giovedì 31 luglio 2014

Renzi ha 12 ore per pagare 68 MLD di debiti della PA

In questo momento sono le 12:00 di Giovedì 31 Luglio 2014. 12 ore e Agosto farà la sua comparsa, nonostante il clima ricordi più fine Ottobre e l'avvento di Novembre.

Perchè sono così preciso? Perchè ricordo questa data? Semplice, entro domani la Pubblica Amministrazione Italiana dovrà pagare 68 miliardi di suoi debiti verso i privati, gli stessi privati che la stessa pubblica amministrazione (o meglio, lo Stato Italiano) tartassa con tasse e, nel caso di mancato pagamento di esse, multe salatissime.

Siamo a mezzodì, ergo entro 12 ore Matteo Renzi dovrò mantenere la promessa fatta a pochi giorni dal suo avvento a Palazzo Chigi: "Entro luglio pagheremo tutto".


In realtà, vi anticipo già, i pagamenti non li vedrete. Almeno non entro domani. Nella famosa intervista del  "che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone" (sul quale dirò un parere nei prossimi giorni), il Premier ha anche aggiunto che

"Entro il 21 settembre dovremmo riuscire a pagare tutti i debiti della pubblica amministrazione"

Staremo a vedere. Però quel "dovremmo", al condizionale, lascia ben poche speranze. O il sottoscritto è troppo pessimista?

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martedì 8 luglio 2014

L'Italia e quella laicità dello Stato perduta (o forse mai avuta)

Italia Stato Laico. Almeno in teoria. O forse no? Davvero lo Stato italiano è laico? Quanti di voi si sono posti questa domanda negli ultimi tempi?

Personalmente seguendo la cronaca mi è venuto il dubbio più e più volte. Senza andare a parare su temi davvero delicati come aborto, eutanasia, matrimoni ed adozioni gay, basta prendere in considerazione il tema del crocifisso.

Pochi giorni va, il sindaco leghista di Padova, Massimo Bitonci, ha annunciato tramite il suo profilo Twitter (con foto allegata) che il comune regalirà un crocifisso obbligatorio per tutti gli edifici e le scuole:
“Ora in tutti gli edifici e scuole un bel crocifisso obbligatorio regalato dal Comune. E guai a chi lo tocca”."
La giurisprudenza dice che (sentenza 2011 della Grande Camera della Corte europea per i diritti dell’uomo) l'esposizione del crocifisso è legittima, quindi a livello legislativo il sindaco non fa nulla di male, almeno secondo la UE. 

Il problema è che qui OBBLIGA l'esposizione del crocifisso. Quale Stato laico obbligherebbe l'esposizione di un qualsivoglia simbolo religioso sul muro dei suoi stessi edifici?

Un conto è la tolleranza, un altro è l'obbligo. Perchè mai in un edificio di uno Stato laico a maggioranza dipendenti atei o islamici o buddisti dovrebbe mantenere obbligatoriamente un simbolo religioso non riconosciuto dagli stessi dipendenti?

Guardate che se nel Cristianesimo ci fosse l'obbligo del burka, una "riforma" di un sindaco del genere sarebbe quella di obbligare le donne ad indossarlo. Diventeremmo tali e quali quei Paesi da dove provengono alcuni immigrati che Lega Nord in primis critica praticamente ogni giorno.

A questo sindaco ricordo la sentenza n° 203 del 1989 della Corte Costituzionale la quale afferma che:


4. - I valori richiamati concorrono, con altri (artt. 7, 8 e 20 della Costituzione), a strutturare il principio supremo della laicità dello Stato, che é uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica.
Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale. Il Protocollo addizionale alla legge n. 121 del 1985 di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Santa Sede esordisce, in riferimento all'art. 1, prescrivendo che , con chiara allusione all'art. 1 del Trattato del 1929 che stabiliva: .
La scelta confessionale dello Statuto Albertino, ribadita nel Trattato lateranense del 1929, viene cosi anche formalmente abbandonata nel Protocollo addizionale all'Accordo del 1985, riaffermandosi anche in un rapporto bilaterale la qualità di Stato laico della Repubblica italiana.
La decisione del sindaco leghista, a mio modo di vedere, è totalmente illegittima in quanto va contro la citata sentenza.

Again, come da titolo: siete così sicuri di vivere in uno Stato laico? Io no.


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giovedì 3 luglio 2014

Il CALO dello SPREAD è merito di RENZI?

Articolo scritto e pubblicato originariamente su MySolutionPost il 12 maggio 2014


Chi di voi si ricorda lo spread? Il termine più famoso della crisi che stiamo vivendo da oramai 6 anni a questa parte.
Ultimamente è un po’ passato di moda, forse perché siamo distratti da altre vicende (politiche) o forse solo a causa della sua stabilità a livelli più accettabili rispetto a 2 anni fa (fortunatamente), fatto sta che è sempre più raro vedere commenti sull’andamento dei tassi di interesse dei titoli a 10 anni dei Paesi mediterranei rispetto al Bund tedesco. Sono dunque i titoloni quasi quotidiani sui maggiori giornali italiani in cui venivano mostrate anche le più piccole variazioni della differenza di rendimento Btp-Bund, sia sotto forma di allarme quando cresceva, sia di contenuta gioia quando diminuiva.
A inizio aprile però il neo premier Matteo Renzi ha tirato fuori l’argomento, annunciando che lo spread “non è mai stato così basso dal 2011”. Effettivamente è vero, perché un livello a 160-170 punti era tanto tempo che non si vedeva da queste parti. Molti giornali parlavano (e tutt’ora continuano) di “Effetto Renzi”, in quanto dalla sua nomina sembra ci sia stato un cambio di marcia positivo del temutissimo spread. Ottima cosa quindi, però da qui a dare i meriti a Renzi come tanti stanno facendo ce ne passa.
Analizziamo il grafico Btp-Bund da un anno a questa parte (da il Sole 24 Ore):

 Poletti _01_120514

Come è facile notare, dal picco di fine giugno in poi la discesa è sempre stata più o meno costante, fino ad arrivare al minimo del 6 maggio. Sicuramente è una buonissima cosa che farà risparmiare soldi in interessi nei prossimi anni. Però, vediamo subito che dal 22 febbraio (data insediamento dell’attuale premier) a oggi siamo passati da 194 punti a 154. Nello stesso arco temporale (fine novembre-inizio dicembre) siamo passati da valori fra 230 e 240 punti ad appunto 194, quindi il calo è stato pressappoco identico. Renzi non ha compiuto alcun miracolo da questo punto di vista. Lo spread scendeva prima, ha continuato a scendere anche dopo allo stesso ritmo.
Confrontandolo poi con un Paese membro dei “Pigs”, la Spagna, si nota come anch’esso abbia seguito un trend identico a quello italiano:

 Poletti _02_120514

Prendendo il Portogallo (altro Paese membro dei “Pigs”), il calo dello spread è ancora migliore rispetto a quello di Italia e Spagna: un trend sempre a ribasso, ma più deciso (partiva anche da una condizione peggiore, sia chiaro):

 Poletti _03_120514

I dati parlano chiaro: lo spread italiano stava calando già per conto suo. Dopo l’arrivo di Renzi ha continuato la sua discesa in maniera costante, senza alcun miglioramento particolare del trend. Stessa cosa vale per i due Paesi del sud Europa più simili all’Italia (anzi, uno ha fatto meglio, il Portogallo).
Renzi ha quindi il merito di non aver alterato il trend positivo presente in tutti i Paesi del Sud Europa. Sempre che si possa chiamare merito…

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