martedì 31 gennaio 2012

Ricattati dal PDL


‎"Se tocca la prescrizione Monti cade": e il governo cede al diktat del Pdl. Il partito di Berlusconi è pronto a votare nuove tasse e riforme impopolari, ma alza barricate sulla giustizia e su norme contro la corruzione, facendo breccia sul ministro Severino

Il governo Monti può toccare i taxi e le tariffe professionali, può aumentare l’età pensionabile e le tasse sulla casa. Ma non può toccare la prescrizione. Specie quando riguarda certi reati, come la corruzione. Se no va giù, trascinando con sé i suoi provvedimenti “salva Italia”. E’ la linea, neanche troppo occulta, del Pdl di Silvio Berlusconi.
[..]
In Commissione giustizia è in corso da mesi l’esame del disegno di legge anticorruzione, e il 26 gennaio la capogruppo del Pd Donatella Ferranti ha proposto di ”intervenire sui tempi di prescrizione dei reati, in particolare per quelli di corruzione”, come avevano già chiesto il vicepresidente del Csm Michele Vietti (Udc) e il presidente della corte di Cassazione Ernesto Lupo.
In compagnia di istituzioni internazionali come l’Ue e l’Ocse – sottolineava Ferranti – che vedono con preoccupazione il pessimo “rating” dell’Italia nelle classifiche in materia, accompagnato però da un bassissimo numero di condanne definitive per corrotti e corruttori"



Questo è un vero e proprio ricatto alla luce del sole su una materia che assolutamente deve essere riformata. Siamo il penultimo paese in Europa come corruzione, sessantanovesimi al mondo addirittura dopo il Ruanda e condanniamo solamente una minima parte dei corrotti/corruttori.

Se c'è un paese con estremo bisogno di una riforma questo è l'Italia, riforma che però è bloccata dal solito partito del solito signore che in tutti questi anni ha pensato più alla sua pelle che a quella dei cittadini (e i risultati li abbiamo davanti agli occhi tutti).

Per quanto ancora dovrà andare avanti questa storia?


lunedì 30 gennaio 2012

Pressione fiscale sulle imprese: ecco perchè in Italia gli imprenditori non investono


E' da un paio di settimane circa che mi sto occupando dell'argomento Impresa in Italia. Ho analizzato contro chi gli operai dovrebbero protestare (se con gli imprenditori/multinazionali o se con i politici che ci hanno governato) e quali siano le cause per cui gli stipendi siano de facto bloccati da 10 anni.

L'argomento di oggi sono invece le tasse che le nostre imprese devono pagare in confronto alle media europea e mondiale. In aiuto ci viene il rapporto "Paying Taxes 2011" redatto dalla Banca Mondiale assieme a PWC.

A pagina 31 trovate la figura 2.17 che è molto eloquente:

Essa raffigura la tassazione totale sulle imprese. Come potete ben vedere, il paese (in Europa) con le imprese più tassate è l'Italia, anche più della tanto decantata Svezia.


A fare la differenza è il mix tasse sul lavoro-tasse sui profitti. Guardando gli altri paesi, l'alta tassazione di una comporta una tassazione più bassa dell'altra, mentre in Italia sono entrambe elevate.
Bisogna aggiungere poi che i servizi, pagati con queste tasse e offerti dallo Stato Italiano non sono minimamente all'altezza delle stesse (pensiamo all'efficacia della giustizia, ai costi di trasporto, all'illegalità diffusa, alla burocrazia etc etc).


Se vi chiedete del perchè aziende e imprenditori esteri non investano facilmente qui in Italia ed anzi, tendano ad andarsene, buona parte della spiegazione la trovate proprio qui.

ps: consiglio anche il post su Scenari Politici

domenica 29 gennaio 2012

Ricordando Oscar Luigi Scalfaro: la lettera di Totò


Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a Lei noti.
La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata, cioè quella dei princìpi cristiani, ammetterà che è speciosa e infondata.
Il sentimento cristiano, prima di essere da Lei invocato per sottrarsi a un dovere che è patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire a Lei e ai Suoi Amici di fare apprezzamenti sulla persona di una Signora rispettabilissima.
Abusi del genere comportano l'obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile prerogativa di essere segnalati all'attenzione pubblica, per ogni loro atto.
Non si pretende da Lei, dopo il rifiuto di battersi, una maggiore sensibilità, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile dicono ancora qualcosa
.

Principe Antonio Focas Flavio Comneno De Curtis (Totò)


(Lettera di Totò a Oscar Luigi Scalfaro sul celebre caso detto "del prendisole" pubblicata sull'Avanti! del 23 novembre 1950, citata da Giorgio Caldonazzo, Paolo Fiorelli, Scalfaro, una vita da Oscar


Detto ciò, era un politico e uomo migliore di molti che ancora siedono in quel di Montecitorio...



sabato 28 gennaio 2012

Perchè gli stipendi non crescono? Ecco il motivo.


Se vi state chiedendo il perchè i vostri stipendi non siano aumentati in questi anni, la risposta la trovate (soprattutto) qui:



In Italia abbiamo avuto una crescita preoccupante del costo del lavoro dovuta prevalentemente alla stagnazione vera e propria della produttività in questi ultimi 10-12 anni a fronte di una tassazione sempre maggiore che si aggiunge a costi (dell'energia in particolare) crescenti.


Se un operaio produce X e in 10 anni continua a produrre quella quantità (o appena superiore), è normale che il suo salario non possa crescere più di tanto nel medio-lungo periodo, difatti gli stipendi sono aumentati di pochissimo e in linea con l'inflazione (se non meno, come nel caso del 2011).

Tutto passa da qui: se non si aumenta la produttività, riducendo il costo del lavoro e investendo in nuove tecnologie (senza contare una spesa pubblica davvero propensa a fornire servizi utili ed efficienti), i salari non aumenteranno mai, con buona pace di sindacati e sinistra italiana.

venerdì 27 gennaio 2012

Il Giornale: "A noi Schettino, a voi Auschwitz". Aiutiamo Sallusti a ricordare alcune cose


Questa è la pagina a dir poco scandalosa del quotidiano di Sallusti:

Inutile spiegare i motivi per i quali far uscire una pagina del genere il 27 gennaio, giorno della memoria, sia di un'ignoranza e non rispetto senza precedenti. Che il Der Spieghel avesse sbagliato ci poteva stare, ma rispondere in questo modo dimostra di che pasta scadente siano fatti gli autori di questo quotidiano (e chi lo legge).

