martedì 30 ottobre 2012

In Sicilia hanno perso tutti, Grillo compreso

Breve, se volete provocatoria, riflessione sugli esiti delle elezioni regionali in Sicilia. 

Come sempre dopo ogni elezione i politici italiani se la cantano dicendo che, qualunque sia stato l'esito, il loro partito esce vincitore o al limite non ha perso (fantastica poi la frase di Bersani "A Parma abbiamo non vinto").

Queste elezioni siciliane non sono da meno, a partire dal PD che in ogni caso ha vinto, passando dal PdL che nonostante tutto poteva andare peggio vista la situazione, al M5S che è il nuovo movimento venuto dalla rete a tutti gli altri.

La verità è che hanno perso tutti, Pd e Beppe Grillo compresi.

Il PD ha perso perchè, dopo l'autodistruzione del "gemello" con una L di troppo, doveva stravincere e invece, dato l'astensionismo, ha portato a casa sul totale degli aveni diritto al voto circa il 15%.
Stessa cosa il 5 Stelle di Beppe Grillo, movimento che doveva essere la voce dell'anti-politica, di chi era deluso dai partiti classici, degli astenuti che nelle precedenti elezioni non votavano (vi ricordate quando il comico dichiarava ce, fra il M5S, Di Pietro e gli astenuti erano la maggioranza?) e invece così non è stato: il 52.58% degli aventi diritto si è astenuta quindi non ha dato fiducia a nessuno, nemmeno al candidato del 5S.

Sia ben chiaro, il risultato è straordinario e sarà un banco di prova molto tosto per i grillini e proprio per questo tifavo per loro: speravo nella vittoria di Cancelleri proprio per vedere cosa questa forza politica sarebbe riuscita a fare per una regione purtroppo ridotta malissimo da decenni. Era quasi sicuro che vincesse, proprio per l'ondata di voti dei "delusi" dalla politica tradizione.

Così non è stato. E' arrivata un'ondina (sempre sul totale) del 9% degli elettori aventi diritto. Pochi, pochissimo a mio giudizio. Potrei essere provocatorio o troppo severo, ma è ciò che penso.

Se vogliono davvero cambiare le cose i grillini devono lavorare su quella grossa fetta di popolazione. Se, in loro presenza, dopo tutta la campagna elettorale fatta da Grillo, nuotata e scalata comprese, il risultato è che la maggioranza ha scelto di non votare io, sì esulterei, ma non ad alta voce.

La mia è sì una critica, ma costruttiva: va discretamente bene, ma per fare il salto di qualità ci vuole altro, a partire dalle piccole cose.

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sabato 27 ottobre 2012

Berlusconi è indeciso se scendere in campo ... O entrare in cella.

Il titolo non è mio, ma del comico Sergio Silvestri. Dopo il passo indietro di pochi giorni fa arriva il passo avanti (o indietro da passo indietro?) dopo la sentenza che lo condanna. E qui viene sollevata la domanda di molti malpensanti: "Berlusconi è in politica per evitare la galera?"

In pochi ci hanno creduto. Prodi aveva avvertito di non credere al suo ritiro e forse nemmeno lui si aspettava di avere ragione così presto. Anche il sottoscritto ieri ha sollevato dubbi sul suo reale abbandono della politica, ma lo ha interpretato come un'uscita di scena elegante prima della condanna (per poi magari rientrare ad acque calme).
Nessuno però si aspettava un ritorno così: quello di Berlusconi è stato un capolavoro, questo devo ammetterlo. Fingere la ritirata per poi tornare all'attacco più cattivo e deciso di prima è una mossa che potrebbe scombussolare il quadro politico italiano, a partire dalla data delle elezioni.

Detto ciò, sinceramente speravo fosse davvero finita. E invece ce lo ritroviamo di nuovo, peggio di prima a giudicare dalla conferenza stampa. Noi che scriviamo di economia e politica avremo molto da fare per smontare tutte le sue strampalate teorie (perchè se le dice sa benissimo che qualche trota in giro che ci crede c'è e non sono pochi), ma una cosa che riguarda sempre la vicenda non smonteremo (almeno, io non lo farò).

Molti malpensanti in questi anni andavano dicendo una cosa del tipo "Berlusconi è sceso in campo politicamente per evitare la galera". E' vero? Non è vero? Nessuno potrà mai dirlo.

