venerdì 29 marzo 2013

I conti sbagliati di Grillo per eliminare l'IRAP

Beppe Grillo è uscito oggi con un articolo in cui spiega come intende elimnare l'IRAP alle imprese riducendo i costi della politica. L'idea non è sua, ma studiata da Pietro Monsurrò ed esposta in un documento dell'Istituto Bruno Leoni dal titolo "I costi della politica in Italia".

Scrive il Grillo:
Le PMI per vivere devono misurarsi con i concorrenti europei per livello di burocrazia, di fiscalità, di servizi, di leggi a supporto dell'imprenditoria (ad esempio dell'inasprimento per il falso in bilancio e l'introduzione di efficaci norme anticorruzione). Oggi le PMI sono senza armi. Il baratro dove stanno sprofondando lo hanno creato i partiti, quelli che ora si stracciano le vesti. La ricostruzione delle PMI deve iniziare subito per evitare il fallimento del Paese. Un primo passo è l'abolizione dell'IRAP che ammonta a circa 20 miliardi l'anno di tasse sulle imprese, anche se in perdita. Perdono e pagano le tasse sulla perdita, lo Stato si comporta come chi davanti a uno che affoga gli lega un masso al collo. "Seeeeeeeeeee! E i soldi dove si trovano?", questa è l'obiezione tipica per non fare nulla.
Tutto giusto, e quindi dove trovano i soldi? Ce lo spiega:
L'IRAP coincide grosso modo ai maggiori costi della politica in Italia comparati con i maggiori Paesi europei. Sarebbe sufficiente tagliare questi costi per eliminare l'IRAP e dare ossigeno alle imprese. Se si misura la spesa per la politica in funzione della popolazione, l'extra costo italiano rispetto ai Paesi con dimensione equivalente è circa un punto di PIL, pari a 16 miliardi, un terzo del deficit. Dal 1990 vi è stato un raddoppio dei costi della politica di circa 20 miliardi, dovuto in massima parte alle amministrazioni centrali. Alcuni esempi. Il costo del Parlamento italiano è il doppio di quello francese (confrontabile per numero di parlamentari: 920 > 945) e inglese: 1,6 miliardi contro lo 0,9 di Francia e 0,6 di Gran Bretagna. Il Quirinale ha un bilancio di previsione per il 2013 di 349 milioni mentre l'Eliseo costa 112 milioni. Il finanziamento pubblico ai partiti vale 100 milioni di euro all'anno, somma rinunciabile con una semplice lettera, come ha fatto il M5S per i 42 milioni che gli erano assegnati. Il taglio delle province farebbe risparmiare 2 miliardi annui. Vi sono poi i risparmi per le auto blu, circa 7.000, e delle 52.000 "auto grigie" senza autista e con minore cilindrata, con 19.000 addetti complessivi di cui 10.000 autisti per un risparmio di 800 milioni e altri minori. "Un viaggio lungo mille chilometri inizia con un piccolo passo", Lao Tse

Sembra facile scritta così, una cosa da fare domani mattina. In realtà le cose non stanno proprio in questi termini.

Se l'autore dell'articolo sul blog avesse letto bene fino in fondo, avrebbe scoperto che nell'ultima pagina, appena sotto la tabella riassuntiva, c'è chiaramente scritto:

Le cifre in gioco non sono affatto piccole, basti pensare che l’IRAP pagata dalle aziende (al netto delle partiti di giro) ammonta a circa 20 miliardi di euro, e con i risparmi Cofog e poco altro (molti degli altri risparmi nella tabella sono già inclusi nell’aggregato Co - fog) si potrebbe finanziare l’abolizione dell’IRAP
Quindi nei 15-16 miliardi quelle cifre ci sono già. Ovvio, ne mancherebbero "solo" 4-5 e quelli si potrebbero trovare, ad esempio, tagliano la spesa per gli stipendi militari oppure mettendo un tetto di 3mila euro alle pensioni.

C'è però un'altra cosa da dire. Quei 16 miliardi si possono e si devono sì tagliare, ma nel tempo visto che bisogna, ad esempio, riformare tutto l'apparato e le competenze delle amministrazioni locali nel caso di eliminazione delle province, riformare tutti i lavoratori che perderanno/cambieranno lavoro etc etc, per non parlare poi di come riallocare le risorse a tutti quegli enti finanziati dall'IRAP.
Come spiegato dallo stesso Monsurrò su facebook:

[...]il problema grosso è che i 39 miliardi di 'costo della politica' sono classificati come "apparato legislativo, esecutivo, diplomatico, fiscale, finanziario", quindi sono la somma dei costi di Parlamento, Quirinale, consigli comunali, provinciali, regionali, ma anche il Ministero degli Affari Esteri, la rete diplomatica (che costa poco: meno di Francia e UK), il MEF, le 4 agenzie fiscali (ora tre)...

Il bottino potenziale è quindici miliardi, ma prima di imputare tutti i costi alla loro sede opportuna e formulare riforme efficaci per riallineare i costi agli altri paesi europei avoja...

L'eliminazione della tassa era già presente, ad esempio, nel programma di Fare Fermare il Declino in cui era spiegato passo a passo tutto il sentiero volto ad eliminare l'IRAP (da pag. 32). Ecco, forse i grillini dovrebbero guardarselo. Un paper per una riforma fiscale un partito in Parlamento dovrebbe farlo in quel modo lì e non con un post sul blog con dati copiati, pure male, da un paper che in due righe confrontava solamente i tagli dei costi della politica con l'eliminazione dell'imporsta, giusto per rendere meglio l'idea dell'importo potenziale. 

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1 commento:

Anonimo ha detto...

A Grillo è stato respinto il ricorso per 577 k€ di IRAP a fine novembre.
Gli interessa solo non doverla pagare più lui, tanto lui va in clinica privata (l'IRAP finanzia le sanità regionali).

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