sabato 14 maggio 2011

L'assurdità delle proteste contro gli INVALSI

Tengono banco le proteste contro gli INVALSI nelle seconde superiori italiane: studenti, professori e sindacati si sono scagliati contro questo metodo di valutazione per i più svariati motivi. Cito dai dui link indicati:

Lanciamo un appello a tutti gli insegnanti perché si uniscano alla lotta degli studenti contro le prove ‘invalsì evitando minacce di ritorsione contro coloro che per una legittima scelta consegneranno in bianco in segno di protesta. Le prove ‘invalsì danneggiano la scuola pubblica, la qualità d’insegnamento e anche la condizione degli insegnanti e dei lavoratori della scuola. Perché dividersi?
.....
I problemi, di cui il MIUR sembra pervicacemente non volersi render conto, sono altri. Ci limitiamo a indicarne due. Il contesto in cui si colloca: le scuole, i docenti, il personale ATA sono in grave sofferenza a causa dei tagli e dell’opera di sistematica denigrazione di cui sono oggetto. Per queste ragioni, la FLC CGIL sciopererà, il 6 maggio prossimo.

Il secondo: una vera cultura della valutazione non può essere imposta a suon di circolari, di atteggiamenti gerarchici e autoritari bensì ha bisogno, oltre che di risorse, di coinvolgimento, di consapevolezza, di partecipazione degli attori coinvolti.

Non capisco il perchè gli INVALSI debbano danneggiare la scuola pubblica, la qualità d’insegnamento e anche la condizione degli insegnanti e dei lavoratori della scuola se sono un metodo per valutarla e, da qui, teoricamente cercare di migliorarla.

Il comunicato della CIGL poi è fantastico: far leva sui tagli per giustificare un risultato che visti i precedenti non sarà poi così positivo. Ecco, tra l'altro, è bene ricordare che i test (esempio, i PISA, quelli più simili agli INVALSI) furono effettuati anche prima dei tagli, con risultati (soprattutto in certe zone d'Italia) imbarazzanti.

C'è chi contesta queste prove dicendo che questo compito spetta già all'esame di maturità, senza contare però che non sempre i voti corrispondono alle reali conoscenze degli alunni come ho già mostrato (prendendo proprio i test INVALSI e PISA come riferimento).

Mi sorge il dubbio che attraverso queste prove si arrivi a mostrare apertamente la scarsità del sistema scolastico italiano e la scarsità (se rovesciamo: la capacità) di un numero X di professori che in questo modo verrebbero valutati più o meno indirettamente. Ricordo che:


Dal Regolamento dell’autonomia scolastica di cui al D.P.R. 275/1998 è possibile dedurre che i risultati sono ottimali quando l’insegnamento garantisce il successo formativo a tutti gli alunni. Garantire il successo formativo e garantirlo a tutti gli alunni è l’impegno fondamentale, caratterizzante, qualificante della scuola dell’autonomia.

Da una parte, occorre garantire il successo formativo, il pieno sviluppo della persona umana previsto dall’art. 3 della Costituzione ed inteso come piena formazione della personalità.

Dall’altra, è necessario che il successo formativo sia garantito a tutti gli alunni.

IL SUCCESSO FORMATIVO

Sancisce l’art. 3 della Costituzione che "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

Garantire il successo formativo significa che tutti gli alunni debbono essere messi nella condizione di realizzare la piena formazione della loro personalità.

Al riguardo, è opportuno precisare subito che la Costituzione non parla di istruzione, e quindi di acquisizione di conoscenze, ma di "sviluppo", e quindi di educazione, di formazione. Non si tratta di fare acquisire delle conoscenze, di fornire informazioni, nozioni, saperi, ma occorre impegnarsi a promuovere la formazione delle capacità e degli atteggiamenti (2) che costituiscono le facoltà umane di muoversi, di parlare, di pensare, di immaginare ecc


Gli INVALSI sono un metodo per valutare questo, magari non perfetto al 100% ma che, come il metodo PISA, permetterà un'ottima visione dello status dell'insegnamento nel nostro paese.

La cosa curiosa è che siccome andiamo male siamo solo noi a fare così tante storie contro questi metodi, mentre nel resto del mondo li fanno senza casini come qui e, stranamente, sfornano anche giovani e studenti più preparati, chissà come mai.

E' un po' come Tremonti che contesta il PIL perchè dice che andiamo male rispetto agli altri e allora non va bene lui, non noi.


Mi rifiuto di commentare poi la lettera dei professori del liceo Mamiani che sbraitano (populismo) senza però proporre nulla (e, a giudicare dalle contraddizioni nella lettera, dire nulla).

Il fatto di valutare insegnanti e capire chi svolga bene il proprio lavoro e chi no è una strada verso quella che in questo paese sembra utopia, ovvero la meritocrazia. E' una strada, ma non ancora completa, infatti questi risultati porteranno a qualche polemica, qualche articolo di giornale e basta. Il passo successivo sarà quello di premiare chi è veramente bravo a fare il proprio mestiere e chi invece no. Suppongo che la maggior parte dei professori che protesta abbia paura di questo, sbattendosene dell'effetto che potrebbe (se lo si vuole davvero) avere sull'istruzione in Italia.
Un professore bravo, un istituto (pubblico o privato) sarà riconosciuto di ottima o pessima qualità e si spera premiato o penalizzato. Non vedo alcun male a fare ciò no?

Faccio notare inoltre che test simili agli INVALSI vengono già utilizzati per testare le lingue straniere (e chi li fa bene quelle lingue le sa davvero) e mai nessuno ha fatto tutto questo casino o mi sbaglio?

Segnalo altri post interessanti sul tema scuuola/istruzione e preparazione degli italiani:

La bassa e debole istruzione una delle cause della crisi in italia
 
 

Concludendo, segnalo inoltre due post fatti molto bene (consiglio di leggere anche i commenti, come questo ad esempio)): uno su NFA e uno su Leonardo (blog sull'Unità) che elenca una sorta di "Pro e Contro valutazione INVALSI" fatta in maniera chiara e ragionevole.



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