sabato 20 luglio 2013

20 luglio 1969, l'uomo sulla Luna. La diretta Rai e commento di Armstrong

Una data storica: 20 luglio 1969, l'Apollo 11 atterra sul suolo lunare. L'uomo è per la prima volta su un suolo che non sia terrestre. Storica la frase di Neil Armstrong, primo uomo sulla Luna, "One small step for a man, a giant leap for mankind" (Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanità).






Qui sotto invece il video con il commento originale di Neil Armstrong 


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giovedì 18 luglio 2013

Sul perchè l'IMU non sia da eliminare (again)..

Ne ho già parlato, ma questo è solo un esempio del perchè ritengo l'IMU una tassa giusta (o, se volete, meno sbagliata) di altre.

"Ecoscooter a Milano: Acquistati per 400mila euro dalla giunta Albertini nel 2003 e inutilizzati, sono stati ceduti per 30mila euro, 280 a ciclomotore."




Gli affari (ambientalisti) del settore pubblico....

E l'articolo continua aggiungendo altre chicche:

"È delle scorse settimane la protesta dei sindacati dei ghisa per una fornitura di nuovi computer non forniti di tutti i software in grado di farli funzionare appieno. Nel marzo 2012 l’assessorato alla Sicurezza, guidato da Marco Granelli, acquistò nuovissimi scooter a tre ruote Piaggio Mp3 senza però preoccuparsi di fornire ai vigili caschi e attrezzatura da motociclisti. Nel 2011, invece, fu sollevato il caso dell’acquisto da parte dell’assessorato alla Sicurezza di una partita di nuove pistole Beretta prive di fondina e quindi inutilizzabili."

Ecco per queste cose voglio l'IMU e voglio sia lasciato ai comuni (diminuendo altre tasse centrali, sia chiaro). Perchè così i cittadini sarebbero molto più interessati a controllare le spese dei comuni, a chiedersi il perchè l'IMU nella città X costa 100 mentre in un'altra solo 90. Sarebbe il primo fondamentale passo verso la responsabilizzazione delle amministrazioni comunali e dei cittadini stessi nei loro confronti.

Controllare come vengano utilizzate le tasse che paghiamo in regione o a Roma è difficile, mentre quelle comunali hanno un riscontro diretto sul territorio in cui viviamo. Ci accorgiamo subito se ad una maggior spesa corrisponda un miglioramento del servizio oppure no! Nel secondo caso, possiamo andare in comune (specialmente in quelli medio-piccoli, ma anche in città se ci si organizza bene) a chiedere spiegazioni ai diretti interessati.

Essendo una tassa particolarmente odiata, credo che l'interesse di voi cittadini a controllare, spulciare e/o semplicemente guardarsi intorno per vedere se i vostri soldi vengano utilizzati in modo efficiente o meno e nel caso protestare.

Certo, questo in teoria. Se poi non lo fate, non lamentatevi se pagate tanto...

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martedì 16 luglio 2013

Altro che i 10 per gli ‎F-35! Qui si risparmierebbero 350 MILIARDI!!

Notizia giunta poco fa, il Senato ha bocciato le mozioni di Felice Casson, Sel e M5S contro l'acquisto del caccia F-35.

Ne ho già parlato e riparlato, fra poco metterò un video sul canale i ncui farò una sintesi del tutto quindi non voglio star qui a ripetere per l'ennesima volta le stesse cose.

Faccio solo notare che politici e cittadini han fatto (e continuano a fare) tutto questo casino per risparmiare 10 miliardi che spenderemo entro il 2027. 
Da oggi a quella data, tanto per darvi alcuni dati, spenderemo (in proporzione) 210 miliardi in più degli altri in costi della politica, 60 miliardi in stipendi e pensioni dei militari, 70-80 miliardi in pensioni d'oro. Non vi dico la cifra che bruceremo per via della corruzione e/o dell'evasione fiscale, in quanto molto variabili e più difficili da tagliare rispetto alle tre citate sopra.

Ne aggiungo un'altra: considerando i dati che circolano, le famose guarde/peratori forestali siciliane e calabresi assunte per fare niente costano una cifra intorno ai 700-800 milioni annui. Se i dati riportati sono esatti, da qui al 2027 la spesa sarà di circa 10 miliardi. Come gli F-35..

