mercoledì 30 gennaio 2013

Bersani ha paura di Berlusconi, che a sua volta teme Monti, Giannino e Grillo. Il professore invece...

La campagna elettorale entra nel vivo e i possibili "scontri" in tv fra i vari candidati premier potrebbero avvenire da un momento all'altro...sempre che i candidati vogliano.


In principio fu Berlusconi che, dopo "Servizio Pubblico" in cui purtroppo è stato mattatore della serata e l'alleanza con la Lega Nord, sfidò apertamente Bersani ad un confronto in tv. Il candidato premier del Partito Democratico però rifiutò, dicendo che avrebbe accettato il confronto solamente con il suo diretto avversario e candidato premier del centro destra (che a quel tempo non era il cavaliere).

Ora invece è il leader del centro sinistra a lanciare la sfida, probabilmente per rilanciarsi vista la perdita di elettori data dal caso Monte Paschi Siena, con però una formula diversa dal face to face con il solo Berlusconi: l'idea di Bersani è quella di un maxi confronto con tutti i candidati premier, ovvero lui, Berlusconi (con Alfano se sarà lui il candidato), Grillo, Ingroia, Giannino e Monti.

Ingroia e Giannino sarebbero a mio parere molto felici di un confronto essendo i due con i partiti minori e con minor visibilità (quindi ci guadagnerebbero solo). Giannino ha poi dimostrato in questi giorni di tenere testa a tutti soprattutto sui temi economici.
Grillo non saprei: pochi giorni fa ha annunciato di tornare in tv per l'ultima settimana spinto forse dai sondaggi che vedono il 5 stelle in netto calo rispetto a qualche mese fa quindi potrebbe accettare.

Discorso a parte per i tre big:

Bersani ha una paura matta di Berlusconi: il cavaliere è uno show man (lo si è visto da Santoro) e in un confronto diretto avrebbe vita facile con il candidato del centro sinistra. Questo è il motivo che ha spinto il leader del PD a rifiutare la prima proposta rilanciando poi con un confronto a 6.

Berlusconi sa bene di essere superiore dialetticamente a Bersani (vedi sopra) e Monti, anche se il professore rappresenta la credibilità del politico "vecchio stile" tanti ammirata all'estero, oltre ad essere più preparato sulle materie economiche. Se a lui aggiunggiamo Giannino e Grillo che anche mediaticamente potrebbero tener testa al cavaliere si capisce il perchè il Pdl abbia deciso di fare ricorso per un dibattito solo con Monti e Bersani (approfittando magari delle divergenze fra una parte del PD e l'ex premier tecnico).
Come dire: uno magari sì, tre no.

Monti invece sa di poter tenere testa a tutti quindi è il meno preoccupato e forse anche il meno interessato. Sa bene che, visti i sondaggi, chiunque vincerà dovrà per forza allearsi con lui se vuole avere una maggioranza sicura di governare (cosiderando il 10-11% del 5 stelle che in parlamento peserà non poco) quindi a mio avviso cambierebbe poco per lui.


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domenica 27 gennaio 2013

Comunicato Politico: Elezioni 2013 per una Nuova Politica Italiana (cestinando il Berlusconismo)

Ospito un articolo di un mio amico, che si vuole firmare come "z4qqq" (e, my dear friend, non ho la minima idea di cosa voglia dire. Magari me lo spiegherai appena ci vediamo) sulla campagna elettorale e sulle imminenti elezioni. 
Note: Il "cestinando il Berlusconismo" l'ho aggiunto io. Sul contenuto dell'articolo condivido praticamente tutto.  




Si avvicinano le elezioni, e ritengo sia il caso di fare il punto della situazione. Non sarò un giornalista, né un esperto, ma certo sono attento osservatore della realtà economica italiana.
Credo che in una democrazia l'opinione politica, il sentirsi parte di un movimento, il discutere e prendere posizione, pur anche sapendo che le idee cambiano e se oggi sei a destra l'anno prossimo puoi essere a sinistra, ecco, conscio di tutto questo, ritengo che allo stato attuale delle cose fare il punto sia necessario.In recenti discussioni personali mi sono reso conto che quest'anno non si tratta di scegliere un governo, un programma, un'idea o un colore.
Si tratta di scegliere un modello politico. O ancor meglio, si tratta di scegliere tra politica e non-politica.

I recenti anni della Repubblica Italiana hanno visto l'ascesa di un modello politico, o meglio, non-politico, di comunicazione, di diffusione di pensiero di massa e di dialettica chiamato berlusconismo. Bisogna osservare che è raro che una persona riceva nella sua vita o carriera l'onorificenza di aver coniato un "-ismo". Si creano imprese, si scrivono libri, si governano enti, a volte si ricevono anche vie in onore, ma gli "-ismi" sono molto più rari.Si tratta di un risultato davvero remarkable.
Il modello del berlusconismo, sarò schietto, è un cancro, una metastasi che affligge il dibattito, il sociale, l'imprenditoria e l'economia italiana.Un sistema che ha radicamente sconvolto la politica, un'idea che alla nascita poteva anche sembrare qualcosa di innovativo ma che si è rivelata una frattura colossale con una millenaria cultura del dialogo che poggia radici nella storia del pensiero più alto dell'umanità.

Troverete molte definizioni di berlusconismo.Io vi do la mia, basata sul mio studio di liceale e universitario, forse meno aulica, ma dai risvolti molto pratici.
Il berlusconismo è un sistema per cui si applica alla politica la meccanica del marketing di massa.
 Un sistema estremamente efficiente: funziona ed è difficilissimo da scalfire. Fa presa sulla gente, vive persino di cool factors, crea proseliti, evangelisti, depaupera le proprie figure centrali di status "terreno" e le sposta su un piano irreale. Il berlusconismo crea prodotti, non uomini politici. Fantocci, stereotipati e caratterialmente appealing. Studiati a tavolino, da un gruppo di persone o da un singolo, sono enti irreali, solo falsamente vicini alla gente e ai suoi bisogni, all'apparenza umani.
Berlusconi non è un individuo, è un prodotto. Come tale, si evolve. Ha cicli di obsolescenza. Modelli successivi con specifiche maggiori, sempre di più, per abbracciare sempre più bisogni.
Non pensiate che stia cercando di demonizzare il sistema di marketing di massa dei prodotti fisici, anzi, è un ottimo sistema. Demonizzare senza cognizione di causa è ciò che fa una certa sinistra, che non ha ancora capito che il berlusconismo e il vendere prodotti industriali sono cose ben diverse.Infatti il berlusconismo non si vende ma si consuma e basta. Il berlusconismo non produce profitto.
Si tratta di un sistema all'apparenza inoppugnabile. Non si può dibattere con un prodotto del berlusconismo. Lo dimostrano persone come Santoro, Annunziata, Travaglio, Prodi, Bersani. Non si può, è assolutamente impossibile.
La "dialettica" del berlusconismo non è tale. Prescinde dalla dialettica, ed è superba al punto di pensare di averla trascesa.
Dibattere col berlusconismo è come tentare di giocare su una scacchiera contro una persona che gioca con le pedine della dama, usando le pedine degli scacchi. Sai che stai usando le regole di un gioco più intelligente, ma la figura dell'idiota la fai tu. Perdi tu, sempre.
Il berlusconismo usa due mezzi di comunicazione: lo slogan e il dato numerico. Ambedue sono per natura inconfutabili. Sono l'antitesi della scienza popperiana, della dialettica greca, del comizio romano.
Non si può confutare uno slogan nè non sentirlo, si può decidere di non farlo proprio, di non apprezzarlo, di odiarlo, ma non confutarlo.Il dato numerico invece è confutabile solo con altri dati numerici più precisi. Tuttavia, nella scienza politica l'assenza di certezza dei dati e la quasi totale interpretabilità degli stessi sono caratteristiche di base, tali da rendere il dato per come viene presentato dal berlusconismo un'affermazione fuori dal concetto del "discutibile".La statistica politica è qualcosa di troppo incerto e labile: si basa per natura su proiezioni dall'alta variabilità e con gradi di esattezza bassi.
Nessuno conosce il futuro e nella scienza politica prevederlo è qualcosa di machiavellico.
Tuttavia il berlusconismo se ne frega di queste limitazioni intrinseche e agisce e si pubblicizza come se niente fosse.
Il berlusconismo è simile a McDonalds. "I'm Lovin' It" è uno slogan grammaticalmente scorretto e stupido. Inoppugnabile. Per pronunciarlo, sei costretto a fare, senza volerlo, una professione di fede. Dici: "io amo McDonalds". Non puoi combatterlo dicendolo. Più lo dici e più ripeti un mantra che prima o poi ti convincerà.

