giovedì 23 settembre 2010

Insegnanti: ecco perchè la Gelmini ha ragione




Negli ultimi tempi tiene banco la vicenda fra il ministro Gelmini e gli insegnati di elementari, medie e superiori, riguardo i tagli alla scuola che riguardano anche e soprattutto loro. Piccola premessa: non parlo dell'università, in quanto quello è argomento a parte.

La domanda è una: il ministro ha ragione, oppure ha torto marcio? Per sindacati, insegnanti e buona parte dell'opinione pubblica, la risposta è la seconda. Per le statistiche invece, la situazione è leggermente diversa.

I dati vengono dall'OECD Education at a glance 2010 (disponibile, a pagamento, sul sito www.sourceoecd.org).

Il blog NoiseFromAmeriKa ha scritto un ottimo post basandosi su questi dati, dal titolo "La spesa per istruzione in Italia", che ora vado a sintetizzare e commentare.

Dai dati si evince che la spesa per studente in Italia è superiore rispetto alla media OCSE, soprattutto per Elementari e Medie, inferiore invece per le scuole superiori. Perchè tutto questo? Semplice: in Italia abbiamo troppi insegnati (rispetto agli altri paesi s'intende).
Guardando le tabelle si scopre infatti che il numero di studenti per docente è molto inferiore nelle scuole elementari e medie, e solo inferiore nelle superiori. I nostri valori sono più o meno simili ad Ungheria e Polonia (sinceramente, non proprio i migliori esempi, con tutto il rispetto), e nettamente inferiori a Germania e Finlandia (nazioni che stanno andando meglio negli ultimi anni).

Cosa comporta tutto questo? Tre cose fondamentali:
  1. Una crescita della spesa per l'istruzione, che non è presente negli altri paesi sviluppati
  2. Una maggiore percentuale della spesa è destinata agli stipendi degli insegnanti, sacrificando così fondi per edifici, materiale, corsi di aggiornamento, corsi di sostegno e via dicendo
  3. Stipendi degli insegnanti più bassi (dai dati si nota come gli stipendi italiani siano più bassi rispetto alla media: "26.074 $ all’inizio a 38.381 al top della carriera contro una media che va da 28.949 a 48.022", con tutto ciò che ne deriva (un docente sottopagato/precario renderà meno rispetto ad un collega con una paga congrua all'importanza del suo lavoro) .

Concludo questa rassegna di numeri citando l'articolo riguardo le ore:

I bambini italiani stanno a scuola più a lungo della media OCSE (a 7-8 anni 941 ore obbligatorie contro le 759 della media, e le 608 della Finlandia [tab. D1.1]), i maestri insegnano meno ore (735 invece delle 786 della media, contro le 805 della Germania e le sole 677 in Finlandia [tab. D4.1]) e le classi sono meno numerose (18,7 contro una media di 21,6 [Tab D2.1]). La combinazione di questi tre fattori produrrebbe un costo totale superiore alla media di ben 1.066 $ per alunno/anno.
E poi ci stupiamo se un bambino a 10 anni sia già stufo di andare a scuola.



MIE CONSIDERAZIONI

Un po' le ho già scritte nella sintesi, però vorrei concludere il discorso dicendo la mia idea.
Io credo che la scuola italiana non sia stata gestita bene negli ultimi anni (il periodo è più o meno lungo..diciamo dagli anni 70-80 in avanti si è costantemente scesi in basso), poichè è stata utilizzata come mezzo per creare del lavoro non necessario e sottopagato, attraverso la spesa pubblica, danneggiando e di molto la qualità dell'insegnamento stesso. C'è stato un boom di insegnati che ha superato il limite e che ha portato, assieme ad altre cause, alla situazione in cui siamo ora: precari, scuole che cadono realmente a pezzi, mancanza di materiale, insegnanti non aggiornati, insegnanti scarsi (perchè le cose bisogna dirle...molti sono scarsi e basta), insegnamento di materie non molto utili alla realtà, materie insegnate solo teoricamente, senza un collegamento reale all'utilità pratica e via dicendo (si sa che lavorare fuori casa solo di mattina, con ferie pagate per due mesi in estate, in più Pasqua, Natale fa comodo a tutti, anzi, a troppi).

Qualcuno potrebbe affermare che non sempre è bene seguire l'esempio degli altri, ma essere l'esempio stesso da seguire. A questi io rispondo che, vista la realtà ed i risultati, guardandoci in giro, o anche solo prendendo in mano i test di PISA, in cui la prestazione migliore è della Finlandia (una delle nazioni che ha meno insegnanti), il nostro non credo che sia un buon esempio, anzi.
Bisognerebbe anche vedere la ripartizione degli anni scolastici fra elementari, medie e superiori (la maggior parte a 18 anni finiscono le superiori) e valutare se cambiarla oppure no (io sono per il sì tanto per chiarire).

Concludendo direi che la Gelmini ha le ragioni per ridurre la spesa elevata a causa dei tanti insegnanti, ma questa deve essere reinvestita sotto forma di altri finanziamenti alla scuola PUBBLICA unita ad una riforma seria.



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