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lunedì 15 luglio 2013

La scomoda verità sui tumori a Taranto che Bondi non ammetterà mai

Parole che hanno suscitato sdegno quelle del commissario straordinario Bondi sui tumori a Taranto. Secondo ciò che c'è scritto nella lettera da lui inviata a Nichi Vendola e Giorgio Assennato (direttore generale dell'Arpa), egli sostiene che (fonte):

"E' erroneo e fuorviante attribuire gli eccessi di patologie croniche oggi a Taranto a esposizioni occupazionali e ambientali occorse negli ultimi due decenni". Allora di chi è la colpa? "Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell'accesso a cure mediche e programmi di screening".
Alla nota viene allegata una perizia che tenta di smentire gli studi compiuti dal Ministero della Salute e dalla stessa Arpa: "L'incidenza e la mortalità per tumori riflette esposizioni che risalgono a un lontano passato - viene scritto nel documento citato dal quotidiano diretto da Padellaro - I tumori al polmone hanno una latenza di 30-40 anni, e riflettono quindi essenzialmente esposizioni dagli anni '60 e '70, o precedenti. A tale proposito è noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alto rispetto ad altre aree del Sud".
"L'enfasi sul possibile ruolo dell'impianto siderurgico sulla mortalità a Taranto sembra essere un effetto della pressione mediatico-giudiziaria, ma non ha giustificazioni scientifiche"

Sicuramente l'inquinamento atmosferico di altre aziende e automobili, il tabacco etc etc influiscono, nessuno nega ciò, però la difesa mi sembra alquanto ridicola.

Voglio però concentrarmi su un passaggio, sfuggito a molti:
"I tumori al polmone hanno una latenza di 30-40 anni, e riflettono quindi essenzialmente esposizioni dagli anni '60 e '70, o precedenti".
Questa dichiarazione è molto interessante. l'Ilva infatti è stata privatizzata negli anni '90 (1995), prima era un impianto pubblico (costruito nel 1961). Se i tumori di oggi sono colpa delle emissioni dagli anni '60 e '70, la colpa non è quindi solo dei Riva, ma anche, guarda un po'....dello Stato!

Sono cose che già io dissi quando mi domandai "Ilva: quanti miliardi dovrebbero essere sequestrati allo Stato?", in cui, citando papers e studi, feci notare come a pagare non debba essere solo la famiglia Riva ma anche lo Stato italiano. Un breve estratto:

"Ad esempio, vi è un articolo del 2/11/2008 molto interessante apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno che denuncia: “L'area jonica fu definita nel 1986 «ad elevato rischio ambientale». Taranto aveva record di mortalità già negli anni Settanta, a conferma del fatto che il collegamento qualità della vita-qualità dell’ambiente è problema che non nasce certo oggi, e - purtroppo - a conferma anche del fatto che in troppi, per troppi anni, hanno fatto finta di non vedere o di non sapere che i veleni dell’aria stavano minando alla base un’intera popolazione. Esiste un ricco corredo di studi, tutti di fonte più che autorevole, a testimoniare questo dato inoppugnabile. Una serie di allarmi che probabilmente sono stati sottovalutati troppo a lungo. È appena il caso di citare i due studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla mortalità dell’area tarantina (uno del 1997, l’altro del 2001) che già evidenziavano un eccesso di mortalità, sia per tutte le cause sia per le patologie tumorali. E va anche ricordato che sin dal 1986 l’area studiata dall’Oms era stata definita ufficialmente "ad elevato rischio ambientale" con legge dello Stato, e successivamente (nel 1998) inclusa fra i 14 siti ad interesse nazionale ove necessitavano interventi di bonifica.

Altro rapporto interessante è "Ambiente e salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanità pubblica", in cui, fra le altre cose, si riporta che il tasso di mortalità (seppur più alto della media) è in diminuizione anche a Taranto, mentre le morti causate da tumore sono ai livelli di metà anni '80 (quando, ripeto, l'Ilva era statale)."


Insomma, indirettamente Bondi dice che la colpa dei tumori a Taranto in questi anni è dovuta alle emissioni avuto dagli anni '60 e '70, quando l'Ilva era pubblica, statale. Non l oammetterà mai. Nessuno lo farà mai.

