lunedì 26 marzo 2012

In bocca al lupo Prof Musy!


Scrivo questo brevissimo post per fare un grande in bocca al lupo ad Alberto Musy, vittima di un'aggressione meno di una settimana fa.

Non lo conoscevo come politico/avvocato ma come professore, avendo frequentato nel primo semestre di quest'anno il corso di "Diritto Comparato dei Mercati Internazionali". Posso dire che è uno dei professori più bravi e preparati che io abbia avuto, uno che non leggeva da slides o da appunti ma veniva in classe ed esponeva la lezione spaziando in più ambiti (dall'economia alla storia ai diritti vari) sempre cercando di interagire con noi studenti.

Spero si rimetta presto Prof!


PS: due righe giusto per dire a alcuni idioti (sì, proprio idioti) che in commenti vari (FB e giornali) "esultavano" per l'accaduto. Mi auguro per prima cosa che non abbiate figli, visto che già voi siete di troppo, in più che prima o poi il vostro cervello (sempre ammesso che ne abbiate uno) ricominci a funzionare bene e chiediate pubblicamente scusa alla famiglia Musy (soprattutto alle 4 figlie) e vergognandovi per ciò che avete scritto/detto.

sabato 24 marzo 2012

Caro Angeletti, l'articolo 18 si applica anche agli statali





«La legge 300 si applica al lavoro privato. Quindi l'articolo 18 in essa contenuto non si applica, non si è mai applicato e quindi le modifiche apportate non riguarderanno gli statali»

(Luigi Angeletti)

Forse il segretario Uil dovrebbe rivedersi gli articoli che regolano il lavoro pubblico in Italia, visto che l'articolo 18 si applica eccome ai dipendenti statali. Leggendo infatti il Testo Unico sul Pubblico impiego scoprirebbe che (Dlgs 165/2001 Art. 51, co. 2):


2. La legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni ed integrazioni, si applica alle pubbliche amministrazioni a prescindere dal numero dei dipendenti.


Speravate di cavarvela così vero? D'altronde lo capisco, visto che il pubblico è sempre stato terreno molto fertile di tessere sindacali...

sabato 17 marzo 2012

T for Tangentopoli (2.0)

Quando si parla della crisi in atto dal punto di vista economico-finanziario, spesso sento giustamente confrontarla con quella di 20 anni fa in cui eravamo nella stessa situazione. Al confronto manca però un qualche cosa, un pezzo fondamentale del puzzle che nessuno però sembra intenzionato a menzionare.

Senza star qui a narrarvi la storia, 20 anni fa parti l'operazione che scoprì la corruzione dei politici, dei partiti e mise fine alla Prima Repubblica. Una volta conclusa, la speranza di una nuova Repubblica senza corruzione era viva in molti cittadini tanto che si parlò di una vera e propria rivoluzione, una "Rivoluzione pacifica della società civile" come disse Indro Montanelli.

20 anni dopo, quali sono i risultati? Nessuno.

Le ultime vicende confermano come tutti i difetti di questo paese siano rimasti tali e quali a 20 anni fa, con politici e partiti (di destra e di sinistra) indagati per corruzione (che tra l'altro ci costa 60 miliardi l'anno).

Perchè siamo ritornati a questo? Il motivo è che la nostra testa non è cambiata. L'italiano medio non è cambiato per nulla dal 1992 anzi, forse è pure peggiorato. Tutta la società italiana, mi spiace dirlo, è peggiorata da allora!

"Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere" diceva Sant'Agostino e noi siamo proprio in questo caso. Nonostante l'errore, abbiamo continuato a sostenere una politica corrotta e purtroppo continuiamo a sostenerla.


Siamo in democrazia signori e se votiamo questa gente la colpa è anche nostra (non tutta, perchè alcuni ci guadagnano da questa situazione) quindi smettetela di votarli! Lasciate la scheda elettorale vuota o se non volete, annullatela votando voi stessi, il vostro cane o gatto. E' l'unico modo per sbarazzarci di questa classe politica.

