Ospito un articolo di un mio amico, che si vuole firmare come "z4qqq" (e, my dear friend, non ho la minima idea di cosa voglia dire. Magari me lo spiegherai appena ci vediamo) sulla campagna elettorale e sulle imminenti elezioni.
Note: Il "cestinando il Berlusconismo" l'ho aggiunto io. Sul contenuto dell'articolo condivido praticamente tutto.
Si avvicinano le elezioni, e ritengo sia il caso di fare il punto della situazione. Non sarò un giornalista, né un esperto, ma certo sono attento osservatore della realtà economica italiana.
Credo che in una democrazia l'opinione politica, il sentirsi parte di un movimento, il discutere e prendere posizione, pur anche sapendo che le idee cambiano e se oggi sei a destra l'anno prossimo puoi
essere a sinistra, ecco, conscio di tutto questo, ritengo che allo
stato attuale delle cose fare il punto sia necessario.In recenti
discussioni personali mi sono reso conto che quest'anno non si tratta di
scegliere un governo, un programma, un'idea o un colore.
Si tratta di scegliere un modello politico. O ancor meglio, si tratta di scegliere tra politica e non-politica.
I recenti anni della Repubblica Italiana hanno visto l'ascesa di un modello politico, o meglio, non-politico, di comunicazione, di diffusione di pensiero di massa e di dialettica chiamato berlusconismo. Bisogna osservare che è raro che una persona riceva nella sua vita o carriera l'onorificenza di aver coniato un "-ismo".
Si creano imprese, si scrivono libri, si governano enti, a volte si
ricevono anche vie in onore, ma gli "-ismi" sono molto più rari.Si
tratta di un risultato davvero remarkable.
Il modello del berlusconismo, sarò schietto, è un cancro,
una metastasi che affligge il dibattito, il sociale, l'imprenditoria e
l'economia italiana.Un sistema che ha radicamente sconvolto la politica,
un'idea che alla nascita poteva anche sembrare qualcosa di innovativo
ma che si è rivelata una frattura colossale con una millenaria cultura
del dialogo che poggia radici nella storia del pensiero più alto
dell'umanità.
Troverete molte definizioni di berlusconismo.Io vi do la mia, basata sul mio studio di liceale e universitario, forse meno aulica, ma dai risvolti molto pratici.
Il berlusconismo è un sistema per cui si applica alla politica la meccanica del marketing di massa.
Un sistema estremamente efficiente: funziona ed è difficilissimo da scalfire. Fa presa sulla gente, vive persino di cool factors,
crea proseliti, evangelisti, depaupera le proprie figure centrali di
status "terreno" e le sposta su un piano irreale. Il berlusconismo crea prodotti, non uomini politici. Fantocci, stereotipati e caratterialmente appealing. Studiati a tavolino,
da un gruppo di persone o da un singolo, sono enti irreali, solo
falsamente vicini alla gente e ai suoi bisogni, all'apparenza umani.
Berlusconi non è un individuo, è un prodotto. Come tale, si evolve. Ha cicli di obsolescenza. Modelli successivi con specifiche maggiori, sempre di più, per abbracciare sempre più bisogni.
Non pensiate che stia cercando di demonizzare il sistema di marketing di massa dei prodotti fisici, anzi, è un ottimo sistema. Demonizzare senza cognizione di causa è ciò che fa una certa sinistra, che non ha ancora capito che il berlusconismo e il vendere prodotti industriali sono cose ben diverse.Infatti il berlusconismo non si vende ma si consuma e basta. Il berlusconismo non produce profitto.
Si tratta di un sistema all'apparenza inoppugnabile. Non si può dibattere con un prodotto del berlusconismo. Lo dimostrano persone come Santoro, Annunziata, Travaglio, Prodi, Bersani. Non si può, è assolutamente impossibile.
La "dialettica" del berlusconismo non è tale. Prescinde dalla dialettica, ed è superba al punto di pensare di averla trascesa.
Dibattere col berlusconismo è come tentare di giocare su una
scacchiera contro una persona che gioca con le pedine della dama, usando
le pedine degli scacchi. Sai che stai usando le regole di un gioco più intelligente, ma la figura dell'idiota la fai tu. Perdi tu, sempre.
Il berlusconismo usa due mezzi di comunicazione: lo slogan e il dato numerico. Ambedue sono per natura inconfutabili. Sono l'antitesi della scienza popperiana, della dialettica greca, del comizio romano.
Non si può confutare uno slogan nè non sentirlo, si può decidere di non farlo proprio, di non apprezzarlo, di odiarlo, ma non confutarlo.Il dato numerico invece è confutabile solo con altri dati numerici più precisi. Tuttavia, nella scienza politica l'assenza di certezza dei dati e la quasi totale interpretabilità degli stessi sono caratteristiche di base,
tali da rendere il dato per come viene presentato dal berlusconismo
un'affermazione fuori dal concetto del "discutibile".La statistica
politica è qualcosa di troppo incerto e labile: si basa per natura su
proiezioni dall'alta variabilità e con gradi di esattezza bassi.
Nessuno conosce il futuro e nella scienza politica prevederlo è qualcosa di machiavellico.