Vorrei ricordare così alcune cose alla redazione de "Il Giornale", come ad esempio tutti i morti fatti dalla Chiesa Cattolica Romana nella storia, oppure il fatto che Mussolini fosse alleato di Hitler e lo avesse aiutato nella deportazione degli Ebrei, oppure le varie vittime della Mafia italiana nel nostro paese e nel mondo, di incidenti in palazzi causati da materiali scadenti (con coinvolgimenti di politici per quanto riguarda l'assegnazione di appalti) etc etc.

A tutto questo poi aggiungiamo festini privati con fantomatiche nipoti di capi di stato, amicizie con sanguinari dittatori (ehm, qualcuno ha parlato di Gheddafi, Lukashenko?).


Suvvia, di brutte figure ne avete fatte a non finire, sarebbe ora di rinunciare alla corposa sovvenzione statale (finanziandosi con pubblicità e vendite, se c'è qualcuno che ancora vi vuole leggere) e iniziare a vergognarsi non vi pare?



giovedì 26 gennaio 2012

26 gennaio 1994 - 26 gennaio 2012: 18 anni dalla discesa in campo di Berlusconi fallimentare per l'Italia



Oggi il PDL festeggia i 18 anni dalla discesa in campo del leader Silvio Berlusconi, elencando tutto ciò che di buono ha (avrebbe) fatto per il paese e per gli italiani.

I lettori di questo blog sanno benissimo come stanno le cose: Berlusconi ha preso in mano un paese che stava uscendo da una crisi profonda, voleva voltare pagina ripartendo da zero e lo ha riportato esattamente a quella situazione, se non in una peggiore. Dal '94 non è cambiato assolutamente nulla, anzi, siamo fin andati oltre (in negativo): la pressione fiscale è fra le più alte al mondo, la spesa pubblica è sempre maggiore del 50% del PIL, il PIL è rimasto praticamente immobile così come il PIL pro-capita e i redditi, la corruzione dilaga, la libertà economica è ai minimi storici così come la nostra reputazione nel mondo e siamo dovuti ricorrere di nuovo ad un governo di tecnici per rimettere il paese in carreggiata.


Vi consiglio poi questo paper di grafici redatto dalla FED di St Louis che riassume in breve la situazione italiana dal 2008-2009 ad oggi, sbugiardando in toto ciò che l'ex premier e i suoi fedeli sbandieravano in lungo e in largo in tv e suoi giornali ("Ma noi ne usciremo meglio degli altri"...se come no).

Il nuovo candidato del PD




martedì 24 gennaio 2012

Il "parchimetro" per tassare le prostitute ha fruttato 250 mila euro nel 2011 a Bonn (Germania)


Leggere giornali esteri (Le Monde in questo caso) aiuta molto e a volte si trovano anche perle come questa. "Bonn pérennise ses « parcmètres » pour prostituées". A Bonn in Germania (in cui la prostituzione è legale) hanno trovato un modo originale di tassare le prostitute di strada (molto più difficili da tassare rispetto a quelle nei "bordelli") mettendo una specie di parchimetro (vedi foto) destinato alle prostitute. La prostituta di turno, al costo di 6 euro, riceve un biglietto (proprio come quelli dei parcheggi) valido dalle 20 di sera alle 6 di mattina in cui può esercitare la professione in questo modo si riesce a tassare facilmente e l'evasione è bassissima a causa delle pene (un avvertimento che poi, se il fatto si ripete, porta ad una multa e/o ad una "squalifica" a termine in cui la ragazza non potrà lavorare.


Sebbene siano necessari controlli intensivi sul territorio, essi vengono ampiamente ammortizzati dai ricavi. E qui viene il bello: nel 2011, con un importo fisso indipendentemente dal numero di clienti ogni notte, la tassa ha portato nelle casse del comune ben 250 mila euro.

Non sarebbe ora di legalizzarla anche qui sfruttando magari idee semplici come questa??

I disagi per la protesta e lo sciopero dei Tir verranno pagati dai cittadini


Hanno riempito le pagine di quotidiani nazionali e blog, per non parlare della televisione. I camionisti in sciopero stanno causando non pochi disagi al paese e ai cittadini per una protesta che, seppur sotto certi punti di vista giusta, sarà non solo totalmente inutile ma anche dannosa.

Prima di tutto è bene dire che gran parte dei camionisti coinvolti sono stati "civilmente" obbligati a fermarsi, pena il taglio delle gomme (quando va bene). Questi sono atteggiamenti non da scioperanti ma da delinquenti (per non dire altro) che nulla hanno a che vedere con il concetto di sciopero.


Tutta questa protesta causerà (e sta già iniziando a farlo) solamente un rialzo dei prezzi di tutti quei beni non consegnati, corse ai benzinai e ritardi nelle consegne, quindi chi veramente sarà danneggiato da tutto ciò saranno i cittadini, in primis tu che stai leggendo questo articolo. Il motivo è semplice: non facendo arrivare le merci a destinazione, l'offerta delle stesse cala e, a parità di domanda, una minor offerta si traduce in un aumento del prezzo del bene.

Lo sciopero una protesta che causa danno allo scioperante e all'azienda datrice di lavoro: non deve danneggiare anche la sciura di paese con 500 euro di pensione che pagherà la verdura il doppio del normale, o il padre di famiglia che rincaserà dal lavoro 5-6 ore dopo (quando va bene) o il lavoratore/cittadino/imprenditore che riceverà il pacco che gli serve oggi fra due settimane.

Vorrei poi domandare il perchè questi signori abbiano deciso solo ora di protestare e non, ad esempio, quando Berlusconi ha aumentato le accise a causa dell'immigrazione straordinaria della scorsa primavera, oppure dopo l'aumento di questa estate sottobanco (che tra l'altro sono stati superiori rispetto all'ultimo).

Non si risolvono così le cose. Questi atti illegali oramai tipici in Italia sono assolutamente da condannare.

lunedì 23 gennaio 2012

Bagnasco: "Evadere è un peccato". Da che pulpito!

