domenica 8 maggio 2011

Perchè la crisi del Portogallo ci dovrebbe far preoccupare



Avevo già espresso questa mia preoccupazione in un commento su NFA e a quanto pare anche Phastidio (geniale la frase: "Un paese, insomma, che potrebbe diventare perfino l’Avatar dell’Italia se non procediamo al più presto con una manovra di rilancio e riforme vere") ha notato come Portogallo e Italia siano due realtà, seppur diverse in generale, molto simili in alcuni aspetti importanti e che la fine sarà simile se non iniziamo a riformare per bene il nostro Bel Paese.


Questa è la % di crescita del PIL di Portogallo e Italia (fonte: World Bank)






Il Portogallo ha anche una pressione fiscale minore rispetto al nostro paese (36,6% contro 43,3%, dati OCSE 2008) il che dovrebbe favorire i lraggiungimento del 3% di deficit nel 2013 (si può aumentare anche la pressione, non solo tagliare la spesa pubblica, cosa che qui da noi non si può e non si DEVE fare).

Un'altra similitudine (oltre a quella già segnalata da Phastidio riguardante i problemi del deficit di competitività) è il tasso di istruzione dei due paesi, che è abbastanza simile come avevo già fatto notare qualche tempo fa ed è uno dei fattori limitante per la crescita.

Il vantaggio è che da noi le banche hanno retto, quindi per adesso siamo riusciti ad evitare il baratro (ricordo che 12 dei 78 miliardi chiesti servono a ricaitalizzare le banche): se però non ripartiamo con riforme serie il rischio è solo quello di aver rimandato il nostro tracollo.

Non deve essere letto come un vero e proprio campanello d'allarme ma, per ora, solo come un richiamo, una sveglia che ci dica di alzarsi, rimboccarci le maniche e iniziare a lavorare su riforme importanti e concrete.



Nessun commento:

Articoli che potrebbero interessarti

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...