venerdì 21 agosto 2009

Allen Sinai, uno dei più grandi economisti dei nostri tempi, aveva lanciato l'allarme nel 2007..dove erano tutti?? Perchè è passato sottogamba?

Ho trovato l'articolo quasi per caso, e quando l'ho letto sono rimasto impressionato per i temi, gli avvertimenti e le parole usate.
Allen Sinai famoso (per chi lo conosce) economista, uno dei più preparati in Usa se non nel mondo, nel 2007 aveva avvertito tutti che la crisi dei sub-prime non era ancora entrata nella fase più pericolosa..a voi l'articolo:


Allen Sinai lancia l'allarme Si aprirà un nuovo baratro
Repubblica — 29 ottobre 2007 pagina 2 sezione: AFFARI FINANZA

Dimenticate la crisi dei subprime, perché ancora non avete visto nulla: nuove minacce sono pronte a colpire Wall Street. E' l' allarme che lancia Allen Sinai, uno dei più prestigiosi guru di New York: economista della scuola di Milton Friedman alla Northwestern University di Chicago, è stato chief economist della Shearson Lehman negli anni '70, poi consulente della Federal Reserve, quindi di due presidenti americani in stile bipartisan, Bush padre e Clinton. Oggi presiede la Decision Economics, thinktank che offre le sue consulenze a governi, corporation, imprenditori e finanzieri. L' allarme sorprende perché si credeva che il peggio fosse passato ora che le banche hanno affrontato la spietata operazionepulizia, e anche perché Sinai non ha fama di allarmista in cerca di titoli sul giornale. Stavolta, raggiunto al telefono nel suo ufficio, non dà spazio alla cautela. Così, non è il caso di abbassare la guardia? «Certo che no. Intanto perché una crisi come quella dei subprime non si assorbe facilmente. Colpisce senza distinzioni sia le banche commerciali che le banche d' investimento, e qui sta un paradosso: negli ultimi anni entrambe le categorie, liberate dai vincoli dalle liberalizzazioni, si sono avventurate con sempre maggior incoscienza, nelle obbligazioni strutturate, le famigerate Siv (Structured investment vehicles), alla ricerca di nuovi affari e di terreno da togliere sotto i piedi dei concorrenti. Così, è nato questo mostro dei subprime: 500 miliardi di dollari di mutui a tassi troppo alti. E' il 910% dei mutui erogati in America, ed è stato utilizzato per creare una montagna di titoli securitized della quale si perdono i contorni. Quando si va a vedere i titoli nati in questo modo, la percentuale sul totale dei titoli backed in generale dai mutui immobiliari di qualsiasi tipo compresi i migliori, sale di parecchio. Questo perché per le banche era più urgente cartolarizzare questo tipo di crediti più difficilmente esigibili». E quanti di questi crediti sono finiti male? «Quasi tutti, diciamo il 95%. Ma non sono gli unici a creare problemi perché qui si apre il nuovo capitolo della storia, che ha un nome che le consiglio di ricordare perché lo sentirà spesso: Arm, e più precisamente i mutui della categoria Alta». Ovvero? «E' una categoria di mutui intermedia fra i subprime e i prime: il tasso non è quello capestro dei primi ma non può essere neanche quello invidiabile dei secondi (vedere grafico a fianco, ndr). Sono regolati da un complesso meccanismo per cui, dopo i primi cinque anni di tasso fisso, l' interesse viene rinegoziato anno dopo anno. Tutto dipende da come andrà il mercato immobiliare: se continuerà ad essere debole, inesorabilmente lo spread fra questi tassi e quelli prime si amplierà, e quindi si aprirà un nuovo capitolo identico a quello dei subprime». E quante possibilità ci sono secondo lei perché ciò accada? «Molte. Tendenzialmente, il mercato immobiliare resta debole sia come numero di affari che come prezzi, e lo sarà per molti mesi. E il mercato del credito che ad esso è collegato si trova in un' analoga situazione. Il credit crunch non è passato. E' difficile ottenere un prestito da una banca, e questo sta già avendo dirette e pesanti conseguenze sui consumi americani. Esiste una forte probabilità, infine, che al calo dei consumi corrisponda sul medio termine, comunque entro il 2008, un calo del fatturato delle aziende». Quindi, recessione? «Non necessariamente. In un periodo che potremmo individuare dai 6 ai 9 mesi a questa parte ci troveremo in semirecessione: l' economia potrebbe non finire in rosso, o tutt' al più per un trimestre, ma procederà al rallentatore ad un tasso annualizzato dell' 1% o appena di più». Però Wall Street, pur con qualche tentennamento, avanza... «Starei attento. Il mercato non potrà non risentire della pesantezza della situazione. Ripeto, non parlo di oggi ma del medio termine». Ma tutto deriva dalla crisi immobiliare? «Sì, per quanto difficile da credere. L' importanza di questo settore in America è senza uguali. Si può finire in semirecessione anche senza che alcun settore manifatturiero vada in crisi. Del resto, guardi quello che sta succedendo nelle banche: tutte, grandi e piccole, scelgono la linea dura, contro se stesse. I consigli d' amministrazione, rapidamente uno dopo l' altro, si rendono conto che quei soldi sono persi per sempre e preferiscono contabilizzarli in perdita ed escluderli dallo stato patrimoniale. Le conseguenze personali per i presidenti, accusati di non essersi resi conto dei rischi che andavano a correre con tutte le manovre sui titoli derivati (derivati da quei crediti), passano in secondo piano». Ma com' è possibile che gente così preparata si sia fatta sorprendere da una crisi di tali proporzioni? «Non ci stupiamo troppo. E' caratteristica di qualsiasi business: c' è sempre il rischio di qualche sorpresa, di qualche "contrattempo" anche grave. E' quello che è successo». Anche lei pensa, come altri economisti, che sia anche colpa della Fed che ha tenuto per tre anni i tassi innaturalmente bassi incoraggiando così qualsiasi avventura e scoraggiando il risparmio? «Mah, non lo so. Anzi, non credo: probabilmente sarebbe andata lo stesso così». e.o.
Dopo averlo letto sono rimasto confuso in quanto se un economista di questo livello esce con parole di questo peso, è perchè si sente sicuro e può dimostrare quello che sostiene.
E' vero che non si poteva credere al 100% delle sue parole, però un minimo di attenzione in più la si poteva avere..
Non sono un esperto (per ora) di queste cose, però da quasi ignorante della materia mi sorgono dei dubbi: la crisi poteva veramente essere evitata? Se si, in che modo?

