mercoledì 29 settembre 2010

E poi ci stupiamo se gli studenti stranieri non vengono nelle università italiane

Se anche voi come me vi siete accorti che nella vostra facoltà praticamente non ci sono studenti provenienti da altri paesi, provate a controllare il sito della vostra università/ateneo per vedere la sezione in inglese in che condizione è. Io sono andato a vedere quello della mia (Università degli studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, e guardate un po' la foto:




Devo anche commentarla?


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Pomegliano: 7 auto all'anno...Melfi 53 auto....nullafacenti, altro che schiavi...



Il caso di Pomegliano è oramai diventato nazionale: la cattiva Fiat (o meglio, i cattivi imprenditori) che rendono schiavi i propri dipendenti/operai che lavorano 26 ore al giorno sottopagati e ovviamente senza alcun diritto. Bene o male (ok, ho estremizzato) è questa la situazione che ci è stata presentata da operai, sindacati e partiti di sinistra/comunisti.

Per fortuna che ci sono i siti stranieri, e non solo per contraddire Berlusconi.
Bloomber infatti, il 26 settembre scorso, è uscito con un post molto interessante che qui in Italia (mi pare) sia stato ignorato del tutto e che voglio riportare. Il link è questo.

Cito la parte interessante:

“We’re trying to resolve the capacity issue,” a Fiat spokesman said. “We’re doing more than other car companies.”

Seven Cars a Year

Pomigliano employs 5,000 workers and produced 35,000 cars last year. Melfi, Fiat’s second-biggest Italian plant and the one with the best capacity utilization, employs 5,280 workers and built 280,000 Grande Puntos in 2009. That’s seven cars per employee at Pomigliano, versus 53 at the Melfi plant.


Credo che si capisca...in ogni caso dice che a Pomegliano sono state prodotte all'anno 7 auto per operaio, mentre a Melfi 53. Non c'è bisogno che vi dica che forse forse 7 auto le monterei pure io a mano in un anno. Siccome la produttività in Italia è già una fra le peggiori in Europa, non ci vedo nulla di strano che Fiat voglia intervenire per cambiare questa situazione, senza poi contare la quantità di auto difettose che escono da lì (causa dell'istituzione del doppio controllo di qualità) e l'assenteismo che ne fa da padrona.

Che ci sia un problema è vero, e sicuramente la colpa non è solamente degli operai ma anche dei piani alti, ma non mettiamoci a difendere sempre l'operaio schiavizzato a modi Peppone per intenderci. Una differenza così abissale, con così tanti problemi non è data solo dai piani alti, ma anche dagli operai, ed è bene iniziare a dirlo, perchè se presenti certificati medici nei giorni di sciopero, o per le elezioni, vuol dire che non hai voglia di lavorare, ma percependo comunque lo stipendio, poche balle.
Per quanto riguarda la proposta della Fiat e l'assurda lotta mossa dai sindacati, vi consiglio di leggere questo articolo. E poi la chiamano Cinesizzazione....





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giovedì 23 settembre 2010

Insegnanti: ecco perchè la Gelmini ha ragione




Negli ultimi tempi tiene banco la vicenda fra il ministro Gelmini e gli insegnati di elementari, medie e superiori, riguardo i tagli alla scuola che riguardano anche e soprattutto loro. Piccola premessa: non parlo dell'università, in quanto quello è argomento a parte.

La domanda è una: il ministro ha ragione, oppure ha torto marcio? Per sindacati, insegnanti e buona parte dell'opinione pubblica, la risposta è la seconda. Per le statistiche invece, la situazione è leggermente diversa.

I dati vengono dall'OECD Education at a glance 2010 (disponibile, a pagamento, sul sito www.sourceoecd.org).

Il blog NoiseFromAmeriKa ha scritto un ottimo post basandosi su questi dati, dal titolo "La spesa per istruzione in Italia", che ora vado a sintetizzare e commentare.

Dai dati si evince che la spesa per studente in Italia è superiore rispetto alla media OCSE, soprattutto per Elementari e Medie, inferiore invece per le scuole superiori. Perchè tutto questo? Semplice: in Italia abbiamo troppi insegnati (rispetto agli altri paesi s'intende).
Guardando le tabelle si scopre infatti che il numero di studenti per docente è molto inferiore nelle scuole elementari e medie, e solo inferiore nelle superiori. I nostri valori sono più o meno simili ad Ungheria e Polonia (sinceramente, non proprio i migliori esempi, con tutto il rispetto), e nettamente inferiori a Germania e Finlandia (nazioni che stanno andando meglio negli ultimi anni).

Cosa comporta tutto questo? Tre cose fondamentali:
  1. Una crescita della spesa per l'istruzione, che non è presente negli altri paesi sviluppati
  2. Una maggiore percentuale della spesa è destinata agli stipendi degli insegnanti, sacrificando così fondi per edifici, materiale, corsi di aggiornamento, corsi di sostegno e via dicendo
  3. Stipendi degli insegnanti più bassi (dai dati si nota come gli stipendi italiani siano più bassi rispetto alla media: "26.074 $ all’inizio a 38.381 al top della carriera contro una media che va da 28.949 a 48.022", con tutto ciò che ne deriva (un docente sottopagato/precario renderà meno rispetto ad un collega con una paga congrua all'importanza del suo lavoro) .

Concludo questa rassegna di numeri citando l'articolo riguardo le ore:

I bambini italiani stanno a scuola più a lungo della media OCSE (a 7-8 anni 941 ore obbligatorie contro le 759 della media, e le 608 della Finlandia [tab. D1.1]), i maestri insegnano meno ore (735 invece delle 786 della media, contro le 805 della Germania e le sole 677 in Finlandia [tab. D4.1]) e le classi sono meno numerose (18,7 contro una media di 21,6 [Tab D2.1]). La combinazione di questi tre fattori produrrebbe un costo totale superiore alla media di ben 1.066 $ per alunno/anno.
E poi ci stupiamo se un bambino a 10 anni sia già stufo di andare a scuola.



