domenica 27 ottobre 2013

A noi consumatori dell’italianità di Alitalia non importa nulla

- Articolo originale pubblicato su MySolutionPost -     Mattia Poletti


Errare humanum est perseverare autem diabolicum” recita un famosissimo detto latino, che si traduce con “Commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico”. Perché questa citazione classica? Semplicemente la ritengo la miglior sintesi di tutto ciò che sta succedendo in questi tempi nel nostro amato Bel Paese. Noi commettiamo tantissimi errori a livello politico, sociale ed economico ma non impariamo mai, anzi, perseveriamo nel commetterli, riuscendo fin a fare peggio.
Solo così posso giustificare una dirigenza pubblica che vuole risalvare la compagnia aerea di bandiera, Alitalia, scordandosi che cinque anni fa fece la stessa cosa con i soldi di noi contribuenti italoti (che, ricordo, paghiamo più tasse di qualsiasi altro nostro collega mondiale, o quasi): i risultati li abbiamo sotto gli occhi tutti.
Sì, Alitalia è ancora in difficoltà e ancora una volta i nostri dirigenti vogliono impegnarsi nell’ennesimo salvataggio della stessa. Il bello è che da vent’anni questa compagnia aerea è in perenne perdita (salvo qualche rara eccezione). Massimo Fontana sul suo blog (Archeo-Finanza) ha raccolto i dati facendo un elenco dal 1990 ad oggi:

- 2012: -280 milioni euro.
- 2011: -69 milioni euro.
- 2010: -168 milioni euro.
- 2009: -326 milioni euro.
- 2008: a fine luglio il Cda non approva la semestrale e dichiara l'insolvenza della società.
- 2007: -495 milioni euro.
- 2006: -626 milioni euro.
- 2005: -168 milioni euro.
- 2004: -812 milioni euro.
- 2003: -519 milioni euro.
- 2002: +94 milioni euro.
- 2001: -907 milioni euro.
- 2000: -249 milioni euro.
- 1999: +6 milioni euro.
- 1998: +210 milioni euro.
- 1997: +260 milioni euro.
- 1996: -621 milioni euro.
- 1995: +0.7 milioni euro ( dovuto a plusvalenza di 220 milioni euro grazie a cessione Aeroporti Roma)
- 1994: -192 milioni euro.
- 1993: -177 milioni euro.
- 1992: -8 milioni euro.
- 1991: -17 milioni euro.
- 1990: -48 milioni euro.
Curioso come dal 2000 e in poi, ad eccezione del 2002, l’azienda sia in netta perdita per svariate centinaia di milioni di euro all’anno, ed ha continuato anche dopo il 2008 nonostante la cordata patriottica voluta e sponsorizzata da Silvio Berlusconi, pagata a caro prezzo da tutti noi (4 miliardi circa, un’Imu) rivelatasi un flop annunciato.
Oggi, i nostri dirigenti patriottici vogliono commettere lo stesso errore, facendo partecipare Poste Italiane alla ricapitalizzazione di Alitalia. Il tutto in nome dell’”italianità”.
Volete una confessione? A noi consumatori razionali, dell’italianità di Alitalia, non ce ne frega nulla. Il consumatore razionale guarda soprattutto alla qualità e al costo del prodotto: in base a questi sceglie che cosa acquistare. Alitalia, mi spiace dirlo, non è competitiva né sul prezzo né sulla qualità. I consumatori che guardano al portafoglio preferiscono compagnie aeree low cost (Easy Jet/Ryanair), mentre chi guarda alla qualità si dirige verso altri colossi del settore. A ciò bisogna poi aggiungere la concorrenza nelle brevi tratte sempre migliore dei vari Tav (pensiamo anche solo al Milano-Roma).
Non ci  strappiamo le vesti se Alitalia venisse venduta a qualche acquirente estero, così come non hanno fatto gli svizzeri quando Swissair (o meglio, quel che restava visto che era fallita) è stata comprata da Lufthansa una decina di anni fa. Anzi, dirò di più: se Alitalia venisse venduta e “magicamente” ritornasse a fornire servizi di qualità a prezzi competitivi, allora noi consumatori viaggeremo molto volentieri sui loro aerei, non curanti di chi sarà la proprietà.
La verità è che i nostri dirigenti vogliono salvare le loro poltrone (e quelle degli amici). Dell’italianità non frega nulla nemmeno a loro. Quella è solo l’ennesima scusa per scucire soldi a cittadini che di soldi ne han sempre meno…