Certo, tutte quelle leggi "ad personam", come sempre quei malpensanti le hanno definite, fatte negli anni di governo che casualmente lo hanno favorito qualche dubbio lo mettono. Se ad esse aggiungiamo questa nuova discesa in campo contro i magistrati e a favore di una riforma della giustizia, sempre casualmente dopo una sentenza di condanna nei suoi confronti ecco che i dubbi aumentano....ma noi non siamo fatti della loro stessa pasta e quindi diciamo che Berlusconi è sceso in campo, di nuovo, per il bene degli italiani. Di quali italiani, non ci è dato saperlo.

venerdì 26 ottobre 2012

Condannato! Ecco il perchè Berlusconi ha scelto di non candidarsi

Il vero motivo per cui Berlusconi ha scelto di non candidarsi alle elezioni del 2013? E' bastato poco per svelarlo.



Milano, 26 ott. (Adnkronos) - I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano oltre a condannare Silvio Berlusconi a 4 anni per il reato di frode fiscale nell'ambito del processo sui diritti televisi, hanno interdetto l'ex premier dai pubblici uffici per una durata di 3 anni. (Fonte)


 Qualcuno direbbe "finalmente!", io aggiungo "Le bugie hanno le gambe corte". Berlusconi pochissimi giorni fa ha annunciato per l'ennesima volta il suo ritiro dalla scena politica (elettorale). Qualcuno, come Prodi, ammoniva le parti che non era ancora detta l'ultima parola. Personalmente anche io pensavo che si sarebbe fatto ancora vivo, ma ora il quadro è molto più chiaro: Berlusconi ha davvero annunciato il ritiro, ma non spinto dal volere personale, dall'amore per la patria, gli italiani e altre balle.

Berlusconi si è ritirato perchè probabilmente sospettava già (leggi, "era sicuro") di una sentenza come questa, quindi ha scelto l'ennesimo passo inidietro per uscire con stile e non come condannato.

Bel tentativo, non c'è che dire. Gli italiani però non sono più fessi come una volta (e alcuni non lo sono mai stati).

Goodbye Silvio e a mai più rivederci (spero).

martedì 23 ottobre 2012

Io, giovane studente, do ragione alla Fornero. Anche se...

I giovani non devono aspettare il lavoro dei sogni: "Meglio cogliere la prima occasione e poi guardarsi intorno." Queste le parole del Ministro Fornero che hanno suscitato sdegno e contestazione di esponenti dei Cobas e di Rifondazione Comunista. Propongo una mia riflessione, visto che, da giovane quale sono, mi sento tirato in ballo.


"Non devono essere troppo choosy (in inglese: esigenti, difficili, ndr) nella scelta del posto di lavoro. Lo dico sempre ai miei studenti: è meglio prendere la prima offerta di lavoro che capita e poi, da dentro, guardarsi intorno, non si può più aspettare il posto di lavoro ideale, bisogna mettersi in gioco" (Elsa Fornero, da Repubblica)

 Posso capire la situazione difficilissima e l'antipatia nei confronti del Ministro del Lavoro e del Welfare, però sinceramente a me queste poche parole mi sembrano non giuste, ma giustissime.

Non so voi, ma io da solo mi dico e consiglio ai miei amici, ma come fanno i miei e i loro genitori, di cogliere (mi spiace, non trovo un verbo migliore) qualunque opportunità di lavoro e non solo in tempi di crisi come questi, ma in generale.
Questo vale da sempre: non penserete mica che 30 anni fa le cose fossero diverse o che oggi in USA, Germania lo siano vero? La "gavetta" la si fa ovunque e se non si trova il lavoro dei sogni ci si arrangia. Son d'accordo poi sul fatto che in Italia non vi sia meritocrazia, ma questa non può e non deve essere una scusa per stare a casa far niente.

In questo caso la Fornero ha ragione, però, un appunto deve essere fatto. A parole sono tutti capaci di dire cose giuste. E' quando si passa ai fatti che i nodi vengono al pettine e si capisce di chi fidarsi e di chi no.

Sarò banale ma, specialmente in Italia, molti figli ricevono "per miracolo" degli ottimi lavori come prima offerta, senza esser capaci di far niente (sto generalizzando, ma concedetemelo).
E' il caso proprio della figlia del Ministro la quale, appunto per miracolo, si è sistemata subito a vita proprio con il lavoro che ha sognato. Magari è bravissima, però non credo che in Italia non ci fosse stato nessuno, con più esperienza, che quel posto se lo sarebbe meritato di più.

