lunedì 4 marzo 2013

Pagare meno interessi sul debito (come dice Grillo) ma senza danneggiare i cittadini

Pagare meno interessi sul debito si può. Ecco come...


Quando Grillo se ne è uscito con la dichiarazione che l'Italia paga troppi interessi sul debito aveva ragione: non ci possiamo permettere di spendere 90 e passa miliardi solo di costo del debito, quindi è necessario cercare un modo per diminuire questa enorme spesa.
Il leader del M5S ha proposto diverse soluzioni più o meno collegate: rinegoziare il debito, non pagare gli interessi, pagarne solo una parte, ricomprarselo tutto.
Considerando che già ora il 65-70% del debito è in mano ad italiani (famiglie, banche, istituti finanziari...), la soluzione di rinegoziarlo/ non pagare gli interessi, come ho già spiegato, andrebbe a danneggiare gli stessi cittadini italiani. Esiste però una soluzione alternativa e migliore: fare in modo che si abbassino naturalmente. Non è così impossibile: già dal 1996 al 2007-8 il famoso spread è andato progressivamente diminuendo, comportando ingenti risparmi (13 miliardi l'anno circa). Peccato però che il governo di Silvio Berlusconi, al posto di diminuire la pressione fiscale, riformare, tagliare la spesa riqualificando anche tutti quei dipendenti poco utili (anche qui, Grillo non ha tutti i torti) come hanno fatto altri abbia sperperato questi soldi contribuendo in maniera decisiva alla crisi attuale che stiamo vivendo sulla nostra pelle.

Guardando infatti in un grafico l'evoluzione della spesa (in rapporto al PIL) primaria e degli interessi sul debito, è visibilissmo ciò che sto dicendo:

Fonte: NoiseFromAmerika


Se andiamo a vedere la storia del costo del debito (aka, gli interessi che paghiamo), notiamo come l'importo sia aumentata negli ultimi 7 anni nel 2007-2008 e poi dal 2010:

fonte: WallStreetItalia
E' chiaro che se riuscissimo a tornare ai livelli del 2006 avremmo un risparmio di 25 miliardi annui, considerando la spesa di quest'anno, da destinare altrove (leggi: diminuire la pressione fiscale).
Come fare dunque? Bisogna diminuire il tasso di interesse che paghiamo. Certamente a parole è facile da dire, riuscirci invece è complicato.

Come avevo già dimostrato, nell'ultimo anno chi ha davvero contribuito alla diminuzione dello spread è stato il governatore della BCE Mario Draghi con i suoi interventi (sia reali che solo verbali). C'è da dire però che Draghi è riuscito a convincere se stesso e la Germania dopo i sacrifici fatti dalla maggior parte di noi italiani (non tutti purtroppo). Per ottenere l'appoggio della BCE bisogna rigare dritto, scordandoci la condotta economica scellerata del governo Berlusconi (ed è un bene, su questo penso siam d'accordo tutti).

Monti ha scelto di puntare tutto su maggiori tasse: se da una parte è comprensibile (i soldi entrano subito), dall'altra ha toppato il passo successivo ovvero, a febbre abbassata, iniziare a riformare tagliano la spesa pubblica, cambiando il mercato del lavoro, liberalizzando i settori in cui vari tipi di caste fanno da padrone e così via (cose che avete già sentito e risentito).

Il consiglio che voglio dare a tutte le forze politiche ed in particolare al 5 stelle (visto il suo peso in Parlamento) è quello di puntare sulle riforme per rendere il nostro paese più credibile e indirizzarlo verso la strada per la crescita. Se riusciranno a fare ciò, anche gli interessi caleranno anche grazie all'intervento della BCE.

Nei prossimi 12 mesi ci sono 310 miliardi di euro (fonte: Tesoro) di debito da rinnovare: ciò vuol dire che l'1% di interesse in meno vale 3,1 miliardi (quasi un'IMU).

La prima strada è quindi di riformare, rendersi credibili e crescere. Vi è poi una seconda strada da seguire: quella di abbattere il debito.

Esiste una corrente a quanto pare sostenuta anche da Grillo che vorrebbe non pagare una parte di questo debito. Le conseguenze sono tali e quali (anzi forse peggiori) a quelle che ho già esposto nel caso di non ripagare gli interessi quindi la via non è questa. C'è però anche qui un'alternativa: la patrimoniale pagata o dallo Stato oppure dai cittadini.

Sulla seconda, che proponeva Ingroia, mi sono già espresso dimostrando come non sia la soluzione migliore (di tasse ne paghiamo già abbastanza direi) anzi, il rischio è che si vada a peggiorare solo la situazione. Rimane quindi quella di Stato che consiste nel vendere attività reali e finanziarie (un approfondimento tecnico è stato fatto dagli esponendi de Fare per Fermare il Declino qui).

E' bene notare che seguendo queste linee guida non si otterrano risultati immediati, ma anno dopo anno nel tempo ed è l'unica soluzione. La pazienza è la virtù dei forti, ed avere tutto e subito non è possibile. Chiunque proponga soluzioni veloci ed immediate sta bleffando.

Siamo a buon punto, questo è vero, ma la strada è ancora lunga e purtroppo il rischio di imboccare l'uscita sbagliata pensando sia una scorciatoia è più vivo che mai. Cerchiamo di non cascarci un'altra volta.

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1 commento:

Genco ha detto...

Certo che la soluzione c'é.
In una famiglia in crisi si riducono le spese, aumentando il risparmio.
Occorre qualche sacrificio, ma il risultato è raggiungibile.
Questo concetto è valido anche per uno stato come l'Italia, con le dovute proporzioni e considerazioni.
Non c'é bisogno di fare l'università Bocconi per operare in questo senso. Ma da noi tutto è più complicato.

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