@Rebel Ekonomist

Vuoi essere sempre informato? Iscriviti alla fanpage!

martedì 22 ottobre 2013

Ma quando Maradona evase, le tasse erano molto più basse

Intervistato da Fabio Fazio, Maradona parlando di Equitalia della sua "presunta" evasione, si è espresso in modo poco signorile facendo il gesto dell'ombrello in diretta tv. Fazio, da buon presentatore, ovviamente non ha fatto nulla (ma questa è un'altra storia).

Il gesto clamoroso del Pibe de Or ha scatenato le polemiche sul web e molti lo hanno appoggiato in quanto segno di ribellione ad uno Stato ladro che opprime i contribuenti asfisiati dalle tasse. In poche parole: "Ha fatto bene ad evadere".

Chi mi legge sa che sono d'accordo sulla questione sprechi di Stato (il cosidetto "Affamare la bestia") e su una pressione fiscale davvero troppo alta per i servizi che il Paese offre e che sta letteralmente uccidendo, assieme alla burocrazia, tutto il settore produttivo italiano.
Arrivare però a considerare quasi un "eroe" una persona che ha evaso, secondo il fisco, 38 milioni di euro mi pare ridicolo.

Non voglio star qui a discutere se lui fosse consapevole o meno della cosa, non mi interessa. Il fatto è che il fisco dal 17 febbraio 2005 considera Maradona un evasore fiscale con un debito di 35 milioni di euro (e aumenta di 3mila ogni giorno).

L’ingente debito di Maradona ammonta a poco piu' di 39 milioni di euro ed è stato più volte confermato dalle autorità giurisdizionali competenti. In particolare si ricordano dalla sentenza della Corte di Cassazione del 17 febbraio 2005, da quella della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli depositata nel giugno 2012 e dalla sentenza della Commissione Tributaria Centrale del primo febbraio di ques'anno. Inoltre, con un’ulteriore sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli n.7/21/13 depositata il 10/01/13, divenuta definitiva per mancata opposizione, è stato dichiarato inammissibile il ricorso, con condanna alle spese di lite, contro un presunto rifiuto su istanza di sgravio. (Ansa)
Questi sono i fatti documentati. Detto ciò, voglio analizzare un attimo la questione.

Le sentenze di condanna per evasione fiscale di Maradona si riferiscono ad una sua evasione nel periodo fine anni '80/inizio anni '90 quando ancora giocava nel Napoli. Chi elogia il "Maradona evasore fiscale" si riferisce quindi a questo periodo storico.
Domandina a lor signori: a quanto ammontava la pressione fiscale?


Siamo a livelli 35-38% circa, quindi molto più bassi (una decina di punti da quella ufficiale e non reale) dell'odierno livello di tassazione.

Questo è un chiaro esempio di come l'evasione fiscale comprenda almeno due tipi di individui: chi evade perchè "o faccio così o chiudo e fallisco" e chi invece evade perchè è un ladro, punto.

Non venite a dirmi che chi guadagna 100-200 mila euro all'anno e ne dichiara 5 mila sia un eroe vittima del fisco che protesta per i propri diritti e che se abbassassimo la pressione fiscale di 10-15 punti ricomincerebbe a pagare tutte le tasse perchè è una balla e questo caso in particolare ne è la dimostrazione.

Se è vero che esiste purtroppo un'evasione da disperazione, ne esiste anche un'altra di furboni delinquenti che se ne approfittano. La cosa triste è che ci siano quelli che chiamo "naziliberisti" che pure li giustificano, facendone degli eroi. Ecco, questo è il modo più sbagliato possibile di risolvere il problema tasse in Italia.
Se evadi e lo fai non per sopravvivere, non hai alcuna giustificazione. Sei un delinquente e per questo devi pagare, e tanto.

Feci i complimenti a Monti per l'operazione Cortina del 2012. Colgo l'occasione per rinnovarli. Beccare i furbi, punendoli, servirà anche a recuperare soldi per abbassare le tasse a quelli che pagano fin quando possono, in modo tale da permetter loro di vivere (e non sopravvivere) versando tutto il dovuto al fisco.