«Evadere le tasse è peccato». È quanto ha affermato oggi pomeriggio il cardinale Angelo Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente. «Per un soggetto religioso - ha sottolineato il cardinale - questo é addirittura motivo di scandalo». (fonte: ilsole24ore)

"Chi non ha peccato, scagli la prima pietra....Cardinale...metta giù quella pietra..."

Battute a parte (si lo so è pietosa) non è solo motivo di scandalo o peccato, ma è fuorilegge. Detto ciò, vorrei ricordare al cardinal Bagnasco come l'istituzione che rappresenta è una di quelle che più evade le tasse in Italia.

Da tempo i Radicali lo hanno denunciato, con purtroppo risultati scarsi.

Siccome sono uno che non bada tanto alle parole quanto ai fatti, pregherei (in tutti i sensi) il Cardinale di finalmente rivedere finalmente la legge con obiettività ed oggettività (per una volta), eliminando i privilegi fiscali della Chiesa sul territorio nazionale, iniziando a pagare da subito (visto che di soldi abbiamo disperato bisogno).


Miracoli della concorrenza


Parigi e Monaco a basso costo, i treni sfidano gli aerei grazie a tariffe concorrenziali
Poco più di 20 euro per la capitale francese, 71 per la Spagna. Ma per trovare posto bisogna prenotare prima


Questa signori è la concorrenza, quella cosa che abbassa i prezzi, aumenta la qualità, differenzia le offerte e avvantaggia i consumatori (ovvero noi).

Capite perchè liberalizzazioni e mercati concorrenziali siano d'obbligo in Italia? E capite il perchè le caste fanno di tutto per mantenere le loro posizioni di privilegio e di potere?

sabato 21 gennaio 2012

La folle tassa di scopo proposta dal PDL



Quando l'ho letta non ci volevo credere. Davvero. Pensavo che avessero toccato l'apice della stupidità e invece sono riusciti a superarlo.

"A firmarla è stato il senatore Mauro Cutrufo, ma a sostenerla c`erano tutti i maggiorenti del partito, dal capogruppo Maurizio Gasparri a Gaetano Quagliariello fino all`ex ministro della Difesa Ignazio La Russa"
"Che cosa prevede la proposta del Pdl? L`idea riguarda l`introduzione di una tassa di scopo, battezzata «contributo per il riequilibrio», che dovrebbe essere pagata da tutti i contribuenti, ma che colpirebbe anche le rendite finanziarie. L`imposta verrebbe applicata in funzione del reddito complessivo reale percepito e in forma progressiva. Dalla tassa sarebbero esentati solo i redditi inferiori a 20 mila euro e le aziende con un volume d`affari inferiore a 30 mila euro. Per le persone fisiche il contributo andrebbe dal 10% per i redditi da 20 mila a 40 mila euro (dunque con un impatto rispettivamente di 2 mila e 4 mila euro), al 22,5% per i redditi oltre i 120 mila euro (dunque un prelievo di 27 mila euro). Le imprese pagherebbero tutte un importo pari a un trentesimo del giro d`affari. Una società con un volume d`affari di 500 milioni di euro dovrebbe tirar fuori 16 milioni, una con 200 mila euro di fatturato pagherebbe 6.600 euro. Anche il prelievo sulle attività finanziarie sarebbe progressivo. Su un patrimonio di 150 mila euro si pagherebbe il 6 per mille (9 mila euro), su un patrimonio di 1,1 milioni I`ll per mille (121 mila euro)." [...]
Avete capito bene? Il PDL, partito che sta criticando Monti per la manovra e le tasse che essa porta (BERLUSCONI A MONTI: BASTA TASSE O L’APPOGGIO DEL PDL VERRA’ MENO), propone di abbattere il debito con...altre tasse sul reddito!


Quanto ci costerà? Dal documento si legge: "I pensionati, nel complesso, dovrebbero pagare 13 miliardi, i lavoratori 37 miliardi, mentre sul mondo delle imprese graverebbe un contributo di 130 miliardi e su quello delle attività finanziarie 220 miliardi". Questa è follia pura! Metterebbero davvero KO il paese!

Tutto questo poi perchè? "Lo stock del debito scenderebbe a 1.530 miliardi, il 97% del pil; gli interessi sul debito scenderebbero da 105 miliardi a 70 miliardi e si libererebbero tra i 40 e i 60 miliardi da destinare allo sviluppo."

Signori, scendere al 97% del debito senza una riforma, senza un piano preciso di diminuzione del debito, non serve a niente. Più tasse comportano solo a meno soldi, più investitori che scapperanno da questo paese, più imprese che a) falliranno o b) chiuderanno diminuendo la ben poca crescita che abbiamo.

Vi è poi una questione di Moral Hazard: proporre una tassa come questa, incentiva solamente i governi a non diminuire la spesa pubblica (anzi aumentarla), a non riformare il paese perchè tanto si potrà sempre riproporre un prelievo simile e far finta di aggiustare le cose (cosa non vera, come l'esperienza degli anni '90 ci ha insegnato).

Aumentare le tasse in un paese con una pressione fiscale come la nostra è fuori dal mondo! E' una cosa che abbiamo fatto per anni e ci ha portato sull'orlo del fallimento. Per il nostro paese non funziona, punto.

La soluzione è, ripeto, riformare, tagliando oculatamente la spesa inutile, liberalizzando, mettendo i mercati in concorrenza (alla faccia delle caste che solo male hanno fatto al paese). Non fatevi fregare un'altra volta da questi signori.

giovedì 19 gennaio 2012

Riforma del lavoro: un'occasione mancata



Oggi sono uscite le prime vere e chiare indiscrezioni su come sarà la tanto discussa riforma del mercato del lavoro. Il piano Fornero è basato sul disegno di legge suggerito da Tito Boeri e Pietro Garibaldi. Trovate un sunto ben fatto sul sito di Repubblica. Copio qui i passaggi più interessanti:

"L'obiettivo, spiega Monti, è quello di creare "una maggiore mobilità che protegga il lavoratore ma non renda sclerotico il mercato del lavoro" per favorire l'occupazione giovanile e renderla meno precaria"

IL CONTRATTO UNICO
"Avrà due fasi: una di ingresso, che potrà durare, a seconda dei tipi di lavoro, fino a tre anni. E una seconda fase di stabilità, in cui il lavoratore godrà di tutte le tutele che oggi sono riservate ai contratti a tempo indeterminato."