Il berlusconismo è un sistema capillare capace di espandersi a macchia d'olio, e proprio come la sua controparte oncologica rischia di diventare inarrestabile. Inarrestabile perché appunto prescinde dalla persona.
Non solo, essendo così in grado di permeare pressoché ogni cosa non esiste nemico del berlusconismo. Quelli che si professano nemici del berlusconismo in realtà si limitano a cercare di sconfiggere mediaticamente e non uno solo dei prodotti del berlusconismo.

Mai errore più grande! Non si sconfigge così questo sistema. I prodotti del berlusconismo sono entità che vivonoe si nutrono anche dei propri nemici. Tali individui sono parte del berlusconismo. Santoro è berlusconismo. Zelig è berlusconismo. Qualsiasi ragazzo che scrive su Facebook una nota negativa nei confronti dell'ex-premier è berlusconismo.Il berlusconismo non è né di destra né di sinistra. Va dove gli fa più comodo. Fa solo finta di schierarsi, e conia termini che spaccia per innovativi quando invece sono solo confusionari. "Partito liberale". "Movimento popolare". "Alternativa politica". Non vogliono dire niente. Addita alcuni individui come nemici, a seconda del momento, e li trascina nella propria spirale.Nonostante tutto questo il berlusconismo non è un'impresa. Le imprese hanno una mission, hanno degli stakeholders, hanno una vita ben definita nel tempo. Le imprese creano valore e sono il frutto dell'imprenditorialità di alcuni individui e del lavoro di altri.Le imprese tramutano risorse e le valorizzano. Permeano la vita degli individui con prodotti che ne migliorano l'esistenza.Il berlusconismo non è nulla di tutto questo. E non sto parlando del PdL, parlo del berlusconismo.

Esso non crea crescita, livella verso il basso. Crea un socialismo dove tutto ruota intorno alla figura centrale del momento, ma proprio come un cancro, non possiede una cellula cancerosa "madre" che una volta uccisa quella, ucciso il cancro. Nient'affatto. Basta che si salvi una singola cellula e il cancro può ritornare anche più potente di prima. A volte le alternative sono trappole. Non ha alcuno scopo se non permeare il tutto. Mai sazio, quando giungerà a questo stadio porterà al collasso tutto quello che ha inglobato.
Senza un perché.

...

Per la prima volta da quando il berlusconismo è nato, siamo di fronte ad un turno di elezioni capace di sconfiggerlo. Abbiamo avuto un periodo di governo tecnico, una chemio. Ora il berlusconismo è indebolito. No, non Berlusconi. Il berlusconismo.Molte cellule stanno mostrando capacità di reagire. Sono in grado di distinguere La cellula buona da quella cancerosa.
C'è la possibilità di cambiare le cose, paradossalmente, tornando molto indietro.

Basta guardare una qualsiasi elezione di un paese estero, ma facciamo l'esempio pratico con gli Stati Uniti, per farcene un'idea. Se guardate un dibattito presidenziale o vicepresidenziale USA, si può osservare in modo inequivocabile un vincitore e un vinto. Se guardate Santoro e Berlusconi, nessuno vince. Nossignore: né il Berlusconi che sostiene di avere recuperato il 5% di votanti, né il Santoro che ottiene la compassione di un gruppo di persone che vede nel suo eroe sconfitto in battaglia il combattente onorevole schiacciato dal vile gigante.

Per la prima volta c'è una forza politica che combatte direttamente il berlusconismo. Che combatte direttamente "sinistra" e "destra". E anche "centro". Non è perfetta, nulla lo è nella dialettica. "Non è possibile intellegire davvero il logos", figuriamoci avere una coalizione politica perfetta. La forza politica contro il berlusconismo ha un programma, deve averlo. Ma la vera "Agenda Monti" ha questo obiettivo non detto che ritengo sia il primo della lista: mettere fine al berlusconismo.
Riportare la politica a quello che è: discussione dialettica attiva, scienza politica, set di valori che il popolo decide, mano mano, come plasmare a seconda dei bisogni, perfezionandosi.

Il movimento anti-berlusconismo è la via che aprirà a ricreare, anche in Italia, una politica sana, con destra e sinistra moderne, maggioranza e opposizione, e finalmente vero dibattito, vera dialettica.


L'anti-berlusconismo non è qualunquismo alla bell'e meglio ("sono da mandare tutti a casa"), non è demagogismo ("basta tasse!"), nè tantomeno ripescaggio di ideologie sepolte dalla storia. E no, non è certo "una seconda linea di prodotti" del berlusconismo.

Credo abbiate capito di chi stia parlando, vero?



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venerdì 25 gennaio 2013

I dati sulla (im)par condicio pre elettorale

"Elezioni" fa rima con "Par Condicio". In teoria, si capisce.

"Con l'espressione latina par condicio ("parità di trattamento" oppure "pari condizioni") si intendono quei criteri adottati dalle emittenti televisive nel garantire un'appropriata visibilità a tutti i partiti e/o movimenti politici."
Questa è la definizione che si trova su Wikipedia di par condicio. Potete trovare anche le varie norme che la regolano e la legge n. 282 del 2000 "Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica".

La domanda da farsi è: la visibilità nelle emittenti televisive è davvero appropriata per tutti i partiti e movimenti politici? La credenza comune è che ciò non sia vero ma noi non ci basiamo sulle credenze.

Ho quindi preso i dati sulla visibilità dei vari leaders e partiti politici dal Cd'A (Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva), il quale ha elaborato alcuni grafici che ora vado a riportare.

Per quanto riguarda i partiti:


Per i leaders invece:



Precisazione sui dati (fatta dal Cd'A):  

I dati rappresentati nei grafici sono elaborati sulla base della relazione tra gli interventi in voce degli esponenti politici e degli ascolti (Auditel) delle trasmissioni in cui sono intervenuti. Per "ascolti consentiti" o "la possibilità per i cittadini di conoscere" si intende la reale possibilità per i cittadini/utenti televisivi di conoscere proposte, opinioni e iniziative delle diverse forze politiche. Se si escludono rare eccezioni infatti gli ascolti delle trasmissioni televisive non variano in base agli ospiti presenti ma sono costanti in base a emittente, giorno della settimana e orario di messa in onda. Dal momento che nel periodo di campagna elettorale le uniche trasmissioni che hanno l'obbligo di dare pari spazi a tutte le forze politiche sono le tribune elettorali, ne consegue che la possibilità per i cittadini di farsi un'opinione è data esclusivamente dalle trasmissioni, ovvero dai loro conduttori/redazioni, che ospitano, di più o di meno i vari esponenti politici. Questo come gli altri grafici elaborati dal Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva rappresentano, in percentuale sul totale degli ascolti di tutte le trasmissioni che hanno avuto almeno un esponente politico presente, la percentuale degli ascolti "consentiti ai cittadini" delle diverse forze politiche.

Come potete facilmente notare, la visibilità è tutto fuorchè pari ed appropriata, in particolare per il capitolo Berlusconi Silvio il quale, potendo disporre di Mediaset, ha una visibilità enormemente superiore a tutti gli altri (alla faccia del conflitto di interesse).

Più che "par condicio" sarebbe meglio chiamarla "impar condicio".