MIE CONSIDERAZIONI

Un po' le ho già scritte nella sintesi, però vorrei concludere il discorso dicendo la mia idea.
Io credo che la scuola italiana non sia stata gestita bene negli ultimi anni (il periodo è più o meno lungo..diciamo dagli anni 70-80 in avanti si è costantemente scesi in basso), poichè è stata utilizzata come mezzo per creare del lavoro non necessario e sottopagato, attraverso la spesa pubblica, danneggiando e di molto la qualità dell'insegnamento stesso. C'è stato un boom di insegnati che ha superato il limite e che ha portato, assieme ad altre cause, alla situazione in cui siamo ora: precari, scuole che cadono realmente a pezzi, mancanza di materiale, insegnanti non aggiornati, insegnanti scarsi (perchè le cose bisogna dirle...molti sono scarsi e basta), insegnamento di materie non molto utili alla realtà, materie insegnate solo teoricamente, senza un collegamento reale all'utilità pratica e via dicendo (si sa che lavorare fuori casa solo di mattina, con ferie pagate per due mesi in estate, in più Pasqua, Natale fa comodo a tutti, anzi, a troppi).

Qualcuno potrebbe affermare che non sempre è bene seguire l'esempio degli altri, ma essere l'esempio stesso da seguire. A questi io rispondo che, vista la realtà ed i risultati, guardandoci in giro, o anche solo prendendo in mano i test di PISA, in cui la prestazione migliore è della Finlandia (una delle nazioni che ha meno insegnanti), il nostro non credo che sia un buon esempio, anzi.
Bisognerebbe anche vedere la ripartizione degli anni scolastici fra elementari, medie e superiori (la maggior parte a 18 anni finiscono le superiori) e valutare se cambiarla oppure no (io sono per il sì tanto per chiarire).

Concludendo direi che la Gelmini ha le ragioni per ridurre la spesa elevata a causa dei tanti insegnanti, ma questa deve essere reinvestita sotto forma di altri finanziamenti alla scuola PUBBLICA unita ad una riforma seria.



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martedì 21 settembre 2010

Analisi e critica al programma di Nichi Vendola. E' lui il messia della sinistra?




Veniamo ora al partito forse più interessante, ovvero a Sinistra e Libertà. Più interessante per via di Nichi Vendola, che sembra sempre di più intenzionato a guidare PD e opposizione alle prossime elezioni, candidandosi come quel leader simil "Messia" che la sinistra italiana sta aspettando da anni.

Il programma che ora andrò a commentare lo trovate a questo indirizzo sul sito del partito: è facilmente reperibile, strutturato in capitoli come un piccolo libricino e non a indice, con discorsi molto ben fatti in stile Vendoliano. Da questo punto di vista sono rimasto soddisfatto.

Tralascio la parte di critica presente all'inizio del documento, per passare subito alle varie proposte del (secondo me) futuro leader dell'opposizione:
  • Sulla proposta della pace direi che c'è poco da discutere. Bisogna vedere i mezzi con cui la si raggiunge, anche se credo che non ci sarà MAI la pace in tutto il mondo, perchè? Perchè bene o male siamo tutti diversi, e non sempre la diversità può andare di come accordo. Guerra non è solo con armi, ma fisica, intellettuale, verbale, religiosa...che potrebbe degenerare in qualche cosa di più grave, ma questo è un mio pensiero non affine alla politica.
  • Sull'immigrazione vedo il rischio di arrivare ad una posizione che sia troppo permissiva nei confronti dei nuovi arrivati, cosa che personalmente tempo molto. Concordo sul fatto che in Italia siamo un po' indietro da questo punto di vista, ma andando in giro vedo anche dei comportamenti anti integrativi negli stessi immigrati. Non credo che il problema sia dell'immigrazione stessa, ma di una mancanza di giustizia vera in questo paese, che spinge immigrati e anche più o meno giovani italiani a non rispettare le regole. Gli immigrati che non lo fanno dovrebbero essere rispediti ai rispettivi paesi a scontare la pena, gli italiani messi in carcere con pene giuste, senza distinzione di classe sociale e reddito.
  • Sul lavoro il discorso è interessante, ma non lo condivido (tranne che per il primo paragrafo). Vendola dice che "Le prime misure urgenti sono il blocco dei licenziamenti e la riforma, l’allargamento e il finanziamento degli ammortizzatori sociali. Ma questo non basta se non si garantisce un reddito – con l’istituzione di una retribuzione sociale o reddito minimo garantito – per affrontare la crescente disoccupazione e il precariato, nel quale si è tradotto il mito della flessibilità, a cui anche parte della sinistra aveva creduto": sinceramente sono sorpreso. Cosa intende per blocco dei licenziamenti? Non si può più licenziare? Ma siamo matti? Perchè un lavoratore che snobba dovrebbe percepire uno stipendio come un altro che si spacca la schiena, senza poter essere licenziato? Lo sa il caro Vendola che questa filosofia è adottata bene o male per i dipendenti pubblici, e i risultati si vedono, con gente che viene pagata per dormire? Io ho mio padre che ci lavora nel pubblico (ospedale) e mi racconta di quelle cose che ti fanno capire il perchè, a fronte di un debito pubblico elevato, un livello di servizio pubblico scadente. Già le imprese faticano, vogliamo "fannulloni" pure lì? E perchè poi la flessibilità sarebbe un male? Per quanto riguarda il fattore sicurezza, concordo con quanto dice Nichi. Più avanti parla anche delle pensioni minime: su questo punto vorrei alcune precisazioni: perchè uno che non ha pagato contributi, o ne ha pagati molti meno rispetto agli altri, dovrebbe avere una pensione minima?
  • Sulla questione ambiente ed energia concordo in quasi tutto quello che c'è scritto, soprattutto riguardo alla continua cementificazione che reputo inutile per un paese che dovrebbe guardare al futuro. Sull'energia vi sono delle affermazioni come "In Italia questo significa anche annullare la decisione del governo della destra di ritornare ai reattori nucleari, proprio quando questa tecnologia appare in crisi in tutto il mondo (nel nostro paese sarebbe oltretutto un’operazione del tutto antieconomica) e incapace a tutt’oggi di risolvere in maniera soddisfacente il tema dello smaltimento delle scorie, specialmente su un periodo di centomila anni" per le quali mi piacerebbe vedere dei dati concreti, e non parole messe lì quasi per sentito dire. Almeno mettere delle fonti autorevoli da cui si deducono queste cose.
  • Nulla da dire sulla questione libertà, concordo con quello che sostiene.
  • Buoni spunti, soprattutto a riguardo dell'istruzione pubblica/privata, sono presenti nella questione scuola-università, anche se non vi sono proposte concrete, tranne per un aumento della quota percentuale del PIL in favore di ricerca ed istruzione (campate però lì, dove andranno di preciso questi soldi e per quali scopi non è lecito saperlo).
  • Concordo sull'indipendenza dell'informazione.
  • Riguardo alla giustizia non concordo: trovo anche qui una depenalizzazione dei reati minori, senza che mi si spieghi il perchè e in che modo si giudica un reato "minore" rispetto ad un altro. Trovo poi che di non giustizia in Italia ce ne sia fin troppa, ci manca solo di depenalizzare reati. La questione droghe leggere non mi sento di discuterla qui, un po' perchè porterebbe a discorsi lunghissimi, un po' perchè nemmeno io ho un'idea su quale sia la soluzione più giusta. Non credo sia giusto levare l'ergastolo a chi se lo merita, quindi non concordo, come non ritengo sia la soluzione giusta potenziare solo "la tutela e l’accoglienza del singolo migrante, che spesso viene praticamente ridotto in schiavitù" per combattere la criminalità organizzata.