@Rebel Ekonomist

Vuoi essere sempre informato? Iscriviti alla fanpage!

sabato 19 ottobre 2013

La bufala del prelievo forzoso del 10% dai conti correnti voluto dal FMI ed una considerazione economica

In questi ultimi giorni una notizia drammatica sta circolando in rete: il Fondo Monetario Internazionale sarebbe pronto a prelevare il 10% dalla ricchezza dei cittadini europei per abbassare lo stock di debito pubblico delle varie nazioni. In pratica, sarebbe un'operazione simile a quella già attuata da Amato una ventina di anni fa in Italia, ma ad una percentuale molto più significativa.


Notizia condivisa sui social e ripresa anche da testate importanti come Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano (ma nn solo, anche molte testate estere) e blog conosciuti come quello di Beppe Grillo (in prima fila, ovviamente) che hanno letto queste righe riportate nell'immagine:




Ecco, già il fatto che venga ripreso da Grillo (che notoriamente è incline a credere ai complotti sopratutto di BCE/FMI/UE e di assurdità economiche ne dice una a settimana oramai) dovrebbe iniziare a far pensare: forse le cose non stanno proprio in questi termini.

Tutti gli articoli riportano la proposta del prelievo forzoso "temporaneo" del 10% della nostra ricchezza sui conti correnti perchè sarebbe scritta nel paper "Fiscal Monitor" redatto proprio dall'istituto guidato da Christine Lagarde. Il motivo sarebbero gli scarsi risultati ottenuti in Europa (Grecia in particolare) dalle politiche adottate fino ad ora. I soldi dei cittadini in pratica taglierebbero la testa al toro, evitando una Grecia 2.0.

Ma è così? Ovviamente no! Il Fondo Monetario Internazionale ha dovuto (pazzesco) pubblicare una nota in cui spiegava chiaramente di non aver raccomandato una patrimoniale sulle famiglie, ma solamente ipotizzato con una stima quanti soldi servirebbero per riportare il livello del debito pubblico al 2007 (pre crisi insomma).

Basterebbe leggere le righe nell'immagine per capire che lo stesso FMI reputa questa ipotesi fallace in quanto

A) Dovrebbe essere fatta di sorpresa, sennò ovviamente i cittadini andrebbero a prelevare tutti i propri risparmi sui conti correnti/occultare capitali e ricchezze, provocando una crisi epocale

B) I cittadini dovrebbero accettare la cosa come unica ed irripetibile, ovvero come un evento straordinario, sennò non depositerebbero più alcun euro in banca

C) L'evidenza empirica dimostra che con questi prelievi la riduzione del debito è stata, alla fine, fallace (direi che l'Italia ne è l'esempio principe)

Il 10% lo troviamo scritto alla fine come ammontare che servirebbe nel caso si voglia attuare questa patrimoniale, che però si è appena dimostrata inutile.

A parte che l'ipotesi è di una patrimoniale sulla ricchezza netta e non solo dai conti correnti, quindi ad esempio anche le case rientrano nella patrimoniale.
Se voi avete uan casa di proprietà del valore di 200mila euro, dovreste pagarne 20 mila. Ovviamente ciò andrebbe a distruggere il bilancio familiare. La proposta quindi non è per nulla applicabile a livello pratico.
Fra l'altro, il FMI non ha alcun potere di fare una manovra del genere, quindi anche volendo, non potrebbe.

Tutto questo però non è stato del tutto inutile: abbiamo un'ulteriore conferma di come le proposte di patrimoniali assurde da parte di alcuni partiti politici tanto sbandierate durante la campagna elettorale sono solamente balle, e pure molto dannose.

Nulla di nuovo per chi legge queste pagine.

@Rebel Ekonomist

Vuoi essere sempre informato? Iscriviti alla fanpage!

giovedì 10 ottobre 2013

La folle condizione sullo spread presente nella manovra correttiva varata dal governo Letta

Saccomanni ha presentato la "manovrina" correttiva pari a 1.6mld per rientrare nel famoso 3% di deficit che l'Italia ha sfiorato.