PS: Curioso il dato su Angelino Alfano, praticamente assente dalla scena politica nonostante sai lui il segretario-candidato del secondo partito d'Italia, questo a sottolineare il suo peso nel Pdl.

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domenica 20 gennaio 2013

Meloni e Crosetto: da ribelli ad alleati del padrone

Avevano dato un po' di speranza a tutti: finalmente qualcuno che, dopo Fini, ha avuto il coraggio di ribellarsi al padrone. Ma fu soltanto un'illusione.

Giorgia Meloni e Guido Crosetto, due che poche settimane fa hanno avuto il coraggio di alzare la voce in quel del Pdl, partito in cui a comandare e a fare ciò che vuole è uno e uno soltanto: Silvio Berlusconi.
Il tutto nacque dal balletto del cavaliere sul "mi candido, non i candido" che rischiava di far saltare le primarie: da lì il duo Meloni-Crosetto ha iniziato a ribellarsi. Lodevole fu l'abbandono in diretta dello studio a La7 da parte del "gigante buono" al grido di «Berlusconi? Mi sono stufato, mi sono rotto» che ricevette commenti positivi anche dal sottoscritto (finalmente qualcuno che ha moralità e onestà intellettuale mi dissi).

Dopo solo un mese tocca ricredermi sul quel pensiero: a conti fatti, fu quasi tutta una penosa messa in scena che ha portato alla fondazione di uno pseudo nuovo partito, Fratelli d'Italia, il quale si è alleato indovinate con chi? Con il Pdl, il cui leader è sempre Silvio Berlusconi!

La Meloni commentando la cosa ha detto:

Non capisco perché mi dicano sempre questa cosa. Siamo in un sistema bipolare e difendo il bipolarismo. Sono di centrodestra, non faccio come gli altri che hanno lasciato il centrodestra per fare gli inciuci con la sinistra o con Mario Monti (Fini, ndr). In un modello di centrodestra che ha deluso molti italiani, racconto un altro modello di centrodestra ma all’interno della coalizione altrimenti farei il gioco della sinistra. Il partito che prenderà più voti indicherà il premier. E’ un modo di fare quelle primarie che non sono state fatte nel PdL. E’ una sana competizione interna senza rafforzare l’avversario. E’ un centrodestra diverso, fondato sulla meritocrazia, sull’onestà, sulla partecipazione.


Cara Giorgia, davvero pensi che noi potenziali elettori siamo degli idioti? Secondo te, FdI prenderà più voti del Pdl, considerando anche il fatto che Berlusconi sia sempre in tv, con ottimi risultati (ahimè)?

Devo infine ricordarti le frasi del 16 dicembre 2012 "Né con Monti né con Berlusconi, servono risposte chiare"?


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sabato 19 gennaio 2013

Quando la destra spingeva per Pannella senatore a vita..

Quelle lodi dal centro destra a Pannella e il loro appoggio per farlo senatore a vita...

Quando Rita Levi Montalcini morì poche settimane fa ci fu una proposta per nominare Marco Pannella, leader dei Radicali, senatore a vita al suo posto.
Molti furono i consensi, forse dovuti anche al fatto che Pannella in quel periodo era nel pieno del suo ennesimo "sciopero" della fame (e forse anche della sete) per la condizione delle carceri italiane (argomento legittimo, ma affrontato in maniera sbagliata e con soluzioni sbagliate).

Fra i vari sostenitori notai anche personaggi non proprio di sinistra o comunque non schierati con le idee dei Radicali e del loro leader. Una su tutte fu Giorgia Meloni, con il quale scambiai un paio di tweets proprio sul tema.
All'inizio pensai solamente ad un pensiero personale della Meloni o al massimo di una dichiarazione con fini elettorali vista la recente nascita del suo nuovo movimento.
Non per essere sospettoso o provocatore (beh un po' sì), però rileggere oggi quelle parole un po' fa pensare, vista la  recente alleanza fra Marco Pannella e Storace, alleato di Berlusconi e, per la famosa proprietà transitiva, anche di Giorgia Meloni.
Visto il ruolo che hanno i senatori a vita, un voto in più fa sempre comodo, soprattutto con l'incertezza politica in Parlamento che, ad ora, i sondaggi rispecchiano.

Due parole infine sull'alleanza: ma ancora vi stupite del signor Marco Pannella?


PS: mi pare d'obbligo pubblicare il famoso video di Sgarbi contro Pannella in cui il critico etichetta come "venduto" e "pagato" il leader dei Radicali...




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martedì 15 gennaio 2013

Il manifesto di Ingroia (Rivoluzione civile) con il sig. Burns

Scusate, ma questo manifesto merita di essere pubblicato anche se probabilmente non voterò Ingroia.  


fonte


 Un colpo di genio assoluto. Complimenti davvero agli ideatori!

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lunedì 14 gennaio 2013

Aah se da Santoro ci fosse stato un economista contro Berlusconi

Come sarebbero andate le cose?

Appena girai su LA 7 la sera dello scontro epico fra Silvio Berlusconi e il duo Santoro-Travaglio a Servizio Pubblico lo notai subito: "dov'è l'esperto di economia? Dov'è l'economista, ovvero chi effettua valutazioni di tipo economico ed econometrico? Perchè manca?"
"Forse arriverà dopo", dissi fra me e me. Almeno, sperai che arrivasse dopo e invece non si fece vivo nessuno tranne un'imprenditrice, che però abbiamo visto chi essere.

Come ho già scritto, se ci fosse stato un economista Silvio Berlusconi non avrebbe riscosso così tanto successo fra i telespettatori che hanno guardato la trasmissione, contutto il guadagno derivante per il nostro futuro.

Ma perchè invocai la cupa (secondo alcuni) presenza dell'economista? Perchè avrebbe confutato le sciocchezze economiche dette dal leader del Pdl. COme faccio ad esserne sicuro? Per prima cosa, su questo blog io insignificante eKonomista lo faccio tutte le volte; secondo il sito "LaVoce" ha fatto proprio ciò che dico punto per punto nel post "Tutti i numeri di Berlusconi" che ora riporto qui sotto:


1) Berlusconi a Servizio Pubblico (1:33:40): “Il PIL è calcolato in 1500miliardi. … non è vero, perché il nostro PIL non può essere contato solo emerso, ma anche il sommerso … Nei dati ISTAT c’è il 17 per cento. … il PIL, sommerso ed emerso, è superiore al debito pubblico quindi invece che il 120 per cento siamo vicini al 94 per cento che è la media europea”.
FALSO
Il Pil calcolato dall’Istat include già l’economia sommersa. Per economia sommersa si intende la produzione di beni e servizi legali che non viene osservata e per cui non vengono pagate le tasse. Il peso dell’economia sommersa è di circa il 17 per cento (come affermato da Berlusconi) ed è parte integrante del calcolo del PIL.
Come ricorda l’Istat: “I nuovi sistemi di Contabilità nazionale impongono a tutti i paesi di contabilizzare nel Pil anche l’economia non osservata. Teoricamente, tutti i fenomeni che danno luogo a economia non osservata sono oggetto di stima e di inclusione nei conti. Allo stato attuale, però, la Contabilità nazionale italiana, al pari di quella degli altri partner europei, esclude l’economia illegale per l’eccessiva difficoltà nel calcolare tale aggregato e per la conseguente incertezza della stima, che renderebbe poco confrontabili i dati dei vari paesi  nazionali”.
La frase errata di Berlusconi è quindi la seguente: il PIL, sommerso ed emerso, è superiore al debito pubblico quindi invece che il 120 per cento siamo vicini al 94 per cento che è la media europea.
Fonte: Dati Istat sul sommerso
2) B. a Servizio Pubblico (1:33:00) : “Il debito non è elevato perché bisogna confrontarlo con l’attivo. L’attivo italiano è di 8mila-9mila miliardi. Se tu togli dall’attivo 2mila miliardi hai comunque un attivo di 7mila miliardi. Aziende che hanno 2 di debito e 8 di attivo non ce ne sono.”
FALSO
Probabilmente Berlusconi si riferisce alla ricchezza delle famiglie italiane. La Banca d’Italia scrive, riferendosi alla fine del 2011, che la “ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8619 miliardi di euro”. Il valore nominale del debito pubblico è di circa 2000 miliardi di euro.
Questo ragionamento vale forse per un’impresa, ma non vale per lo Stato. Infatti quello che Berlusconi considera l’attivo” dell’impresa Stato è in realtà la ricchezza degli Italiani. Non è così facile tassarla.
Quindi non è vero che, se le cose vanno male, i creditori dello Stato Italiano possono stare tranquilli, perché gli italiani potranno pagare (per mezzo di tasse) il debito pubblico.
Fonte: Banca d’Italia

