sabato 19 maggio 2012

Tassa sugli animali domestici? Aumenteranno gli abbandoni


Sta facendo discutere la proposta di tassare gli animali domestici (cani e gatti) approvata dalla commissione Affari sociali della Camera, tanto che il suo relatore Gianni Mancuso, ha annunciato il ritiro della legge stessa. Ragionando teoricamente, quali conseguenze potrebbe portare una tassa sugli "animali d'affezione"?

"I comuni - dice il testo - possono deliberare l'istituzione di una tariffa comunale al cui pagamento sono tenuti i proprietari di cani e gatti e destinata al finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto del randagismo"

Come spiegato anche da Fiorella Ceccaci Rubino, “Nessuna tassa dei cani e gatti e’ prevista nel ddl randagismo, ma solo la possibilita’ per i Comuni di poter istituire una tariffa comunale destinata al finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto del randagismo. Tariffe comunali cui sono esenti i meno abbienti, coloro che adottano cani e gatti dai canili e gattili, i cani sterilizzati e quelli adibiti alla guida dei ciechi e alla pet terapy”.

Se è vero che "Il randagismo e’ un fenomeno gravissimo del nostro paese, che si combatte non a chiacchiere ma dando strumenti di intervento ai Comuni, tra cui anche quello della leva fiscale sanzionando i comportamenti scorretti e incentivando quelli virtuosi, come le adozioni e le sterilizzazioni dei propri cani e gatti. Questa tariffa e’ nata per venire incontro alle esigenze delle amministrazioni comunali che lamentano continuamente la mancanza di risorse finanziarie per contrastare il randagismo; con questo disegno di legge avranno dalla loro uno strumento in piu’" la soluzione non mi sembra la più efficace.

Potrei essere d'accordo su una tassa (tariffa mi fa un po' ridere) a questo scopo visto che i cani randagi sono di fatto un pericolo per tutti (vedi incidenti stradali e aggressioni) solamente se i comuni iniziassero a tagliare tutti gli enormi sprechi e corruzione che hanno (questo ad esempio). A quel punto, dopo aver riformato la legge e le pene anti corruzione, in un periodo non di crisi come oggi, se mancassero i soldi se ne può parlare.

Ad oggi però, una tassa di questo tipo rischierebbe solamente un effetto boomerang: più fondi per il randagismo ma anche più cani abbandonati.
Confrontando i dati del 2007 con i più recenti (quindi pre crisi e durante) si può stimare un aumento di circa 100 mila unità di cani randagi. I dati in questione sono imprecisi e nessuno sa (a causa della non collaborazione di molte regioni) quanti siano realmente. Considerato che l'80% dei cani abbandonati perde la vita in incidenti stradali, 100 mila esemplari in più è un numero molto grande. Se è vero che "è una questione di mentalità" come dice Elio Cardinale (vedi link sopra), personalmente credo invece che la crisi faccia (in misura relativa) la sua parte. Le ultime stime rivelano che "Per un gatto si spendono circa 550 euro l’anno, per un cane di taglia media quasi 1500 euro, praticamente un buono stipendio. E rispetto a 10 anni fa si spende il 62% in più, rispetto allo scorso anno la spesa è salita in media dell’8%" e in periodo di crisi non sono pochi. Una tassa farebbe "pesare" ancora di più l'animale sul bilancio familiare, rischiando quindi di far passare il secondo piano la "mentalità": il risultato sarebbe l'aumento degli abbandoni.

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