Analizzato il programma vorrei dire due cose veloci per concludere.

Per prima cosa, a me piace leggere e sentire i discorsi di Vendola, perchè come detto sono molto poetici, simili quasi ai vecchi proclami nel Senato di Roma (con le dovute proporzioni), però potrebbero essere capiti a fatica dal contadino di turno tanto per capirci. Questo può essere un vantaggio oppure no, fatto sta che personalmente mi piacerebbe avere la sua abilità di scrittura, per poi gestirmela come meglio credo. Quello che però rimprovero è una mancanza di dati e statistiche, che secondo me è limitante, anche perchè solo con quelli puoi dimostrare una verità, come ho fatto io nel precedente articolo a riguardo del benessere italiano con Berlusconi.

Seconda e ultima cosa, io come si è visto non mi trovo molto nel suo programma, però devo riconoscere che è un'alternativa vera e forte al PDL, in tutto e per tutto. Trovo che Vendola abbia il carisma giusto e necessario per combattere ad armi pari con Berlusconi. Sarà una bella sfida, soprattutto vista dall'esterno...Spero vivamente in un confronto diretto fra i due Leader in televisione.



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lunedì 20 settembre 2010

Il benessere dell'Italia e degli italiani è veramente cresciuto con Silvio Berlusconi?



Andrò ora ad affrontare un argomento che reputo interessante e che mira a criticare quelle che sono le convinzioni di parecchia gente e ahimè giornalisti, ovvero l'idea che negli ultimi 15-20 anni il benessere degli italiani sia cresciuto, grazie soprattutto a Berlusconi (colui che ha governato di più in questo periodo). Non sarà facile, ma ci proverò.

L'indice per misurare il benessere è il PIL, ovvero il prodotto interno lordo, quindi anche io mi baserò su questo dato. Qualcuno di voi dirà che il PIL è un indicatore incompleto, che è sbagliato come rifermento etc etc, ok, però un PIL che cresce poco o addirittura decresce è un male, punto, mettiamocelo bene in testa.

PIL

Per partire posto subito un grafico che ho elaborato facilmente grazie al sito del Fondo Monetario Internazionale. Si riferisce alla serie storica del PIL reale del nostro paese e di quello delle economie avanzate (USA, Canada, Europa occidentale, Giappone, Australia, Nuova Zelanda) dal 1981 al 2015 (premete per ingrandirla)




Come potete notare sostanzialmente negli ultimi 30 anni siamo sempre cresciuti al di sotto del resto dei paesi occidentali, e anche quando c'è stata una crescita negativa (decrescita), siamo riusciti ad andare peggio nonostante fossimo già indietro rispetto agli altri.

Per comodità farò riferimento a questo grafico per sostenere la mia tesi, anche perchè se andiamo a confrontare il PIL reale italiano con quello del mondo e dei paesi in via di sviluppo, ne usciamo con le ossa rotte.

Le cause sono molteplici e ci sono varie correnti di pensiero che cercano di spiegare il perchè di questa minor crescita, ma questo è un argomento molto più complesso e lungo che non affronterò in questo articolo (l'ho affrontato in qualche altro post, magari non direttamente; un giorno magari proverò a scriverne uno). Qui mi interessa dimostrare che la tesi Berlusconi = maggior benessere per gli italiani è infondata.

Andando a prendere gli anni di governo con Berlusconi premier (tralasciamo il primo governo perchè è durato troppo poco, venivamo anche da Tangentopoli), notiamo che dopo la buona crescita del 2000 il paese sia andato sempre in ribasso tranne che per due picchi (2004-2006, quest'ultimo però solo parzialmente governato da Berlusconi) e la differenza fra Italia e paesi avanzati è più marcata rispetto a prima.
Altro dato interessante sono le proiezioni per il futuro, che ci vedono sempre indietro rispetto agli atri paesi sviluppati.

INFLAZIONE

Andando poi a vedere l'inflazione, il grafico mostra come nel nostro paese sia stata sempre più elevata Berlusconi o non Berlusconi (anzi, possiamo notare nel periodo 200-2006 come ci sia una netta differenza, come anche nel crollo del 2009), da cui si deduce che il potere di acquisto degli italiani è stato inferiore (ed è tutt'ora) inferiore ai nostri colleghi "occidentali" in termini di moneta.





SALDO DELLE PARTITE CORRENTI

Per quanto riguarda il saldo delle partite correnti, andando ad analizzare i dati sempre dell'FMI, vediamo come durante il governo Berlusconi esso sia diminuito, andando pesantemente sotto zero (ho aggiunto anche la zona euro).