venerdì 14 agosto 2009

Italiani sempre più indebitati: media di 15mila euro a famiglia...il debito è un buon strumento di finanziamento?

Secondo le ultime analisi della Cgia di Mestre il debito medio della famiglia italiana è di 15mila euro.
Nell'articolo linkato troverete tutti i dati e le statistiche.

Il mio ragionamento è però se sia giusto o meno (vantaggioso se volete) indebitarsi per finanziare le proprie spese.

Premesso che (e spero sia così) la grande fetta di debito è causato da mutui e spese per ristrutturare le proprie abitazioni, e che quindi è necessario indebitarsi per sostenere spese di questo tipo, il problema del debito è grande e grave: il fatto di indebitarsi troppo.

Mi viene in mente un'intervista di qualche mese fa che ho visto in tv, in cui veniva interpellata gente della medio alta classe americana in cui diceva che conoscevano imprenditori con un ottimo stipendio (anche 6-7mila dollari) che compravano ad esempio una villa da 1 milione di dollari e possedevano Maserati/Ferrari.
In pratica, cercavano di "elevarsi" a livello sociale grazie al debito, comprando ville e macchine che però, nonostante uno stipendio alto, non si potevano permettere.
Risultato? Non pagavano le rate, le banche pignoravano tutto...ma senza recepire le rate dei mutui.....ed ecco la crisi (non è solo questa la causa sia chiaro..ma è una fra le tante).

Questo esempio per dire cosa: il debito è uno strumento, e se usato con la testa permette alla gente di comprare cose che prima sarebbero state difficili se non impossibili...permette magari di fare viaggi (anche se...mi sembra da idioti fare un prestito per andare in vacanza..posso capirlo per la vacanza della vita...ma non per tutte le volte...), comprare macchine un po' più costose e soprattutto acquistare una casa propria.
USATE LA TESTA! Questa è la cosa fondamentale! Non comprate cose che poi non riuscite a pagare! Il macchinone magari lo comprate...ma poi oltre alla rata della macchina..dovete mantenerlo! Pensateci non una, ma dieci volte, e poi decidete....

sabato 8 agosto 2009

Come veniva vista l'economia di novembre in agosto 2008

Mi è capitato per caso di leggere questo articolo su Milanofinanza.it e devo dire che se lo avessi letto esattamente un anno fa non mi avrebbe fatto molto effetto, ma ora, a seguito di tutti i fatti che sono e stanno ancora succedendo.
Prendendone solo alcune frasi si può leggere:
In questa seconda categoria si inserisce il 60% di oltre 180 manager, imprenditori, professionisti e gestori intervistati. La loro tesi è che le elezioni americane rappresenteranno l'occasione per la Borsa americana di tornare a crescere. Per quel che concerne Piazza Affari, le previsioni vedono gli intervistati stimare con oltre il 58% una stabilita' delle quotazioni.
Proseguendo nella lettura:
Sul recupero del dollaro sull'euro, il 61% del campione ritiene che quella in atto da alcune settimane sia un'inversione di tendenza. Più divisione viene suscitata invece dal prezzo dell'oro nero: per il 45% scenderà ancora verso i 100 dollari al barile, per il 41% le quotazioni rimarranno stabili.

