martedì 3 luglio 2012

Se i sindacati volessero il bene dei lavoratori punirebbero i fannulloni

Una critica all'operato dei sindacati italiani

Chi mi conosce lo sa: i sindacati non mi stanno molto simpatici, anzi. All'inizio pensavo che, avendo trascorso tutta la mia infanzia con mio nonno che era un sindacalista, fosse strana questa mia "antipatia" verso gli odierni sindacalisti. Riflettendoci poi bene, così strana non è per un motivo molto semplice: il caro nonno difendeva il "lavoratore", ovvero "(la)persona che svolge un'attività manuale o intellettuale a scopo produttivo, in cambio di una retribuzione". i sindacati di oggi non difendono solo quel tipo di lavoratore, ma anche tutta una serie di persone che occupano una sedia, percepiscono uno stipendio, ma non svolgono alcuna attività manuale o intellettuale a scopo produttivo.

In questa categoria rientrano due tipi di pesudo lavoratori:

  1. Il lavoratore che è stato assunto e magari si impegna anche, ma svolge un lavoro poco utile, se non totalmente inutile (es: tutte quelle assunzioni in calabria e sicilia di guardie forestali)
  2. Il lavoratore teoricamente dovrebbe svolgere un lavoro utile, ma siccome è un fannullone con le spalle coperte dal sindacato (quindi, de facto, illicenziabile), non fa una sega dal mattino alla sera
Non sono il solo ad essersi accorto di ciò. Su Linkiesta Jacopo Tondelli si pone la stessa domanda:
"Ogni volta che leggo le parole dei sindacalisti italiani che parlano di possibili tagli alla spesa pubblica e al pubblico impiego vengo preso dallo sconforto. Ma possibile non succeda mai, mai una volta, che ci sia disponibilità ad ammettere che spesso, molto spesso, l’assoluta mancanza di produttività di certi pubblici uffici è una catena al collo di interi settori? Possibile che mai una volta Susanna Camusso (e i suoi colleghi) arrivino ad ammettere che quello che loro chiamano “lavoro” in realtà è semplicimente “percezione dello stipendio”?

Laciando da parte il punto n°1 (lì il problema è più dei poltici che hanno assunto gente per comprarsi indirettamente i voti), il n°2 è palesemente evidente per chi nel settore pubblico ci lavora. C'è gente che, se fosse stata in un'azienda privata (ma anche solo in un settore pubblico NON italiano), sarebbe stata licenziata senza problemi. In Italia questo è difficilissimo, se non impossibile, proprio per colpa dei vari sindacati che purtroppo difendono anche quei lazzaroni.

Voi ora mi direte: "essendo lavoratori, è normale che vengano difesi". No invece e vi spiego il perchè.
Difendere un fannullone comporta tutta una serie di conseguenze negative a tutti: per prima cosa, gli altri che si impegnano percepiscono un senso di ingiustizia (perchè il lazzarone prende come loro), il che comporta a litigi e/o una diminuzione dell'impegno; seconda cosa, mancando il lavoro di uno, gli altri dovrebbero lavorare anche per lui (prendendo sempre uguale); terzo, dovendo mantenere un dipendente non produttivo, gli stipendi degli altri non crescono o lo fanno meno di quanto dovrebbero; ultimo, essendo dipendente pubblico il suo stipendio lo paghiamo noi con le nostre tasse (e non so voi, ma io sono assai tirchio).

Ecco, le tasse: la spesa pubblica viene finanziata con le entrate (sotto forma di tasse). Lo spreco di soldi (perchè questo è uno spreco sia chiaro) è finanziato con le tasse sulle imprese e sui lavoratori, i quali producono. Tassiamo gente che produce per mantenerne altra che non produce. Se questo non è un danno per tutti..

PS: Peccato solo che Camusso, Angeletti e Bonanni non leggeranno mai questo post.

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