Alla nuova poi che si avrà, dovremo imporre l'obbligo di legiferare delle punizioni dure ed esemplari a tutti i furbetti che corrompono, che si fanno corrompere, che evadono etc etc in stile USA. E' ora davvero di finirla e di voltare pagina.

L'ho già detto e lo ripeto: mi stupisco davvero che si faccia tutto questo casino per la Tav e che invece queste cose passino in secondo/terzo piano. Una Politica e una pubblica amministrazione corrotte sono un enorme danno per il paese, considerando che in Italia la spesa pubblica ammonta ad oltre il 50% del PIL! Metà del prodotto interno lordo viene gestito da questi signori. Se non è un danno questo..

mercoledì 14 marzo 2012

Il Giornale: "Hanno vinto i gay". Anche l'omofobia nella Destra


Prima pagina de "Il Giornale" di oggi:


L'Europa è loro. HANNO VINTO I GAY.

Il titolo si riferisce al fatto che il Parlamento Europeo ha riconosciuto la legittimazione delle unioni di fatto equiparate ai matrimoni. Infatti come spiega lo stesso quotidiano "Il Parlamento di Strasburgo chiede il riconoscimento delle nozze omosessuali in tutti i Paesi. Dopo aver perso la sovranità economica, ora rischiamo di farci imporre anche l’etica".

Partendo dal fatto che non riesco davvero a capire tutta questa contrarietà alle unioni di coppie gay (se due si vogliono bene e si amano, anche se dello stesso sesso, perchè negare loro di essere una coppia?), vorrei notare questa brusca virata della destra italiana verso l'omofobia. Lo stesso PDL, per voce di Alfano (Giovanardi non lo nomino nemmeno), aveva creato polemica nei giorni scorsi affermando, con tono da campagna elettorale, che votando a sinistra si legittimerebbero le coppie di fatto e i matrimoni gay mentre con loro questo non succederebbe in quanto difensori dei valori della famiglia.

A parte la ridicolaggine di queste affermazioni (difensori dei valori della famiglia facendo festini nelle proprie ville, divorziando dalla moglie etc etc?), affermazioni come queste dovrebbero essere, in uno stato laico e democratico, punite in quanto omofobe.


Se prendiamo infatti la definizione di Omofobia, vediamo che ce ne sono 3 tipi in base all'accezione (pregiudiziale, discriminatoria, psicopatologica). Entrambi i casi direi che rientrano nella prima (qualche individuo poi nella seconda e terza) che recita:

L'accezione pregiudiziale considera come omofobia qualsiasi giudizio negativo nei confronti dell'omosessualità. In questa definizione vengono considerate manifestazioni di omofobia anche tutte le convinzioni personali e sociali contrarie all'omosessualità come ad esempio: la convinzione che l'omosessualità sia patologica, immorale, contronatura, socialmente pericolosa, invalidante; la non condivisione dei comportamenti omosessuali e delle rivendicazioni sociali e giuridiche delle persone omosessuali. Non rientra in questa accezione la conversione in agito violento o persecutorio nei confronti delle persone omosessuali.


...Più chiaro di così...

domenica 11 marzo 2012

Una lezione dalla Cina: il costo del lavoro non è tutto




"The end of cheap China": questo è il titolo di un articolo apparso sull'Economist ieri in cui si spiega come l'era della Cina conveniente, a bassi prezzi stia volgendo verso la fine.

I motivi sono molteplici, dall'apprezzamento dei terreni alle maggiori regolamentazioni sia della sicurezza sia dell'inquinamento, alle tasse. La ragione principale però è il continuo aumentare del costo del lavoro.

Il salario minimo è cresciuto del 21% alla fine dello scorso settembre, rendendo altri paesi asiatici (Vietnam, Indonesia, Bangladesh) sempre più convenienti dal punto di vista del costo del lavoro.

Nonostante questo, in molti scelgono di rimanere in Cina perchè il paese sta offendo numerosi vantaggi rispetto ai concorrenti più "cheap", come l'incremento della produttività (che va di pari passo con quello dei salari), la vicinanza al boom del mercato domestico (che grazie all'aumento dei salari cresce e continuerà a farlo), la flessibilità degli orari di lavoro e l'efficienza di tutta la catena produttiva cinese (quindi non solo il lavoro).


