domenica 17 luglio 2011

La manovra che distruggerà la crescita



Sulla manovra versione 2.0 approvata in tutta fretta subito dopo il venerdì nero di settimana scorsa si sono dette tante cose. Siccome alcuni hanno spinto per un mio parere, mi vedo costretto a scrivere due righe sull'argomento.

[Premessa: chi frequenta al blogosfera (quella seria) queste cose le ha già sentite]


Questa era un'occasione per cambiare in meglio il paese, riformandolo strutturalmente, tagliando tutti quei privilegi, quelle spese inutili e quelle caste che bloccano la nostra crescita da 20 anni a questa parte. Ovviamente non è stata sfruttata, anzi, la situazione sembra essere peggiorata.

Per prima cosa c'era l'intenzione di liberalizzare (come anche qui avevo suggerito) alcune professioni ma si sa, l'ordine non si tocca, quindi il testo nella manovra è stato tolto (grazie agli avvocati-senatori).


Si potevano poi tagliare i faraonici costi della politica: niente da fare, il provvedimento è stato ridotto (Thank you PDL).

Potevano essere tolte le province, invece hanno votato contro.

Le spese importanti non vengono tagliate, non viene ridotta la burocrazia, non vengono eliminati tutti quei lavori inutili creati apposta per comprare voti (350mila dipendenti pubblici in Sicilia per dei servizi pietosi, ma perchè?).

In compenso aumentano le tasse (siccome erano già basse), le quali vanno ad aggiungersi a quelle previste nella manovra 1.0.

Come avevo già spiegato, l'aumentare della pressione fiscale avrà come effetto quello di distruggere la già fievole crescita, in quanto i consumi delle famiglie caleranno ancora di più.

Se le cose non cambiano, il futuro non è roseo, per nulla.

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