Abolire o non abolire l'art. 18: su questo il dibattito politico sta discutendo negli ultimi giorni pre natalizi.
Il governo tecnico ha fatto capire che l'intenzione è quella di abolire l'articolo, il che ha fatto infuriare la sinistra e i sindacati.
La mia idea è che questi signori (PD e IDV su tutti..per i sindacati la speranza l'ho persa molto tempo fa) non colgano i problemi che questo articolo ha e continua a creare, non so se per ignoranza o per altri motivi (economici ad esempio, penso alle tessere dei sindacati).
Perchè dico questo? Analizziamo che cosa dice il famoso
articolo 18.
In esso si afferma che il reintegro deve avvenire se "il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell'articolo 2 della predetta legge o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze più di quindici prestatori di lavoro o più di cinque se trattasi di imprenditore agricolo, di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. Tali disposizioni si applicano altresì ai datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, che nell'ambito dello stesso comune occupano più di quindici dipendenti ed alle imprese agricole che nel medesimo ambito territoriale occupano più di cinque dipendenti, anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti, e in ogni caso al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che occupa alle sue dipendenze più di sessanta prestatori di lavoro. [...]"
Sintetizzando, se l'impresa ha più di 15 dipendenti (5 se fosse agricola), il datore di lavoro è obbligato a reintegrare il dipendente (il quali può scegliere anche l'indennizzo). Nel caso fossero di meno, il datore di lavoro non è obbligato a effettuare il reintegro del dipendente, ma può liquidargli solo un indennizzo, pari a 15 mensilità di stipendio.
Premessa curiosa n°2: nessun altro paese ha un articolo come questo.
Perchè è da abolire? Le motivazioni a favore sono molteplici.
Prima di tutto, questo rappresenta un ostacolo allo sviluppo delle piccole imprese che, se abolito, avrebbero un grosso problema in meno una volta superato il limite dei 15 dipendenti.
Secondo, questa è una delle cause per cui le imprese non assumono a tempo indeterminato.
Pensateci: l'impreditore quando vi assume sa che dovrà fare i salti mortali per licenziarvi e, anche quando ci è riuscito, ha comunque il rischio di dovervi riprendere (perchè il 99% dei dipendenti sceglie il reintegro ovviamente). Ciò porta a due cose:
1) le imprese piccole hanno un motivo in più per rimanere piccole, in quanto posso licenziare più liberamente;
2) le imprese medio-grandi tendono a non assumere lavoratori (giovani soprattutto) a tempo indeterminato;
Qualcuno potrebbero però dire che in questo modo le aziende licenzierebbero a go go tutti quelli che vogliono. Sbagliato. Un lavoratore produttivo non verrà mai licenziato! Chi mai licenzierebbe uno che porta soldi? In più, pensateci: licenziare vuol dire pagare mensilità (come nel resto d'Europa) senza ricevere nulla in cambio, in più si deve assumere un nuovo lavoratore da "addestrare" quindi si perde sia tempo sia altro denaro.
Le imprese assumerebbero più giovani e licenzierebbero tutti quei lavoratori poco produttivi che ora devono tenersi (e pagare tanto) i quali si godono i privilegi creati in questi anni (dai sindacati in primis che su questi ci lucrano e molto, capito perchè sono contro l'abolizione?). Ciò aumenterebbe la produttività, quella famosa
ferma da 10 e più che contribuisce alla non crescita dei salari.
La riforma del mercato del lavoro per favorire la crescita e l'occupazione passa anche dall'abolizione (o modifica) dell'articolo 18. E' bene che sindacati e sinistra lo capiscano in fretta.
Aggiornamento: Vivamente consigliata è la visione di questo video dibattito: "
Articolo 18: tabù o totem? Dibattito Brunello-Boldrin"