C' da dire anche che alcune imprese low-tech (quelle che producono magliette, jeans di bassissima qualità e prezzo in cui il prezzo del lavoro è la componente primaria e di fondamentale importanza) hanno già lasciato il paese.

Tutto sommato è molto simile a ciò che abbiamo vissuto noi stessi durante il boom economico del nostro paese, in cui molte imprese venivano qui a produrre, ne nascevano di nuove ed eravamo da tutti temuti. Il problema è che, arrivati al punto in cui sono i cinesi, non ci siamo rinnovati adeguandoci ai cambiamenti del mondo economico anzi, espandendo la spesa pubblica, assumendo troppi lavoratori statali, aumentando la tassazione e il debito ci siamo bloccati (ah dimenticavo, bisogna aggiungere la dilagante corruzione a tutti i livelli di stato e imprese).

La conclusione dell'Economist mi piace:
"The next phase will be interesting: China must innovate or slow down"
Noi non abbiamo innovato e siamo "caduti". I cinesi pare che invece stiano puntando in alto con innovazioni e alta tecnologia. Forse potremo imparare qualche cosa e capire meglio gli errori commessi in passato.

sabato 10 marzo 2012

La Padania: carta igenica da 4 milioni l'anno


E' doveroso spendere 2 righe su questo "giornale" che sta veramente dando il meglio di sè in questi ultimi giorni.

Come tutti saprete, sono indagati Il Presidente del Consiglio regionale Davide Boni, per corruzione, e altri due leghisti. I soldi, secondo il pm, finivano al partito.

Tangenti alla Lega Nord quindi. Se ne è parlato a caratteri cubitali in tutti i quotidiani del paese, tranne uno: "La Padania", il giornale del partito!

Ne ha parlato, ma a pagina 6 in un riquadrino in basso (vedi foto sopra).

In prima pagina (del giorno dopo) invece attacca Monti per le sue vacanze in Svizzera chiedendosi dove alloggi ("Di chi è la casa?").
Applausi per la risposta di Monti che, fra le altre cose, ironizza con un "intendo informare gli eventuali lettori de La Padania".


Qualcuno potrebbe obiettare che il giornale, essendo di partito, è normale che cerchi di minimizzare la cosa concentrandosi su altro.

A questi rispondo che la Lega Nord è stato il partito del "Roma Ladrona!" nato ai tempi di Mani Pulite e La Padania, che viene letta dai leghisti, dovrebbe rispondere proprio a loro facendo luce sui fatti e criticando il partito e i suoi rappresentati nel caso le accuse risultino essere provate.
Rincaro la dose: La Padania prende € 3.896.339,15 all'anno di sussidi dallo Stato (quindi che paghiamo tutti con le nostre tasse) e quindi è ancor più obbligata a far massima chiarezza ed informazione sulle vicende del partito Lega Nord.

Siccome non solo non lo fa ma addirittura sputa fantomatiche sentenze su altri (Mario Monti in primis), partendo da supposizioni fatte da loro, la giudico come da titolo: Carta Igenica da 4 milioni l'anno.


venerdì 9 marzo 2012

Lo scambio di favori fra banche e politici



Prometto che, a meno di fatti straordinari, questo sarà l'ultimo articolo sull'argomento.
Se seguite il blog, oramai spero vi sia entrato in testa che in Italia la politica controlla il settore bancario (o comunque ha una grandissima influenza su di esso) attraverso le fondazioni.
Ad ulteriore prova di ciò, fra ieri e oggi arrivano altri due casi che confermano pienamente ciò che vado sostenendo da tempo.


«Quello per i senatori è il top del top, ha un tasso variabile dell’1,57%. E’ una pacchia». E' la risposta che ha dato un impiegato della filiale BNL interna al Senato a Francesco Barbato (IDV). L'onorevole, con la telecamera nascosta, era entrato in banca per chiedere un mutuo per l’acquisto di una casa. «E’ una pacchia di cui possono beneficiare anche altre persone – ha precisato l'addetto allo sportello - ma ci deve stare sempre un senatore dietro».


