giovedì 3 gennaio 2013

Lo spread cala grazie ad un Mario. Che non è Monti

Spread ai minimi da agosto 2011, nonostante l'incertezza politica italiana e le non buone prospettive economiche che ci attendono. Il motivo? Le azioni di un Mario.

Oggi 3 gennaio 2013 è una data molto importante per la finanza e il paese: lo spread, il differenziale fra BTP e BUND è sceso sotto il muro dei 280 punti, fermandosi a 276 a fine seduta.
Un risultato molto positivo, vista la situazione di qualche mese fa, anche se è bene ricordare che la strada da fare è ancora molta. Siamo a metà percorso e l'emorragia è stata fermata. Ora è tempo però di riformare per ricominciare a crescere.

Non voglio parlare di questo però, piuttosto di chi si debba dare merito per questo ottimo risultato. Il merito è di un Mario, la domanda è quale: Draghi o Monti?

Analizziamo il grafico dello Spread a 1 anno:



Come si può notare, vi sono due massimi rilevanti (uno assoluto ad inizio 2012 e uno relativo a circa agosto a cui segue una discesa decisa per il primo e più leggera per il secondo, che subisce un'accellerazione intorno al mese di settembre.

Durante la prima discesa si è avuta la famosa iniezione di liquidità da parte della BCE (i famosi 530 miliardi dati alle banche) di fine febbraio-inizio marzo 2012.

La seconda (fne luglio, inizio agosto) avviene dopo la frase di uno dei due Mario "Faremo tutto il possibile per salvare l'Euro".

La terza avviene ad inizio settembre (il 6 precisamente), dopo l'annuncio dell' "acquisto illimitato di bond"  dello stesso Mario.

E' chiaro di che il Mario responsabile dell'abbattimento dello spread è Draghi, presidente della BCE. Basta dare un'occhiata allo spread fra i Bonos e i Bund per notare bene o male il medesimo andamento.

Monti non ha quindi meriti? Sbagliato. Parte del merito è anche suo, visto che ridando credibilità all'Italia ha evitato il baratro e facilitato gli aiuti stessi che Draghi ha messo in atto. Ma il grande merito va a Draghi che con il suo intervento ha evitato il tracollo dell'Unione Europea, quindi dell'Italia stessa.

Diamo a Mario quel che è di Mario. Draghi s'intende.

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