In sostanza: cara Fornero, condivido le sue parole, ma non può dire cose giuste da una parte, ma dall'altra smentirle comportandosi in maniera diversa con i propri parenti! Il non essere choosy deve valere per TUTTI, non solo per noi giovani sfigati figli di cittadini comuni.
Forse però, quando si è figli di un ministro (ad esempio), non si ha nemmeno il tempo di essere choosy...

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domenica 21 ottobre 2012

La "Lombardia di Formigoni" è davvero un'eccellenza?

Il color vestito Formigoni continua a vantarsi dell'eccellenza della sua Lombardia. Ha ragione?


Partiamo subito da una premessa: per me eccellere non vuol dire essere i migliori in un dato momento, ma continuare a rimanere i migliori (o se proprio vogliamo fra i 2-3 migliori) per un arco di tempo più o meno lungo.
Detto ciò, Formigoni è a capo della regione dal 1997 quindi possiamo controllare il suo andamento a partire proprio da quell'anno.

Sul sito "LaVoce", Federico Fontolan ha scritto qualche tempo da un post confrontando proprio le prestazioni della Lombardia con le altre "eccellenze" d'Europa. I risultati sono che, fra tutte, la regione amministrata da Formigoni è quella andata peggio di tutte.

Guardando i dati, si scopre che se nel 1997 la Lombardia occupava l'undicesimo posto in Europa con un Pil pro-capite pari al 161 per cento della media Unione Europea, nel 2008 la regione è scivolata al 29esimo posto, con Pil pro-capite pari al 134% della media UE. Guardando il grafico si evince che, esclusa l'Emilia Romagna, la Lombardia è quella con la peggior prestazione negli ultimi 10 anni:

Regioni UE selezionate - PIL pro-capite in % della media UE – PPS – Anni 1997-2008


Per quanto riguarda il confronto con l'Italia, abbiamo che la crescita media annua del Pil a prezzi di mercato della Lombardia è stata del 2,94%, mentre l'Italia è cresciuta del 3.17% (mentre il Pil reale segna un +0.38% per l'Italia e un +0.83 per la Lombardia) quindi in termini reali è leggermente sopra la media (+0.05% in media all'anno). Se questa è eccellenza...
Se poi prendiamo il Pil Pro-capite, vediamo che se nel 2000 esso ammontava al 131,24% della media nazionale, nel 2009 è sceso al 125,78%.

Anche dal punto di vista del Rating, la Lombardia non è la migliore: Moody's l'ha declassata da A2 a Baa1, appena sopra la media nazionale (Baa2), il che vuol dire, secondo la classificazione dell'agenzia, "Media qualità, qualche elemento speculativo, rischio d'insolvenza medio." (Wikipedia). Media, non eccellente.


In conclusione, è verissimo che la Lombardia è un'ottima regione, la migliore in Italia e fra le migliori in Europa (ma non la migliore). E' anche vero però che negli ultimi anni è andata peggio di molte altre, perdendo posizioni in classifica e ridimensionando il proprio peso nell'economia italiana ed europea le quali non sono brillate per crescita economica (soprattutto l'Italia).
Facendo un paragone con la Formula 1, Formigoni è salito su una Ferrari, ha continuato la gara ma ha perso parte del vantaggio accumulato. Detto ciò, è pur sempre su una Ferrari, macchina migliore di molte altre che anche con piloti non eccelsi riesce comunque ad andare bene.
La "Lombardia di Formigoni", date le prestazioni, non è un'eccellenza


lunedì 15 ottobre 2012

Chi avrebbe il coraggio di rivotare Roberto Formigoni?

Il tormentone Voto sì, voto no in Lombardia sembra giunto al termine. Formigoni ha annunciato che si andrà al voto fra 45, massimo 90 giorni. E lui si candiderà. Certo, bisogna chiedersi, chi mai avrà il coraggio di votarlo...

La Lega Nord sembra abbia staccato definitivamente la spina al Consiglio Regionale della Lombardia. Formigoni ha annunciato che in caso di voto, esso sarà fra 45, massimo 90 giorni e lui si candiderà di nuovo.

