"E' erroneo e fuorviante attribuire gli eccessi di patologie croniche oggi a Taranto a esposizioni occupazionali e ambientali occorse negli ultimi due decenni". Allora di chi è la colpa? "Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell'accesso a cure mediche e programmi di screening".
Alla nota viene allegata una perizia che tenta di smentire gli studi compiuti dal Ministero della Salute e dalla stessa Arpa: "L'incidenza e la mortalità per tumori riflette esposizioni che risalgono a un lontano passato - viene scritto nel documento citato dal quotidiano diretto da Padellaro - I tumori al polmone hanno una latenza di 30-40 anni, e riflettono quindi essenzialmente esposizioni dagli anni '60 e '70, o precedenti. A tale proposito è noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alto rispetto ad altre aree del Sud".
"L'enfasi sul possibile ruolo dell'impianto siderurgico sulla mortalità a Taranto sembra essere un effetto della pressione mediatico-giudiziaria, ma non ha giustificazioni scientifiche"
Sicuramente l'inquinamento atmosferico di altre aziende e automobili, il tabacco etc etc influiscono, nessuno nega ciò, però la difesa mi sembra alquanto ridicola.
Voglio però concentrarmi su un passaggio, sfuggito a molti:
"I tumori al polmone hanno una latenza di 30-40 anni, e riflettono quindi essenzialmente esposizioni dagli anni '60 e '70, o precedenti".Questa dichiarazione è molto interessante. l'Ilva infatti è stata privatizzata negli anni '90 (1995), prima era un impianto pubblico (costruito nel 1961). Se i tumori di oggi sono colpa delle emissioni dagli anni '60 e '70, la colpa non è quindi solo dei Riva, ma anche, guarda un po'....dello Stato!
Sono cose che già io dissi quando mi domandai "Ilva: quanti miliardi dovrebbero essere sequestrati allo Stato?", in cui, citando papers e studi, feci notare come a pagare non debba essere solo la famiglia Riva ma anche lo Stato italiano. Un breve estratto:
"Ad esempio, vi è un articolo del 2/11/2008 molto interessante apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno che denuncia: “L'area jonica fu definita nel 1986 «ad elevato rischio ambientale». Taranto aveva record di mortalità già negli anni Settanta, a conferma del fatto che il collegamento qualità della vita-qualità dell’ambiente è problema che non nasce certo oggi, e - purtroppo - a conferma anche del fatto che in troppi, per troppi anni, hanno fatto finta di non vedere o di non sapere che i veleni dell’aria stavano minando alla base un’intera popolazione. Esiste un ricco corredo di studi, tutti di fonte più che autorevole, a testimoniare questo dato inoppugnabile. Una serie di allarmi che probabilmente sono stati sottovalutati troppo a lungo. È appena il caso di citare i due studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla mortalità dell’area tarantina (uno del 1997, l’altro del 2001) che già evidenziavano un eccesso di mortalità, sia per tutte le cause sia per le patologie tumorali. E va anche ricordato che sin dal 1986 l’area studiata dall’Oms era stata definita ufficialmente "ad elevato rischio ambientale" con legge dello Stato, e successivamente (nel 1998) inclusa fra i 14 siti ad interesse nazionale ove necessitavano interventi di bonifica.
Altro rapporto interessante è "Ambiente e salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanità pubblica", in cui, fra le altre cose, si riporta che il tasso di mortalità (seppur più alto della media) è in diminuizione anche a Taranto, mentre le morti causate da tumore sono ai livelli di metà anni '80 (quando, ripeto, l'Ilva era statale)."
Insomma, indirettamente Bondi dice che la colpa dei tumori a Taranto in questi anni è dovuta alle emissioni avuto dagli anni '60 e '70, quando l'Ilva era pubblica, statale. Non l oammetterà mai. Nessuno lo farà mai.
Facendo due più due però, fossi in un tarantino inizierei a farmi molte domande.
Vuoi essere sempre informato? Iscriviti alla fanpage!
Nessun commento:
Posta un commento