mercoledì 6 marzo 2013

Gli otto punti di Bersani per un governo di NON cambiamento (o quasi)

8 punti per un governo di cambiamento. Così li ha definiti Bersani durante la Direzione. Di cambiamento però, la maggior parte per ora ha ben poco.

Il segretario del Partito Democratico ha presentato oggi i suoi 8 punti "irrinunciabili per qualsiasi prospettiva di governo" che un governo di cambiamento dovrebbe seguire per rilanciare il paese.
L'Huffington Post li ha sintetizzati:

1.FUORI DALLA GABBIA DELL'AUSTERITA'. Correzione delle politiche europee di stabilità visto che dopo 5 anni di austerità e di svalutazione del lavoro i debiti pubblici aumentano ovunque nell'eurozona. Si tratta di conciliare la disciplina di bilancio con investimenti pubblici produttivi e di ottenere maggiore elasticità negli obiettivi di medio termine della finanza pubblica. L'avvitamento fra austerità e recessione mette a rischio la democrazia rappresentativa e le leve della governabilità. L'aggiustamento di debito e deficit sono obiettivi di medio termine. L'immediata emergenza sta nell'economia reale e nell'occupazione.
2.MISURE URGENTI SUL FRONTE SOCIALE E DEL LAVORO. A)Pagamenti della P.A. alle imprese con emissione di titoli del tesoro dedicati e potenziamento a 360 gradi degli strumenti di Cassa Depositi e Prestiti per la finanza d'impresa. B) Allentamento del Patto di stabilità degli Enti locali per rafforzare gli sportelli sociali e per un piano di piccole opere a cominciare da scuole e strutture sanitarie. C) Programma per la banda larga e lo sviluppi dell'ICT. D) Riduzione del costo del lavoro stabile per eliminare i vantaggi di costo del lavoro precario e superamento degli automatismi della legge Fornero. E) Salario o compenso minimo per chi non ha copertura contrattuale. F) Avvio della universalizzazione delle indennità di disoccupazione e introduzione di un reddito minimo d'inserimento. G) Salvaguardia esodati. H) Avvio della spending review con il sistema delle autonomie e definizione di piani di riorganizzazione di ogni P.A. I) Riduzione e redistribuzione dell'IMU secondo le proposte già avanzate dal PD. L) Misure per la tracciabilità e la fedeltà fiscale, blocco dei condoni e rivisitazione delle procedure di Equitalia.
3.RIFORMA DELLA POLITICA E DELLA VITA PUBBLICA. A) Dimezzamento dei Parlamentari e cancellazione delle Province. B) Revisione degli emolumenti di Parlamentari e Consiglieri Regionali con riferimento al trattamento economico dei Sindaci.
C) disboscamento di società pubbliche e miste pubblico-private.
D) Riduzione costi della burocrazia E) Legge sui Partiti con riferimento alla democrazia interna, ai codici etici, all'accesso alle candidature e al finanziamento. F) Legge elettorale con riproposizione della proposta PD sul doppio turno di collegio.
4.VOLTARE PAGINA SULLA GIUSTIZIA E SULL'EQUITA'. A) Legge sulla corruzione, sulla revisione della prescrizione, sul reato di autoriciclaggio. B) Norme sul falso in bilancio, sul voto di scambio e sul voto di scambio mafioso. C) norme sulle frodi fiscali.
5.CONFLITTI INTERESSE, INCANDIDABILITA', INELEGGIBILITA'. Le norme sui conflitti di interesse si propongono sulla falsariga del progetto approvato dalla Commissione Affari Costituzionali che fa riferimento alla proposta Elia-Onida-Cheli-Bassanini.
6.ECONOMIA VERDE E SVILUPPO SOSTENIBILE. A) Estensione del 55% per le ristrutturazioni edilizie a fini di efficienza energetica. B) Programma pubblico-privato per la riqualificazione del costruito e norme a favore del recupero delle aree dismesse e degradate e contro il consumo del suolo. C) Piano bonifiche e per lo sviluppo delle smart grid. D) Rivisitazione e ottimizzazione del ciclo rifiuti (da costo a risorsa). Conferenza nazionale in autunno.
7.PRIME NORME SUI DIRITTI. A) Norme sull'acquisto della cittadinanza per chi nasce in Italia. B) Norme sulle unioni civili di coppie omosessuali secondo i principi della legge tedesca.
8.ISTRUZIONE E RICERCA. A) Contrasto all'abbandono scolastico e potenziamento del diritto allo studio. B) Adeguamento e messa in sicurezza delle strutture scolastiche C) Organico funzionale stabile, piano per esaurimento graduatorie dei precari della scuola e reclutamento dei ricercatori.

