mercoledì 4 gennaio 2012

Non ci vuole più spesa pubblica, ma più spesa efficiente


Quante volte avete sentito affermazioni del tipo "E' sbagliato ridurre la spesa pubblica, specialmente in un periodo di crisi come questo. Bisognerebbe anzi aumentarla"?

Mi sembra giusto: una crisi causate dall'eccessivo debito e dall'eccessiva spesa come si risolve? Con più spesa, ovvio no?

La risposta tipica è "Ma i paesi nordici hanno una spesa pubblica molto grande, come la nostra se non superiore e vanno alla grande".

E' valida come risposta? Teoricamente potrebbe esserlo, ma in pratica, mi spiace ma no non lo è.

Prendiamo come esempio la Svezia, la nazione presa più ad esempio fra le nordiche.

Guardiamo attentamente alla spesa pubblica svedese in questi ultimi 10-12 anni:



Come potrete notare, il trend è negativo: in Svezia stanno TAGLIANDO la spesa pubblica (eccezion fatta per il 2008-2009 causa la crisi che è aumentata, per poi diminuire nel 2010).

Citando l'articolo dell'Economist (grassetti miei):

Tight fiscal policy has pushed the public sector’s share of GDP down to only just over 50% (see chart): Mr Borg has ambitions to get it below Britain’s. Without dumping the generous Swedish social model, the government has tweaked it in the direction of lower taxes and smaller welfare benefits. Mr Borg calls this “reinforcing the work ethic”. Mr Reinfeldt talks simply of making work pay.

The results have been spectacular. After long being a case study in jobless growth (except in the bloated public sector), Sweden has become a big creator of private-sector jobs. The government has narrowed the “tax wedge” that deters employment and whittled away at sickness benefits: Sweden no longer stands out for welfare excesses. The retirement age has risen to 67. Inheritance and wealth taxes have gone. Mr Borg and Mr Reinfeldt believe firmly in ownership as a driver of prosperity

"Rafforzare l'etica del lavoro" e "La Svezia è diventata una grande creatrice di posti di lavoro nel settore privato". Privato, non pubblico come invece è avvenuto (e ancora avviene) in Italia, con posti di lavoro per lo più inutili (creando tra l'altro burocrazia in più per cercare di giustificare una parte di queste assunzioni).


E qui si tocca un altro tasto dolente. Come vengono spesi i soldi?

In Italia i soldi pubblici vengono sprecati, buttati in progetti senza senso o mai finiti (guardate Striscia alla Notizia e quasi tutti i giorni vedrete opere pubbliche mai finite per valori di milioni di euro ogni volta), in, ripeto, assunzioni inutili (e questo è doppiamente grave in termini di costi opportunità, perchè oltre a pagare gente che non serve o produce molto poco, si toglie forza lavoro da mercati potenzialmente molto più produttivi), stipendi folli (parlamentari, amministrazione centrale, politici in regione e comuni, dirigenti), appalti con gare poco chiare ad amici e parenti, incentivi milionari inutili (anzi dannosi per il mercato) alle imprese, % di spesa militare altissime per stipendi e pensioni dei militari etc etc che là invece non esistono.

Oltre a questo, bisogna sottolineare la libertà economica e d'impresa che in quei paesi (Svezia in primis) c'è e che invece qui è limitata. L'Istituto Bruno Leoni ha fatto una ricerca proprio su questo che vi consiglio di leggere. Cito la parte interessante:

Una possibile risposta viene guardando altri due indici. Uno è quello della libertà economica pubblicato ogni anno dalla Heritage Foundation, che nel 2010 assegna al paese il ventunesimo posto, con un punteggio del 72,4 per cento. Può apparire non esaltante – o almeno insufficiente a spiegare l'undicesimo Pil pro capite al mondo – ma bisogna entrare dentro le variabili considerate dal think tank conservatore: si scoprirà allora che, a dispetto della cattiva performance per pressione fiscale e spesa pubblica, la Svezia svetta rispetto a tutti gli altri indicatori, in particolare libertà d'impresa e protezione dei diritti di proprietà (entrambe sopra il 95 per cento). Una lettura analoga viene scorrendo i risultati dell'Indice della libertà di intrapresa (PDF), elaborato dall'Istituto Bruno Leoni per il Centro studi di Confindustria, che assegna alla Svezia un punteggio complessivo del 59 per cento, ma enfatizza un ragguardevole livello di libertà d'impresa (81 per cento) e libertà dalla regolazione (74 per cento), tra i più alti in Europa

Ricordo che l'Italia per quanto riguarda la libertà economica è "paese moderatamente libero, 87 posto nel mondo al pari della Grecia con 60.3 appena sopra di 0.4 punti dalla classe "Mostly Unfree".

Prendiamo ad esempio i paesi nordici perchè è un bene, ma non leggendo un dato estrapolato a caso senza prima ragionarci su.

PS: Sono il primo ammiratore di questi paesi. Potessi andare in Svezia/Norvegia/Finlandia/Danimarca a lavorare lo farei subito)

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