E ora il secondo: Compagnia di San Paolo Chiamparino in dirittura. (grassetti miei)

«Non c' è nessuna riserva sul nome di Chiamparino», dice Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. E le sue parole segnano con ogni probabilità, a due mesi dalla nomina ufficiale, l' incoronazione dell' ex sindaco di Torino alla guida della Compagnia di San Paolo. Anche perché Bazoli va oltre, smentisce le voci che volevano i «milanesi» dubbiosi su quella scelta: «Nego nel modo più assoluto che ci fossero riserve su un candidato piuttosto che un altro». E si spende, anzi, in un esplicito elogio: «Per ciò che riguarda Sergio Chiamparino, in particolare, c' è grande stima nei confronti di una persona che finora è stata un esponente della pubblica amministrazione di altissimo livello. Questa è comunque una questione su cui non abbiamo nulla da dire - conclude -. Abbiamo solo da recepire le decisioni che saranno prese e che spettano totalmente a Torino». Una piccola rivincita per la città e per lo stesso Chiamparino, dopo le «sconfitte» subite negli anni scorsi per le nomine dei vertici del più importante gruppo bancario italiano, di cui la Compagnia di San Paolo è il principale azionista.

Leggendo il secondo caso, vi dovrebbe essere chiaro il perchè si verifichi il primo. Se un politico controlla il principale azionista di una banca, è ovvio che poi farà favori ai colleghi senatori, non vi pare? E' anche ovvio che al posto di finanziare le imprese di privati, finanzi lo spreco del pubblico comprando titoli di stato, o no?

E cosa ci guadagnano le banche? Semplice, la non liberalizzazione del settore, anche perchè a perderci sarebbero gli stessi politici che lo controllano.
E' lo stesso caso degli ordini: si impediscono riforme che vadano ad incrementare la concorrenza liberalizzando e che riducano i privilegi di chi è dentro.

Spero di aver chiarito una volta per tutte la cosa.

mercoledì 7 marzo 2012

Governo delle banche? No, parlamento delle banche

E' bello quando i fatti ti danno ragione, soprattutto se accadono subito dopo una tua dichiarazione o un tuo articolo.

Qualche giorno fa ho parlato del perchè le banche preferiscano comprare titoli di stato al posto di finanziare le imprese italiane ed investire in esse. In sintesi, essendo controllate dalle fondazione, le quali sono controllate dai politici, le banche sono pubbliche nel senso controllate dalla politica.

Non sia mai! La politica che controlla le banche? Ma dove vivi?


Ieri 6 marzo, è uscito sul Fatto questo articolo, "Norma contro le banche? Il Parlamento pronto alla marcia indietro". Al posto di punire l'atteggiamento scandaloso dell'Abi, il parlamento è pronto a fare marcia indietro e togliere "l'emendamento della senatrice Anna Rita Fioroni (Pd) al dl Liberalizzazioni che cancella tutte le commissioni bancarie sulle linee di credito" trovando come giustificazione un "errore materiale".

Non è un error materiale, è che sono la stessa identica cosa. I partiti vogliono salvare le banche perchè sono cosa loro. Il vertice dell'Abi si è "dimesso" proprio per quello: tutto si aspettava tranne di essere tradito dagli amici controllori!

La domanda da porsi è: visto l'andamento non buono delle nostre banche, perchè non si vuole riformare il sistema? La risposta è facile. Gli stessi che dovrebbero riformare, ci perderebbero! Per questo non si mettono in concorrenza e non si aprono ad investitori esteri! Andrebbe perso il controllo che oggi hanno!

Spero di aver chiarito la cosa. Questo, se proprio vogliamo, è il vero complotto! Politici (di dubbia moralità e capacità) che controllano e influenzano banche e banchieri i quali ricambiano ad esempio comprando titoli di stato.

martedì 6 marzo 2012

Beppe Grillo vale più di uno

"OGNUNO VALE UNO": questo è il motto del Movimento 5 Stelle fondato da Beppe Grillo. E' anche il titolo dell'inno, in cui nell'elenco della varie "caratteri" è presenta anche la seguente frase: "C'è un movimento senza capi né padroni".