3) B. a Servizio Pubblico: “… Quindi non siamo obbligati a ridurre il debito di 50 miliardi l’anno: dobbiamo ridurre il debito di soli 15 miliardi, che è sostenibile”.
FALSO
Come già spiegato su lavoce.info i 50 o 15 miliardi si riferiscono al fatto che il Fiscal Compact includerebbe anche una regola della riduzione di 1/20 l’anno del debito pubblico in eccesso rispetto al limite del 60 per cento. L’Unione europea non ci chiede di ridurre il debito di 50 miliardi l’anno, neanche di 15. Basta mantenere l’avanzo strutturale ai livelli programmati.
4) B. a Otto e mezzo: “Di fronte ad un rischio nel sottoscrivere i titoli di questi debiti dei paesi cosiddetti “cicala” […]. Gli investitori, sapendo di investire in titoli che potrebbero essere a rischio, chiedono un premio di rischio, cioè chiedono l’aumento dell’interesse. Contemporaneamente il debito tedesco- il debito di cui nessuno può dubitare- ha potuto abbassare gli interessi, e quindi mentre noi siamo saliti al 6 per cento, la Germania è scesa all’ 1 per cento“.
FALSO

Lo spread tra titoli pubblici tedeschi ed italiani è in effetti influenzato dall’andamento di entrambi i titoli ma risulta abbastanza semplice individuare il contributo di ciascuno all’andamento dello spread.

Untitled

Il grafico riportato mostra l’andamento dello spread tra i due titoli di stato (in blu), la parte della crescita dovuta all’aumento dei tassi sui titoli italiani (in rosso) ed il suo contributo percentuale sulla crescita totale dello spread (in verde) rispetto al primo gennaio 2010 (1). Appare evidente che il contributo allo spread dato dalla crescita dei tassi sul debito italiano è stato quantomeno maggioritario. In ottobre e novembre 2011, la crescita dei tassi di interesse sui titoli italiani ha rappresentato da un minimo del 48 per cento ad un massimo del 75 per cento con una media del 62 per cento.
La situazione appare molto diversa rispetto al 2012 in cui il contributo dei tassi italiani è diminuito progressivamente mentre il livello dello spread è rimasto relativamente elevato in buona parte per il permanere di bassi tassi sul debito tedesco (da febbraio 2012 il contributo della crescita dei tassi italiani è stato inferiore al 50 per cento).
5) B. a Servizio Pubblico (2:38:00): Mediaset è andata di pari passo all’indice della Borsa Italiana”.
FALSO
Rispetto al 7 dicembre, giorno successivo all’annuncio della candidatura, l’indice FTSE-MIB guadagna circa l’11 per cento. Il titolo Mediaset, invece, ha una performance decisamente più alta, come evidenziato dal grafico. Ad oggi- sempre rispetto al 7 dicembre- guadagna quasi il 35 per cento.Untitled
Anche volendo tornare indietro al precedente annuncio di Berlusconi (27 ottobre 2012) prima di una lunga serie di tira e molla, si ottiene un’immagine del tutto simile. Rispetto a fine ottobre, Mediaset guadagna il 45 per cento, rispetto al 12.4 per cento dell’intero indice FTSE MIB.


2


(1) Il periodo precedente a 3 gennaio 2011 non è riportato per comodità ma in quel periodo il contributo della crescita dello spread è stata contenuto ed il contributo dei tassi italiani ha, per lo più, abbassato lo spread.



Chiunque abbia una discreta preparazione queste cose le sa, però il cittadino medio che lavora 8 ore al giorno + 2 di viaggio, con famiglia che torna a casa alle 7-8 di sera non è obbligato a saperle e senza qualcuno che gliele dica (spiegandole) è facile che cada nella trappola del Cavaliere. Per questo motivo ritengo la scelta di non portare un esperto della materia sia stata una pessima scelta di Santoro.

A meno che la mancata presenza fosse parte del presunto patto che ha portato Berlusconi ad accettare l'invito in trasmissione...

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domenica 13 gennaio 2013

Tutti i simboli copiati e il vittimismo misto a minacce di Grillo

Di tutti i simboli copiati, solo un partito ha fatto casino spacciandosi per vittima di un "gombloddo"

Eccoli qui: tutti i simboli fasulli, fake, copia degli originali ben più conosciuti (ndr: se qualcuno conosce il giornale da cui è tratta la foto per favore me lo faccia sapere).

Secondo voi, quale di questi ha fatto casino, a modi vittime, lamentandosi e minacciando di non presentarsi alle elezioni?

Se stato pensando a Monti e Ingroia, siete fuori strada. Loro non si sono lamentati molto. Se invece pensate a Beppe Grillo, avete ragione.

E' proprio il Beppe nazionale che minaccia addirittura di non presentarsi alle elezioni n caso vi sia un simbolo che possa confondere gli elettori.

Sia ben chiaro, Grillo non ha tutti i torti sul tema e la furbata è da condannare o quantomeno bisognerebbe rivedere le regole (anche se a detta dei pirati è una vendetta fatta in quanto il primo a "piratare" è stato proprio il comico), ma questo eccessivo vittimismo misto a lagne e al "e io non gioco più ecco" tipico dei bambini di due anni è francamente ridicolo.

Il leader del M5S sa (o dovrebbe sapere) benissimo che queste liste "fasulle" devono raccogliere le famose firme per presentarsi alle elezioni, cosa che dubito possa accadere. Il pericolo quindi non sussiste.

Concludo con un consiglio a Grillo e ai 5 stelle tutti: cercare di passare continuamente per vittima serve a poco o niente. Forse confrontarsi face to face con gli avversari, ad un mese circa alle elezioni, sarebbe una mossa migliore per recuperare i voti che il movimento continua a lasciare per strada (a favore del Pdl a quanto pare, cosa molto grave).

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sabato 12 gennaio 2013

Il valore delle case non crolla per colpa dell'Imu di Monti

Siccome va di moda dare la colpa a Monti, ora il crollo del prezzo delle case pare essere colpa sua. Sarà vero? Monti ha fatto crollare il valore delle case?

Ultima sparata di Silvio Berlusconi, in gran forma dopo la serata da Santoro, contro l'ex premier Mario Monti:
"È colpa del governo uscente se il valore delle case è crollato. Abbiamo provato a convincere il governo a non toccare gli immobili, che sono il pilastro di ogni famiglia. Ma l’Imu non potevamo non votarla: se avessimo fatto cadere il governo dopo venti giorni ci avrebbero accusato di voler portare il paese nella speculazione”

In pratica, il cavaliere sta dicendo che se il prezzo sta calando la colpa è dell'Imu introdotto dal governo Monti e che, presumo, senza di essa non sarebbe crollato.

Partiamo subito dal dire che è vero che il prezzo delle case sta sì calando (vedi grafico Istat), ma non crollando: in Italia non abbiamo avuto infatti uno scoppio di bolla immobiliare come gli USA o la Spagna, dove lì davvero è crollatp e il mercato dal 2007 è calato in linea con i 5 maggiori paesi europei (-19% Italia contro un -24% della media fra Italia, Spagna, Inghilterra, Francia e Germania)


Ora passiamo all'accusa: questa flessione è avvenuta per colpa dell'Imu introdotta da Mario Monti con l'appoggio del Parlamento, Pdl incluso?