TEMPO DETERMINATO
"Per i contratti a termine salario sopra i 25mila euro
Oggi sono una prassi diffusa nelle aziende che possono così assumere senza prendersi impegni particolari nei confronti dei dipendenti. La riforma li renderà invece una specie di lusso, un modo per remunerare professionisti e personale specializzato."


Il mio pensiero è che sia un passo avanti rispetto alla situazione attuale francamente vergognosa, ma non abbastanza. Ottimo il salario più alto per il contratto a tempo determinato (avendo meno stabilità, è giusto premiare con un salario maggiore anche perché essendo determinato, teoricamente il lavoratore è più portato a lavorare meglio per cercare di riconfermare il contratto e quindi è più produttivo), un po' meno come esso è stato strutturato.

Una domanda mi sorge spontanea: perché 3 anni? La conseguenza sarà che le aziende assumeranno con contratti che di fatto scadranno appena prima del termine (2 anni 11 mesi 29 giorni?) e questo non mi sembra una rivoluzione rispetto all'oggi.

Sul contratto a tempo indeterminato, non mi trovo d'accordo sul fatto di mantenere tutte le tutele. Se esse vengono mantenute (vedi articolo 18 ad esempio), il dualismo a cui siamo di fronte oggi non verrà spezzato: ci saranno privilegiati protetti solo perché sono lì da anni (anche se magari non sono più produttivi come dovrebbero essere) e gli altri (leggi giovani).

In definitiva è un passo avanti, ma non quel balzo necessario (a livello teorico) che ci si aspettava. A livello pratico, forse come avvio potrebbe essere la mossa giusta per poi andare avanti, anche se il rischio (soprattutto in Italia) è quello di arenarsi e continuare a "barare" (vedi il piano di riforme per le pensioni dal 1995 fino ad oggi).

Staremo a vedere.

PS: non ho citato il reddito minimo in quanto è un argomento a parte che magari tratterò nei prossimi giorni.

martedì 17 gennaio 2012

Manco i capitani sono più quelli di una volta

[..]Il sacello ove alfine pervenni
attraverso l’ultima porta
che dovetti sventrare con le mie mani
era il cuore ferito della Nave,
il sepolcro solitario del Capitano
perito nel furore d’una notte
senza stelle e senza scampo;[..]

M’accorsi che affiorava dalla melma
il teschio venerando quasi intatto
del Vecchio Capitano; le occhiaie
conservavano la nobile dolcezza
velata di mestizia d’un padre;
dicevano tutto il dolore
di non essere riuscito a salvare
la sua Nave dalla furia della tempesta,
la sua impotenza a manovrare tra i frangenti,
i suoi uomini in cerca di salvezza
che cadevano colpiti dai marosi.
A lui era toccato di succhiare
tutto il calice amaro della morte
fino all’ultimo terribile respiro.[...]

Da: "Ballata del vecchio capitano" di Veniero Scarselli


Non ci sono più i capitani di una volta, fieri e coraggiosi, pronti a morire affondando con la nave piuttosto che abbandonarla. Ciò che è successo alla nave da crociera Concordia ha del drammatico per l'incidente e per le vittime, ma anche per la morte di una figura mitica come quella del capitano della nave, un condottiero senza paura da cui dipendono le vite di tutte le persone a bordo, siano marinai, militari o passeggeri. Il capitano deve avere la fiducia di tutti.
Come ci si potrà fidare dopo il comportamento irresponsabile prima, disonorevole poi, di Schettino? Un capitano che abbandona la nave, si rifiuta di obbedire agli ordini e poi per giustificarsi sostiene di essere stata sbalzato fuori in mare?

Dove andremo a finire?

sabato 14 gennaio 2012

Taglio rating Standard & Poor's: colpa di Monti?



Il rating dell'Italia potrebbe essere abbassato ancora se il nuovo governo non riuscirà a portare avanti riforme strutturali «a causa dell'azione di gruppi di interesse o se il mandato del nuovo governo terminerà prima del dovuto».

Il rating italiano potrebbe invece stabilizzarsi «se le riforme strutturali verranno applicate appieno portando l'Italia a un livello di crescita più elevato o se verranno varate altre misure - come privatizzazioni significative - così da ridurre il debito in modo significativo». Non mancano però gli apprezzamenti per la svolta al governo: «L'indebolimento del quadro politico europeo viene in qualche modo compensato dalla più forte capacità dell'Italia di formulare e applicare politiche anticrisi» afferma Standard & Poor's, che si aspetta «misure di largo respiro a favore della crescita varate nel primo semestre del 2012».

Mi sembra chiaro che la colpa non sia poi tanto di Monti e il rischio di un ulteriore declassamento sia in mano più che altro al peggior Parlamento della storia della Repubblica (che dovrà votare i decreti) e a parti sociali e gruppi di interesse (che ancor più miopi fanno di tutto per mantenere i loro privilegi anche in una situazione di crisi come questa).


Per il resto l'Italia paga una situazione di tutta l'Europa poco chiara (i numerosi meeting deludenti dal punto di vista dei risultati sono la prova).

A Monti rimprovero il fatto di aver tagliato troppa poca spesa pubblica (anche semplici tagli) preferendo la strada delle maggiori entrate e la marcia indietro fatta un mesetto fa sulle prime liberalizzazioni. Vedremo ora con queste nuove annunciate se andrà dritto per la propria strada (come DEVE fare, sbattendosene di tassisti, avvocati, notai, farmacisti etc etc) oppure frenerà di nuovo.

Aspetto poi una riforma del mercato del lavoro, obbligatoria visti i risultati di questo che abbiamo ora.

venerdì 13 gennaio 2012

Radicali Liberi (di vergognarsi)




Il calcolo più semplice e doloroso (per il Pd) è quello sui 6 no Radicali all'arresto: se i deputati di Pannella-Bonino avessero detto sì all'arresto, sarebbe passata la richiesta di arresto, 304 a 303.

In quanto a giustizia e carceri, Pannella&Co non ne azzeccano manco una.

E' un peccato, perchè hanno anche buone idee, ma poi scivolano divenendo quasi peggio del PDL.


Mi spiace anche vedere molti elettori difendere a spada tratta queste decisioni francamente incomprensibili (visto anche che sono un partito di "opposizione" al PDL).

Hanno lasciato la libertà a Cosentino, io lascio loro quella di vergognarsi per questa votazione.

