La Francia non è il primo paese ad aver applicato la "Tobin Tax". Prima di lei la adottò la Svezia nel 1984. Quali furono i risultati?
Il primo agosto scorso è scattata la Tobin Tax in Francia, una tassa dello 0.2% sulla compravendita di tutti i titoli emessi da un´azienda la cui sede sociale è situata in Francia e la cui capitalizzazione in Borsa è maggiore del miliardo di euro. Un'imposta simile verrà applicata anche operazioni di trading ad alta frequenza ed ai "naked credit default swap". Il gettito fiscale atteso è molto basso: 170 milioni di euro quest'anno, 500 l'anno prossimo. Bisogna vedere se queste attese tengono conto delle conseguenze che si avranno sugli scambi a seguito dell'introduzione della Tobin (aka se non contano le attese, il gettito reale sarà minore, vedi dopo).
Come lo stesso Bloomberg ci spiega, il risultato sarà quello di spaventare gli investimenti (che probabilmente fuggiranno) e frenare la crescita necessaria.
Hollande non è il primo ad aver applicato questo genere di tassa. Nel 1984 la Svezia la applicò allo 0.5% per le operazioni di acquisto o vendita, raddoppiandola nel luglio del 1986. Nel 1989 poi fu introdotta un tassa dello 0.002% per obbligazioni con scadenza a 90 giorni, 0,01% per quelle a scadenza 1 anno e 0,03% per quelle con scadenza uguale o superiore a 5 anni. Quali furono i risultati?
Svalutazione degli assets: lo stesso giorno in cui fu annunciata la tassa, i prezzi delle azioni scesero del 2,2%. Ci fu però una fuga di informazioni nei 30 giorni precedenti l’annuncio, la quale probabilmente spiega la discesa del 5,35% dei prezzi. Quando la tassa raddoppiò, i prezzi calarono dell'1%.
Dal punto di vista fiscale, le aspettative erano di guadagnare ogni anno 1.500 milioni di corone svedesi. Nella realtà, a cifra più alta fu di 80 milioni; in media il guadagno fu vicino ai 50 milioni. Un fallimento totale.
Il volume degli scambi in Svezia calò considerevolmente (vedi tabelle 2 e 3 e figure 4 e 5 del paper) per poi riprendere a tasse eliminate.In pratica, tassare portò al diminuire degli scambi e/o alla migrazione in altri mercati in cui la tobin tax non era presente: ad esempio, oltre il 60% dell’intero volume di scambio si era trasferito off-shore.
Per questi motivi la Svezia abbandonò la Tobin Tax alla fine del 1991 e i volumi di trading aumentarono considerevolmente negli anni '90 (vedi ancora figure 4 e 5).
Vedremo gli effetti che avrà in Francia. Personalmente non mi aspetto risultati diversi da quelli appena esposti e a breve si accorgeranno dell'inutilità (se non peggio) di questa proposta demagogica.
2 commenti:
Sono completamente d'accordo con quello che c'è scritto nell'articolo
Grazie Milio! :) detto da te (Milio è del PD) vale doppio :)
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