Questo fatto mi incuriosisce non poco: una giunta regionale travolta da continui scandali ed indaginisi vede costretta a dare le dimissione il capo di essa, travolto anch'egli da scandali, indagini, fresco di condanna per diffamazione nei confronti dei Radicali, al posto di lasciare mostrando un briciolo di buon senso e moralità, decide di candidarsi di nuovo. Per la quinta volta.

Seppur non riesca a capacitarmi del come uno possa votare per quattro volte di fila uno come Formigoni, mi chiedo: chi mai potrebbe avere il coraggio di votarlo ora (ma di votare il PdL in generale), dopo tutto ciò che sta venendo fuori?
Non so se vi rendete conto della gravità della cosa: in un paese occidentale normale un politico del genere si sarebbe già dimesso e soprattutto non riuscirebbe nemmeno a pensare ad una sua candidatura, soprattutto alle elezioni immediatamente successive alle sue dimissioni.

Qualcuno poi dirà che, nonostante tutto, la Lombardia è un'ottima regione. Vorrei però invitarvi a riflettere: la Lombardia era già un'ottima regione, con una base industriale fondamentale per il paese (oltre il 20% del PIL italiano è prodotto qui). I cittadini lombardi però sono in seconda posizione in quanto a tasse versate alla regione (1.262 euro, staccati di poco dai piemontesi con 1.310 euro di imposte regionali) e in più, oltre agli aumenti delle tasse da parte di Monti, sono arrivati altri aumenti alle addizionali Irpef decisi dalla regione stessa. Efficienza vuol dire far rendere al massimo una cosa consumando il meno possibile caro Formigoni.

Personalmente credo che questa regione possa rendere molto di più di quanto abbia fatto e stia facendo. Non che le colpe siano tutte della giunta sia chiaro, però loro hanno girato il coltello nella piaga più di una volta.

Avevo criticato gli elettori lombardi ai tempi dello scandalo Lega. Le stesse parole valgono anche per questo ennesimo scandalo, con allegata la speranza che questa volta andrà diversamente. Spero che la lezione sia stata appresa dai cittadini lombardi (e non, vale in generale).

E se c'è qualcuno che voterebbe ancora Formigoni nonostante tutto, a meno che non abbia vantaggi personali nel fare ciò, consiglio esami accurati.


domenica 14 ottobre 2012

Monti-Bis, i pro e i contro ed un giudizio sul suo operato

Siccome un ipotetico governo Monti-Bis non è più così ipotetico anzi, vi sono politici che sono pronti ad appoggiarlo, ho provato a stilare una sorta di pro e contro di questa soluzione, con un mio commento finale.

Casini e Fini sono d'accordo, così pure il Vaticano e Montezemolo. Alfano tentenna , ma Berlusconi apre ad un secondo mandato del professore. Bersani invece è contrario. Questo è, ad oggi, il pensiero della politica riguardo al Monti-Bis.

E' certamente una soluzione, con tutti i pro e i contro. Ho provato ad analizzarli ed a schematizzarli, in modo da cercare di fornire un quadro più completo per capire se sia o no un bene per l'Italia essere governata da Monti anche dopo il 2013.

Premessa importante: ipotizzo che tutto il governo Monti "faccia il bis", quindi ministri attuali compresi. 

I PRO

  • E' pur sempre un governo di tecnici e non di politici, quindi teoricamente più preparato ad affrontare situazioni di difficoltà attuando riforme anche non troppo popolari ma necessarie (vedi riforma delle pensioni);
  • Darebbe continuità all'operato fino ad ora svolto, senza rinnegare le riforme utili fatte;
  • Avrebbe più tempo per attuare tutte le riforme che ancora non è riuscito a fare;
  • Ha ridato parte di quella credibilità internazionale persa a causa degli anni di governo del signor Berlusconi;
  • E' più rispettato forse di qualunque politico italiano all'estero, quindi il suo pensiero presumibilmente avrebbe un peso maggiore in sedi internazionali/europee;
  • Ha de facto salvato l'Italia da un default che con Berlusconi era praticamente certo;
  • Nell'incertezza politica italiana, lui sarebbe una certezza;
  • All'estero hanno imparato a fidarsi di lui (considerando il suo predecessore);
  • Probabilmente, in caso di bisogno, con lui la BCE sarebbe più disposta ad aiutare l'Italia;
  • Non sappiamo ancora con che legge elettorale andremo a votare;
  • Ha dato rigore ai conti;
  • Finalmente ha iniziato una dura lotta contro l'evasione fiscale;
  • Ha provato a toccare le caste che da sempre "governano" questo paese.