Prima di tutto, a mio modestissimo parere, è ancora un po' presto per vedere un eventuale calo del valore degli immobili a causa dell'Imu, che si verificherebbe nel caso in cui i possessori mettessero in vendita l'abitazione a causa del costo della tassa patrimoniale e non trovassero compratori. Capite dunque che è passato troppo poco tempo per notarlo nei dati (i tempi di vendita nel periodo ottobre-dicembre 2008, ad esempio, si attestavano intorno a 7 mesi) .

Andando a vedere l'andamento dei prezzi delle case negli anni passati, si scopre che è il calo di essi non è recente. Si vedano ad esempio questa tabella



e questa


e i grafici (fonte):








Questo per mostrare come i prezzi stiano scendendo già da qualche anno, precisamente dal 2008 quando, tra l'altro, il governo Berlusconi tolse la vecchia Ici.

L'Imu di Mario Monti c'entra dunque poco o nulla e, se vogliamo precisare, il calo in seguito alla messa in vendita riguarda soprattutto le seconde case. Considerando che l'Imu criticato è quello sulla prima casa, anche una sua abolizione cambierebbe poco la situazione.

Qual è, in definitiva, il motivo per il quale i prezzi del mercato immobiliare stanno calando? Lo ha spiegato Morya Longo sul Sole 24 Ore:
"il problema del mattone in Italia è uno solo: sono spariti i compratori. Ormai è così difficile ottenere mutui e l'incertezza è tale, che il mercato immobiliare sembra avviato verso la tempesta nonostante i valori fondamentali siano ancora buoni."
Ed è vero: i mutui per la casa stanno via via diminuendo, sia dalla parte della domanda che dell'offerta. Questa, caro Berlusconi, è la vera causa del crollo del valore delle abitazioni.


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Chi è Francesca Salvador, l'imprenditrice ospite da Santoro che ha esaltato Berlusconi

L'imprenditrice del nord est che ha esaltato Silvio Berlusconi da Santoro. Ma chi è?

E' stata uno dei pochi ospiti della puntata più attesa di Servizio Pubblico, quella del confronto Berlusconi-Santoro-Travaglio che ha visto trionfare proprio L'EX Presidente del Consiglio (sì perchè non ho ancora capito il motivo per cui tutti continuino a chiamarlo Presidente). Ma chi è Francesca Salvador, imprenditrice del nord est?

Non è un personaggio sconosciuto, anzi, Santoro e Berlusconi sapevano benissimo chi fosse. E' stata infatti più volte ospite della trasmissione "L'Ultima Parola" di Gianluigi Paragone (la si vede qui e qui ad esempio), ex direttore di "Libero" (qui anche ex vicedirettore) e "La Padania", ex vicedirettore di Rai 1. Ora occupa la vicepresidenza di Rai 2 con delega all'informazione (perchè la tv pubblica è meglio). Entrambe le nomine sno avvenute nel 2009, durante il governo di....Berlusconi! ma guarda un po' che strano.

Considerando che Paragone è molto vicino agli ambienti leghisti/berlusconiani e che la Salvador è imprenditrice del nord est, tipica area di fede leghista, è facile pensare che la scelta dell'ospite che parla dal trespolo della trasmissione sia stata scelta di comune accordo con Silvio Berlusconi., vista anche la neo-alleanza fra PDL e Lega Nord.

L'imprenditrice ha detto cose tipicamente leghiste (e complottiste) contro questa Europa, la BCE, l'Euro e a favore del recupero della sovranità monetaria e della svalutazione che Silvio Berlusconi ovviamente approva, visto che da tempo sostiene le stesse cose (la colpa non è sua ma degli altri, come sempre).
Questo altro elemento ci fa supporre che fosse tutto palesemente concordato per fare il gioco del leader del PDL, il quale infatti sta salendo nei sondaggi post-trasmissione. Mica ci sarebbe andato sennò!

Per quanto riguarda le cose che ha detto: sull'euro/lira, sovranità monetaria e svalutazione ho già parlato più e più volte quindi non voglio ripetermi continuamente (aggiungerei di vedere l'esempio argentino, in cui si sta verificando ciò che Salvador e Berlusconi si auspicano, ovvero la politica che prende il controllo della banca centrale per i propri scopi e che sta portando ad un nuovo fallimento un paese che, a differenza nostra, nutre di un bonus materie prime che noi non possediamo).
Sulla BCE come banca di ultima istanza, c'è poco da dire: una banca centrale che, per bocca del suo presidente, afferma di fornire liquidità illimitata (immettendo oltre 1000 miliardi di euro con LTRO, il doppio dei 500 della FED con il QE2) e di far di tutto per mantenere in vita la moneta unica, dopo tutta la liquidità fornita nei mesi e anni passati, mi pare che, de facto, sia già ora una prestatrice di ultima istanza, o no?

Ripeto, in studio ci doveva essere un economista. Se serio e preparato ancora meglio.

PS: certo che, se l'imprenditore medio italota è questo qui, ci credo che le imprese falliscono..

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venerdì 11 gennaio 2013

Sondaggi, effetto Santoro: Berlusconi guadagna punti. Ma va?

I primi sondaggi premiano la prestazione del Cavaliere a Servizio Pubblico. Nulla di nuovo per i lettori di questo blog

"Ma va?" Questa era la battuta (forse più famosa) che Carlo Pistarino diceva mentre si girava verso la telecamera più di vent'anni fa ai tempi di Italia '90 (mi pare che il programma fosse Mai Dire Italia '90).
Ecco, ora lo dico io "Ma va?", di fronte ai primi sondaggi post Servizio Pubblico di ieri sera.

Il sondaggista Nicola Piepoli è "convinto che ieri Berlusconi, ospite di Santoro, abbia preso almeno 1 punto di share personale", che aggiunge "ha avuto un’impennata di consensi compensando, in parte, il calo del Pdl’. Soprattutto negli ultimi tre quarti d’ora ‘e’ riuscito ad invertire la tendenza negativa del suo partito iniziando la risalita e convincendo anche persone che non sono i suoi elettori abituali’. In pratica Berlusconi e’ risultato vincente quando, prendendo il posto di Marco Travaglio, ha parlato ‘non attraverso parole ma per simboli!".

Libero riporta (assieme ad altri) poi i sondaggi di Swg fatti per la trasmissione Agorà di stamane: "dopo la presenza televisiva da Santoro, Silvio Berlusconi è cresciuto ancora, forse di un paio di punti"

Non sono per nulla stupito. Già ieri, ricevendo tante critiche (assieme però ad altrettanti complimenti), ho anticipato che Berlusconi avrebbe guadagnato tanta popolarità dopo la trasmissione di Santoro, per i motivi che ho elencato nel post "Santoro ha fatto risorgere Silvio Berlusconi". Ha stravinto, sia per meriti suoi sia per demeriti degli ospiti, inadeguati alla situazione e non per colpa loro sia chiaro.

....Che amarezza.....



Santoro ha fatto risorgere Silvio Berlusconi

Berlusconi ospite da Santoro è risorto. 

Era lo scontro più atteso: Silvio Berlusconi ospite da Santoro a Servizio Pubblico, nella tana del nemico e di Marco Travaglio, suo acerrimo nemico politico. Come è andato?

Ne è uscito VINCITORE, a testa alta. Si è pappato tutti, mi spiace dirlo. E sono sicuro che i sondaggi dei prossimi giorni mi daranno ragione.
C'è stato sì un affondo di Travaglio e Santoro alla fine ma poca cosa, rimandata al mittente con la lettera scritta dai suoi collaboratori allo stesso Travaglio (Bonaiuti?).

Il resto invece è stato se non un trionfo, quasi, frutto di ospiti inadeguati fra i quali nessun economista di professione per controbattere ciò che l'ex presidente del consiglio e l'imprenditrice poco di parte che è intervenuta contro l'euro (ah, qui e qui due articoli sul tema) hanno detto durante la trasmissione.