Del resto però, cosa si può pretendere da un partito che ha in uno dei due leader una persona che, come i bambini, quando si fa qualche cosa che a lui non sta bene, risponde con l'equivalente del "E io non mangio"...


giovedì 12 gennaio 2012

Chi è l'elettore medio di Berlusconi? Un'analisi.


Gli ultimi sondaggi politici Ipsos (a Ballarò), il PDL è a quota 23%, molto più indietro del diretto avversario, il PD (29.5%).
Riflettendo fra me e me mi chiedevo chi potessero ancora essere tutti questi elettori di Berlusconi (dopo le varie vicende) e, dopo aver letto dichiarazioni varie di esponenti del partito e di elettori comuni (Facebook è di grande aiuto devo ammetterlo), credo di poter rispondere alla domanda del post. Chi vota Berlusconi (ed il PDL)?

Direi che i primissimi elettori siano le varie caste italiane: farmacisti, avvocati, notai su tutti, seguiti dagli altri (tassisti, commercialisti etc). A sostegno di questa tesi vi sono (oltre ai messaggi scritti su FB e forum vari) ad esempio le dichiarazioni dell'ex ministro Gelmini a Ballarò, le proteste dei deputati e senatori del PDL la scorsa estate e in parte Cicchitto ieri.

Vengono poi i signorotti di Cortina, gli evasori e qui abbiamo una serie di dichiarazioni infinite fra i vari esponenti.

Seguono poi tutti quelli che vedono Berlusconi come un esempio da seguire, un modello di uomo circondato da ragazze bellissime. Che ci sia da seguire in un nonno che paga per averle tutte intorno lo sanno solo loro (a questi consiglio la lettura di questo vecchio articolo).

Vi sono poi gli anziani che, non avendo internet, si affidano al telegiornale (di Mediaset o del TG1 dell'ex Minzolini) con tutto ciò che ne consegue.


Come non citare poi i cittadini che, sbattendosene altamente della politica non per una forma di protesta, ma perchè sono proprio ignoranti, simil prototipo di ragazzo (scemo) da provino per il Grande Fratello, che non sapendo che pesci prendere vota quello che vede di più in tv (alcuni di questi appartengono anche alla categoria "lo voto perchè ha tante donne").

Infine aggiungo quelli che davvero ci hanno creduto (e ci credono ancora) al Berlusconismo, forse perchè delusi dal resto o "indottrinati" da ritenerlo quasi una religione. A questi consiglio di leggere i vari articoli che ho scritto su questo blog recuperando quella dote chiamata "onestà intellettuale" davanti alla realtà dei fatti.

mercoledì 11 gennaio 2012

Risposta al prof Piga: Più spesa non è la soluzione anzi è la condanna

Volevo rispondere brevemente al prof. Piga della facoltà di economia di Roma Tor Vegata riguardo queste sue dichiarazioni a Piazzapulita del 29/12/11. Qui sotto il video:



La soluzione alla recessione, alla crisi di domanda che abbiamo, secondo Piga, è un maggior intervento dello Stato che si sostituirebbe ai consumatori (e alle imprese) che non comprano più, spendendo soldi acquistando beni, riparando strade, opere artistiche etc. Tutto questo non a debito, ma aumentando la tassazione.
Ricordando l'identità keynesiana: Y = C + G + I + (X − M), dove Y è il PIL, C sono i consumi finali, G è la spesa dello stato, I gli investimenti, X le esportazioni e M le importazioni, ad un calo di C, interviene lo Stato aumentando G in questo modo Y non cala (anzi, se G cresce di più di quanto C diminuisce Y aumenta).

E' una soluzione? Sì, ma non è applicabile oggi e in ogni caso non risolverebbe il problema.

Se è vera tutta la prima parte del discorso che fa (sulla svalutazione, recessione e crisi di domanda, abolizioni dei privilegi che scateneranno le proteste dei privilegiati) e che condivido, al seconda (descritta sopra) no.

Questa crisi è dovuta principalmente al debito che lo Stato ha creato negli anni spedendo soldi malamente coprendoli con a) più tassazione e b) debiti appunto.

La soluzione a ciò può essere più Stato e più spesa pubblica? Ovviamente no!

Più spesa pubblica vuol dire o più debito (ed è da escludere, a questi tassi poi) oppure con più tassazione (che è ciò che il prof sostiene). Consideriamo quindi la seconda ipotesi.

Nell'identità esposta sopra, bisogna spendere due parola sulla componente C. Il consumo è composto da sostanzialmente due grandi variabili: il reddito (Ym) e le tasse (T). Il primo dipende dal salario monetario e dall'occupazione, il secondo dalla tassazione presente.
In formule sarebbe C = c(Ym - T), quindi più T è alta e meno C sarà grande. Aumentando le tasse come sostiene il professore (per far sì di aumentare la spesa pubblica G) si andrà a diminuire la componente C (in quanto il reddito spendibile sarà minore).


Altra considerazione doverosa: aumentare la pressione fiscale in un paese in cui è già ad un livello folle non farà altro che 1) mandare ancora più in difficoltà (leggi: far fallire) tutte quelle imprese che sono già alla canna del gas e 2) aumentare ancora di più l'evasione fiscale (il perchè l'ho spiegato qui).

Ci sono poi da aggiungere (per quanto riguarda il caso italiano) due cose non di poco conto. Prima di tutto lo Stato Italiano attualmente ha debiti verso le imprese per importo di 70 miliardi di euro (secondo Confindustria), quindi come può spendere altri soldi se non riesce nemmeno a pagare queste imprese.
Secondo, più spesa pubblica sostenuta da maggior tasse è ciò che Berlusconi ha fatto negli 8 anni del suo governo: i risultati ce li abbiamo davanti agli occhi tutti.
Sarebbe una soluzione semplice ed indolore, ma non è attuabile. E' invece la riduzione della pressione fiscale (che ha gli stessi effetti di un aumento di G sul reddito) la soluzione, preceduta da un taglio della spesa inefficiente e dalle liberalizzazioni, la chiave per il rilancio sia della crescita (magari non domani, ma già dal prossimo anno) sia soprattutto della fiducia di consumatori, imprese e banche che è venuta a mancare e che verrebbe ancor di più a mancare con la soluzione proposta dal professore.

lunedì 9 gennaio 2012

Ecco perchè lo Stato ci tassa benzina e gasolio




Mi ricordo ancora le reazioni della gente preoccupata quando si superò la barriera dell'1.50€ per la prima volta, sembra passata un'eternità ed invece è successo (se non ricordo male) neanche 3 anni fa.
Benzina e gasolio oggi sono alle stelle: la prima in particolare sta per toccare il traguardo di 1.80€ al litro.
A differenza di allora il petrolio non è a valori altissimi, quindi le cause sono altre: le tasse.
Il governo ha aumentato ancora le accise, ha aumentato l'Iva e la aumenterà il prossimo anno (comportando un ulteriore aumento del carburante).
Tempo fa avevo mostrato come circa il 60% di quello che pagate al benzinaio lo versate allo Stato. Ora quella cifra è sicuramente superiore.