I CONTRO
  • Ha dato rigore ai conti, ma aumentando le già alte tasse;
  • Ci sarebbe continuità, ma non è detto sia un bene guardando parte delle cose fatte;
  • Non ha mantenuto molte delle promesse fatte ad inizio mandato;
  • Ha provato a toccare le caste, ma le cose sono rimaste praticamente le stesse;
  • Una volta finita l'emergenza, il peso sul Parlamento è notevolmente diminuito;
  • A volte è sembrato quasi "ricattato" dal Parlamento stesso;
  • Se andasse su per volere dei politici che siedono in Parlamento, questi potrebbero gestirlo un po' come una marionetta (scusate il gioco di parole);
  • Non vi è alcun segno positivo riguardante una possibile ripresa della crescita del paese;
  • E' un tecnico, è un professore, è un economista, ma probabilmente non il migliore che c'è in Italia;
  • Si sta "politicizzando";
  • Non ha tagliato i privilegi;
  • Non ha tagliato la spesa pubblica come invece si potrebbe fare;
  • Non ha tagliato tutti gli incentivi inutili dati ad imprese fuori mercato;
  • Con lui, sembra quasi che la mafia in questo paese non esista;
  • Sarebbe una bocciatura per la politica italiana;
  • Sarebbe una bocciatura per la democrazia italiana;
  • E' comunque una parentesi più lunga: chi dice poi che, una volta finita, i politici futuri non ricominceranno a rovinare questo paese?;
  • E' stato fatto poco per migliorare scuola ed università;
  • La riforma del mercato del lavoro non ha accontentato nessuno;
  • L'IMU alla Chiesa??
  • (Parere personale) Anche con lui non vi è quel sentimento di cambiamento in meglio, di svolta per il Paese.

Questi sono quelli che mi son venuti in mente. Tranne per l'ultimo punto, ho cercato di mantenermi il più obiettivo possibile. Ora però vorrei dare un mio giudizio in breve.

Un Monti-Bis sarebbe da una parte una sicurezza, nel senso che ad oggi non vedo un politico che sia uno capace di governare meglio di lui questo paese, anzi, il pericolo è che si ritorni subito a sperperare denaro in mille modi possibili bruciando tutti i sacrifici passati e presenti degli italiani. Se da una parte è vero che il Parlamento ha sempre il suo peso, dall'altra potrebbe essere che in 5 anni Monti riesca ad attuare un numero maggiore di riforme che davvero servono a questo paese rispetto a qualsivoglia politico (di destra o di sinistra), dall'altra ciò che ha fatto non mi piace. Sebbene nei primi mesi abbia salvato tenendo a galla la nave Italia prossima ad affondare (a causa del comandande Schetti...ehm Berlusconi), quando poi è arrivato il momento di cambiar marcia, non lo ha fatto. Finita l'emergenza il paese si è bloccato, le tasse non sono state ridotte (anzi, continuano ad aumentare), la spesa improduttiva ed inutile non è stata tagliata e i privilegi delle varie caste (non solo quella dei politici) sono rimasti intatti o quasi.

Alla specifica domanda "Vorresti un Monti-Bis?" la risposta sarebbe difficile. Certamente preferirei lui rispetto ad un ritorno di Berlusconi/Tremonti, ma sarebbe una preferenza fra peggio e molto meno peggio (ma non per questo bello). Credo poi che, una volta scelta la legge elettorale, sia doverso mettere in mano agli italiani il futuro di questo paese e far scegliere a loro il comandante della nave Italia, sperando che questa ennesima lezione (dopo quella del 1992) gli abbia insegnato qualche cosa. Anche perchè, dopo 5 anni bisognerà in ogni caso riandare al voto. Meglio quindi responsabilizzarsi da subito. Le alternative alla classe politica "old style" ci sono sia all'interno dei vecchi partiti sia nei nuovi (partiti/movimenti che siano).

Spero che, dopo averne avuti 2 in 20 anni, non ci sia bisogno di altri governi tecnici per un bel po'.

venerdì 12 ottobre 2012

I docenti italiani lavorano più o meno ore dei loro colleghi stranieri?