La stessa cosa si ha anche con l'avanzo primario (potete trovare le tabelle Istat a questo indirizzo).



PIL (PPA) PRO CAPITE

Questa è la prova del nove, che dimostra come il benessere degli italiani in questi ultimi anni di Berlusconi non sia proprio come ci è stato descritto.
Come scritto su Wikipedia, "Questo rappresenta il valore di tutti i prodotti finiti e servizi prodotti in uno stato in un dato anno diviso per la popolazione media dello stato per lo stesso anno.
Essendo calcolate sul PIL adeguato alle parità dei poteri di acquisto e quindi tenendo conto del diverso costo della vita dei diversi paesi questi valori meglio rappresentano la ricchezza dei diversi popoli dei diversi paesi rispetto alla Lista di stati per PIL (nominale) procapite. Permettono quindi di comparare più fedelmente, anche se non esaustivamente, il benessere relativo dei singoli paesi".
Andiamo quindi ad analizzare questo dato:




Come vedete, la nostra ricchezza è si cresciuta (ci mancherebbe) in questo ventennio ma molto meno degli altri, anzi, nell'ultimo anno è CALATA!
Se volete poi dei dati più precisi, vi invito a leggere i dati sempre del IMF (la sigla in inglese è più bella) per fare un confronto dirette con i nostri vicini europei. Vi garantisco che rimarrete stupefatti.

La prossima volta che qualcuno scriverà quanto il nostro benessere sia cresciuto grazie a Silvio, linkate questo post, che contiene dati ufficiali, almeno mostrerete quale veramente sia la verità.

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domenica 19 settembre 2010

Analisi e critica al programma dell'UDC di Casini



Oggi mi occupo di un altro partito che si oppone a Berlusconi..beh...ogni tanto si oppone a Berlusconi...ovvero l'UDC, Unione di Centro, guidata dal bel (per le donne) Pier Ferdinando Casini.

Premesso che sinceramente non ho ancora capito con chi stia e a che gioco stia giocando, andrò ad analizzare il programma composto da 9 punti che ho trovato sul sito personale di Casini. Piccola considerazione: a differenza del PD, il programma è facilmente reperibile, ma come quello del PD non contiene nemmeno un dato/numero che sia uno.
  • La famiglia è il pilastro fondamentale della società, ma oggi è abbandonata a se stessa. Sosteniamola in concreto, rivoluzioniamo il fisco con il quoziente familiare: chi ha più figli deve pagare meno tasse: tanto per chiarire, il quoziente familiare è il sistema utilizzato in Francia e avvantaggia le famiglie più numerose (per approfondire), quindi potrebbe essere uno stimolo a fare figli/più figli per i giovani, e nel contempo aiutare le famiglie (tipo la mia) con >2 figli a carico. Potrei essere d'accordo, visto il tasso di natalità, però non credo che stia qui il problema dei pochi figli. Può essere un inizio quello sì, ma bisogna vedere in che modo vogliono riformarla (senza dati io non posso dire di essere d'accordo I'm sorry).
  • L’eutanasia minaccia il bene più prezioso che abbiamo, la vita. Chi soffre perché gravemente malato o chi non ha i mezzi per sostenersi non può essere lasciato solo a decidere se vivere o morire. Uno Stato che rinuncia a stare vicino a chi è in difficoltà è uno Stato che rinuncia al suo futuro: qui non mi dilungo sennò c'è il rischio di discutere all'infinito (e non voglio). La mia personale idea è che debba essere io a scegliere il mio destino una volta tanto, e non affidarlo a un qualcuno o una qualche cosa al di fuori di me. Questa è, ripeto, la MIA idea, però non baso il mio voto sulla questione eutanasia quindi concludo qui.
  • Una scuola più competitiva non si costruisce col taglio delle risorse. Serve una riforma organica che motivi gli insegnanti, alzi il livello dell’istruzione degli studenti e valorizzi i più meritevoli senza lasciare indietro gli altri: vabbè questo pure mio nonno lo dice, mi piacerebbe sapere l'idea per riformarla.
  • La flessibilità è un bene, la precarietà no. Incentiviamo la trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato, proteggiamo tutti i lavoratori colpiti dalla crisi attraverso l’estensione degli ammortizzatori sociali anche alle piccole imprese, favoriamo il nuovo ingresso nel lavoro con la formazione permanente. Detassiamo gli utili reinvestiti nell’impresa. Miglioriamo l’accesso al credito per le piccole e medie imprese attraverso il potenziamento del sistema dei CONFIDI: qui mi parte bene lodando la flessibilità (che è un bene), ma poi ritorna nella solita demagogia. Mi piacerebbe che mi si spiegasse il perchè il contratto a tempo indeterminato sia un bene universale per tutti e che il tempo determinato sia il male assoluto, cosa non vera (in Italia per come è gestito è un male, ma bisogna migliorare quello). Poi una domandina facile facile: come si fa a favorire la flessibilità, incentivando il contratto indeterminato? Se è indeterminato, si rimane lì fino alla conclusione del rapporto di lavoro: se fosse esteso a tutti, dove starebbe la flessibilità?
  • Vogliamo un grande piano casa che rilanci l’edilizia sociale per le famiglie meno abbienti, le giovani coppie e gli anziani. Occorre incentivare la costruzione o la ristrutturazione di case sicure, antisismiche e all’avanguardia sul piano del risparmio energetico: Incentivare in che senso? Si sta costruendo fin troppo, e il modo migliore di aiutare i giovani è lasciare che il mercato si adegui alle esigenze reali. Per le case sicuro etc etc credo che bisognerebbe pensare al perchè se ne parli ancora nel 2010...
  • Un’Italia protagonista in Europa ha bisogno anche di un sistema sanitario che garantisca prestazioni di qualità omogenee al Nord, come al Centro e al Sud. Si devono ridurre le differenze di costi e di livello delle prestazioni tra le varie Regioni, eliminando gli sprechi, valorizzando e promuovendo la costruzione di centri di eccellenza all’avanguardia. La carriera di medici e infermieri deve basarsi su un sistema meritocratico che premi i migliori, non chi ha le conoscenze giuste. Per il bene e la salute di tutti vogliamo la gestione delle ASL senza ingerenze della politica: concordo, per questo serve il federalismo fatto bene.
  • Uno Stato che si affida alle ronde è uno Stato che alza bandiera bianca di fronte alla criminalità e dice ai cittadini di arrangiarsi. Solo le forze di polizia hanno la professionalità e la preparazione per fronteggiare il crimine, ma il Governo taglia loro gli organici e le risorse. Il contrario di ciò che è necessario, il contrario di ciò che vogliamo: cosa volete allora? E soprattutto, con quali soldi?
  • Vogliamo un federalismo che riformi la macchina statale con una distribuzione delle competenze e dei costi certa, per dare nuovo slancio all’economia del Nord e del Centro e per recuperare i ritardi del Sud. Ecco perché diciamo no al federalismo della Lega, uno spot vuoto di cifre e contenuti che rischia di sfasciare lo Stato senza dare alle Regioni gli strumenti per funzionare: potrei essere d'accordo, la vostra proposta su cosa si basa?
  • Diciamo no ad ogni forma di razzismo e di xenofobia. Gli stranieri onesti che vengono in Italia per lavorare sono una risorsa e vanno aiutati concretamente ad integrarsi con le loro famiglie. Favoriamo l’immigrazione volenterosa e qualificata e contrastiamo l’immigrazione clandestina, coinvolgendo l’Europa attraverso intese con i Paesi di provenienza: e gli stranieri che invece vengono a "rompere le balle", cosa ne facciamo? E poi, cosa si intende con "intese"? Incontri come quelli con Geddafi?

