domenica 16 settembre 2012

Quando aumentare la spesa pubblica è giusto (per comprendere quando è da tagliare)

La spesa pubblica non sempre è un male. Ci sono molti casi in cui è nesessaria per lanciare la crescita di un paese. Eccone alcuni esempi


In questi mesi avete sentito parlare numerosissimi economisti parlare della necessità di tagliare la spesa pubblica. Accanto a loro anche io nel mio piccol(issim)o ho cercato di far passare questo messaggio ai miei lettori. Ridurre la spesa pubblica è l'unica via che l'Italia ha per diminuire le tasse e ricominciare a crescere.

Ci sono però economisti e politici che la pensano in maniera diversa: tagliare la spesa metterebbe ancora più in ginocchio il paese, meglio invece stimolare l'economia aumentandola.

Dire che è un'eresia è sbagliato: è vero che aumentare la spesa pubblica stimola la crescita. Non è però detto che ciò accada sempre e l'Italia ne è un esempio.

Se siete interessati alle curve, oltre alla ben nota "Curva di Laffer" che riguarda la tassazione (di cui ho discusso nell'articolo precedente) vi è un'altra curva, meno famosa che invece si occupa proprio della spesa pubblica: la "Curva di Armey":



Come si vede dal grafico, essa afferma che quando la Government Size (Dimensione del governo nell'economia, aka la spesa pubblica) supera un certo valora, la crescita economuica diminuisce. Come per la Curva di Laffer, non si sa in quale valore si verifichi il picco massimo quindi bisogna valutare caso per caso.
Guardando ai paesi OCSE, la tesi sostenuta da Armey è corretta: quando la spesa pubblica è bassa, un aumento della stessa stimolerebbe la crescita economica, viceversa quando è alta la crescita sarebbe rallentata/diminuirebbe.
I motivi sono molteplici:

  1. La spesa pubblica deve essere finanziata: più è alta più lo Stato o deve aumentare le tasse (e si ritorna a Laffer) oppure deve indebitarsi. Un maggior indebitamento equivale a maggior interessi da rimborsare i quali aumentano la stessa spesa pubblica
  2. Corruzione: qui l'Italia ne è l'esempio vivente: una spesa pubblica elevata favorisce la corruzione e il clientelismo
  3. Fini elettorali: quanti politici hanno promesso assunzioni in caso di elezione? Quei lavoratori lì devono essere pagati, anche se svolgono un lavoro inutile per la società
  4. Inefficienze: sono un po' il risultato dei due punit precedenti, a cui dobbiamo aggiungere tutta la spesa sostenuta per mantenere in vita attività fuori mercato o che si sarebbero verificate anche senza l'intervento statale. E' il caso dei sussidi alle imprese.

Quando allora è giusto aumentarla? Quando mancano i servizi. La spesa pubblica aiuta la crescita quando è utilizzata per creare o migliorare servizi realmente utili a tutti come ad esempio: costruzione di strade, linee ferroviarie, rete internet etc etc che siano necessarie, e non per aiutare l'impresa dell'amico/parente.
In Italia la spesa pubblica ha notevolmente incrementato la crescita quando lo Stato ha costruito tutte quelle cose ove mancavano. Lì si è visto il famoso "Moltiplicatore Keynesiano" (tanto usato per giustificare l'aumento della spesa statale).
Oggi, visti i punti 1-2-3-4, del moltiplicatore manco l'ombra. Se spendo soldi per scavare e chiudere buche, mi dite come faccio a crescere?

La spesa in Italia è molto alta, troppo se consideriamo il livello dei servizi (specialmente in alcune zone). Siamo in piena fase discendente della curva di Armey da anni. In conclusione, aumentarla non porterebbe nuova crescita, anzi, farebbe solo danni. La soluzione è individuare i punti 2-3-4 e tagliare: le risorse guadagnate serviranno a ridurre il debito e tagliare la tassazione (in primis sul lavoro e sui redditi). Così, si cresce.




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