Erano trapelate notizie nei giorni scorsi anche su un eventuale aumento da subito di 6.5cent sui carburanti (ovvero, nuove accise). Fortunatamente sono state smentite/corrette e a quanto pare l'aumento non ci sarà (che mi leggano?), ma fra le tante assurdità, come vendere patrimonio pubblico non per abbassare lo stock di debito ma per coprire una "perdita temporanea" (che fra l'altro a quanto mi dicono potrebbe essere bocciata), una in particolare mi ha colpito perchè sembra davvero scritta da persone che di economa non capiscono nulla.

Nota di Aggiornamento del DEF del Governo Letta, sulla nota 3 a pagina 2 della tabella I.1 (pagina 10 del documento)


Cito testualmente:
l’attuale scenario ipotizza una graduale chiusura degli spread di rendimento a dieci anni dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi a 200 punti base nel 2014, 150 nel 2015 e 100 nel 2016 e 2017.
Chiunque abbia un minimo di nozioni di economia (e di buon senso) saprebbe il perchè questa condizione sia una stupidata. Per i nostri politici, dato che a quanto pare non ne sono in possesso, la spiegherò.

Lo spread come si intende qui misura la forbice fra il tasso di interesse dei nostri titoli di debito pubblico e quelli tedeschi (BTP-BUND decennali in questo caso). Ciò vuol dire che la suddetta forbice si restringe quando o il rendimento del BTP diminuisce oppure quando quello del BUND aumenta. Ed è qui che casca l'asino: se il BUND aumentasse il suo rendimento (tasso) e i nostri BTP rimanessero stabili (o aumentassero in misura minore), lo spread diminuirebbe, ma il tasso di interesse dei BTP rimarrebbe uguale! In pratica, il risparmio ipotizzato non ci sarebbe! Capite?

Se già è una follia a mio modo di vedere legare un piano di finanza pubblica all'ipotesi di un calo dei tassi di interesse (esso dovrebbe essere preso come un eventuale risparmio extra), legarlo allo spread va estremamente oltre.

Se vi chiedete il perchè l'Italia sia entrata in una crisi più profonda che da altre parti e faccia una tremenda fatica ad uscirne, la risposta è anche in queste piccole cose. Siamo governati da incapaci.

@Rebel Ekonomist

Vuoi essere sempre informato? Iscriviti alla fanpage!

giovedì 3 ottobre 2013

Ma l'aumento dell'Iva lo decise Berlusconi

Nessuno lo dice...o quasi.



Testo della Legge del 15 Luglio 2011 n°111, articolo 40, comma 1
(“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria.”
(Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 16 luglio 2011 n. 164))

 Art. 40  Disposizioni finanziarie
1.  La dotazione del fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, è incrementata di 835 milioni di euro per l'anno 2011 e di 2.850 milioni di euro per l'anno 2012. Le risorse finanziarie di cui al primo periodo per l'anno 2012 sono destinate all'attuazione della manovra di bilancio relativa all'anno medesimo.
1-bis.  Gli accantonamenti disposti, prima della data di entrata in vigore del presente decreto, dall'articolo 1, comma 13, terzo periodo, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, sono resi definitivi con le modalità ivi previste. Le entrate previste dal primo periodo del citato comma 13 sono conseguentemente destinate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica.
1-ter.  A decorrere dal 1° ottobre 2012 fino al 31 dicembre 2012 le aliquote Iva del 10 e del 21 per cento sono incrementate di 2 punti percentuali. A decorrere dal 1° gennaio 2013 continua ad applicarsi il predetto aumento. A decorrere dal 1° gennaio 2014 le predette aliquote sono ulteriormente incrementate di 0,5 punti percentuali. (2)
1-quater.  La disposizione di cui al comma 1-ter, secondo e terzo periodo non si applica qualora entro il 30 settembre 2012 siano entrati in vigore provvedimenti legislativi in materia fiscale ed assistenziale aventi ad oggetto il riordino della spesa in materia sociale, nonché la eliminazione o riduzione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che si sovrappongono alle prestazioni assistenziali, tali da determinare effetti positivi, ai fini dell'indebitamento netto, non inferiori a 13.119 milioni di euro per l'anno 2013 ed a 16.400 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2014.

Vuoi essere sempre informato? Iscriviti alla fanpage!

Articoli che potrebbero interessarti

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...