Il programma è questo, sinceramente non so cosa dire: alcune cose buone ci potrebbero essere, ma dette così non saprei nemmeno dire il mio pensiero perchè di fatto sono intenzioni che però non c'è scritto di cosa si tratta realmente e il percorso che vorrebbero fare per attuarle. Mancano anche, come ho già detto, dati e numeri di queste riforme, che quindi perdono ulteriormente di valore.

Non c'è riferimento poi alle province, alla pressione fiscale per le imprese, all'evasione fiscale, alla lotta contro la mafia, alla giustizia, alla spesa pubblica.

Mi dovrebbero poi spiegare il perchè dei condannati in parlamento e delle aperture/chiusure continue sia al PDL che al PD.

Concludendo, trovo il nulla, veramente, il nulla in questo partito. Non capisco da che parte stia, cosa voglia fare di concreto per il paese e per il nostro futuro. Le uniche note positive più o meno concrete sono la flessibilità del lavoro (che però mi deve essere spiegata bene se è assieme al tempo indeterminato, con i sindacati che abbiamo in Italia) e la detassazione familiare in base al numero di figli, con cui potrei concordare. Mi piacerebbe vedere la retorica trasformata in concretezza, con magari proposte vere e dati alla mano, solo allora potrei poi dare un giudizio più vero su questo partito.


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mercoledì 15 settembre 2010

Kulz: Studio Culturale dell'America a Beneficio della Gloriosa Nazione dell'Italia - Comunicato #4 - conclusioni

Wawawiwa!

Sono ormai da una decina di giorni di nuovo in territorio italiano.
Non vi nasconderò che, guardando dall'alto i nostri laghi, poco prima di atterrare all'aeroporto di Malpensa, mi sono sentito commosso. Volare su territori verdi come i nostri è cosa molto più emozionante, per me, che guardare dall'alto sconfinate distese di pseudo-deserto, desolate e così sole.
In questi giorni ho pensato, e buttato giù qualche bozza, relativa a temi come l'impresa in USA, la mentalità della start-up, il mondo dei capitali e via dicendo. Ma sinceramente, ho pensato che letteralmente "fare lezione" senza proporre nulla di diverso dal "sarebbe bello un po' di questo mondo qui in Italia", oppure "è giusto creare un ponte tra Italia e California", oppure ancora "questi elementi sono positivi e questi altri no", sia qualcosa di oltremodo tedioso e francamente inutile.
Tedioso perché mi piace scrivere e so già che sarei davvero prolisso.
Inutile perché vi basta cercare "Silicon Valley" su google oppure dare un'occhiata al blog mind the bridge per farvi un'idea più che dettagliata su questo mondo.
Si, il mio punto di vista sulla cosa sarebbe stato sicuramente diverso da quello degli altri articolisti che pure ho avuto modo di leggere, forse avrei dato un taglio molto meno entusiastico e più riflessivo, ma tant'è, aggiungo anche che "non ne ho voglia".
Non ne ho voglia perché alla fine il mio punto di vista sugli USA l'ho espresso in modo molto preciso già nei precedenti articoli, e non mi va davvero di ripetermi oltre.
Non ne ho voglia anche un po' perché vorrei liberare la mente da questo viaggio, da questa prospettiva, da questo nuovo "point of view" che, onestamente, mi ha stancato assai.
Ho pensato a lungo a cosa ho imparato in questi giorni, a tutti i nuovi "hint" che ho ricevuto, al mio futuro, al futuro dell'Europa, dell'Italia, del mondo tutto... Si perché questa esperienza ti spinge naturalmente a pensare al futuro, di qualsiasi cosa, ti sfasa la mente, ti manda il cervello in jet lag e se il tuo cuore pulsa al GMT+1 il cervello sta già avanti di 9 ore...
Mi sono trovato con la testa che pensava più veloce di me. Situazione veramente un po' weird, che mi sta facendo pensare che ho bisogno di un bel po' di tempo per svuotare veramente la testa, farmi una bevuta di ampie proporzioni e far prendere aria al cervello.
Quando si torna in Italia si pensa al futuro, dopo il SVST. C'è chi ha le idee chiare in pochi secondi, c'è chi ha già idea di come muoversi.
C'è chi si sente investito da ottimismo.

