mercoledì 7 marzo 2012

Governo delle banche? No, parlamento delle banche

E' bello quando i fatti ti danno ragione, soprattutto se accadono subito dopo una tua dichiarazione o un tuo articolo.

Qualche giorno fa ho parlato del perchè le banche preferiscano comprare titoli di stato al posto di finanziare le imprese italiane ed investire in esse. In sintesi, essendo controllate dalle fondazione, le quali sono controllate dai politici, le banche sono pubbliche nel senso controllate dalla politica.

Non sia mai! La politica che controlla le banche? Ma dove vivi?


Ieri 6 marzo, è uscito sul Fatto questo articolo, "Norma contro le banche? Il Parlamento pronto alla marcia indietro". Al posto di punire l'atteggiamento scandaloso dell'Abi, il parlamento è pronto a fare marcia indietro e togliere "l'emendamento della senatrice Anna Rita Fioroni (Pd) al dl Liberalizzazioni che cancella tutte le commissioni bancarie sulle linee di credito" trovando come giustificazione un "errore materiale".

Non è un error materiale, è che sono la stessa identica cosa. I partiti vogliono salvare le banche perchè sono cosa loro. Il vertice dell'Abi si è "dimesso" proprio per quello: tutto si aspettava tranne di essere tradito dagli amici controllori!

La domanda da porsi è: visto l'andamento non buono delle nostre banche, perchè non si vuole riformare il sistema? La risposta è facile. Gli stessi che dovrebbero riformare, ci perderebbero! Per questo non si mettono in concorrenza e non si aprono ad investitori esteri! Andrebbe perso il controllo che oggi hanno!

Spero di aver chiarito la cosa. Questo, se proprio vogliamo, è il vero complotto! Politici (di dubbia moralità e capacità) che controllano e influenzano banche e banchieri i quali ricambiano ad esempio comprando titoli di stato.

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