Ma perchè lo stato tassa così tanto e continuamente il carburante (benzina e gasolio)? Le ragioni sono semplici.

Per prima cosa, sono tasse impossibili da evadere (visto che è di moda il topic), quindi di "sicura riscossione" da questo punto di vista.

L'altro motivo è più di natura economica: il petrolio (e derivati) hanno una domanda anelastica, ovvero nonostante il prezzo del bene aumenti, la domanda per lo stesso rimane sostanzialmente invariata e un'offerta al contrario molto elastica (in base alla quantità offerta il prezzo cambia automaticamente).

Lo Stato è quindi incentivato a tassare beni come questo. Le tasse infatti aumentano il prezzo del bene (benzina in questo caso), ma la quantità consumata rimane uguale. I conti sono facili:
Se prima lo Stato in un tempo t0 guadagnava

R0 = P(X%)Q
con

P: prezzo benzina alla pompa;
X%: percentuale del prezzo che incassa lo Stato (la tassazione)
Q: quantità benzina consumata

al tempo t1, dopo l'introduzione di una nuova accisa "a", guadagna

R1 = P[(X+a)]%Q

con R1>R0


Per questo motivo la benzina (gasolio) viene tassata così frequentemente e facilmente. E' una fonte di guadagno sicura.

Anche se aumentasse di 10-20 centesimi, noi tutti non rinunceremmo all'uso della macchina in quanto fondamentale (per andare al lavoro, fare la spesa e commissioni varie). Certo, può darsi che negli spostamenti più brevi scegliamo la bicicletta, però è una quantità talmente minima che si va a perdere da risultare fin trascurabile (infatti nelle due formule ho tenuto Q).


PS: per chi volesse approfondire, consiglio di leggere anche l'effetto della tassazione su consumatori e produttori in caso di domanda perfettamente elastica o inelastica. E' dimostrato che nel secondo caso è sui consumatori che grava l'intero apporto della tassa.

sabato 7 gennaio 2012

La lotta all'evasione aumenta la pressione fiscale?

Dopo l'operazione Cortina, l'argomento del momento è sicuramente la lotta all'evasione fiscale (a dimostrare di quanto utile sia stata). E' doveroso farla, però alcuni si lamentano in quanto, secondo loro, evadere è un diritto e un dovere se si considera l'elevatissima pressione fiscale italiana, in più essa con l'inasprirsi dei controlli, aumenta notevolmente.

La domanda sorge spontanea: la pressione fiscale aumenta con la lotta all'evasione? La risposta è ovviamente sì.

I numeri che vediamo sulla pressione fiscale (over 40% da tempo in Italia) sono al netto dell'evasione.
Premetto che come tasso di evasione medio nazionale prendo il 38.41% rilevato dall'Agenzia delle Entrate la scorsa primavera e come pressione fiscale il dato di 42.5% segnalato dal Sole24 del aprile scorso, per calcolare la pressione fiscale reale basta una semplice proporzione.

Se si evadono 38.41€ ogni 100€ e la pressione fiscale calcolata è pari a 42.5%, quella reale sarà:

42.5 : 100 = x : 138.41 da cui

x = (138.41*42.5)/100 = 58.82
La pressione fiscale reale per chi paga tutte le tasse è del 58.82%.

Quindi se la lotta all'evasione fosse (ipotesi assurda) efficace al 100%, gli evasori si ritroverebbero una pressione fiscale vicina al 60%, quindi aumenterebbe di circa 17-18 punti.


E' giusto combatterla? Ovviamente sì. E' giusto evadere come sostengono certi? No.

Bisogna però precisare: alcune aziende evadono per sopravvivere perchè, dati i costi delle tasse, se non evadessero chiuderebbero bottega domani.
Questo però NON è il caso di tutti i furbetti beccati a Cortina qualche giorno fa i quali, sì lamentano delle tasse, ma loro dichiarano talmente poco che la pressione fiscale reale su questi signori non è del 30% (come di solito vogliono che sia) ma del 5-10% (numeri a caso per dire che è molto più bassa). Non si facciano passere per vittime quindi.

Qual è la soluzione quindi? Bella domanda. E' come chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina.

La mia modestissima idea è quella che prima di tutto un taglio della spesa sia doverso, per far sì che si inizino a tagliare un minimo di tassazione.
Fatto ciò, recuperare pesantemente i soldi evasi punendo severamente gli evasori e con quelli non aumentare la spesa, ma ridurre ulteriormente la tassazione (se proprio devono essere spesi, usarne una parte per pagare gli arretrati alle imprese che aspettano i pagamenti).

Vedremo Monti e i suoi cosa decideranno di fare.


venerdì 6 gennaio 2012

giovedì 5 gennaio 2012

Le quattro classi sul Frecciarossa convengono a tutti




L'introduzione delle quattro classi sui Frecciarossa da parte di Trenitalia ha fatto più notizia per l'immagine (definita) razzista sul loro sito che per il servizio in sè.

Sulla prima si è detto e ridetto tutto quindi non mi soffermo più di tanto: dico solo che non credo fosse razzista, ma soltanto stupida (e trattandosi di Trenitalia non mi stupisco).

Sulla seconda invece sì, perchè è interessante da un punto di vista economico e sociale.

Il fatto di dividere in quattro un servizio non è discriminare o rendere meno uguali i cittadini, ma semplice diversificazione dello stesso. Non è un male, anzi, è un bene!

Diversificare un servizio è una "discriminazione di prezzo" (e non di persone) al fine di estrapolare il modo ottimale per soddisfare le esigenze più variegate degli utenti (noi cittadini in questo caso).