C'è chi invece, come me, che non ha la minima idea, e dire che si sente confuso è dire poco, e l'ottimismo lo riconosce, lo apprezza, ma ancora non riesce a farlo del tutto suo, pur magari volendolo.

Motivo questo per cui scrivo comunque questa nota, anche se è molto personale e quindi sarà di poco interesse e soprattutto poco "beneficio della gloriosa nazione dell'Italia", però mi sentivo di condividere col mondo di FB, di internet tutto, questi piccoli pensieri.

Detto questo, chiudo gli articoli copiando integralmente ciò che ho scritto nel blog post sul svst network relativo alle impressioni sul viaggio.
Riassume un po' tutto quello che in parte ho già detto e in parte dovevo dire.
È in lingua inglese, ma penso che non sia un grosso problema.

Buona lettura, e buon futuro a tutti voi e alla nostra piccola, bella Italia.



Hello everybody!

First of all, I too want to thank a lot Paolo for the great opportunity that we had the chance to get. I believe that, in Italian and European universities, projects like SVST should be more and everyone should at least attend the conferences. And I'll tell you why.

Since the first conference I attended I got excited by the huge enlargement in my perspectives. I have always loved international opportunities and multicultural situations since I believe that getting to know other cultures can only let people grow, and getting a wider point of view in life is the key to success in everything someone wants to achieve. And, as most of us all did, that's what I found here in California: a new point of view in life.

A point of view that has good and bad parts. For I am extremely critical in my views, and that's my biggest personality flaw, I believe that not everything I saw here was so that awesome, since I'm usually inclined to think that not everything that sparks is gold. What are the good parts? As someone of you said, the strong belief in young people is something that I can only appreciate. As Obama recently said, even during this period of recession, we should not stop to encourage the young by investing on innovation and education, and that's what I saw as being the "spirit" of Silicon Valley. Deep in my heart I hold this belief, we are the future, and nations are made by us. That's what I miss in Italy, and while I'll still be here, but also when I'll be abroad, I want to fight for change towards this direction. I also loved the spirit of cooperation that I felt simply by walking in the streets of San Francisco. In USA, if you're in trouble you don't even need to ask for help, someone comes and gives you a hand. It doesn't matter who you are, where you are from, or whatever color your skin is, you are a human being, and you'll get the help you need, even if it's just being told where's the road you have to go to. This is simply awesome. Talking business, I appreciated the "google way". Focusing on targets is the key to success. Everyone is replaceable, but in a "good" way. You can have a working environment similar to a holiday resort, and still be productive as hell. That's life at its best! Also, as Edo said, the idea that you can speak to the top manager like speaking to a friend is something simply wonderful. Italy and Europe's companies have a waaaay too old mentality, working here shouldn't be just "a dream". The google-way, with the right proportions and timings, should get everywhere.

But, as I already mentioned, I saw some details that have given me a slightly bad impression of this country. For example, speed in decisions sometimes can be too risky, 'cause it sets to rely too much on intuition more than analysis. As a student of business, I think that a little, "European-style", caution should be used, especially when it comes to high loans and investments. Overthinking about present times also in my opinion has its flaws. Future is made up by lots of variables, and personal effort is just one of them. Sometimes I saw a too narrow perspective in people, at the opposite of Italy's sternness. Good balance can be the right point. I also didn't like the extreme consumerism that I perceived as part of USA's culture. I myself produced in ten days the amount of waste that here I usually produce in 2 months, and rarely I had the opportunity to recycle. In America, everyone talks about green energy and all, but everyone's got a suv or a big, pollutant car, and throws every waste in the same bin. I grew up in "green" enviroments, I have a strong concern for Earth's future... I hated myself for two weeks! :( I don't appreciate these lights and shadows, some differences by rich and poor people that I perceived as too high, and in my opinion they're the biggest flaw of a relatively young country that still has to learn a lot, but sometimes seems like it doesn't want to.

Well, I could still go on forever talking about this experience, speaking of what impressed me the most, but I know I would be only redundant and boring. I'm speaking with my heart: I learnt more in SVST than in many years of school. I have come here to learn, and that's what I got. I got the hints to take on my future career and life path. For this, I really want to thank from the bottom of my heart SVST, Paolo, and obviously all of you guys. Living this experience together has been one of my best moments in life.

Future is in our hands, we learned we can change the world if we want to... Yes, we can!



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martedì 14 settembre 2010

Perchè il laureato deve per forza essere assunto?




Vorrei porre l'attenzione su una questione molto spinosa, e che spero mi riguarderà direttamente in un futuro prossimo: la disoccupazione dei laureati in Italia.

Si sente parlare in televisione, sui giornali, blog, forum dei problemi che hanno oggi i laureati a trovare un lavoro che sia attinente a ciò che hanno studiato, oppure (nei casi più sfortunati) a trovare un lavoro generico.
Premesso che io sono d'accordo su fatto che il problema laureati in Italia c'è ed esiste in misura maggiore che negli altri paesi per un'assenza di meritocrazia, vorrei però non dico giustificare questa cosa, ma quanto meno analizzarla da un altro punto di vista: e se alcuni dei laureati non trovano lavoro, o non vengono confermati, perchè semplicemente sono incapaci?
Non voglio dire che tutti lo siano, però credo che una parte (buona o meno) di essi sia disoccupata o precaria proprio perchè non si è dimostrata all'altezza del compito, indipendentemente dal voto di laurea.
Conoscendo persone che lavorano nel campo delle assunzioni, buste paga e company, spesse volte sento di licenziamenti anche di 110 e lode causa lacune, impreparazione o anche una non praticità (sanno la teoria, ma non la applicano oppure non hanno elasticità mentale nell'affrontare le varie situazioni): un problema quindi del laureato, e non del sistema.

Aggiungo inoltre che solo una parte (che è comunque in rialzo) dei neolaureati è in crisi: il 22% circa (dati dell'Ansa a marzo). Bisognerebbe vedere anche le varie facoltà che sono state frequentate, gli anni fuori corso (un 110 e lode preso in 6-10 anni, esclusi gli studenti lavoratori, non vale come un 90 preso nei tre anni a mio modo di vedere) e anche l'università fatta (ricordate la vicenda dei laureati con le tesi sul NWO e Signoraggio?).

