lunedì 10 settembre 2012

Alcoa e Sulcis dovevano essere chiuse anni fa

Si sta svolgendo a Roma corteo degli operai Sulcis e Alcola per evitare la chiusura e quindi il licenziamento. Seppur sia vicino e comprenda le richieste dei lavoratori, S&A sono fuori mercato e da chiudere. Anzi, dovevano essere chiuse già da anni.

Della questione (in particolare della Sulcis e dei minatori) ho già parlato qualche giorno fa, ma il discorso si può estendere anche all'Alcoa: entrambi sono antieconomici, fuori mercato e quindi da chiudere. C'è poco da fare. E' crudele dirlo così, però è la verità e chi dice il contrario mente sapendo di mentire, illudendo tutti quei lavoratori che rischiano il posto.

Partiamo dalla Sulcis: leggendo la storia si scopre che la miniera è entrata subito in crisi ad inizio '900 e dal 1971 è un susseguirsi di sussidi statali per tenerla aperta. Nel 1993 sembrava tutto finito ma un decreto dell'anno successivo riapre la miniera per dare lavoro ai minatori. Essendo però sempre anti economica ricominciano i sussidi, 420 miliardi di lire, che poi risultano NON ESSERE SUFFICIENTI. Quindi si obbligò l'Enel a comprare per otto anni l’elettricità del Sulcis a 160 lire per kwh, quando il costo medio di produzione dell’Ente è di 72 lire (quindi meno della metà). Indovinate un po' chi ha pagato tutto ciò? Ma noi consumatori ovviamente!
Qui si ferma il racconto, ma ovviamente non è finita: dal 1996 ad oggi le miniere Sulcis sono costate 600 milioni di euro! Senza contare i 200 necessari ora e non si sa per quanti anni.
Suvvia, la Carbosulcis è una società che ha chiuso il 2011 in perdita per 25 milioni di euro, nonostante i 35 milioni di finanziamenti pubblici! Vi pare normale una cosa del genere?

Come ho scritto, conviene molto di più pagare 1300 euro al mese i minatori per stare a casa a far niente!

Sull'Alcoa è la stessa cosa:

Calcolando anche gli anni successivi sarà il ministro Sacconi a parlare di un miliardo di euro di aiuti. Per i dieci anni precedenti si possono così stimare circa 2 miliardi. Alcoa, quindi, per produrre alluminio in Italia ha usufruito di un sostegno dallo Stato di circa tre miliardi.

Quante volte devo ripetere che sussidiare attività non economiche è uno spreco di denaro pubblico che paghiamo tutti noi! Questi lavoratori sono mantenuti da anni da noi cittadini con bollette più alte.

Se questi impianti fossero stati chiusi ai tempi, avremmo avuto i soldi per sussidiare i lavoratori disoccupati (risparmiando una marea di soldi) e in più questi lavoratori, approfittando di una situazione economica migliore di oggi, avrebbero potuto riqualificarsi trovando dei lavori migliori (perchè non mi dite che lavorare in miniera sia bello), più utili e produttivi! E noi italiani avremmo avuto anche una bolletta più leggera da pagare.

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