Mi spiace davvero ammetterlo, ma ha giocato le sue carte, le ha giocate bene e ha vinto. Un elettore medio di cultura media che prima aveva dubbi dopo questo confronto probabilmente lo voterà.
Lo dico senza vergogna. Non avessi scelto economia all'università e non avessi approfondito la materia io dopo stasera lo avrei votato.

Santoro ha fatto (ahimè) risorgere Silvio Berlusconi

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giovedì 10 gennaio 2013

Berlusconi: a novembre fu una congiura, lo spread è una truffa e Zaccardo ha 22 anni

Ironie di un italiano, milanista (molto) deluso ma non sorpreso. Dedicato a tutti i milanisti (e non).

Sì, sono milanista. Un milanista non berlusconiano. Lo so, è strano a dirsi visto che il presidente ha fatto vincere molto al Milan e molti di noi sono tifosi del Berlusca anche in politica, però è così.

Mi piace molto fare parallelismi fra la situazione politica/economica del paese Italia con lo sport, specialmente quello nazionale, quindi per farvi capire come funziona la mente di Berlusconi userò proprio l'esempio sportivo, prendendo spunto dall'ultima vicenda che riguarda il mercato dei rossoneri.

Per chi segue il calcio e il calciomerato, è da qualche giorno che il presidente del Milan sta tracciando l'identikit base dei giocatori che la società sta seguendo ed andrà a comprare in questi anni per tornare a vincere nel giro di 3 stagioni.
“Stiamo esaminando 100 giovani in tutto il mondo, speriamo di prenderne una quindicina per tornare a vincere in Italia, in Europa e nel mondo in poco tempo". (Fonte: Calciomercato.com)
 "Servono due anni di pazienza per avere di nuovo una squadra vincente - ha ribadito Berlusconi - stiamo seguendo cento atleti fra i 16-21 anni, non faremo acquisti sopra i 21-22 anni. Sneijder? Ne ha 28, quindi non rientra nei nostri piani".(Fonte: IlsecoloXIX, riportando l'intervista ad Azzurro Italia su Antenna 3 di lunedì)
"Drogba ha 34 anni ed è fuori dalla linea" (fonte: americaoggi)

La dirigenza ha tenuto fede alle parole del Presidente, infatti al Milan arriva un difensore di prospettiva, ma con la giusta esperienza: Cristian Zaccardo, classe 1991 (22 anni), dal Parma.

Come dite? E' un 1981 e compirà 32 anni alla fine dell'anno? Ma che stupidi che siete, ancora credete alle statistiche ufficiali? Fidatevi del presidente, lui ha 22 anni e rientra perfettamente nei parametri!

Vi sembra così fantasiosa come possibile giustificazione? Ne siete così sicuri? Torniamo alla politica.

Ora che si avvicinano le elezioni, Berlusconi convincendo gli elettori a votarlo con vari arbomenti: dalla congiura internazionale ai suoi danni del novembre 2011, al complotto della Deutche Bank, alla truffa dello spread inventato sempre per danneggiarlo, al fatto che con lui l'Italia si che stava bene e la colpa di tutto ciò è del governo tecnico e dell'euro. Per non parlare poi delle promesse di tagliare le tasse, togliere l'Imu, abbattere i costi per le imprese che assumono giovani etc etc. Ci manca solo che rinnovi la promessa di sconfiggere il cancro.
Guardando ai sondaggi, molta gente ci crede anche. Ecco, appunto. Ci crede di nuovo. Perchè, con un po' fantasia, anche Zaccardo può avere solo 22 anni.

mercoledì 9 gennaio 2013

#poorandhungry - tag in libertà sull’innovazione in Italia

ndr:: Al via una nuova rubrica qui su Rebel Ekonomist(s) al plurale, visto che non sarò più solo, tenuta da Max Brigonzi, brillante giovane laureato e laureando italiano (nonchè mio amico ed ex compagno di classe e di corso). 
 

Bill Gates&Steve Jobs nel 1985 a NYC

Sì, sì. Lo so.
Il dibattito che infervora su telegiornali, quotidiani, blog, social network in questi giorni è ben lungi dal parlare in modo diretto di innovazione. Se ne parla, ma sullo sfondo: volti noti e meno noti si affacciano sulla politica italiana in vista delle elezioni, si stringono alleanze ovvie e meno ovvie, si fanno promesse vecchie e qualcosina di nuovo.
Ed è giusto che se ne parli, se ne discuta e si sviluppi nuovamente consapevolezza politica ed economica in un popolo che cresce studiando in licei e scuole superiori dove l’educazione civica e l’economia vengono lasciati nelle retrovie dell’offerta formativa se non direttamente snobbati.

E fin qua, niente di “nuovo”.

Ma è anche giusto che si parli d’altro. Di economia spicciola, di imprenditorialità, di innovazione e di come il nostro paese si stia muovendo anche grazie ad un fertile, vivace sottobosco di ragazzi normali, operosi e volenterosi che cercano, dal garage di casa (sì, esattamente come si faceva 30 anni fa in Silicon Valley) di
fare un sacco di soldi cambiare il mondo.

Ragazzi italiani, con cuore italiano ma mente aperta al mondo.

Due parole su di me, e sul perché parlerò di queste cose.
Mi chiamo Max Brigonzi
, laureato in Economia Aziendale e laureando in Global Entrepreneurship and Management, membro del consiglio direttivo dell’Associazione “La Storia Nel Futuro” (www.storianelfuturo.org), founder di Hintclub (startup in fase di incubazione vincitrice della prima fase della competition “StartCup Piemonte”, su cui potete trovare maggiori informazioni e avere la possibilità, tramite un breve survey, di accedere alla beta privata a questo link: http://bit.ly/hintclub).
Da sempre appassionato di tecnologia, IT e web e mobile, ho esperienza pluriennale come docente di informatica e ho tenuto un ciclo di conferenze sul business planning e l’imprenditorialità presso il liceo scientifico del mio paese.

Grazie al curatore di questo blog, avrò la possibilità di raccontare a un buon pubblico, sicuramente attento a queste tematiche, storie di giovani e meno giovani che rendono l’Italia terreno fertile per l’innovazione. Storie che diano speranza, al di là della crisi e della disoccupazione.

Perché si può.

Da qui il titolo della mia rubrica “#poorandhungry”, che nasce da una conferenza tenuta a Milano da Robert Stephens (@rstephens su Twitter), ex-CTO di Best Buy (
www.bestbuy.com) e founder di Geek Squad (www.geeksquad.com).
Durante la conferenza, in cui Stephens ha lodato la nostra classe imprenditoriale capace di creare business millenari (Pontificia Fonderia di Campane Marinelli, nata nell’anno 1000), è stato trattato un importante quanto incoraggiante argomento così riassumibile: “è nei periodi duri, quelli in cui si è poveri e affamati, che si diventa davvero creativi”.
Da qui l’hashtag #poorandhungry, ad indicare una generazione di studenti e giovani senza grandi disponibilità economiche, volenterosi, studiosi e operosi, ragazzi che fanno uno o due lavoretti mentre studiano, e cercano anche, con coraggio, di aprire un’impresa. Ed è proprio l’essere “senza soldi” che permette loro di tirare fuori delle idee capaci di essere lanciate sul mercato, facendo davvero “innovazione”. E non ci vuole molto.

Già, perché le possibilità date dal social web, dall’informatica in senso lato e dall’hi-tech stanno “popolarizzando” il fare impresa. Basta un pc, neanche troppo potente, una bella idea, un account sviluppatore di iTunes e zac! Si può tentare di fare il colpo.
Insomma, il sogno della Silicon Valley di Jobsiana memoria è più vicino che mai.

Se è vero che le possibilità sono di più, è tuttavia altrettanto vero che le limitazioni in Italia sono incombenti, ed anche un po’ inquietanti: scarsità di capitale, difficoltà a raggiungere la tanto agognata “exit”, scarsità di incubatori e di network, nonché la drammatica mancanza di informazione
mainstream al riguardo.