Facendo due più due però, fossi in un tarantino inizierei a farmi molte domande.

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domenica 14 luglio 2013

Quanto si risparmierebbe tagliando numero e stipendi dei Parlamentari?


Gli stipendi dei Parlamentari italiani. Tema sempre attualissimo, soprattutto in tempo di crisi e di tagli che colpiscono noi cittadini ordinari.
Tutti chiedono a gran voce la riduzione, assieme ad un taglio proprio del numero di deputati e senatori che ogni giorno (teoricamente.....) si recano alla Camera e al Senato a legiferare (sempre teoricamente...) per il bene del Paese.
Nessuno di questi però sa quanti soldi si risparmierebbero nell'attuare entrambe le riforme (riduzione stipendio e numero). Ho provato a fare due calcoli così per vedere più o meno quale sarebbe il risparmio per le casse dello Stato.

Considerando che 945 parlamentari x 144.084€ = 136.159.380€ annui
Se si riducessero di due terzi con uno stipendio di 40 mila euro (ai livelli di Spagna e Portogallo quindi) avremmo: 315 parlamentari x 40.000€ = 12.600.000.

Il risparmio sarebbe di 123.559.380 € annui.

Però ho ridotto di 2/3 il numero e di 100mila euro la loro paga. Un'enormità e nonostante questo la cifra non è alta.
Se è vero che è doveroso tagliare loro gli stipendi anche per una questione di "moralità", non aspettiamoci di risolvere i problemi grazie a questo. A livello economico il risparmio è di fatto quasi irrilevante.

Diffidate quindi da quelli che propongono manovre alternative basate su questo. Non esistono. La riduzione della paga e del numero è un fatto puramente di correttezza nei confronti di cittadini che soffrono una crisi provocata da quegli stessi politici super mantenuti con le loro tasse.

L'economia qui non c'entra (o comunque molto poco). Qui si tratta più di moralità, giustizia ed equità sociale.

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martedì 2 luglio 2013

La farsa di un governo burlesco sul taglio della spesa continua





"Il buongiorno si vede dal mattino" dicono...Beh, stamane accendo il pc e mi trovo su Facebook una citazione più o meno simile a questa:


il Tesoro informa che a giugno il settore statale ha registrato un avanzo, in via provvisoria, di 14,1 miliardi (5,587 miliardi a giugno 2012), pari a circa 8 miliardi rispetto a 12 mesi fa: merito di un contenimento delle spese delle amministrazioni centrali e di un aumento delle entrate fiscali. 

Per una volta, un'ottima notizia! Finalmente si sta andando nel verso giusto della meno spesa pubblica per risanare le casse e, nel breve, ricominciare a crescere grazie ai minori interessi e alla minor tassazione.

In realtà le cose, purtroppo, non stanno proprio in questi termini. E' vero che c'è stato questo avanzo molto superiore rispetto a giugno 2012, però il miglioramento è "in parte dovuto allo slittamento di alcuni pagamenti al mese successivo." In pratica, hanno rinviato i pagamenti! Ecco il perchè di tutto questo avanzo! Siamo governati dal "Governo del rivio": riviate IVA e IMU, ora anche i pagamenti slittano (ma questo è tipico del pubblico, chiedere ad imprese ed imprenditori).

Cosa molto importante da aggiungere poi, nei mesi di aprile e maggio i disavanzi sono stati rispettivamente di 11 e 8,8 miliardi di euro, in netta crescita rispetto agli stessi periodi del 2012.

Altro che taglio delle spese. E Saccomanni dice pure che grazie a questi risultati nel 2013 tornerà la crescita.
La crescita può anche tornare, se vengono fatte quelle riforme strutturali che tutti (quelli intelligenti) chiedono. Ad oggi però non si sono viste nemmeno con il binocolo.

La farsa di un governo burlesco continua...sperando che gli italiani questa volta non se la bevano

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lunedì 1 luglio 2013

Ultima pazzia di un Governo folle: prelievo su redditi sopra 90mila euro.

Il bello dell'Italia è che quando pensi di averle viste tutte o che peggio di così non possa andare, ecco che arriva un nuovo governo a stupirti, in negativo s'intende. Dopo patrimoniali e prelievi su conti correnti, ecco l'ultima folle idea del Governo. prelievo fiscale su redditi superiori i 90 mila euro.

