CRITICA ALLA LETTERA DEL PREMIER AL DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA
[..]Ma se riusciamo a portare la crescita oltre il tre-quattro per cento in cinque anni[..] l’aggressione vincente al debito e al suo costo annuale diventa, da subito, l’innesco di un lungo ciclo virtuoso.(grassetti miei)
Per fare questo occorre un’economia decisamente più libera, poiché questa è la frustata di cui parlo, in un Paese più stabile, meno rissoso, fiducioso e perfino innamorato di sé e del proprio futuro. La «botta secca» è, nonostante i ragionamenti interessanti e le buone intenzioni del professor Amato e del professor Capaldo, una rinuncia statalista, culturalmente reazionaria, ad andare avanti sulla strada liberale [..]
Le buone intenzioni nella lettera ci sono, e concordo con Berlusconi per quanto riguarda la patrimoniale: non è la soluzione.
Le soluzioni per abbassare il debito e ricominciare a crescere sono quelle che ha scritto lui (in generale), ma c'è un "Però" grosso come una casa.
Per prima cosa, andando ad analizzare i dati di crescita del PIL negli ultimi 15 anni, possiamo notare (dati ISTAT) che la crescita annua con Berlusconi è crollata:
Il 2008 si è verificato un -1%, il 2009 un -5% e il 2010 un +1%.
Togliendo i dati 2006 e 2007 (governo Prodi) che ammontano a circa il 3.8%, l'ammontare della crescita del PIL con Berlusconi come premier ammonta a: -1,8%.
Risulta difficile credere che nel giro di 5 anni la crescita italiana sarà pari a oltre 4-5%, considerando che nemmeno sommando tutti i dati 2001-inizio 2006 (secondo governo Berlusconi) arriviamo al 4%.
Obiettivo ambizioso, ma poco reale se confrontati con la realtà.
Secondo aspetto: la spesa pubblica. Berlusconi ha affermato che si deve risparmiare in questo settore e ha perfettamente ragione. Il problema però, anche qui, è che andando ad analizzare i dati, il primo che ha aumentato la spesa pubblica è stato proprio lui!
Parla poi delle liberalizzazioni. Giustissime a mio parere, peccato che sia stato proprio lui a togliere le uniche due riforme liberali che sono state fatte da Bersani negli ultimi anni (professione forense e vendita di medicinali da parte delle parafarmacie).
Sulle privatizzazioni non ne parliamo, visto che ha come ministro dell'economia Tremonti (socialista de facto) che, come ha rimarcato, è contrario alle stesse.
Vedremo un po' come andrà a finire. Sinceramente credo che, come sempre, siano solo parole buttate lì per calmare le acque e che rimarranno tali. Spero che almeno la promessa di non seguire il consiglio di Amato sia rispettata.
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