Il rating dell'Italia potrebbe essere abbassato ancora se il nuovo governo non riuscirà a portare avanti riforme strutturali «a causa dell'azione di gruppi di interesse o se il mandato del nuovo governo terminerà prima del dovuto».
Il rating italiano potrebbe invece stabilizzarsi «se le riforme strutturali verranno applicate appieno portando l'Italia a un livello di crescita più elevato o se verranno varate altre misure - come privatizzazioni significative - così da ridurre il debito in modo significativo». Non mancano però gli apprezzamenti per la svolta al governo: «L'indebolimento del quadro politico europeo viene in qualche modo compensato dalla più forte capacità dell'Italia di formulare e applicare politiche anticrisi» afferma Standard & Poor's, che si aspetta «misure di largo respiro a favore della crescita varate nel primo semestre del 2012».
Mi sembra chiaro che la colpa non sia poi tanto di Monti e il rischio di un ulteriore declassamento sia in mano più che altro al peggior Parlamento della storia della Repubblica (che dovrà votare i decreti) e a parti sociali e gruppi di interesse (che ancor più miopi fanno di tutto per mantenere i loro privilegi anche in una situazione di crisi come questa).
Per il resto l'Italia paga una situazione di tutta l'Europa poco chiara (i numerosi meeting deludenti dal punto di vista dei risultati sono la prova).
A Monti rimprovero il fatto di aver tagliato troppa poca spesa pubblica (anche semplici tagli) preferendo la strada delle maggiori entrate e la marcia indietro fatta un mesetto fa sulle prime liberalizzazioni. Vedremo ora con queste nuove annunciate se andrà dritto per la propria strada (come DEVE fare, sbattendosene di tassisti, avvocati, notai, farmacisti etc etc) oppure frenerà di nuovo.
Aspetto poi una riforma del mercato del lavoro, obbligatoria visti i risultati di questo che abbiamo ora.
Nessun commento:
Posta un commento