Dal "Io ho vinto" "No ma noi siamo andati meglio in quella città quindi ho vinto io" degli anni scorsi al "Io ho perso, ma tu hai perso più di me".
Le Amministrative sono finalmente finite.Ora è tempo di bilanci, di interviste ai vari rappresentanti dei partiti che affolleranno ogni canale, ogni telegiornale, ogni trasmissione televisiva per commentare i risultati di queste elezioni.
Personalmente, non ho mai dato tanto peso (escludendo le grandi città) alle Amministrative, per il semplice motivo che nel paesino e nella cittadina i candidati si conoscono direttamente o indirettamente di persona e quindi si votano più loro come uomini/donne che come politici di un partito (sia esso PD, PDL, IDV etc etc). Sta di fatto che questa volta le cose sono diverse: la discesa in campo di Beppe Grillo come leader portavoce del Movimento 5 Stelle, potenziata esponenzialmente dalla realtà economico-politica attuale, unita all'astensionismo (quasi metà degli aventi diritto) ha portato sostanzialmente ad una sconfitta in generale di tutti i vari partiti. Questa cosa sta portando una piccola ventata di novità nel comportamento dei politici post elezioni.
Se vi ricordate, nelle scorse elezioni tutte le volte non c'era uno sconfitto: tutti in un modo o nell'altra, avevano vinto. Le cose sono cambiate, i vincitori sono Grillo e company, non i partiti nè tantomeno i politici. Lo sanno e, sebbene qualche isolato episodio di "vittoriacismo" (gente che crede di vincere sempre...sì l'ho inventato) la maggior parte degli esponenti di partito riconosce bene o male la sconfitta. Siccome "il lupo perde il pelo ma non il vizio", sentendo i vari dibattiti e interviste mi è proprio parso che le sintesi dei discorsi siano che l'altro ha perso di più, ha fatto più schfo.
La frase riassuntiva del politico dopo le amministrative perfetta per tutti, da destra a sinistra, senza dubbio è "Io ho perso, ma tu hai perso più di me".
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