Tuttavia il berlusconismo se ne frega di queste limitazioni intrinseche e agisce e si pubblicizza come se niente fosse.
Il berlusconismo è simile a McDonalds. "I'm Lovin' It" è uno slogan
grammaticalmente scorretto e stupido. Inoppugnabile. Per pronunciarlo,
sei costretto a fare, senza volerlo, una professione di fede. Dici: "io amo McDonalds". Non puoi combatterlo dicendolo. Più lo dici e più ripeti un mantra che prima o poi ti convincerà.
Il berlusconismo è un sistema capillare capace di espandersi a macchia d'olio, e proprio come la sua controparte oncologica rischia di diventare inarrestabile. Inarrestabile perché appunto prescinde dalla persona.
Non solo, essendo così in grado di permeare pressoché ogni cosa non esiste nemico del berlusconismo. Quelli che si professano nemici del berlusconismo in realtà si limitano a cercare di sconfiggere mediaticamente e non uno solo dei prodotti del berlusconismo.
Mai errore più grande! Non si sconfigge così questo sistema. I prodotti del berlusconismo sono entità che vivonoe si nutrono anche dei propri nemici. Tali individui sono parte del berlusconismo.
Santoro è berlusconismo. Zelig è berlusconismo. Qualsiasi ragazzo che
scrive su Facebook una nota negativa nei confronti dell'ex-premier è berlusconismo.Il berlusconismo non è né di destra né di sinistra. Va dove gli fa più comodo. Fa solo finta di schierarsi, e conia termini che spaccia per innovativi quando invece sono solo confusionari.
"Partito liberale". "Movimento popolare". "Alternativa politica". Non
vogliono dire niente. Addita alcuni individui come nemici, a seconda del
momento, e li trascina nella propria spirale.Nonostante tutto questo il berlusconismo non è un'impresa. Le imprese hanno una mission, hanno degli stakeholders, hanno una vita ben definita nel tempo. Le imprese creano valore e sono il frutto dell'imprenditorialità di alcuni individui e del lavoro di altri.Le imprese tramutano risorse e
le valorizzano. Permeano la vita degli individui con prodotti che ne
migliorano l'esistenza.Il berlusconismo non è nulla di tutto questo. E
non sto parlando del PdL, parlo del berlusconismo.
Esso non crea crescita, livella verso il basso. Crea un socialismo dove tutto ruota intorno alla figura centrale del momento, ma proprio come un cancro, non possiede una cellula cancerosa "madre" che una volta uccisa quella, ucciso il cancro. Nient'affatto. Basta che si salvi una singola cellula e il cancro può ritornare anche più potente di prima. A volte le alternative sono trappole. Non ha alcuno scopo se non permeare il tutto. Mai sazio, quando giungerà a questo stadio porterà al collasso tutto quello che ha inglobato.
Senza un perché.
...
Per la prima volta da quando il berlusconismo è nato, siamo di fronte ad un turno di elezioni capace di sconfiggerlo. Abbiamo avuto un periodo di governo tecnico, una chemio.
Ora il berlusconismo è indebolito. No, non Berlusconi. Il
berlusconismo.Molte cellule stanno mostrando capacità di reagire. Sono
in grado di distinguere La cellula buona da quella cancerosa.
C'è la possibilità di cambiare le cose, paradossalmente, tornando molto indietro.
Basta guardare una qualsiasi elezione di un paese estero, ma facciamo
l'esempio pratico con gli Stati Uniti, per farcene un'idea. Se guardate
un dibattito presidenziale o vicepresidenziale USA, si può osservare in
modo inequivocabile un vincitore e un vinto. Se guardate Santoro e Berlusconi, nessuno vince.
Nossignore: né il Berlusconi che sostiene di avere recuperato il 5% di
votanti, né il Santoro che ottiene la compassione di un gruppo di
persone che vede nel suo eroe sconfitto in battaglia il combattente
onorevole schiacciato dal vile gigante.
Per la prima volta c'è una forza politica che combatte direttamente il berlusconismo. Che combatte direttamente "sinistra" e "destra". E anche "centro". Non è perfetta, nulla lo è nella dialettica.
"Non è possibile intellegire davvero il logos", figuriamoci avere una
coalizione politica perfetta. La forza politica contro il berlusconismo
ha un programma, deve averlo. Ma la vera "Agenda Monti" ha questo obiettivo non detto che ritengo sia il primo della lista: mettere fine al berlusconismo.
Riportare la politica a quello che è: discussione dialettica
attiva, scienza politica, set di valori che il popolo decide, mano mano,
come plasmare a seconda dei bisogni, perfezionandosi.
Il movimento anti-berlusconismo è la via che aprirà a ricreare, anche in Italia, una politica sana, con destra e sinistra moderne, maggioranza e opposizione, e finalmente vero dibattito, vera dialettica.
L'anti-berlusconismo non è qualunquismo alla bell'e meglio ("sono da mandare tutti a casa"), non è demagogismo ("basta tasse!"), nè tantomeno ripescaggio di ideologie sepolte dalla storia. E no, non è certo "una seconda linea di prodotti" del berlusconismo.
Credo abbiate capito di chi stia parlando, vero?
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