Ed è appunto con questo scopo che nasce questa rubrica: #poorandhungry vuole essere un tentativo di dare visibilità sul web a tutte le iniziative e le persone che animano il fertile sottobosco dell’innovazione hi-tech made in Italy.

Una visibilità che dia una ventata di coraggio ed ottimismo, un po’ come il Sole della California.

martedì 8 gennaio 2013

Quando la Lega dice no è no. Tutti i no del Carroccio all'alleanza con il PDL

La Lega Nord, si sa, è un partito che quando dice una cosa ci crede e la porta fino in fondo senza mai cambiare idea...

L'alleanza con Berlusconi e il PDL è oramai ufficiale. La Lega Nord dopo anni e anni....beh..diciamo mesi e mesi....ehm, qualche settimana, non correrà più da sola ma, rinnovando il patto con Berlusconi, si presenterà alle elezioni da sua alleata.

Questo patto non sorprenderà nessuno, visto che le dichiarazioni degli ultimi mesi rilasciate dai vari rappresentanti del Carroccio.





Come sempre, quando la Lega Nord dice no, è proprio no!

domenica 6 gennaio 2013

Sondaggi: se sale il PDL scende il M5S e viceversa. E' una lotta fra Messia a colpi di fedeli

Ironia sui risultati degli ultimi sondaggi

fonte
E' una cosa che mi ha fatto notare Maria Beatrice Scibetta su Facebook: quando il PDL sale nei sondaggi il Movimento 5 Stelle scende. Quando sale il 5 stelle a calare è invece il PDL. Andando a vedere un paio di sondaggi la cosa è provata.

Prendendo il sondaggio pubblicato dal Corriere oggi 6 gennaio (e già che ci siamo, buona Epifania a tutti) notiamo che il PDL si attesta intorno al 20-22%, mentre Grillo si ferma ad un 13-14%.

Guardando alla tabella dei sondaggi PIEPOLI,  vediamo come mentre il M5S cresceva durante il 2012 il PDL calava per poi da un picco del 19% al 12/11/12 la situazione ha iniziato leggermente ad invertirsi (qui forse saremme meglio sostituire PDL con CDX).


Prendendo ora i sondaggi IPSOS (quelli di Ballarò per intenderci), abbiamo che martedì 4 dicembre il 5 stelle è al 18.5% e il Pdl al 13.9%, mentre al 18 dicembre la situazione è opposta: Pdl al 18%, M5S al 13.8%.

La stessa cosa è stata notata da Alessandro Camilli su Blitzquotidiano, quindi il fatto che una parte di elettorato di Grillo sia in comune con quello di Berlusconi è fatto se non certo, quasi.

Come mai questo calo del M5S a favore del Pdl? A mio modestissimo parere, le vicende delle ultime settimane (la Grillocracy come ho ribattezzato qui sul blog) hanno fatto cambiare idea a molti elettori, i quali si vede preferiscono essere presi in giro da un finto comico piuttosto che da un comico vero.

In conclusione, alle elezioni manca poco più di un mese: considerato che entrambi si credono i Messia, sarà una lotta all'ultimo fedele fino in fondo.

sabato 5 gennaio 2013

I saldi pre-concordati sono un male per i consumatori. Liberalizziamoli

Al via i saldi in tutta Italia che, come ogni anno, avvengono nel periodo post natalizio. Ma perchè non lasciare libertà ai commercianti di applicarli come e quando vogliono?
 
Inizio gennaio equivale al periodo dei saldi post natalizi. Quest'anno poi avremo la novità dei saldi su medicine applicati dalle parafarmacie (per quelli che: liberalizzare il settore è un male) e addirittura sul cibo.

La crisi si sa, in mezzo a tanti mali, porta anche a pensare e riutilizzare l'ingegno per inventarsi cose nuove.
Ecco, proprio riguardo a cose nuove, mi chiedo il motivo per cui un commerciante debba per forza aspettare il periodo dei saldi, deciso dalle regioni, per farli?

Perchè ognuno non può decidere che prezzo applicare per un qualsiasi bene che vende al tempo x,y e z?

O forse esiste un cartello de facto legalizzato praticato dai commercianti per mantenere una posizione di rendita (a danno dei consumatori s'intende)?
Prendendo in considerazione i saldi invernali, dal punto di vista economico la situazione è chiara.

Abbiamo il periodo natalizio in cui la domanda di beni è molto più alta della media in quanto per Natale tutti desiderano sia avere regali sotto l'albero, sia farli avere a parenti e amici, quindi acquisteranno di più.
La teoria (ma anche la ragione) ci dice che, all'aumentare della domanda, il prezzo aumenta mentre invece cala quando la domanda cala.
E' ovvio che, passato il periodo natalizio, la domanda tenda a calare e così quindi farà il prezzo.

I saldi post natalizi sono strategici: il prezzo calerebbe in ogni caso, in quanto conseguenza del calo della domanda. I commercianti, con il cartello, deciderebbero il rialzo dei prezzi pre natalizi magari maggiore (ma non è detto) di quello che si avrebbe in condizioni di concorrenza e il ribasso nel periodo post natalizio sicuramente minore di quello che si avrebbe, in modo tale da non andare ad influenzare negativamente troppo la domanda dei consumatori prima di Natale.

I commercianti ci guadagnano, i consumatori ci perdono. Anche l'agcom un anno fa aveva segnalato che l'"attuale normativa restringe la libertà di iniziativa economica dei singoli imprenditori e crea disparità tra consumatori", in particolare "il rischio di ingiustificate disparità di trattamento tra i consumatori stessi quando, ad esempio, alcuni negozi e catene commerciali, d’intesa con associazioni, promuovono, nel periodo immediatamente precedente la stagione dei saldi, vendite di prodotti a prezzi scontati riservate ai soli iscritti a tali associazioni. Analogamente rappresentano un’elusione della norma le iniziative di ‘prevendita’ della merce in saldo riservata dai negozianti a gruppi prescelti di clienti. Secondo l’Antitrust in questo modo vengono discriminati i consumatori non appartenenti a determinate categorie, che non sono così in grado di usufruire della stessa scelta e delle stesse vantaggiose condizioni economiche offerte ad altri."

In pratica, il rischio è che per eludere la norma (e il cartello?), alcuni commercianti sottobanco pratichino degli sconti a clienti "fedeli" iscritti in questo modo il consumatore medio rimane tagliato fuori da essi e quindi danneggiato.

Non capisco quindi il perchè ci debbano essere regolamentazioni e paletti tutte a danno dei consumatori e dell'economia tutta, quest'anno in particolare: a Natale i consumi si sono ridotti anche del 20% in alcuni settori, quindi il giochino si sta rompendo.

Forse è arrivato il momento di cambiare le cose.

PS: Sullo stesso argomento, vi invito a leggere anche questi articoli (bene o male dicono le stesse cose): http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/Cornuti_e_mazziati
http://www.libertiamo.it/2011/01/12/la-sinistra-liberalizza-e-stupisce-tempi-di-saldi-e-vecchie-polemiche/
http://www.chicago-blog.it/2011/01/07/ancora-sui-saldi/
http://www.chicago-blog.it/2011/01/04/i-love-liberalized-shopping/

venerdì 4 gennaio 2013

Milan-Pro Patria: perchè l'arbitro non ha sospeso la partita?

Insulti e cori razzisti all'indirizzo dei giocatori di colore del Milan, in particolare a Boateng che, stizzito, lancia la palla contro i tifosi della Pro Patria e abbandona il campo assieme alla squadra. C'è però la colpa dell'arbitro che non ha fermato la partita.
 
Non mi sento di commentare il comportamento di una manciata di imbecilli razzisti perchè, davvero, non ne vale la pena, soprattutto quando si sentono certe reazioni da parte di un sindaco (Pdl sottolineo). Sapete come la penso quindi finiamola qui.