Ricordo infine che alcuni (per non dire tanti) laureati arrivano alla fine anche grazie ad aiuti neanche tanto nascosti (copiando ad esempio..ed essendo uno studente lo vedo con i miei occhi); vada per la domandina, ma interi esami copiati da bigliettini/altri fogli oppure fatti a coppie o più è un po' eccessivo (sarà forse per questo che tanto rimangono a casa perchè giudicati impreparati?). Su questo ultimo punto vi rimando all'articolo scritto da Kulz che ho intitolato "Una discarica chiamata Università" che credo spieghi molto bene di cosa sto parlando.


Ripeto ancora una volta: non sto dicendo che non ci sia il problema, quello c'è ed è grave, ma non bisogna, come sempre, generalizzare: alcuni laureati meritevoli sono sottopagati/senza futuro, è verissimo, ma altri proprio non esclusi perchè incapaci. Va bene che in Italia tutto è possibile, ma (facendo un paragone con il calcio), se un'azienda di medie-piccole dimensioni ha un Maradona neolaureato, mica lo lascia a casa no?


Analisi e critica alle proposte del PD



Dopo aver analizzato e criticato alcune delle proposte nel programma di Antonio Di Pietro che non condivido, è giunto il momento di continuare questa analisi dei vari partiti dell'opposizione per capire cosa e come sia l'alternativa al PDL.
Oggi tocca al partito più grosso e più importante, per storia e numeri, dell'alternativa a Berlusconi e soci: il PD, Partito Democratico guidato per adesso da Bersani.

Dando velocemente un'occhiata al sito, ho subito notato che, a differenza di Di Pietro, qui manca un link facile e diretto che porti alle varie proposte (elencate in maniera semplice) in modo che chiunque con poco tempo a disposizione come la maggior parte degli italiani possa leggerle. Sembra una cosa banale, ma in realtà non lo è: gli indecisi infatti analizzano (si spera) diverse alternative confrontando i vari programmi e scelgono in base a quello in cui rispecchiano le proprie idee. Il PD (ad ora) non da questa possibilità limitandolo a mio modo di vedere.

Siccome io essendo studente ho un po' più di tempo, sono rimasto pazientemente a navigare nel sito per cercare qualche proposta da analizzare, trovando però ben poco di interessante: post, articoli, ma nemmeno un NUMERO che sia uno! Tante parole, tanta retorica, ma pochi dati concreti, e a me, essendo economista, questo non mi garba proprio.

Detto questo, provo a dire due cose su quello che ho trovato di concreto utilizzabile come simil programma elettorale: il 20 aprile 2010 il PD ha comunicato le 10 proposte per uscire dalla crisi, fra cui:
  • 2.Riforma del fisco. Una riforma che si basa su un unico
    obiettivo: la riduzione del peso fiscale su chi lavora e su produce. Chi “crea” sviluppo va premiato. Il tutto in considerazione dei due record negativi che l’Italia detiene tra i Paesi industrializzati: quello della più alta tassazione su chi lavora e produce e quello del più elevato livello di evasione ed elusione fiscale
    : benissimo, ma di quanto si ridurranno le tasse? E con quale criterio? Voglio dei numeri, non parole!
  • 3.Riforma universale degli ammortizzatori sociali. Le nostre proposte mirano a estendere anche ai liberi professionisti, ai lavoratori delle piccole imprese e a quelli flessibili, con contratti a progetto o a tempo determinato, le tutele oggi appannaggio esclusivo dei dipendenti a tempo indeterminato delle grandi imprese: abbiamo un debito pubblico altissimo, un rapporto debito pubblico/PIL rispetto agli altri paesi ancora più alto...con che soldi si finanzierebbero questa estensione degli ammortizzatori sociali?
  • 6.Giovani e lavoro. Per superare la precarietà cui sono esposti soprattutto i giovani e le donne con contratti flessibili proponiamo misure volte arginare l’attuale dualismo del mercato del lavoro tra “ipergarantiti” e “vulnerabili”. L’idea è quella di nuove tipologie di contratti di avvio al lavoro che consentano di uscire dalla scelta secca tra precariato e contratti a tempo indeterminato, in genere troppo onerosi per il datore di lavoro: questa proposta è MOLTO INTERESSANTE, davvero. Ho voluto scriverla non per criticarla, ma per metterla in risalto. Scritta così però è un conto, mi piacerebbe però che venisse discussa in maniera approfondita da Bersani in una trasmissione come ad esempio Ballarò, così da farmi capire bene che idea vorrebbe attuare.
  • 9.Mezzogiorno e rinnovabili. Il Sud ha bisogno di un grande progetto che gli consenta di tornare a “respirare” e a essere competitivo, valorizzando il suo enorme patrimonio naturale e culturale. Per questo proponiamo subito un Piano straordinario per fare del Mezzogiorno la piattaforma logistica europea per le energie rinnovabili: qui invece torniamo alla normalità, dopo una proposta potenzialmente ottima. Al Sud non si può investire con la corruzione e con l'evasione che c'è, lo volete capire sì o no? Ammettiamo che le rinnovabili siano la soluzione ai nostri problemi (che sia chiaro, per adesso NON CREDO PROPRIO), cosa succederebbe? La mafia, che non è stupida, anzi, credo sia molto più furba di coloro che ci governano, fiutato il rendimento dell'investimento, entrerebbe sicuramente nei progetti, e il guadagno potenziale andrebbe via con il vento che alimenta le pale eoliche.
L'unico stralcio di programma l'ho trovato a questo indirizzo, che però è relativo alle scorse elezioni regionali, intitolato "Ci stiamo impegnando per":
  • Nella "lotta alla corruzione", c'è la proposta di non candidare persone che hanno ricevuto condanne, anche non definitive, per reati gravi. Bene, peccato però che vi sia sempre qualche pecorella nera anche in questo partito che si lascia corrompere. Nelle liste poi hanno messe gente onesta, ma ad occhio non preparata per governare! Chi poi stabilisce quale sia un reato grave e quale no?
  • Nella sanità, c'è poco o nulla, se non la solita demagogia: nessun dato, poche proposte prive però di numeri...
  • Sulla questione Sud Italia ho già parlato prima
  • Sulla scuola stessa cosa..alcune proposte interessanti, però anche qui mancano dati. Non concordo sull'obbligo di istruzione fino ai 16 anni, visto che la scuola ti da poco o niente di pratico che ti possa servire per un lavoro (tranne magari istituti come Enaip). Sul tempo pieno potrei concordare, bisogna vedere però bene quale sia la proposta. Vi invito un po' a rileggere ad esempio l'articolo sulle scuola USA fatto da Kulz (School in USA)
  • Sul resto ho già più o meno detto prima