Studenti ed insegnanti/professori sono scesi in piazza a protestare. Fra i tanti temi vi è anche l'aumento delle ore settimanali di insegnamento (da 18 a 24) ai docenti di medie e superiori. Ma davvero aumentare le ore sarebbe uno scandalo? Quanto lavorano rispetto ai loro colleghi stranieri?

S"i vuole innalzare l'orario di lavoro settimanale dei docenti di medie e superiori a 24 ore (attualmente sono 18) dando in cambio 15 giorni di ferie estive in più. Sei ore in più a settimana per uniformarlo a quello degli insegnanti delle elementari, che già adesso lavorano 24 ore, di cui 22 in aula e 2 di programmazione" (Fonte: Corriere.it)

6 ore di lavoro in più, a titolo gratuito, in cambio di 15 giorni di ferie estive in più. Questo è il piano del governo che ha fatto infuriare (assieme ad altre cose sia chiaro) i docenti di scuole. Hanno torto? Hanno ragione? Vediamo due dati.

Sono andato a vedere il numero di ore annue che in media i docenti di scuola primaria, secondaria inferiore e secondaria superiore fanno nei vari paesi dell'OCSE. Il paper con i dati lo trovate qui.

Per quanto riguarda le ore totali, a pag. 428 tabella D4.1 troviamo la tabella in cui si confrontano i dati annuali (anno 2009) di tutti i paesi OCSE in base a: numero di settimane di scuola, numero di giorni, ore nette di insegnamento, ore di lavoro richiesto a fini scolastici, ore di lavoro totali previste dalla legge.

Purtroppo per noi, i dati riguardanti l'Italia mancano per gli ultimi due, ma ci possiamo concentrare sulle ore effettive di insegnamento.

Eccovi il confronto con la media OCSE e quella dei paesi EU21





Primaria
Secondaria Inferiore
Secondaria Superiore
Italia
757
619
619
EU21
755
659
628
Media OCSE
779
701
656


Come possiamo notare, mentre la scuola primaria è abbastanza in linea con le due medie, per quando riguarda le secondarie, vi è una differenza sostanziale, soprattutto in quella inferiore. C'è da dire poi che in italia la scuola secondaria superiore dura 5 anni (dai 14 ai 19) mentre invece in molti Stati a 18 anni si finisce (quindi gli insegnanti, avendo una classe in più, presumibilmente avranno anche più ore). Nonostante ciò, le ore lavorate in media sono inferiori.

Stessa cosa per i giorni effettivi di scuola. In italia ve ne sono di meno nonostante le settimane siano 39 contro le 38 degli altri (in media):




Primaria
Secondaria Inferiore
Secondaria Superiore
Italia
172
172
172
EU21
184
181
181
Media OCSE
186
185
183



Volendo calcolare le ore lavorate a settimana, basta dividere le ore totali per i giorni totali e moltiplicarle per il numero di giorni lavorativi (5):




Primaria
Secondaria Inferiore
Secondaria Superiore
Italia
22
18
18
EU21
20.5
18.2
17.34
Media OCSE
21
20
18


Notiamo quindi che più o meno le ore sono in linea. Se però dividessimo le ore per i giorni di scuola in media nell'OCSE e nell'EU21, avremmo che:




Primaria
Secondaria Inferiore
Secondaria Superiore
Italia
20.57
17
17
EU21
20.5
18.2
17.34






Primaria
Secondaria Inferiore
Secondaria Superiore
Italia
20.34
16.72
16.91 (17)
Media OCSE
21
20
18



In questi termini invece, i docenti italiani lavorano tutti meno rispetto alla media dei loro colleghi stranieri.

Sarebbe stato interessante valutare anche le ore extra-insegnamento. In linea generale però, la protesta degli insegnanti ha poco senso. Se poi mettiamo che in media vi sono MENO studenti per insegnante rispetto agli altri paesi, si evince che il carico di lavoro è presumibilmente minore. Nonostante ciò, ricordo che ai test internazionali i nostri studenti fanno pena.


mercoledì 10 ottobre 2012

Grillo, non puoi lamentarti della censura nei tuoi confronti quando sei il primo a censurare

Beppe Grillo ci ricasca: dopo aver messo un commento civile, di critica, vado a controllare e come per magia era sparito. Ma questa volta è tempo di dirlo a tutto per cercare di fermare questa censura. Non puoi lamentarti della censura dei giornalisti nei tuoi confronti se tu sei il primo a censurare qualunque commento di critica.