Il Milan ha fatto benissimo ad abbandonare il campo: di fronte all'inciviltà e al razzismo lo sport si deve fermare. E' un divertimento e come tale bisogna meritarselo. C'è però un punto che nessuno (a quel che mi risulta) ha sollevato: il regolamento ufficiale.

Abete spiegò chiaramente che in caso di razzismo (striscioni o cori) l'arbitro debba decidere se sospendere la partita o meno "Nella prima circolare del Viminale riguardante i cori razzisti - spiega il n.1 della FIGC - era prescritto che fosse il responsabile all'ordine pubblico a decidere per la sospensione o meno della partita. Noi non potevamo, nelle nostre norme, non tenere conto di quell'indirizzo. Se il Viminale vorrà cambiare la norma, gli arbitri potranno assumersi la responsabilità di decidere quando va fermata una partita".

La domanda quindi è: essendo i cori palesemente razzisti, perchè l'arbitro di Milan-Pro Patria (ma in generale tutti gli arbitri di partite con episodi del genere) non ha sospeso lui stesso la partita? 

Berlusconi candida Dell'Utri con "Grande Sud". A quali voti ambisce?

Alla fine Dell'Utri ce l'ha fatta. Berlusconi lo candida, non nel PDL ma con Grande Sud di Gianfranco Miccichè. Per quale motivo?

 Si era lamentato del fatto che il PDL non lo volessi più candidare. Alla fine le lamentele hanno dato i loro frutti: Marcello Dell'Utri verrà candidato nella lista "Grande Sud" di Gianfranco Miccichè anche se qualcuno l'ha ribattezzata ironicamente "Lista salva Dell'Utri". E non ha tutti i torti a mio modo di vedere, visto che sembra una lista scarto di tutti gli amici dell'ex premier ma che hanno nomi non buoni agli occhi degli elettori (visti anche i tempi che corrono con movimenti "antipolitici" come il 5 stelle).

Candidare amici dai nomi scomodi è uno dei motivi. Forse però non è l'unico.

Mentre altre liste hanno scelto anche pm (uno come candidato premier, Ingroia), non è che forse la scelta di Dell'Utri, condannato in primo grado per associazione mafiosa (per non parlare di tutti gli altri procedimenti a suo carico), in una lista dal nome "Grande Sud", abbia altri scopi elettorali, come una sorta di anti/contro-concorrenza ai pm antimafia? Oppure deve accontentare qualcuno?

giovedì 3 gennaio 2013

Lo spread cala grazie ad un Mario. Che non è Monti

Spread ai minimi da agosto 2011, nonostante l'incertezza politica italiana e le non buone prospettive economiche che ci attendono. Il motivo? Le azioni di un Mario.

Oggi 3 gennaio 2013 è una data molto importante per la finanza e il paese: lo spread, il differenziale fra BTP e BUND è sceso sotto il muro dei 280 punti, fermandosi a 276 a fine seduta.
Un risultato molto positivo, vista la situazione di qualche mese fa, anche se è bene ricordare che la strada da fare è ancora molta. Siamo a metà percorso e l'emorragia è stata fermata. Ora è tempo però di riformare per ricominciare a crescere.

Non voglio parlare di questo però, piuttosto di chi si debba dare merito per questo ottimo risultato. Il merito è di un Mario, la domanda è quale: Draghi o Monti?

Analizziamo il grafico dello Spread a 1 anno:



Come si può notare, vi sono due massimi rilevanti (uno assoluto ad inizio 2012 e uno relativo a circa agosto a cui segue una discesa decisa per il primo e più leggera per il secondo, che subisce un'accellerazione intorno al mese di settembre.

Durante la prima discesa si è avuta la famosa iniezione di liquidità da parte della BCE (i famosi 530 miliardi dati alle banche) di fine febbraio-inizio marzo 2012.

La seconda (fne luglio, inizio agosto) avviene dopo la frase di uno dei due Mario "Faremo tutto il possibile per salvare l'Euro".

La terza avviene ad inizio settembre (il 6 precisamente), dopo l'annuncio dell' "acquisto illimitato di bond"  dello stesso Mario.

E' chiaro di che il Mario responsabile dell'abbattimento dello spread è Draghi, presidente della BCE. Basta dare un'occhiata allo spread fra i Bonos e i Bund per notare bene o male il medesimo andamento.

Monti non ha quindi meriti? Sbagliato. Parte del merito è anche suo, visto che ridando credibilità all'Italia ha evitato il baratro e facilitato gli aiuti stessi che Draghi ha messo in atto. Ma il grande merito va a Draghi che con il suo intervento ha evitato il tracollo dell'Unione Europea, quindi dell'Italia stessa.

Diamo a Mario quel che è di Mario. Draghi s'intende.

mercoledì 2 gennaio 2013

Il discorso di Napolitano di fine anno che avrei voluto sentire

Il "Discorso di fine anno 2012 del Presidente della Repubblica" ha deluso, in parte, le mie aspettative.

E' stato il suo ultimo discorso da Presidente della Repubblica Italiana, recitato in una situazione di crisi economica e politica, in cui il futuro del paese e di un'intera generazione di più o meno giovani è drammaticamente in bilico. Non sono pessimista, realista semmai: guardando al penoso spettacolo politico dell'ultimo mese la mia preoccupazione per il futuro di tutti, del mio in primis, è alta.
Questi sono i motivi per i quali il discorso del presidente Napolitano mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca.

E' rimasto equilibrato, anche nelle velate critiche ai partiti (e loro rispettivi leaders). E questo non mi è piaciuto. Non dico che sia stato pessimo, sia chiaro. La sufficienza la merita, però, dall'ultimo discorso di un ex politico ultra ottantenne che non ha più nulla da perdere (cosa hanno fatto gli ex Presidenti della Repubblica come Scalfaro e Ciampi, a mandato finito? Scommetto che i più giovani di voi non sanno nemmeno chi siano) mi sarei aspettato una presa di posizione netta, a fianco degli italiani e contro la "casta", responsabile prima del disastro odierno.
Ad un certo punto dice:
"Il rifiuto o il disprezzo della politica non porta da nessuna parte, è pura negatività e sterilità. La politica non deve però ridursi a conflitto cieco o mera contesa per il potere, senza rispetto per il bene comune e senza qualità morale."

Sono d'accordo, il problema è che la "politica" in Italia degli utlimi 20 anni (se non di più) è stato solo quello. Essa non è "Politica", intesa come amministrazione della "polis" per il bene di tutti come definita da Aristotele, semmai per il bene di pochi, sempre i soliti, che sfruttano la possibilità di amministrare la polis (intendendo con essa la nazione, regione così come il paesello) ai fini di mantenere/aumentare i propri privilegi. In questo contesto, forse sarebbe più appropriata la citazione di Max Weber "Alcuni vivono per la politica, molti della politica".

Avrei voluto una chiara condanna di tutto ciò, ma dura nei toni, contro questa politica, i partiti e i loro rappresentanti, ad ogni livello (dall'amministrazione centrale alla città), principali colpevoli (ripeto) della crisi in atto.

Accanto a ciò, mi sarebbe piaciuta una critica anche al Governo Tecnico, reo di essersi fatto mettere i piedi in testa dal Parlamento quando ha cercato di riformare il paese, ad esempio liberalizzando i vari settori (cosa che ho scritto anche a Polillo sul suo blog, il quale mi ha dato ragione).

Sarebbe stato un discorso forse unico nel suo genere, ma necessario vista la situazione e la brutta piega che ha preso la campagna elettorale più importante degli ultimi 20 anni.
Gli italiani non devono ricascare nelle promesse populiste del leader di turno, sia esso di destra o di sinistra e non devono bersi le fandonie economiche di ometti politicamente falliti.

Un discorso di questo tipo da un Presidente della Repubblica alla fine del suo mandato lo avrei apprezzato di più.

...Forse un Pertini lo avrebbe anche fatto....Forse.

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