Gli ultimi dati non mentono: in Italia, la pressione fiscale è la più alta al mondo: 55% del PIL. La riduzione della stessa non è più solo una necessità, ma un obbligo. Come fare?
L'Italia, secondo le stime, decrescerà di 2 punti percentuali (per la felicità dei sostenitori della decrescita felice) allungando il periodo di recessione in atto da qualche tempo a questa parte.
Le cause che hanno portato a questa situazione sono molteplici e fra queste spicca la pressione fiscale: 55% del PIL è un numero mostruoso (non nuovo a chi segue il blog) soprattutto se considerata la qualità dei servizi forniti a cittadini ed imprese.
Se vogliamo far investire nel nostro paese sia imprese/imprenditori stranieri sia italiani,una delle cose da fare è quella di ridurre la tassazione. Sono sicuro che i politici ital(idi)oti baseranno l'imminente campagna elettorale proprio su questo tema quindi è d'obbligo scrivere due righe sul come davvero ridurre la tassazione, onde evitare che vi facciate fregare da promesse irrealizzabili (di nuovo).
Come comunicato dal FMI, l'unica via per ridurre le tasse è quella di ridurre le spese. Per farvelo capire vi faccio un esempio al contrario molto semplice.
Immaginate le entrate per lo stato derivanti dalle tasse come il vostro stipendio, mentre le uscite (la spesa pubblica) sono le vostre spese in cibo, vacanze, acquisti etc etc. Ipotizziamo una situazione di equilibrio, ovvero entrate ed uscite si pareggiano (guadagnate X, spendete X). Se il vostro stipendio diminuisce, voi ridurrete la spesa giusto? Spenderete cioè meno soldi. Per lo stato è esattamente la stessa cosa! Se diminuisce le entrate, PER FORZA deve diminuire la spesa pubblica! Se prima poteva indebitarsi per finanziare la differenza, oggi (a causa del debito) non può più farlo. Rigirando la questione, per diminuire le tasse è necessario tagliare la spesa pubblica.
Quando sentirete "parlare" i politici sulla loro volontà di ridurre le tasse, rileggetevi questo post e andetevi a rivedere pure questo in cui ho postato l'evoluzione della spesa pubblica nei vari anni.
Magari alle prossime elezioni non commetterete gli stessi errori.
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