sabato 1 dicembre 2012

Se l'Ilva chiudesse, sarebbe un disastro economico per il paese

Per la procura di Taranto è da chiudere, ma il governo fa di tutto per tenerla aperta. Perchè?

Premessa molto importante: l'articolo è un'analisi prettamente economica e che riguarda solamente l'impatto economico derivante dalla chiusura dell'impianto sul paese Italia.

Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge per l'Ilva che autorizza l'azienda a produrre attuando la bonifica, il che ha provocato la reazione della Procura di Taranto, la quale minaccia il ricorso alla Corte Costituzionale.

La situazione dell'azienda è molto delicata: se da un lato tenerla aperta e produttiva ad oggi è pericoloso per la salute, dall'altro il suo peso nell'economia italiana è molto pià alto di quel che si crede, ed una sua chiusura potrebbe avere riscontri disastrosi dal punto di vista economico per il paese.

"Il governo è impegnato nella soluzione della vicenda Ilva per evitare un impatto negativo sull'economia stimato in 8 miliardi di euro annui". Queste le parole di Mario Monti a giustificare il suo intervento "a favore" dell'Ilva.
Perchè è così importante tenere aperto l'impianto? Cosa succederebbe se chiudesse?

Prima di tutto, migliaia di operai e dipendenti che lavorano a Taranto perderebbero il posto di lavoro, con danni enormi per l'economia tarantina e vicinanze. Ma la questione purtroppo non riguarda solamente quei lavoratori.

L'Ilva è un'impianto siderurgico a ciclo integrale, ossia si realizzano tutti i passaggi dal minerale di ferro all'acciaio (per chi volesse approfondire), il che rappresenta un vantaggio competitivo, soprattutto se si considera la mancanza di materie prime in Italia (invece presenti nei BRICS che nella presenza di materie prime hanno il loro vantaggio competitivo).

Se dovesse chiudere, tutte le aziende (il 40% della filiera nazionale) perderebbero il vantaggio competitivo di avere un produttore di questo tipo vicino e presente sul territorio nazionale e dovrebbero importare tutto l'acciaio dall'estero (con costi superiori). Risultato? Chiusura  probabile della maggior parte delle imprese di piccole-medie dimensioni e perdita di competitività della altre più grosse, ovvero meno posti di lavoro e più disoccupati. In un paese in cui la disoccupazione ha raggiunto lo spaventoso livello dell'11,1%, l'avvento di migliaia di disoccupati rischierebbe di mettere in ginocchio una volta per tutte l'economia, con conseguenze che vi lascio immaginare.

Un'altra conseguenza è la fuga (oltre a quella in atto per altri motivi) di potenziali investitori stranieri interessati all'acquisto di aziende/partecipate statali (visto che l'Ilva era statale fino alla sua privatizzazione nel 1994) in quanto avrebbero paura di ritrovarsi con un'azienda non a norma di legge su cui dover spendere milioni di euro per risanarla.

Per questi motivi l'Ilva non deve chiudere. E' chiaro che bisogna però trovare al più presto una soluzione per un'impresa sostenibile con nuove tecnologie che riducano l'impatto ambientale in modo, oltre al minor inquinamento, di ottenere il Know-How da utilizzare anche in futuro per esportare questo modello di impresa in altri paesi che si troveranno ad affrontare lo stesso problema.

6 commenti:

Unknown ha detto...

Nel frattempo finché a Taranto non trovano la soluzione per il bene del paese la gente può pure morire!

Christian Citton ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Christian Citton ha detto...

ciao... ti seguo su fb ma questo tuo post l' ho trovato correlato alla mia news su oknotizie (sono labussola: prima avevo un altro account, ma dati i recenti sviluppi ho cambiato modo di utilizzo di tale social...)... premetto che sono leninista (spero che non ti venga l' orticaria!!!), quindi che non centro un cavolo con la pseudo-sinistra parlamentare, i noglobal o i centri sociali, e che non sono in polemica: anche se la pensiamo diversamente, ti leggo sempre con piacere e interesse perchè competente... cmq passo all' ilva copiaincollandoti questo mio commento che ho messo su fb e oknotizie (è sì polemico, ma verso altri soggetti: tu prendine solo i contenuti): “è bello vedere come in italia (ma penso ovunque o quasi) le tanto temute e venerate leggi del tanto esaltato e magnificato Stato in realtà non debbano valere oltre una certa soglia di denaro, di interessi strategici e di potere (non riguardano certo le singole persone: le tanto criticate e vaneggiate leggi ad personam non esistono)... ovviamente la salute non è un interesse strategico o un ambito da considerare, se non nel senso politico-economico di sanità... perchè alla fine non lo si dice apertamente, così ci adeguiamo un pò tutti, almeno lo sappiamo? i magistrati vanno rispettati e lasciati lavorare solo al di sotto di certi livelli affaristici e strategici ed oltre tale soglia, o quando sforano, vanno "legalmente" e specificatamente smentiti e fatti tacere... chiaramente questa cosa andrebbe fatta valere per tutta l' europa, visto che è ovvio e anche detto nell' articolo [APPUNTO UN ARTICOLO SU OKNOTIZIE SUL DECRETO DEL GOVERNO DI RIAPERTURA DEGLI IMPIANTI] che l' UE, i suoi rappresentanti e i suoi gruppi di potere sembrano avere il "diritto-dovere" (?) di indirizzare questioni legalmente e socialmente interne dei singoli Stati, se ricadono in settori chiave come quello siderurgico (l' Ilva è la più grande e importante acciaieria europea, a quanto pare)... la questione degli operai senza lavoro a taranto e indotto è ovviamente molto importante a livello nazionale, ma l' idea che le alte sfere la utilizzino strumentalmente non me la leva nessuno, come anche quella che lo Stato, nel caso di una azienda che deve chiudere per ordine di un magistrato che ha applicato le leggi (come nessuno può negare) in nome della salute, abbia/dovrebbe avere tra i suoi compiti quello di trovare soluzioni alternative e di assistenza ai lavoratori” ...