Abbiamo passato le scorse elezioni ad ipotizzare fantomatiche patrimoniali miracolose, in grado di risolvere tutti i problemi di bilancio e strutturali del nostro Bel Paese. Una volta finite le elezioni, nessuno ha detto più nulla su quelle, ma ecco arrivare l'ipotesi di un prelievo forzato sui conti correnti in stile Amato (forse influenzati anche dalla vicenda Cipro), fortunatamente evitata anche questa.

L'ultima idea uscita proprio in questi giorni è quella di un prelievo fiscale su tutti coloro i quali dichiarano un reddito sopra i 90mila euro. Secondo le stime de "IlSole24Ore" le persone coinvolte sarebbero 555 mila (pari all'1.35% dei contribuenti) , non moltissime ma di sicuro una fetta significativa.

Non è ancora chiaro di quanto potrebbe essere il prelievo e quindi nemmeno di quale cifra stiamo parlando che entrerebbe nelle casse dello Stato, ma il ragionamento che si deve fare è a priori: è giusto un prelievo di questo tipo?

Ora molti di voi diranno cose del tipo "Certamente! Guadagnano tanto quindi è giusto che queste persone paghino di più rispetto a me" oppure nella versione più comunista "Guadagnano tanto? esproprio proletario!" (questa mi fa ridere...forse perchè me la immagino detta da Peppone). Ma è davvero così?

Ci è di utilità confrontare quante tasse pagano i ricchi italiani con reddito pari a 100mila dollari rispetto al resto del mondo. La società KPMG lo ha fatto nel suo rapporto "KPMG’s Individual Income Tax and Social Security Rate Survey 2012" prendendo i dati del 2012 e, surprise, l'Italia si è posizionata al quarto posto con il 45,2% di prelievo fiscale dietro solo a Belgio, Grecia e Croazia.




Anche prendendo i redditi pari a 300mila dollari, con il 51,8% si posiziona al quarto posto, dietro a Austria, Francia e Belgio.

foto da: CamelotDestraIdeale
I ricchi italoti direi che pagano fin troppe tasse, dati i servizi pessimi che ricevono dallo Stato italiano.

Veniamo ora ad un ragionamento più filosofico se volete. Prendete un giovane di 14 anni a metà anni '80: inizia le superiori, studia seriamente, prende ottimi voti e a 19 anni sceglie di andare all'università. Qui si impegna ancora di più nello studio (magari mentre lavoro per mantenersi) ed infatti uscirà con un punteggio mfra i più alti del suo corso. E' un tipo brillante e anche nel mondo del lavoro si fa strada facilmente (scegliete voi dove: come manager di un'azienda, imprenditore, ingegnere, medico etc etc), ottenendo posizioni importanti con stipendi che la maggior parte delle persone sognano. Ha sempre pagato le tasse (alte come abbiamo visto) e non ha mai infranto una legge (sì beh, un paio di multe per divieto di sosta...non voglio renderlo troppo perfetto). Ad un tratto arriva un politico che non ha mai fatto niente in vita sua, che siede in Parlamento da 20 anni pagato molto più dei suoi colleghi mondiali anche con le tasse del nostro amico, il quale decide che il nostro uomo di successo debba pagare una percentuale del suo reddito alto solo perchè si è impegnato e ha avuto successo in quanto lo Stato necessita di soldi.
Come vi sentireste voi? Accettereste di pagare una tassa extra sapendo che lo Stato spende 800 miliardi e più di spesa pubblica dandovi in cambio i servizi che tutti voi vedere e di cui usufruite ogni giorno?
Non sarebbe forse meglio che iniziasse a programmare un taglio serio, deciso e progressivo di quella spesa?
Perchè, infine, il prelievo fiscale non può farlo lo Stato su se stesso? In fondo, lui è uno degli spendaccioni più grandi d'Europa e del Mondo.


Sinceramente, fra questo e il decreto lavoro, mi pare che il Governo Letta voglia penalizzare coloro i quali hanno studiato, si sono impegnati e sono meritevole, mentre favorire chi ha poca voglia di impegnarsi e ignorare facendo finta di nulla i furbetti che le tasse non sanno nemmeno cosa siano.


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