Questa frase me la sono sentita ripetuta più e più volte dagli amici che sostengono il 5 Stelle i quali mi riprendevano quando ribattevo che invece il capo c'era ed era Beppe Grillo dicendo che non era vero, il comico genovese non era un leader perchè non è un partito ma un movimento dei cittadini etc etc.

Balle, Balle, Balle. Ecco cosa pensavo allora e cosa penso ancora oggi. Grillo è ha tutti gli effetti il leader, il capo del movimento (se non vogliamo chiamarlo partito) e ne abbiamo avuto prova lampante proprio in questi giorni.


Come ormai tutti saprete, il grillino Valentino Tavolazzi è stato espulso in quanto avrebbe violato i principi non scritti del movimento. Chi lo ha deciso? Grillo e basta. Non è stato fatto un sondaggio, una votazione, niente. Non lo hanno deciso i grillini ma solo e soltanto il fondatore. E' democrazia questa?

Non voglio discutere se l'espulsione sia stata corretta o meno, ma sul modo: è stata una decisione presa da un leader, tale e quale il caso Berlusconi-Fini. Non venite a raccontarmi che il movimento è al 100% democratico, che Grillo c'entra poco o nulla (questa poi, ripetuta più volte dal comico stesso, è la balla più grande) perchè sapete di mentire e i fatti lo confermano sempre più.

Non critico Grillo perchè ha fondato il M5S (se Scilipoti ha un partito, chiunque può fondarne uno) ma che si presenti come totalmente democratico in cui ognuno vale uno e senza un leader non mi sta bene. Lui di sicuro vale più di uno.

lunedì 5 marzo 2012

Una patrimoniale pagherebbe i costi degli ammortizzatori sociali?


Con una cadenza quasi quadrimestrale, Susanna Camusso, segretario della Cgil, se ne è uscita con l'ennesima richiesta di una patrimoniale sui grandi patrimoni per finanziare gli ammortizzatori sociali.

Credo che la Camusso intenda con "grandi patrimoni" quel famoso 10% che detiene quasi la metà della ricchezza (44.7%, dati 2008) quindi, ragionando su questo, cercherò qui di spiegare il perchè non solo sia quasi inutile, ma addirittura dannosissima una patrimoniale di questo genere.

Partiamo subito calcolando quanti soldi si potrebbero ricavare da una patrimoniale di quel genere.
La ricchezza totale delle famiglie italiane è di 8.640 miliardi di euro (dati Bankitalia fine 2010), in calo dell'1.5% rispetto al 2009.
La quota detenuta dal 10% più ricco è quindi pari a 3.862 miliardi di euro.
Applicando una tassa dell'1% si ricaverebbero circa 39 miliardi di euro. Una somma che potrebbe coprire il costo degli ammortizzatori solo per qualche anno (considerato che attualmente sono 7 milioni i lavoratori esclusi e che si andrebbero/potrebbero ad aggiungere con una eventuale riforma). Il sito de Lavoce aveva calcolato 19 miliardi di euro(con un tasso di disoccupazione al 10%, oggi è al 9.2) il costo di un ammortizzatore sociale unico universale. Rispetto all'odierna spesa, sarebbero 7.5 i miliardi in più. Il gettito dalla patrimoniale coprirebbe 5 anni di maggiori spese per gli ammortizzatori.

Qui la mia domanda: passati i 5 anni, che si fa se la situazione non migliora? Un'altra patrimoniale?