Questo fatto avrà effetti positivi per tutti (miglioramento paretiano): consumatori con bassa disponibilità a pagare, con alta disponibilità a farlo e impresa.

Perchè ciò? Il motivo è semplice.


  • I consumatori con bassa disponibilità a pagare (leggi, più "poveri") hanno la possibilità di usufruire di un servizio che prima non avrebbero preso (ed è meglio usufruire di un servizio anche non al top che non averlo proprio) quindi stanno meglio;
  • I consumatori con alta disponibilità (leggi, più "ricchi"), ma anche media (diciamo le due classi di mezzo) staranno meglio perchè i prezzi è probabile che si abbasseranno a parità di servizio (o questo migliorerà) in quanto un differenziale troppo grande fra le classi farà sì che alcuni di questi andranno nella classe più economica (e quindi l'impresa perderà parte del surplus del consumatore che invece potrebbe estrapolare, guadagnandoci);
  • L'impresa infine perchè, con dei costi minimi, otterrà profitti maggiori grazie a tutti i nuovi consumatori che pagheranno per il servizio.
Bene quindi le quattro classi. Non facciamo polemiche inutili quando anzi abbiamo solo da guadagnarci.

Concludo postando questo video fantastico di Natalino Balasso che finge di essere testimonial Frecciarossa per Trenitalia.




10, 100, 1000 Cortina a Capodanno e non solo: Forte dei marmi , Coste smeralde , Portofini a Ferragosto




I risultati dell' "Operazione anti Evasione" di Capodanno a Cortina ha portato a risultati MAI ottenuti prima.

Mi sento di copiare qui in quanto lo condivido pienamente, il commento fatto sul suo profilo Facebook da Michele Boldrin, Professor and Dept. Chair at Washington University in St. Louis e autore (tra gli altri) di NFA:

Mi dispiace per i molti indignati amici "liberali alle vongole", ma l'operazione Cortina, ora che ne ho letto procedure e risultati, mi e' sembrata proprio un'ottima idea. Per svariate ragioni

1) Gli evasori vanno cercati laddove ci sono, ed a Cortina si raggrumano a migliaia in questo periodo. E' un fatto, piaccia o meno a chi, come me, a Cortina ci va spesso - l'evasore che vale la pena di pescare non deve essere solo evasore, deve essere "grande evasore", altrimenti il gioco non vale la candela, QUINDI deve essere molto benestante! Quindi va cercato la' dove i molto benestanti sono e vanno. Voi, a pescare branzini, dove andate? Al lago?

2) Nei paesi, come gli USA tanto per dire, dove l'evasione si persegue seriamente si fanno cose anche piu' pesanti di questa in termini di violazione della privacy. Mi dispiace, figlioli: l'evasione fiscale e' un reato particolarmente complicato da accertare, ma socialmente molto dannoso. O decidiamo che ce ne freghiamo e nessuno paga le tasse (ma allora via ritenuta d'acconto per i dipendenti!!!) oppure decidiamo di violare certi livelli di privacy per far pagare chi non paga. Il resto e' ipocrisia a buon mercato, che offende l'intelligenza di chi la scrive.

3) L'operazione mi e' sembrata un successo, anche mediatico. E quando si combatte una degenerazione socio-culturale tanto pesante e diffusa quanto l'evasione in Italia, anche i successi mediatici contano. Anche qui, evitiamo ipocrisia a buon mercato ... di BS ne abbiamo avuto quanto basta.

4) Mi sembra anche un successo operativo. In meno di 24 ore di lavoro hanno stanato svariate decine di grandi evasori e forzato i nostri cari bottegari, albergatori e commercianti cortinesi (grandissimi evasori e gente mediamente meschina oltre che professionalmente mediocri, almeno in media che lo so che ci sono le solite eccezioni: parlo sulla base di 53 anni di esperienza personale) a rivelare con i fatti il loro livello di evasione abituale: tra i 2/3 ed i 3/4 del ricavato. A meno che, ovviamente, la presenza degli ispettori in negozio, albergo, ristorante o whatever non faccia crescere del 200-400% il tasso di attivita'. Perche', se cosi' fosse il caso, allora sarebbe meglio averne una alla settimana di ispezioni del genere, no?

Morale: 10, 100, 1000 Cortina a Capodanno!


E aggiungerei non solo! Forte dei marmi , Coste smeralde , Portofini a Ferragosto!

Questa operazione è stata poi molto ben accolta dal cittadino medio comune, operaio che paga fino all'ultima tassa o magari disoccupato che le ha pagate fino a quando aveva un lavoro, che per una volta si è visto riconoscere un po' di giustizia e di quella equità sociale tanto richiesta.

Ora però bisogna bisogna completare l'opera: pene molto severe ai furbetti beccati a Cortina (altro che multarelle!). Che siano da esempio per tutti gli altri furbetti in giro per l'Italia.

mercoledì 4 gennaio 2012

Ma Bersani non va mai in Parlamento a votare?



Interessanti dati si scoprono dalla relazione "Camere Aperte 2011", come ad esempio le frequenti assenze del leader del PD alle votazioni in Parlamento (69.90%, nella top ten delle assenze, vedi immagine sotto) o la sua bassa produttività (33.8%, 564° nella generale).




(trovate la classifica completa da pagina 28 a pagina 32)




Non ci vuole più spesa pubblica, ma più spesa efficiente


Quante volte avete sentito affermazioni del tipo "E' sbagliato ridurre la spesa pubblica, specialmente in un periodo di crisi come questo. Bisognerebbe anzi aumentarla"?

Mi sembra giusto: una crisi causate dall'eccessivo debito e dall'eccessiva spesa come si risolve? Con più spesa, ovvio no?

La risposta tipica è "Ma i paesi nordici hanno una spesa pubblica molto grande, come la nostra se non superiore e vanno alla grande".

E' valida come risposta? Teoricamente potrebbe esserlo, ma in pratica, mi spiace ma no non lo è.

Prendiamo come esempio la Svezia, la nazione presa più ad esempio fra le nordiche.

Guardiamo attentamente alla spesa pubblica svedese in questi ultimi 10-12 anni:



Come potrete notare, il trend è negativo: in Svezia stanno TAGLIANDO la spesa pubblica (eccezion fatta per il 2008-2009 causa la crisi che è aumentata, per poi diminuire nel 2010).

