Almeno il problema fosse l'IMU...purtroppo non lo è (anzi, togliere quello senza dimuire le altre sarebbe fin peggio).
fonte |
Vuoi essere sempre informato? Iscriviti alla fanpage!
fonte |
Lo studio ha poi rivelato come la tassa possa dirsi in realtà molto “concentrata” sugli immobili di maggior pregio e sui contribuenti con i redditi più elevati. Considerando solo le proprietà delle persone fisiche, il 10% delle unità con le rendite catastali più elevate paga il 44,7% dell’Imu complessiva, con un importo medio di 2.693 euro, mentre il 10% dei contribuenti i cui immobili sono caratterizzati dalle rendite più basse versa appena il 2,8% del totale. Guardando invece alla ricchezza personale e non al valore dell’abitazione, le cose non cambiano di molto. Vediamo infatti come il 10% dei contribuenti con i redditi maggiori, cioè tutti quelli che dichiarano oltre 55 mila euro annui lordi, pagano circa il 20% dell’Imu complessiva. Mentre il 50% dei redditi più bassi arriva al 10% dell’imposta complessiva. Alla luce di questi dati, il Ministero parla di un “effetto redistributivo” abbastanza rilevante.
"I casi sono due: o sapete già cosa fare ma non volete perchè andrebbe contro gli interessi di caste, privilegiati e mantenuti, oppure siete davvero idioti come dicono all'estero e non avete la minima idea di cosa sia necessario fare. In entrambi i casi, è inutile che ve lo diciamo noi: se rientrate nel primo, non lo farete per ovvi motivi; se invece siete nel secondo, non capireste nulla e quindi non attuerete nessuna delle riforme necessare. Ora scusate, abbiamo un aereo da prendere"
1) l'abrogazione dell'Imu sulla prima casa, sui terreni e sui fabbricati funzionali alle attività agricole e la restituzione degli importi versati nel 2012;
2) la revisione dei poteri di Equitalia, con particolare riferimento alle sanzioni, alle maggiorazioni di interessi e ai meccanismi di rateizzazione;
3) il riconoscimento alle imprese - per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani, disoccupati e cassintegrati - di una detrazione (sotto forma di credito d'imposta) per i primi 5 anni dei contributi relativi ai lavoratori assunti, nonchè l'esenzione, per questi ultimi, dall'Irpef sul salario percepito;
4) il passaggio dalle autorizzazioni burocratiche ex ante ai controlli ex post, per quanto riguarda lo svolgimento di ogni attività di impresa;
5) l'abolizione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici;
6) le norme per la riforma del sistema fiscale;
7) le disposizioni di revisione della Costituzione per quanto riguarda l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri;
8) le disposizioni per la riforma della giustizia.
"I governi accelerino sulle riforme, perché la Banca centrale europea non può sostituirsi a loro". Il numero della Bce, Mario Draghi, ha spiegato cosi la decisione di lasciare invariato allo 0,75% il costo del denaro aggiungendo che la politica monetaria della Bce "resterà accomodante finché sarà necessario.
Il sondaggio è stato realizzato tra il 26 e il 27 marzo su un campione rappresentativo di 1.500 maggiorenni.
[...] Renzi piace al 61% degli elettori del Pd, ma ancora di più a quelli di centrodestra (71%) e al 68% di quelli del Movimento 5 Stelle, "confermando la capacità di attrarre voti oltre il recinto del centrosinistra (che lo vuole leader della coalizione al 56%)".