Vi è poi una questione non molto affrontata dai media nazionali. Nel 10% più ricco rientrano anche tutti quei signori che, dopo aver risparmiato una vita, hanno accumulato una ricchezza superiore ai 529,500 mila euro in cui, ricordo, rientrano anche la casa e i titoli di stato. Potreste quindi essere anche voi lettori che state leggendo questo mio post. Conosco moltissime persone che si trovano in questo 10% senza neanche saperlo con un reddito normalissimo perchè hanno ereditato la casa dal babbo e investito in titoli di stato la sua liquidazione o perchè, come ho detto prima, hanno risparmiato una vita.
Vi immaginate una famiglia con reddito di 2500-2600 euro al mese, pagare di botto 6 mila euro ogni 5 anni? Ma anche solo per quest'anno, gli effetti potrebbero essere gravi (vendita titoli, case. Magari ci tornerò in un prossimo articolo).

Sinceramente non mi pare proprio la cosa giusta da fare. Volendo si potrebbe applicare una patrimoniale al top 1% che detiene il 17.2% della ricchezza ma si ricaverebbero poco meno di 15 miliardi. Tassare questi individui ogni 2 anni potrebbe portare agli stessi gravi effetti citati sopra.

In Italia c'è molto da tagliare, da ricavare e da risparmiare. La Cgil, in un paese con una pressione fiscale spaventosa (anche per i ricchi che pagano ciò che devono), dovrebbe battere cassa su quegli argomenti e non su altre tasse di dubbia utilità e alto rischio.

sabato 3 marzo 2012

Perchè le banche comprano titoli di stato al posto di finanziare le imprese?


Come tutti sapete, la BCE per voce di Draghi ha annunciato la concessione di 530 miliardi di euro alle banche europee con tasso dell'1% di cui un quarto indirizzati verso banche italiane.

La domanda piena di speranza che tutti si ponevano era se, ricevuti i soldi, le banche avessero aperto i rubinetti del credito ai privati e soprattutto alle imprese le quali mai più di adesso necessiterebbero di finanziamenti.

La risposta, purtroppo, sembra essere di nuovo negativa. Come riportato da Linkiesta, "Le banche italiane, con la liquidità prelevata dalla Bce, non finanzieranno le imprese, ma come ha detto il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Andrea Beltratti, li utilizzeranno per lucrare dal riacquisto di titoli di Stato".
Leggendo più avanti, soltanto l'8% verrà utilizzato per le imprese.

Perchè le banche non vogliono finanziare le imprese? La risposta data è che "da qui al 2015 è necessario rifinanziare 732,5 miliardi di euro di debito pubblico, più 174,7 miliardi di interessi complessivi su un debito pubblico totale di 1.942 miliardi di euro. Di quei 700 miliardi, 271 devono essere rimborsati entro l’anno, e di questi una cinquantina entro fine mese". A questo si aggiunge il fattore rischio: finanziare le imprese è più rischioso che finanziare lo stato, nonostante i rendimenti sarebbero maggiori: un carry trade sui titoli a 10 anni farebbe guadagnare il 4% circa (mentre a scadenze più brevi, quelle più richieste dalle banche, l'1-2%), mentre sulle imprese dal 5% in su su base annua.

Il mio personale parere è che le cose non stiano del tutto così. Parlando dell'Italia, è doveroso ricordare che le banche sono de facto pubbliche, controllate dalle Fondazioni bancarie che a loro volta sono controllate dalla politica. Se avete studiato alle elementari la proprietà transitiva, capite subito a cosa voglio arrivare.


Se la politica controlla le banche, "obbligherà" queste a comprare debito pubblico e far sì che lo spread nell'immediato si contragga.
Guarda caso, questo è quello che è avvento. Basta prendere l'andamento dello spread BTP-BUND e noterete come dal 28 febbraio esso sia calato in modo vertiginoso (nota bene: il trend era negativo grazie anche all'operato di Monti, però da quella data ha decisamente accelerato la discesa).

Per quanto riguarda il rischio, è vero che prestare oggi soldi alle imprese è più rischioso che in passato ma, come dimostrano le ultime vicende, anche i titoli di stato non sono un investimento così sicuro come prima e nel caso di una nuova crisi le banche rischierebbero davvero di colare a picco. Se poi si vogliono investimenti in totale sicurezza (guadagnandoci anche con questi), si potrebbero acquistare titoli di altri paesi (Germania, Stati Uniti, Svezia etc).


