lunedì 7 febbraio 2011

I buoni falsi propositi di Berlusconi


CRITICA ALLA LETTERA DEL PREMIER AL DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA

Il Presidente del Consiglio scrive così nella lettera dell'11 gennaio al direttore del Corriere della Sera:

[..]Ma se riusciamo a portare la crescita oltre il tre-quattro per cento in cinque anni[..] l’aggressione vincente al debito e al suo costo annuale diventa, da subito, l’innesco di un lungo ciclo virtuoso.
Per fare questo occorre un’economia decisamente più libera, poiché questa è la frustata di cui parlo, in un Paese più stabile, meno rissoso, fiducioso e perfino innamorato di sé e del proprio futuro. La «botta secca» è, nonostante i ragionamenti interessanti e le buone intenzioni del professor Amato e del professor Capaldo, una rinuncia statalista, culturalmente reazionaria, ad andare avanti sulla strada liberale [..]
(grassetti miei)

Le buone intenzioni nella lettera ci sono, e concordo con Berlusconi per quanto riguarda la patrimoniale: non è la soluzione.
Le soluzioni per abbassare il debito e ricominciare a crescere sono quelle che ha scritto lui (in generale), ma c'è un "Però" grosso come una casa.

Per prima cosa, andando ad analizzare i dati di crescita del PIL negli ultimi 15 anni, possiamo notare (dati ISTAT) che la crescita annua con Berlusconi è crollata:

(dati stimati..l'elenco completo dei dati reali lo trovate nel link)

Il 2008 si è verificato un -1%, il 2009 un -5% e il 2010 un +1%.

Togliendo i dati 2006 e 2007 (governo Prodi) che ammontano a circa il 3.8%, l'ammontare della crescita del PIL con Berlusconi come premier ammonta a: -1,8%.
Risulta difficile credere che nel giro di 5 anni la crescita italiana sarà pari a oltre 4-5%, considerando che nemmeno sommando tutti i dati 2001-inizio 2006 (secondo governo Berlusconi) arriviamo al 4%.

Obiettivo ambizioso, ma poco reale se confrontati con la realtà.

Secondo aspetto: la spesa pubblica. Berlusconi ha affermato che si deve risparmiare in questo settore e ha perfettamente ragione. Il problema però, anche qui, è che andando ad analizzare i dati, il primo che ha aumentato la spesa pubblica è stato proprio lui!








Parla poi delle liberalizzazioni. Giustissime a mio parere, peccato che sia stato proprio lui a togliere le uniche due riforme liberali che sono state fatte da Bersani negli ultimi anni (professione forense e vendita di medicinali da parte delle parafarmacie).

Sulle privatizzazioni non ne parliamo, visto che ha come ministro dell'economia Tremonti (socialista de facto) che, come ha rimarcato, è contrario alle stesse.

Vedremo un po' come andrà a finire. Sinceramente credo che, come sempre, siano solo parole buttate lì per calmare le acque e che rimarranno tali. Spero che almeno la promessa di non seguire il consiglio di Amato sia rispettata.




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