martedì 30 agosto 2011

Simpson e Proibizionismo





La puntata di oggi (Italia1, ore 14:35) dei Simpsons intintolata "Homer contro il 18° emedamento" (Homer vs. The Eighteenth Amendment) (Ottava stagione) è molto interessante dal punto di vista economico-sociale.

La trama è semplice: a causa di una involontaria ubriacatura di Bart durante la festa di San Patrizio e grazie ad una arcaica legge, le bevande alcoliche vengono bandite da Springfield e l'irresponsabile commissario Winchester, viene destituito dal proprio ruolo. Il suo posto viene preso dall'inflessibile Rex Banner, che riesce a far sparire l'alcol dalla città.

Proibizionismo quindi, lo stesso che negli Stati Uniti si ebbe (sempre verso l'alcol) dal 1919 al 1933.

Come la storia insegna, proibire una sostanza così amata e diffusa porta solamente ad una cosa: la produzione e distrubuzione illegale della stessa.

La puntata dei Simpson lo mostra chiaramente: prima Tony Ciccione e la sua gang portano illegalmente la birra nella città (corrompendo i poliziotti e il commissario) e poi, dopo l'arrivo di Rex Banner (incorruttibile), lo stesso Homer (dietro l'identità del fantomatico"Barone Birra") inizia a produrre illegalmente alcolici distribuendoli nelle palle da bowling fino al Bar di Boe. Rex non si accorge di nulla.


Produzione e distribuzione illegale quindi. Proprio quello che avvenne nel USA in quegli anni. Proprio ciò che sta avvenendo oggi con le droghe leggere (Mariujana su tutte) che tengono banco da anni (in questo ambito, in Italia, può rientrare anche la prostituzione).

Morale della favola: il proibizionismo non serve ad una cippa, anzi, crea ed alimenta il mercato nero.

Chiudo con una frase di Homer:

Pensavo che il proibizionismo fosse una cosa buona, la gente beveva di più e se la spassava molto di più! Ma senza la birra il proibizionismo non funziona.


PS: Gli autori sono dei veri geni...

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