Cosa ci guadagna la politica? Semplice. Credibilità agli occhi degli italiani e l'opportunità di "far finta" di governare come è stato in passato. Lo spread cala, la morsa dei mercati non è più stretta e loro possono ricominciare a spendere/non riformare per non scontentare nessuno o quantomeno i loro bacini elettorali. Qualcuno starà pensando alla "Moral Hazard": esatto proprio quella, ma nel caso ci ritorneremo.



PS: se qualcuno volesse approfondire, segnalo qualche link sull'argomento


venerdì 2 marzo 2012

Dove c'è crescita, la povertà diminuisce

E' uscito il rapporto della World Bank sulla povertà nel mondo. I dati sono interessanti (anche se non sconvolgenti: già qui sul blog ne avevo parlato): la povertà nel mondo, confrontando i dati 1980-2005-2008, sta diminuendo.

L'Economist ha pubblicato un articolo con un paio di grafici in cui rappresenta la situazione:


Notate come in tutte le regioni del mondo la povertà (persone che vivono con meno di 1.25$ al giorno) sia diminuita nel triennio 2005-2008 e notevolmente diminuita dal 1980 (esclusa l'Africa Sub-Sahariana).

I migliori risultati si sono ottenuti in Cina e nell'Asia Est-Pacifica in quanto quell'area è la zona in cui in questi ultimi 15-20 anni è economicamente cresciuta di più rispetto al resto del mondo.
Vuoi essere sempre informato? Iscriviti alla fanpage!

giovedì 1 marzo 2012

Liberalizzazioni: i poteri forti vincono ancora


"Liberalizzazioni fuffa": questo è l'unico pensiero che mi è venuto per definire queste "riforme" che governo e parlamento vogliono attuare nei confronti delle varie caste, lobby, poteri forti di questo paese.

Cambia poco o nulla e gli ordini professionali vincono di nuovo. Come spiega Oscar Giannino su Chicago Blog:



E’ caduto l’obbligo di preventivo al cliente. La norma che prevedeva l’abolizione delle tariffe minime viene aggirata dal fatto – vedi decisione del Tribunale di Roma, proprio ieri – di tenerle comunque saldamente in esistenza per il contenzioso e le decisioni giudiziali. Persino la norma che prevedeva il tirocinio pagato con incentivi di Stato mentre si frequenta ancora ancora l’Università perde l’obbligo retributivo della versione originale. E di conseguenza moltissimi giovani continueranno a svolgere pratica di studio pagati meno delle segretarie, e senza alcuna certezza per anni di poter un giorno diventare associati. La possibilità di studi professionali con ingresso di società di capitali è stata fortemente ristretta, in nome del no ai grandi studi iperspecializzati, innervati in forme giuridiche e dotazioni patrimoniali più coerenti all’odierno mercato.
[...]
Oppure, pensiamo ai farmacisti. Anche nel loro caso, l’errore è quello di tenere come esclusiva delle farmacie l’attuale classificazione dei farmaci loro riservati. A cominciare da quelli di fascia C. Invece il governo ha deciso di tenere notai e farmacisti esattamente al riparo delle loro privative, come prima, decidendo solo di aumentare il loro numero.
Ma aumentare l’offerta di monopolisti pianificata centralmente dallo Stato non ha nulla a che vedere con una liberalizzazione. Estende solo il numero dei privilegiati.

Sono deluso, perchè davvero iniziavo a sperare che Monti&Co continuassero per la loro strada contro questa gente (non dovendo dipendere dal loro voto, come altri) obbligando il Parlamento a fare lo stesso.

Sono anche arrabbiato e molto, visto che anche in questo caso, il paese è diviso in due fazioni con due trattamenti diversi: se c'è una parte di popolazione che ha pagato dovendo andare in pensione dopo (giustamente sia chiaro, perchè questo andava fatto da anni), c'è un'altra parte, quella dei privilegiati, che invece non paga o lo fa pochissimo. E' ora di finirla. Su queste cose la gente dovrebbe davvero farsi sentire e protestare.

Pagare sì, ma pagare tutti.

Articoli che potrebbero interessarti

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...