Nel titolo ho scritto che sarebbero otto punti per un governo di NON cambiamento, o quasi. I motivi sono due: da una parte, ci sono le solito cose demagogiche che tutti dicono ma nessuno, 5 stelle escluso, ha mai fatto una volta al governo (ad ogni livello) quindi non si sa il perchè questa volta possa andare diversamente; dall'altra, molti sono solamente una ripresa delle vecchie abitudini di maggior spesa in uno stato in cui la spesa pubblica in percentuale al PIL è fra le più alte. Ma andiamo con ordine.

Sul primo punto sono d'accordo sul fatto che l'aggiustamento di debito e deficit siano obiettivi di medio termine, nel senso che chi pensa di risolvere i problemi dell'Italia nel giro di pochi mesi mente sapendo di mentire. Siamo sulla buona strada, questo è vero, ma essa è ancora lunga e il pericolo di imboccare la via d'uscita sbagliata è sempre dietro l'angolo.
Se è vero che i debiti pubblici sono aumentati ovunque negli ultimi 5 anni, è anche vero però che durante il terzo trimestre del 2012 il debito pubblico nella Eurozona è rimasto stabile attorno al 90% del PIL, mente per l'Italia ha proseguito la sua corsa passando dal 126% al 127.3%. 

fonte: econfix
E' vero però che bisogna rinegoziare i nostri piani con l'Europa (vedi pareggio di bilancio), ma ciò si può fare a mio avviso solo con l'impegno di ridurre la spesa pubblica e la tassazione, riformando il mercato del lavoro, banche e liberalizzando i vari settori. A queste condizioni, data anche la credibilità (perduta per molti anni) che Monti ha ridato all'Italia e la presenza di Draghi alla BCE che parerebbe eventuali ricadute sulle spread, potremmo anche ottenere maggiore flessibilità.

Il problema è che, come ho detto prima, le varie riforme propongono maggiore spesa a fronte di una riduzione minima delle imposte, tra l'altro si parlo solo dell'unica tassa fra virgolette utile e meno recessiva: l'IMU. Su imprese e lavoro, nulla è detto.

L'unico punto di taglio alla spesa è il terzo: tutti condivisibili e da attuare, anche se dubito fortemente che l'importo sia tale da coprire tutte le spese (tante) e tagli d'imposta (pochi) in programma. Domani però dovrebbero essere messi online completi, quindi in teoria ci saranno anche dati e cifre e si potrà commentare meglio il tutto.

Le altre proposte sulla carta sono condivisibili, bisogna vedere anche qui dove si trovano i soldi da un lato, dall'altro domandarsi il perchè non le abbiano fatte quando sono stati al governo loro.

Staremo a vedere. Da questa sintesi, mi pare un "non cambiamento" che francamente non porterà da nessuna parte. Il PD mi dimostra, nuovamente, di avere un concetto tutto suo di cambiamento.

Una proposta che si definisca tale, avrebbe al "numero uno" il seguente proposito: Mandare tutti i vecchi "gerarchi" che tirano i fili del partito A CASA. Solo dopo si può iniziare a parlare di cambiamento.

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