Deluso? Un po', soprattutto per la mancanza di chiarezza e semplicità di navigazione, che rispecchia un po' i problemi di comunicazione che ha il PD negli ultimi anni. Sulle proposte analizzate invece, alcune sono buone (molte scontate come per Di Pietro, bisogna vedere nella realtà poi come si possono attuare). Mi piacerebbe, ripeto, saperne di più sulla proposta del lavoro: spero che verrà approfondita su internet e soprattutto in TV in caso di elezioni.

Mi dispiace dirlo per Bersani che è un politico-filosofo che nel bene e nel male stimo abbastanza, ma concludendoe, non credo proprio che il PD riesca a recuperare quei voti necessari a battere Berlusconi, e per quello che ho letto, non credo che sia la giusta alternativa per rilanciare il paese.


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martedì 7 settembre 2010

Proposte di "Di Pietro"...e poi ci lamentiamo se Berlusconi vince







Essendo l'ipotesi elezioni sempre più forte (a fine mese molto probabilmente sapremo se ci saranno oppure no), sono andato a vedermi un po' le proposte dei vari politici, sperando di trovare un qualche cosa che mi possa ridare un minimo di fiducia in questa classe politica.

Sono partito da Di Pietro, l'anti-politico per eccellenza assieme a Grillo, l'unico che abbia fatto in questi anni un'opposizione (più dura che vera, però accontentiamoci) a Berlusconi, leggendo sul suo sito le varie proposte che vorrebbe adottare nel caso in cui diventasse premier.

Riporto qui alcuni dei punti che trovo...comici per non dire cattiverie (qui il link):

  • Rilanciare la produttività nelle imprese con premi salariali legati ai risultati, con incentivi alla rottamazione e prevedere la detassazione degli investimenti finalizzati alla ricerca: con quali soldi?
  • Raddoppiare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane: stessa cosa..chi paga?
  • Abbattere il costo del lavoro per favorire le assunzioni a tempo indeterminato: il problema delle assunzioni a tempo indeterminato non è tanto il costo, ma quanto il fatto che in Italia è molto più difficile licenziare che all'estero (a causa dei sindacati che spesse volte difendono gente indifendibile tutto per tenersi il ricavo della tesserina). In più, siamo davvero sicuri che il male siano i contratti a tempo determinato? All'estero (vedi Polonia, Olanda ad esempio) non c'è tutto questo accanimento verso il tempo determinato, perchè? Perchè è gestito meglio, ed è meritocratico: se sei bravo ti rinnoviamo il contratto, se sei un bamboccio che fa quello che vuole te ne stai a casa. I sindacati (quelli seri) vigilano sul non sfruttamento dei lavoratori.
  • Fissare un tetto massimo per le retribuzioni dei manager di banche, di aziende pubbliche e di aziende che ricevono aiuti di Stato: perchè? Se io faccio guadagnare all'azienda X, perchè non posso guadagnare X-Y, ma invece Z (con Z minore di X-Y)? Piuttosto, si dovrebbero controllare gli stipendi, ed abbassare, se non annullare, gli stipendi dei manager che non ottengono risultati, non limitare quelli che li ottengono.
  • Abrogare la Bossi-Fini e il recente pacchetto sicurezza (reato di immigrazione clandestina) e sostituirla con una legge civile: perchè depenalizzare il reato di immigrazione clandestina?
  • Depenalizzare i reati meno gravi per consentire all’autorità giudiziaria di concentrare la sua azione nel perseguimento dei reati gravi ed in quelli di alto allarme sociale: questo non perdo tempo a commentarlo perchè andiamo oltre al ridicolo...poi dice di Berlusconi. Mi piacerebbe solo sapere con quale criterio si giudicano i reati gravi dai meno gravi.
  • Prevedere agevolazioni sulla prima casa per le giovani coppie: stiamo costruendo case su case, che fra l'altro rimangono invendute...ci penserà il mercato a far calare i prezzi. Perchè spendere soldi pubblici per drogarlo (e quindi non farli calare?)

Questi sono alcuni dei punti su cui nutro molti dubbi. Ce ne sarebbero degli altri, ma bisognerebbe discutere per giorni, senza arrivare ad un punto in comune (vedo già sui forum che è così).

Ci sono anche cose positive che approvo, come la riduzione delle spese militari, sulla giustizia, sanità, riduzione tasse etc etc, che però alla fine promettono un po' tutti a sinistra, ma quando sono stati al governo non hanno mai attuato, anzi.

Resto molto perplesso sul penultimo punto che ho scritto, pregherei l'On. di spiegarlo magari meglio. Credo che in Italia il problema non siano i troppi reati, ma i non provvedimenti, che poi hanno come conseguenza un aumento dei reati, anche e soprattutto minori. Ripeto: dice tanto di Berlusconi...propone una cosa come questa e poi si lamenta che vince.

Questa è una piccola critica (ho messo in risalto gli aspetti negativi, a mio giudizio) fatta da un piccolo blog sul programma di Di Pietro e del'Italia dei Valori. Non è male come pensavo, anzi considerate le premesse mi reputo sorpreso, anche se sinceramente avrei fatto altro per i paese, guardando in faccia alla realtà e senza poi ricorrere in così tanta demagogia. Ora come ora, è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno.



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