Leggendo (online ovviamente) i giornali noto questo senso di delusione, incapacità di agire e anche una bella faccia tosta, del tipo "so di prendervi per il culo ma lo faccio tanto siete stupidi" dei politici riguardo l'imminente aumento (di nuovo) dell'IVA.
La frase che sento dire è più o meno "non ci sono le coperture per finanziare il mancato gettito" quindi ci toccherà questo nuovo balzello, tanto tassa più tassa meno...
La verità è che i soldi ci sono ma loro non vogliono trovarli. Suvvia, quest'anno ci sarebbero da finanziare 2 miliardi e mezzo circa, 4 l'anno prossimo. Volete dirmi che su una spesa di oltre 800 miliardi, pari al 50% (più o meno) del PIL non riescono a trovare 2 "miseri" miliardi per evitare lo scatto almeno quest'anno? Capite che la cosa puzza di presa per i fondelli?
Non è che, ad esempio eh, possiamo abolire le province (2 mil è la cifra stimata dall'IBL)? Oppure, iniziare a ridurre gli stipendi dei militari portandoli al livello (in proporzione alle spese militari) della media europea (circa 4 miliardi)? Oppure diminuire gli stipendi dei politici a tutti i livello, degli amministratori di aziende pubbliche e dirigenti statali, tagliando loro anche di un bel po' la pensione accorpando, già che ci siamo, i comuni sotto i 5/10 mila abitanti?
Le cose da fare potrebbero essere tanti. Basta volerlo. Se non lo fanno, fateglielo notare...magari la smetteranno di dire balle così grande almeno stavolta.
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2 commenti:
Studente di economia, presumo tu l'abbia studiato l'equilibrio del mercato dei beni e del mercato finanziario (IS-LM). Parlate ancora di sti tagli alla spesa pubblica, ma saprai benissimo che il taglio alla spesa pubblica (G scende) è una politica fiscale restrittiva e cosa fa una tale politica?sposta la IS verso sinistra facendo scendere il prodotto di equilibrio (PIL ancora più giù???). Ma scusate, tagliare le province non significa per caso mandare a casa lavoratori che percepiscono uno stipendio e che quindi consumano e che quindi fanno girare l'economia?non significa togliere appalti alle imprese che fanno lavori per le province?Che gli facciamo fare a questi qui?Li facciamo stare a casa?va bene!poi non lamentatevi se cresce la disoccupazione!
Le Province non sono spesa pubblica di per sé, ma sono enti che sostanzialmente la spesa pubblica la ridirezionano. Vale a dire che i soldi vengono dallo Stato, che li da alla regione, e poi la provincia sceglie cosa finanziare.
Io stesso ho vissuto in prima persona soldi totalmente perduti perché il rallentamento dei pagamenti della provincia ha mandato sul lastrico imprese perfettamente sane.
Tagliare via le province renderebbe il denaro più rapidamente movimentato, che è un altro paio di maniche.
Inoltre, la spesa pubblica che funziona è quella che si ridireziona su strutture che hanno una funzione futura, ad esempio infrastrutture. Altrimenti, è denaro one-shot, che si muove una volta e poi basta, andando così a generare un bisogno ulteriore di indebitamento pubblico.
I ragionamenti che fai, Anonimo, sono in linea di massima corretti, ma semplicistici. Andando più nel profondo bisogna tenere presente anche il fattore monetario e di movimento della moneta. Se essa è più lenta, una tassazione come quella dell'IVA rende il PIL ancora più collassato.
Il VERO guaio è soltanto uno. Che gli Italiani non ragionano come gli americani. E questa è pura economia politica, ben conoscerai il coefficiente di propensione al consumo. Bene, il nostro ha bassissimo livello di influenza dal regressore "tassazione". Vale a dire che le nostre famiglie con più tasse non vanno a intaccarsi in modo eccessivo spese e risparmio.
Il che da il potere ai politici di inculcarci aumentini da 1-2% senza nessun vero effetto sul breve e medio periodo.
Col risultato che continuano a farlo.
Negli USA, invece, il valore di quel regressore è molto più influente, e un aumento anche di pochissimi punti percentuali stronca di molto i consumi.
Questo perché gli americani sono un popolo che si indebita, e cambiamenti dell'1% sono drastici, nel calcolo di interessi e costi di indebitamento.
Insomma, da una parte siamo anche un po' fessi.
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