Alla gentile attenzione della Sig.ra Emma Bonino e del Sig Marco Pannella,
vi scrivo riguardo la vostra battaglia che state portando avanti contro la condizione in cui vivono i carcerati del nostro paese.
Premettendo che condivido la causa e trovo vergognoso come, in un paese civile e sviluppato quale è l'Italia, vi siano delle carceri quasi da terzo mondo e nessuno sembra abbia l'intenzione o la voglia di fare qualche cosa per cambiare la situazione, mi permetto di dissentire con la soluzione che voi volete adottare.
Indulto ed amnistia non sono ciò che l'Italia ha bisogno per risolvere questa piaga. Già in passato sono state utilizzate ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: le carceri sono affollate come prima, più di prima.
Più volte su questo blog ho ribadito questa cosa, inviando gli articoli alle vostre pagine Facebook e Twitter, senza mai ricevere una risposta, per questo scrivo questa lettera.
Indulti ed aminstie risolvono il problema nel brevissimo termine, portando però a scompensi sociali, a costi di natura economica ed ad una sensazione di "mancanza di giustizia in Italia" che, per colpa anche dell'attuale governo, gran parte dei cittadini provano da tempo.
Le soluzioni da adottare sono ben altre che gioveranno alle carceri anche nel lungo periodo, risolvendo una volta per tutte il problema del sovraffollamento. Copio da un articolo che ho scritto un mese fa (le fonti le trovate lì):
Il numero di detenuti al 31 luglio 2011 risulta essere di 66.942 (quindi circa lo 0.1% della popolazione). Di questi, i condannati definitivi sono 37.650, mentre gli imputati sono 27.572. Ben 13.472 degli imputati sono in attesa di primo giudizio. Questo vuol dire che il 41.19% dei detenuti è imputato e il 20.12% è in attesa di primo giudizio.
Con un sistema giuridico più efficiente (in Italia siamo messi malissimo da questo punto di vista) molti di questi detenuti sarebbero condannati (o assolti) più velocemente, quindi ci metterebbero meno tempo a scontare la (eventuale) pena.
Altro date preoccupante è il numero di condannati con precedenti penali: il 62% del totale nell' anno 2003, 5 su 10 nel 2010 (però sono dati riportati).
Questo vuol dire che la rieducazione e riqualificazione teorica che si dovrebbe ricevere in carcere non ha dato e continua a non dare frutti (e una speranza per chi poi, una volta scontata la pena, dovrà ricominciare a vivere nella società). Tutto questo comporta a un ritorno in carcere di gente che non ci dovrebbe essere (non a livelli così alti almeno).
A questo poi (aggiungo io) bisogna unire un'educazione solida al fine di prevenire il compimento di reati, diretta ed indiretta. Il primi due passi sarebbero quello di garantire la certezza della pena (se sbagli paghi, salato pure) a tutti i livelli (ricchi e poveri) e quello di cacciare via tutti quei politici condannati, pregiudicati, immorali che ci governano da anni (e che sono i PRIMI a dover dare l'esempio).
Su queste riforme bisognerebbe lottare. Riforme che servono al paese ora più che mai. La crisi che stiamo affrontando è anche un'opportunità per cambiare le cose, per una buona volta in meglio. Non dobbiamo lasciarcela sfuggire, non stavolta.
Grazie per l'attenzione.
SOSTIENI LA PAGINA! -- Iscriviti alla fanpage! clicca sul Mi piace e seguimi!
1 commento:
Condivido pienamente, anche se la logica non sembra governare i nostri giorni...
Posta un commento