Spieghiamo alla Germania il perchè non vi è pericolo di inflazione

I timori inflazionistici tedeschi sono privi di fondamento

 "Vorsicht, inflation!", ovvero "Attenzione, inflazione!", questo è il titolo del giornale tedesco "Der Spiegel" che continua nel sottotitolo "Die schleichende Enteignung der Deutschen" ("Lo strisciante esproprio dei tedeschi") nel quale, come spiega il Corriere, viene fuori tutta la paura dei tedeschi di quel fenomeno economico chiamato inflazione, causato dalle politiche espansive di Mario Draghi, che divorerà il loro patrimonio.Qualcuno direbbe "Roba da elezioni".

A dire la verità, ad oggi parlare di pericolo inflazione è un po' ridicolo. Come spiega Seminerio:

"Un sistema bancario ripiegato per linee nazionali, quindi non funzionante e letteralmente ostruito, causa di un credit crunch che retroagisce sulla crisi, inasprendola; aggregati monetari che crescono poco e nulla, ed in alcuni casi (in periferia, ad esempio) sono in contrazione in termini reali. Se proprio i tedeschi vogliono temere l’inflazione, devono guardare agli afflussi di capitali che da mezza europa entrano nelle loro banche a causa delle distorsioni che la costruzione europea determina e che, se non sterilizzati (ad esempio limitando le concessioni di crediti per mutui), rischiano di creare pericolose bolle di credito made in Germany."
A ciò aggiungo un concetto molto importante che riguarda la moneta e l'inflazione. Sebbene l'aumento della massa monetaria M influenza la crescita del livello di inflazione, non è la sola variabile da tenere in considerazione. Oltre ad essa infatti, bisogna tener conto anche della velocità di circolazione della moneta V (frequenza media con cui un'unità di moneta è spesa in uno specifico periodo di tempo).
M x V = P x Q
(P: livello generale dei prezzi; Q: reddito reale)
Da notare che piccole quantità di moneta con V alta permettono un numero di scambi pari ad una M alta con V bassa.

Se è vero che M è aumentata in questo periodo, V invece è in caduta libera e lo si vede benissimo dal grafico:


La velocità è bassissia, significa che la moneta in pratica non circola rispetto a 10 anni fa (il valore è circa 1/2 rispetto a quello del 2001). In queste condizioni, è molto difficile, se non impossibile che si verifichi l'esplosione di inflazione temuta dai tedeschi.

Loro, a differenza nostra, per ora possono dormire sonni tranquilli, cercando di fare un po' meno ostruzionismo inutile su certi temi.

sabato 6 ottobre 2012

Se non si tagliano le tasse, si dovranno tagliare gli stipendi

Il costo del lavoro in Italia è alto, troppo alto, nonostante gli stipendi siano mediamente bassi. Per far ritornare le imprese competitive sul mercato, o si riforma il lavoro assieme al fisco (aka tagliare le tasse), oppure, come successo in altri paesi, saranno gli stipendi a rimetterci.

La realtà a volte è crudele, ma quando lo è essa può insegnare, dare delle lezioni che poi (se apprese) serviranno ad evitare il ripetersi degli eventi che l'avevano resa tale.
In Italia abbiamo un problema molto serio riguardante gli stipendi: il salario reale del cittadino italiano è praticamente fermo da 20 anni circa (nel primo decennio del 2010 hanno registrato un +0.9%), il che coincide bene o male con la crisi di produttività del paese.

Se è vero che in Germania i salari sono cresciuti più o meno di quel passo (+1%), vi sono delle differenze:

I salariati hanno comunque beneficiato di altri progressi. Da un lato lavorano molto meno di 20 anni fa: ogni lavoratore nel 2011 secondo dati del Bundesamt ha lavorato il 9.7 % in meno rispetto al 1991. Dall'altro lato oggi in Germania lavorano piu' persone di allora - nel complesso in Germania nel 2011 c'erano 2 milioni di lavoratori in piu' rispetto a 20 anni prima.

E' da notare poi che il livello dei salari netti in Germania è molto più alto rispetto all'Italia quindi i tedeschi possono permettersi un livello salariale molto simile al passato e vivere molto bene lo stesso, anzi meglio visto che lavorano di meno (non ditelo però a Polillo). Considerando poi che la produttività è aumentata, il tutto è a beneficio delle aziende e dei giovani/disoccupati che trovano lavoro più facilmente.

