domenica 5 gennaio 2014

L'ultimatum con i 6 punti del manifesto dei forconi? Solo e soltanto populismo

Anno nuovo, problemi vecchi, soluzioni sempre peggiori. Non bastava il Movimento 5 Stelle a proporre, assieme a cose assolutamente condivisibili, riforme che più populiste di così non se ne trovano. Ora ci si mettono pure i forconi a fare proposte. Dopo il flop della manifestazione di Roma pre-natalizia, i rivoluzionari made in Italy sono tornati alla carica con un manifesto di 6 punti che se Letta non approva "sarà rivolta".

17 giorni a partire da oggi per approvare i 6 punti del manifesto programmatico:

sospensione delle procedure esecutive, istituzione di un fondo di garanzia per le imprese, aumento di 300 euro in busta paga per i dipendenti privati, incremento delle pensioni minime, riduzione del costo del carburante (per usi professionali, preciso io) e tutela del made in Italy.
Alcune cose sono giuste, come la riduzione del costo del carburante per usi professionali (suppongo che se verrà ridotto per gli autotrasportatori sarà belle che finita la rivoluzione, vero?) e l'aumento in busta paga per i dipendenti privati che posso essere riassunte in un "abbassiamo le tasse su carburanti (perchè a tutti bisogna abbassarli, non solo ai camionisti eh) e salari", altre folli come la sospensione delle procedure esecutive e la tutela del made in Italy.

Sospendere le procedure esecutive di qualunque tipo vuol dire de facto far pagare ai creditori le colpe dei debitori senza alcuna distinzione. Poi ci lamentiamo se la pubblica amministrazione (debitore) non paga gli imprenditori (creditori) e questi falliscono.

Tutelare il Made in Italy presumo voglia dire dazi. Mi pare superfluo dover spiegare che se mettessimo dei dazi (a danno di noi consumatori, ovviamente), i Paesi esteri farebbero altrettanto e le nostre aziende subirebbero un danno non indifferente.

Ridurre il cuneo fiscale per far sì che gli stipendi dei dipendenti privati (circa 12 milioni, dati ISTAT) aumentino di 300 euro vuol dire una spesa di circa 40-50 miliardi di euro. Una riforma che appoggio totalmente, ma è da 10 anni che aspetto una riduzione di questo tipo e nessuno alla prova dei fatti è stato capace di intraprenderla (Berlusconi in primis).

Aumentare le pensioni minime (e quelle di invalidità, che per comodità non considero): ok, ma di quanto? Tenete conto che i pensionati al di sotto dei 500 euro sono (dati sempre ISTAT) circa 2.2 milioni. Vuol dire che aumentare ad esempio di 100 euro mensili in media a tutti (1200 euro all'anno) comporterebbe una spesa annua di 2 miliardi e 640 mila euro. Non li han trovati per evitare l'aumento dell'IVA....

Fondo di garanzia per le imprese: anche qui, nessun dato, solo parole. Non posso commentare. Preferirei che queste risorse, semmai esistano, venissero utilizzate per ridurre il cuneo fiscale.

Ultimo, ma non ultimo, la questione carburante. Anche qui, cosa giustissima visto il costo di benzina e gasolio in Italia gonfiato da accise ridicole vecchie presenti da decenni. Se da un lato una loro piccola riduzione a mio modo di vedere, dati alla mano, non comporterà una riduzione del gettito fiscale (vedi questo post), bisogna sempre tenere conto che oltre la metà del prezzo della benzina va allo Stato quindi una riduzione sostanziale (20-25 centesimi, per rientrare nella media UE) a tutti comporterebbe anche qui, tenendo conto che nel 2012 il fisco ha incassato 36.5 miliardi di euro, una riduzione di gettito di svariati miliardi di euro, se fatta a tutti.







Alla fine, ribadisco: alcune proposte sono follia pura, altre interessanti ma molto costose. Chi mi segue sa benissimo che sono il primo a volere una diminuzione pesante della tassazione in Italia. Il problema però è sempre lo stesso: con quali soldi? Ecco, i forconi oltre a un "diminuzione della spesa" molto generale, null'altro dicono. E ciò è, cari lettori, solo e soltanto populismo.


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