Citando l'articolo dell'Economist (grassetti miei):

Tight fiscal policy has pushed the public sector’s share of GDP down to only just over 50% (see chart): Mr Borg has ambitions to get it below Britain’s. Without dumping the generous Swedish social model, the government has tweaked it in the direction of lower taxes and smaller welfare benefits. Mr Borg calls this “reinforcing the work ethic”. Mr Reinfeldt talks simply of making work pay.

The results have been spectacular. After long being a case study in jobless growth (except in the bloated public sector), Sweden has become a big creator of private-sector jobs. The government has narrowed the “tax wedge” that deters employment and whittled away at sickness benefits: Sweden no longer stands out for welfare excesses. The retirement age has risen to 67. Inheritance and wealth taxes have gone. Mr Borg and Mr Reinfeldt believe firmly in ownership as a driver of prosperity

"Rafforzare l'etica del lavoro" e "La Svezia è diventata una grande creatrice di posti di lavoro nel settore privato". Privato, non pubblico come invece è avvenuto (e ancora avviene) in Italia, con posti di lavoro per lo più inutili (creando tra l'altro burocrazia in più per cercare di giustificare una parte di queste assunzioni).


E qui si tocca un altro tasto dolente. Come vengono spesi i soldi?

In Italia i soldi pubblici vengono sprecati, buttati in progetti senza senso o mai finiti (guardate Striscia alla Notizia e quasi tutti i giorni vedrete opere pubbliche mai finite per valori di milioni di euro ogni volta), in, ripeto, assunzioni inutili (e questo è doppiamente grave in termini di costi opportunità, perchè oltre a pagare gente che non serve o produce molto poco, si toglie forza lavoro da mercati potenzialmente molto più produttivi), stipendi folli (parlamentari, amministrazione centrale, politici in regione e comuni, dirigenti), appalti con gare poco chiare ad amici e parenti, incentivi milionari inutili (anzi dannosi per il mercato) alle imprese, % di spesa militare altissime per stipendi e pensioni dei militari etc etc che là invece non esistono.

Oltre a questo, bisogna sottolineare la libertà economica e d'impresa che in quei paesi (Svezia in primis) c'è e che invece qui è limitata. L'Istituto Bruno Leoni ha fatto una ricerca proprio su questo che vi consiglio di leggere. Cito la parte interessante:

Una possibile risposta viene guardando altri due indici. Uno è quello della libertà economica pubblicato ogni anno dalla Heritage Foundation, che nel 2010 assegna al paese il ventunesimo posto, con un punteggio del 72,4 per cento. Può apparire non esaltante – o almeno insufficiente a spiegare l'undicesimo Pil pro capite al mondo – ma bisogna entrare dentro le variabili considerate dal think tank conservatore: si scoprirà allora che, a dispetto della cattiva performance per pressione fiscale e spesa pubblica, la Svezia svetta rispetto a tutti gli altri indicatori, in particolare libertà d'impresa e protezione dei diritti di proprietà (entrambe sopra il 95 per cento). Una lettura analoga viene scorrendo i risultati dell'Indice della libertà di intrapresa (PDF), elaborato dall'Istituto Bruno Leoni per il Centro studi di Confindustria, che assegna alla Svezia un punteggio complessivo del 59 per cento, ma enfatizza un ragguardevole livello di libertà d'impresa (81 per cento) e libertà dalla regolazione (74 per cento), tra i più alti in Europa

Ricordo che l'Italia per quanto riguarda la libertà economica è "paese moderatamente libero, 87 posto nel mondo al pari della Grecia con 60.3 appena sopra di 0.4 punti dalla classe "Mostly Unfree".

Prendiamo ad esempio i paesi nordici perchè è un bene, ma non leggendo un dato estrapolato a caso senza prima ragionarci su.

PS: Sono il primo ammiratore di questi paesi. Potessi andare in Svezia/Norvegia/Finlandia/Danimarca a lavorare lo farei subito)

martedì 3 gennaio 2012

Gasparri: "il risanamento dei conti pubblici è merito di Berlusconi" Ma sarà vero?


"In Italia ci sono quelli che esaltano il terrorismo plaudendo alle bombe, come certi guitti della corte della sinistra, e chi come Berlusconi ha contribuito al risanamento dei conti pubblici. Sono infatti merito esclusivo del precedente governo sia i risultati eccellenti per quanto riguarda il fabbisogno pubblico, con un attivo notevolissimo, sia gli undici miliardi di euro recuperati dall'evasione. La forza dei fatti e delle cifre contro l'evanescenza di troppi e la follia di alcuni". Ad affermarlo in una nota è il senatore Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl, commentando i dati del ministero dell'Economia e delle Finanze sul fabbisogno.


Gasparri, ma cosa mi dici mai? Basta guardare i dati per capire che così non è, anzi!


Saldo delle Partite Correnti


Avanzo Primario (fonte):


Suvvia Gasparri, non dica sciocchezze!

(PS: Le consiglio anche di leggersi questo articolo così capirà meglio come le cose stiano veramente).




domenica 1 gennaio 2012

I top 10 post del 2011


Un anno è passato, il primo di The Rebel Ekonomist. il blog ha ottenuto un successo davvero inaspettato, con 80 mila visite in 8 mesi circa e più di 100mila pagine visualizzate, senza contare poi le citazioni da blog e siti molto più importanti (un articolo è addirittura finito come fonte su una voce di Wikipedia).

I post più letti, quelli con più successo, del 2011 appena passato sono (presi dalle statistiche di Blogger):

13/dic/2011
6.231 Visualizzazioni di pagine
22/ago/2011
3.638 Visualizzazioni di pagine
17/lug/2011, 3 commenti
3.018 Visualizzazioni di pagine
10/dic/2011, 1 commento
2.890 Visualizzazioni di pagine
27/dic/2011
2.256 Visualizzazioni di pagine
12/nov/2011
2.211 Visualizzazioni di pagine
18/nov/2011
1.928 Visualizzazioni di pagine
21/dic/2011, 1 commento
1.823 Visualizzazioni di pagine
11/dic/2011, 2 commenti
1.756 Visualizzazioni di pagine
20/lug/2011, 3 commenti
1.415 Visualizzazioni di pagine


Grazie a tutti davvero. E questo è solo l'inizio!


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