La situazione era ottimistica e veramente in pochi sospettavano che si sarebbe scatenato un tsunami su finanza ed economia...
Una cosa però giusta c'è: il petrolio è sceso ai 100$ al barile, anzi, anche a meno..

lunedì 3 agosto 2009

Italiani e stranieri...una differenza di stile....

Partendo da questo articolo del mitico IronPaolo postato sul suo blog di bodyduilding (anche se è riduttivo descriverlo così), vorrei confermare la sua tesi, in quanto qualche mese fa mi è successo bene o male quello che è descrive lui.

Ma la cosa che mi colpisce, sempre, è l’atteggiamento degli anglosassoni. Lui trova un articolo basato sul suo materiale, dove di fatto non c’è l’evidenza di un consenso all’uso (del resto, era una pagina html da cui ho tratto ispirazione) però giudica la mia roba come “valida” e… che fa? Mi invia il libro perché pensa che io possa apprezzarlo!
E’ il riconoscimento del “valore” e del “lavoro” altrui. Mi raccomando, io non mi giudico uno che scrive cose di valore, è importante ciò che pensa lui: ho “lavorato”, messo impegno, studiato sul suo materiale.
Ok, adesso facciamo lo scenario italiota: avrei ricevuto una mail di qualcuno incazzato perché avrei “copiato” il suo lavoro (cosa non vera perché io l’ho usato come punto di partenza, poi nel bene o nel male ho scritto idee mie), frasi rancorose e magari qualche flames sui forum tematici.
Ovviamente generalizzare è sbagliato, sia da una parte, sia dall'altra, però devo sottolineare che in molti che conosco che hanno viaggiato all'estero hanno notato questo: un senso del rispetto diverso.

Tornando a quello che stavo dicendo prima, anche a me è capitata una situazione del genere, vedere questo articolo:
Io ho letto l'articolo citato in questione, e devo dire che le somiglianze sono davvero poche, oltre al fatto che la mia ispirazione è stata un intervento di Grillo targato 1990 se non sbaglio.
Questo tizio (peccato che non possa citare l'articolo in questione visto che l'indirizzo messo da lui nei commenti mi dice che il blog è stato rimosso) è arrivato accusandomi di plagi ocper una cosa che non ho commesso e che, analizzando i fatti, non esiste!

La differenza è questa: ripeto..è sbagliato generalizzare, sicuramente ci sono stranieri (anglosassoni e non) ma la teoria si fondano, a volte, sulle esperienze e sui fatti...e guardando alcuni fatti...

sabato 1 agosto 2009

Ru486 Sì, Ru486 no....ma perchè la Chiesa alza la voce solo in Italia?

Prendendo ispirazione da un intervento letto su Facebook(l'autore se vuole può rendersi pubblico nei commenti), vorrei sottolineare come la questione della pillola Ru486 che tanto sta facendo discutere in Italia cattolici e non, Vaticano e Stato italiano, sia un problema grosso solo qui in Italia.

Ricordo innanzittuto che il "mifepristone" (la pillola Ru486 appunto) è dal 2005 fra la lista dei farmaci dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

La pillola è disponibile, in Europa in Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Lettonia, Norvegia, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria.


In questi paesi non è stata sollevata una questione chiamiamola morale di dimensioni notevoli come in Italia..perchè? Perchè forse gli altri paesi se ne sono fregati?

Senza poi entrare in questioni pro/contro aborto, perchè un individuo non può avere la possibilità di scegliere se prendere o meno una pillola, che poi è un farmaco? Non siamo un paese libero?
Perchè dobbiamo sempre sottostare ai voleri (e lo dico da Cattolico) del Vaticano? Lo Stato è laico, non cattolico!
Il ruolo della Chiesa è quello di guidare i cattolici, italiani e NON, non obbligare tutti a fare come vuole lei (con tutti inteso lo Stato Italiano).
Lo Stato "legalizza" il Ru486? Come Chiesa Cattolica, esprimi un tuo parere, basta, sta poi a me decidere se utilizzare la pillola o seguire il consiglio della Chiesa....o vogliamo diventare come gli stati musulmani dove la religione è in pratica legge?

Chiederi allo Stato di seguire l'esempio degli altri stati europei (visto che siamo nell'Unione Europea dopotutto), infischiarsene del Vaticano e promulgare leggi per lo Stato, non per la Chiesa.

Il Papa scomunica? Torniamo nel Medioevo...



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