoscritto), piuttosto vorrei sottolineare le palesi incoerenze presenti in questo chiamiamolo manifesto (visto che il termine è di moda ultimamente).

Al punto 1 si chiede un "Referedum per la permanenza nell'euro", mentre al punto 4 si propone l'"Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune". Siccome Grillo più volte ha proposto i "due euro, uno per il Nord e uno per il Sud", i due punti sono in contrasto: se si votasse per la permanenza, la politica comune, almeno quella monetaria, sarebbe impossibile.
A mio avviso poi è in contrasto anche con il punto 3: uscendo dall'euro, perchè mai dovrebbero votare per l'adozione degli Eurobond, comprendendo l'Italia? Essi sarebbero infatti quotati in euro, ma se non non siamo nell'euro come si fa? Tra l'altro, avere un debito denominato in euro, seppur in comune, è un grosso problema se adotassimo un euro 2 più debole o un ritorno alla Lira...

Il punto 4,5 e 7 sono in contraddizione con il punto 2, o meglio: abolendo il Fiscal Compact, tutti gli obblighi che verrebbero eliminati dai punti sarebbero già stati eliminati dall'abolizione dello stesso Fiscal Compact (ok, il 3% è fissato prima dai parametri di Maastricht nel 1992 e poi dal Patto di Stabilità e Crescita del 1997, ma non se lo è mai filato nessuno prima della crisi) e come spiegato già prima, non ci può essere un'alleanza mediterranea senza uscire dall'Euro e dal patto.

Il punto 6 poi è in contrasto con il punto 4, visto che se si deve adottare una politica comune con altri Paesi, questi ultimi di sicuro non vorranno finanziare o adottare politiche che vadano a favorire i prodotti locali di uno di loro, danneggiando come conseguenza i propri. Ricordo che Grillo proponeva i dazi facendo l'esempio dell'olio di oliva esportato e importato da Italia e Spagna. Ecco, dovrebbe spiegarmi in che modo vorrebbe adottare una politica comune con i Paesi del Sud, quando la Spagna è una diretta "concorrente" nella produzione di tale bene, se poi vuole tutelare il made in italy mettendo dazi.

Già senza entrare nello specifico dei vari punti, il manifesto del M5S per l'Europa mi pare molto confuso ed incoerente. Ma per chi segue il comico in maniera obiettiva, non è per nulla una sorpresa.

...Mi ricorda molto un altro politico...

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domenica 5 gennaio 2014

L'ultimatum con i 6 punti del manifesto dei forconi? Solo e soltanto populismo

Anno nuovo, problemi vecchi, soluzioni sempre peggiori. Non bastava il Movimento 5 Stelle a proporre, assieme a cose assolutamente condivisibili, riforme che più populiste di così non se ne trovano. Ora ci si mettono pure i forconi a fare proposte. Dopo il flop della manifestazione di Roma pre-natalizia, i rivoluzionari made in Italy sono tornati alla carica con un manifesto di 6 punti che se Letta non approva "sarà rivolta".

17 giorni a partire da oggi per approvare i 6 punti del manifesto programmatico:

sospensione delle procedure esecutive, istituzione di un fondo di garanzia per le imprese, aumento di 300 euro in busta paga per i dipendenti privati, incremento delle pensioni minime, riduzione del costo del carburante (per usi professionali, preciso io) e tutela del made in Italy.
Alcune cose sono giuste, come la riduzione del costo del carburante per usi professionali (suppongo che se verrà ridotto per gli autotrasportatori sarà belle che finita la rivoluzione, vero?) e l'aumento in busta paga per i dipendenti privati che posso essere riassunte in un "abbassiamo le tasse su carburanti (perchè a tutti bisogna abbassarli, non solo ai camionisti eh) e salari", altre folli come la sospensione delle procedure esecutive e la tutela del made in Italy.

Sospendere le procedure esecutive di qualunque tipo vuol dire de facto far pagare ai creditori le colpe dei debitori senza alcuna distinzione. Poi ci lamentiamo se la pubblica amministrazione (debitore) non paga gli imprenditori (creditori) e questi falliscono.

Tutelare il Made in Italy presumo voglia dire dazi. Mi pare superfluo dover spiegare che se mettessimo dei dazi (a danno di noi consumatori, ovviamente), i Paesi esteri farebbero altrettanto e le nostre aziende subirebbero un danno non indifferente.

Ridurre il cuneo fiscale per far sì che gli stipendi dei dipendenti privati (circa 12 milioni, dati ISTAT) aumentino di 300 euro vuol dire una spesa di circa 40-50 miliardi di euro. Una riforma che appoggio totalmente, ma è da 10 anni che aspetto una riduzione di questo tipo e nessuno alla prova dei fatti è stato capace di intraprenderla (Berlusconi in primis).

Aumentare le pensioni minime (e quelle di invalidità, che per comodità non considero): ok, ma di quanto? Tenete conto che i pensionati al di sotto dei 500 euro sono (dati sempre ISTAT) circa 2.2 milioni. Vuol dire che aumentare ad esempio di 100 euro mensili in media a tutti (1200 euro all'anno) comporterebbe una spesa annua di 2 miliardi e 640 mila euro. Non li han trovati per evitare l'aumento dell'IVA....

Fondo di garanzia per le imprese: anche qui, nessun dato, solo parole. Non posso commentare. Preferirei che queste risorse, semmai esistano, venissero utilizzate per ridurre il cuneo fiscale.

Ultimo, ma non ultimo, la questione carburante. Anche qui, cosa giustissima visto il costo di benzina e gasolio in Italia gonfiato da accise ridicole vecchie presenti da decenni. Se da un lato una loro piccola riduzione a mio modo di vedere, dati alla mano, non comporterà una riduzione del gettito fiscale (vedi questo post), bisogna sempre tenere conto che oltre la metà del prezzo della benzina va allo Stato quindi una riduzione sostanziale (20-25 centesimi, per rientrare nella media UE) a tutti comporterebbe anche qui, tenendo conto che nel 2012 il fisco ha incassato 36.5 miliardi di euro, una riduzione di gettito di svariati miliardi di euro, se fatta a tutti.







Alla fine, ribadisco: alcune proposte sono follia pura, altre interessanti ma molto costose. Chi mi segue sa benissimo che sono il primo a volere una diminuzione pesante della tassazione in Italia. Il problema però è sempre lo stesso: con quali soldi? Ecco, i forconi oltre a un "diminuzione della spesa" molto generale, null'altro dicono. E ciò è, cari lettori, solo e soltanto populismo.


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