Dalle stelle alle stalle: l'umore della Fiom dopo l'ordinanza della Corte d'Appello di Roma che obbliga ad assumere i 19 dipendenti di Fiat Group Automobiles iscritti alla Fiom che hanno presentato ricorso per presunta discriminazione.
Lo ammetto: i sindacati italiani non mi stanno così tanto simpatici. Non è assolutamente un fatto personale, sia chiaro, è solo che li ritengo al pari dei vari partiti politici, ovvero una "casta" con poteri nazionali/privilegiati che poco ha capito della situazione economica italiana. Lo dimostrano varie battaglie e dichiarazioni in questi ultimi mesi.
Non voglio abolirli, ci mancherebbe, ma credo sinceramente che debbano essere riformati e riformarsi da soli, visto che, data la condizione dei lavoratori italiani, il lavoro svolto dai sindacalisti non è efficace, anzi, penalizzante per molti.
Penso che il principale motivo sia la loro visione dell'economia e soprattutto dell'impresa, strumento che per loro dovrebbe quasi regalare posti di lavoro ai poveri operai compiendo oserei dire delle "opere sociali" e che invece, nella realtà, deve produrre profitti per garantire la remunerazione di capitale e lavoro.
Citando le parole della dott.ssa Marianella Enok "Non si possono compiere opere sociali per costruirsi una buon
immagine nascondendo però la realtà dei fatti: le opere sociali le si
fanno solo se si hanno a disposizione degli utili! Etica non sono gli imprenditori filantropi. Etica sono imprenditori che guardano al capitale umano, al territorio, all'ambiente.."
L'ultimo esempio di ciò che dico è lo stupore dopo la decisione di Fiat di mettere in mobilità nella fabbrica di Pomigliano 19 operai per assumerne 19 iscritti alla FIOM.
Di cosa si stupiscono? Il Lingotto lo spiega bene in una nota (nota, scusate il gioco di parole, già da tempo a chi un poco segue il mercato dell'automobile): "L'azienda ha da tempo sottolineato che la sua
attuale struttura è sovradimensionata rispetto alla domanda del mercato
italiano ed europeo da mesi in forte flessione e che, di conseguenza,
ha già dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per un totale di
venti giorni. Altri dieci sono programmati per fine novembre".
I sindacati dovrebbero sapere che non è possibile obbligare un'azienda (piccola o grande che sia) o imprenditore ad assumere un numero X di operai inutile al fine aziendale stesso. E' quindi normale che se obbligata a reintegrarne 19 (reintegro giusto o sbagliato che sia non mi interessa in questo momento), dall'altra parte ci saranno 19 operai di troppo.
Davvero la FIOM pensava di far assumere "19 dei suoi" senza che nessun altro ne pagasse il prezzo? Se sì, significa davvero non avere idea di come funzioni un'impresa (e si torna a ciò che dicevo prima).
PS: Aggiungo poi che per ora in Italia la situazione è anche discreta, visto ciò che succede negli altri paesi europei (basta una semplice ricerca su Google).
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