Veniamo ora ai paesi in difficoltà: JPMorgan ha elaborato un grafico elaborato  illustra, per ognuno di loro, l’evoluzione di costo del lavoro nominale per unità di prodotto, disoccupazione e saldo delle partite correnti dall’inizio della crisi ad oggi. Si vede benissimo come "il nostro paese è l’unico tra i Piigs ad aver registrato nel periodo un aumento del costo del lavoro nominale per unità di prodotto, mentre gli altri hanno proseguito sulla strada della deflazione salariale. Analogamente, l’Italia ha finora registrato un minor deterioramento del proprio mercato del lavoro (tutto è relativo, ovviamente, considerando anche il livello di partenza del tasso di disoccupazione), e pare non aver fatto particolari progressi nel restringimento del deficit delle partite correnti, mentre gli altri quattro paesi sembrano aver “beneficiato” soprattutto di un crollo delle importazioni che, almeno da questi dati, pare superiore al nostro.Se obiettivo è quindi quello di recuperare competitività, pare che non ci siamo proprio. (fonte: Phastidio)."

Se andiamo a vedere il costo unitario del lavoro nel manifatturiero notiamo che quello italiano è cresciuto maggiormente (anche della Germania):



Mi spiace dirlo, ma a queste condizioni anche da noi si arriverà alla diminuzione dei salari. Qualcuno di voi sicuramente protesterà per il fatto che i salari REALI sono bassi. Ovviamente concordo, ed è proprio per questo motivo che è necessario abbattere il costo del lavoro tagliando la tassazione sul lavoro stesso. Le tasse sul lavoro in Italia sono sul gradino più alto dei paesi europei, con una differenza di 10% circa dalla media UE.

Se si vuole evitare un aggravarsi della crisi dovuto ad un minor potere d'acquisto del cittadino medio in seguito alla diminuzione dei salari e alla disoccupazione in aumento, bisogna assolutamente abbassare le tasse che gravano sulla busta paga stessa. Per fare ciò, mi spiace insistere, ma bisogna tagliare la spesa, non si scappa. Già che ci siamo, eliminare il TFR, mettendo la quota direttamente in busta paga ogni mese.

Non ditelo però a quei fantomatici politici che, in campagna elettorale, promettono di tagliare altre tipologie di tasse, ad esempio quelle sul patrimonio come l'IMU, non capendo un fico secco della realtà che li circonda.

martedì 2 ottobre 2012

Parodia (i motivi per cui) "Ho comprato l'iPhone 5"

Se tu hai già comprato l'iPhone 5, sei uno di questi!




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Su 100 parlamentari condannati, imputati o prescritti, 61 sono del PDL

Gente che voterà la legge anti-corruzione. Curiosità: oltre il 50% milita in un solo partito: il Popolo delle Libertà.

Essendo un partito non liberale, mi son sempre chiesto cosa volesse dire nella realtà "Popolo della Libertà". Dopo tante ipotesi e teorie, un articolo de "Il Fatto Quotidiano" mi ha aperto gli occhi. Esso mostra i 100 parlamentari indagati, condannati e/o prescritti che voteranno la legge anti-corruzione e qui ho capito: con "Popolo della Libertà" si intende quel partito il cui fine è di garantire la libertà a gente che in un paese normale sarebbe, diciamo, poco libera.

Leggendo i nomi e partiti di appartenenza, si scopre che oltre la metà (più precisamente, il 61%) di questi deputati e senatori milita nel PdL (o è stato eletto quando ci militava). 61 su 100 è un numero vergognoso e gli elettori che lo hanno votato dovrebbero farsi più di una domanda (ma a voi ci penserò in un video a parte).

Se ho contato giusto, vi sono poi 16 del PD, 10 della Lega, 7 dell'UDC, 1 di FLI, 2 dell'IDV e 3 del Gruppo Misto.

E' bene precisare che indagato non vuol dire condannato, però la cifra è davvero enorme, soprattutto nel partito di Berlusconi. Se vogliamo chiudere con il passato ed iniziare una nuova vita, fino a quando i partiti presenteranno candidati di questo tipo, bisogna partire con il non votarli. Gli onesti che accettano questi individui o si ribellano oppure sono tali e quali a loro. Il tempo delle pulizie è giunto (si spera).


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