Christian Citton ha detto...

[in due parti perchè troppo lungo e blogger non me lo farebbe pubblicare]

.. dunque: -sono d'accordo con te sull' importanza dell' ilva in quanto ovvio che la sua produzione e l' occupazione che crea sono strategici per l 'italia, tuttavia bisogna allora ammettere certi assunti marxisti-leninisti (non sto a dirti quali, ma sono quelli ovvi sul predominio di “qualcosa” su “altre cose”), il che porta inevitabilmente a dire che le persone, i lavoratori ed i cittadini non contano nulla: te la senti di dirlo? -volendo evitare un discorso sui massimi sistemi, si può comunque affermare che siamo di fronte ad un palese caso di corruzione legalizzata: la proprietà e la dirigenza dell’ ilva sono corruttori, i politici (diciamo “locali” solo perché per ora non ci sono prove in merito a quelli nazionali) sono i corrotti, i giudici sono coloro che “vogliono far rispettare le leggi dello Stato”… e lo Stato (inteso come istituzione) ? e lo Stato un cazzo: come detto sopra, fa “legalmente” tacere e smentire gli stessi giudici in nome di qualcosa che le leggi non contemplano né dovrebbero contemplare (gli interessi strategici) --> in teoria, secondo le teorie “liberali” o anche “socialdemocratiche” o cmq “democratiche borghesi”: per chi è leninista, il discorso è chiaramente diverso, le leggi sono tutt’ altro ed hanno altro valore….. ma in ogni caso, facendo passare la situazione dell’ ilva, diverrebbe chiaro che lo Stato di diritto è solo una buffonata: per me sarebbe una ottima cosa, se solo la gente se ne accorgesse -mettiamoci dentro, almeno di sfuggita, che la sovranità nazionale (in questo caso la cessione di pezzi di sovranità, su varie “cose”, da parte degli Stati all’ UE non rileva) viene messa in discussione dalle richieste dell’ Europa (io me ne sbatto come potrai immaginare, ma per chi ha un’ altra visione, magari liberale, è un’altra cosa da considerare)…… in definitiva vedo la questione dell’ ilva come un’ ovvia e palese conferma di molto di quello che noi “comunisti” (quelli veri, non quelli abbaiati da berlusconi e co.) diciamo già da un pochino di tempo..

Mattia Poletti (Rebel Ekonomist) ha detto...

ciao! ahah figurati, una delle mie migliori amiche è non comunista, di più, quindi :D

Mah guarda il problema dell'Ilva c'è sempre stato, già da ben prima della privatizzazione (scriverò un articolo su questo al più presto...ora il tema son le primarie quindi..mi tocca parlar di quelle XD).

Che sia stata gestita malissimo sono d'accordo e che per il profitto sia stato tralasciato COLPEVOLMENTE l'effetto sull'ambiente anche (e le colpe non sono solo dei Riva). Il problema è che chiuderla di botto...non risolve la soluzione. Tornare indietro ahimè non si può..si può però partire da qui per migliorare il futuro, nel modo in cui ho scritto alla fine. Facendo ciò, si potrebbe poi in futuro ricavare molto più profitto senza i danni ambientali di oggi. Il problema è che la gente è stupida e non capisce queste cose in tempo.

Christian Citton ha detto...

il problema dell'Ilva c'è sempre stato, già da ben prima della privatizzazione --> sì sì, chiaro, anche io infatti mi riferivo ad un problema che risale alla notte dei tempi: lo Stato ha deciso di sacrificare Taranto ad interessi strategici ritenuti più importanti della salute e dell' ambiente, visto che oltre all' Ilva ci sono una base militare NTO (altamente inquinante), un inceneritore, e altro... la privatizzazione Ilva ha solo cambiato formalmente proprietà e direzione per scaricare le responsabilità dal pubblico al privato in cambio dei profitti economici per i Riva, per non dover cedere neanche un grammo nella produzione del re acciaio... beh cmq aspetto il tuo prossimo articolo allora!!!!

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