lunedì 2 giugno 2014

"Grillusconi is back". Dal #vinciamonoi alle accuse di brogli elettorali

Accettare le sconfitte è sempre difficile, specialmente quelle elettorali. Se poi per tutto il periodo di campagna elettorale hai usato come slogan #vinciamonoi ecco che perdere con il 20% di voti in meno quasi brucia tantissimo.

Per questo Grillo è stato zitto in un primo momento, per poi tuonare sul suo blog denunciando "brogli" nei comuni rossi. Ovviamente, essere doppiati dal partito vincente quando si pensava di essere i primi in Italia è inaccettabile, ergo sicuramente ci deve essere qualche cosa in più, qualche cosa di irregolare, un qualche "complotto".

Non è mica colpa delle assurde dichiarazioni fatte in campagna elettorale, dei toni utilizzati e del tentare sempre di attaccare l'avversario, proponendo poco o niente e quel poco argomentato malissimo (vedi intervista da Vespa). No, sicuro gli altri hanno barato. Se poi a riportarlo è un sito chiaramente lontano dal complottismo come Informare X Resistere, allora deve essere per forza vero.

Curioso perchè la stessa cosa era accaduta nel 2006 (ad esempio): protagonisti Prodi e Berlusconi, con quest'ultimo che imputava la vittoria del primo grazie a brogli elettorali. Berlusconi, quello che Grillo ha preso in giro, appellato con soprannomi divenuti famosi nel Bel Paese.

E non vogliamo ricordare questo spezzone di un suo spettacolo in cui derideva quel Berlusconi che si lamentava dei brogli:




Ecco. Ora lui è uguale. Due nemici, opposti all'inizio, che agiscono sempre di più allo stesso modo. Ed è proprio chi lo accusava, che ora lo imita comportandosi allo stesso modo. Anzi, peggio.

@RebelEkonomist
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domenica 1 giugno 2014

La Troika impone nuove regole su latte e yogurt in Grecia: tortura o...?

"Ora la Troika vuole anche dire ai greci come prudurre lo yogurt", oppure "Non possono nemmeno produrre latte e yogurt come vogliono". Questi sono alcuni dei tanti lamenti che si leggono in Italia per denunciare la crudeltà della Troika verso i malcapitati cittadini greci
Certo, letti così sono frasi sicuramente ad effetto che pongono il lettore in una posizione di simil odio nei confronti della Troika stessa.

Se però modificassimo quelle frasi, con una tipo "Gli agricoltori greci non possono nemmeno imporre il proprio latte e il proprio yogurt ai loro cittadini", ecco che il vostro giudizio cambierebbe di colpo, giusto? Ahhhh, il potere delle parole.

Sì perchè le prime due frasi raccontano solamente la posizione degli agricoltori, i quali sono effettivamente scesi in piazza lo scorso marzo per protestare contro queste misure per tutelare i propri interessi. Tralasciano il resto.

Ad esempio, non dicono che in Grecia il latte definito "fresco" aveva scadenza 5 giorni (in quanto per loro il latte fresco è quello di semplice o di bassa pastorizzazione). La Troika chiedeva quindi di seguire la pratica comunitaria seguita da tutti gli altri Paesi.
Quella scadenza di fatto obbligava i consumatori in Grecia ad acquistare solamente il latte prodotto, guardacaso, dai produttori locali. Risultato? Il prezzo del latte in Grecia è circa 1/3 più alto rispetto agli altri Paesi, ed è il terzo più caro dopo Cipro e Italia.

Il provvedimento della Troika vuole favorire la concorrenza, aprendo di fatto le porte ad altri tipi di latte (sempre fresco, sia chiaro), con il risultato di proporre un prodotto più economico, far scendere probabilmente anche il prezzo del latte "super fresco" tipico della Grecia e lasciare finalmente al consumatore la libertà di scelta che fino ad oggi è mancata.

La stessa cosa ovviamente vale per tutti gli altri prodotti derivanti dal latte stesso, yogurt compreso: potendone utilizzare di vari tipi, si verrebbe a creare un nuovo ventaglio di beni a disposizione del cittadino greco.

Questa è la grande tragedia: dare la libertà di scelta ai greci. Prima non potevano, ora sì. E non c'è nessun divieto ai produttori di latte e yogurt di produrre il loro latte "super fresco" a scadenza 5 giorni. Possono continuare a farlo ed esportarlo come sempre. Non devono però vietare ad altri tipi di latte e latticini di far concorrenza ai loro. De Facto, si tratta di rompere il monopolio di una lobby/casta, monopolio che (come sempre) veniva pagato dai cittadini.

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