Il caso di Pomegliano è oramai diventato nazionale: la cattiva Fiat (o meglio, i cattivi imprenditori) che rendono schiavi i propri dipendenti/operai che lavorano 26 ore al giorno sottopagati e ovviamente senza alcun diritto. Bene o male (ok, ho estremizzato) è questa la situazione che ci è stata presentata da operai, sindacati e partiti di sinistra/comunisti.
Per fortuna che ci sono i siti stranieri, e non solo per contraddire Berlusconi.
Bloomber infatti, il 26 settembre scorso, è uscito con un post molto interessante che qui in Italia (mi pare) sia stato ignorato del tutto e che voglio riportare. Il link è questo.
Cito la parte interessante:
“We’re trying to resolve the capacity issue,” a Fiat spokesman said. “We’re doing more than other car companies.”
Seven Cars a Year
Pomigliano employs 5,000 workers and produced 35,000 cars last year. Melfi, Fiat’s second-biggest Italian plant and the one with the best capacity utilization, employs 5,280 workers and built 280,000 Grande Puntos in 2009. That’s seven cars per employee at Pomigliano, versus 53 at the Melfi plant.
Che ci sia un problema è vero, e sicuramente la colpa non è solamente degli operai ma anche dei piani alti, ma non mettiamoci a difendere sempre l'operaio schiavizzato a modi Peppone per intenderci. Una differenza così abissale, con così tanti problemi non è data solo dai piani alti, ma anche dagli operai, ed è bene iniziare a dirlo, perchè se presenti certificati medici nei giorni di sciopero, o per le elezioni, vuol dire che non hai voglia di lavorare, ma percependo comunque lo stipendio, poche balle.
Per quanto riguarda la proposta della Fiat e l'assurda lotta mossa dai sindacati, vi consiglio di leggere questo articolo. E poi la chiamano Cinesizzazione....
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