sabato 10 dicembre 2011

Le caste italiane in rivolta


Quando sentite nominare la parola "Casta", sono sicuro che tutti voi abbiano in mente i nostri politici. La casta della politica è quella contro cui il popolo si sta scagliando per ridurne gli immondi privilegi, ancor di più in questo periodo di crisi e di sacrifici.

La manovra Monti un poco (troppo poco aggiungo) è andata a toccare questo tasto e tutti possiamo vedere le conseguenze: deputati e senatori in rivolta rendendosi ancora più patetici e ridicoli di quel che erano già prima (Pepe che accusa di essere ridotto alla fame è tragicomico).

L'Italia è però un paese fatto di caste, privilegi e quella dei politici non è però l'unica a rivoltarsi. Vi sono altre caste, più o meno influenti e conosciute, che appena si vedono toccare i loro privilegi, ecco che si rivoltano, si indignano, scioperano.

Le due più famose e potenti sono quella degli avvocati e dei notai, di cui ho già parlato qualche mese fa e che, per non essere liberalizzate, hanno minacciato di far cadere il loro stesso governo.

Ve ne sono però altre, più o meno piccole e più o meno visibili ma chiuse come le loro parenti che, seppur minori, mantegono dei privilegi che non gli spettano. Due di queste in questi giorni stanno facendo sentire la loro voce: parlo dei farmacisti e dei taxisti.


Sulle lacrime da coccodrillo dei primi, casta che da moltissimi anni si è arricchita a dismisura senza de facto possibilità di entrata nel mercato per chi non sia figlio di un farmacista (difatti chi si lamenta di più sono proprio i figli dei farmacisti, chissà come mai) o non abbia talmente tanti soldi da aprirne una, stendo un velo pietoso. Son fin riusciti ad ottenere l'esclusione dei comuni sotto i 15 mila abitanti (25 milioni di cittadini quindi non usufruiranno dei benefici della concorrenza dei farmaci di fascia c) scatenando le ire (giustissime) delle Parafarmacie.

Sui secondi, non essendo loro ricchi come i colleghi avvocati, notai e farmacisti, non provocano le proteste del cittadino medio. Magari oggi un po' di più, visto lo sciopero che hanno proclamato (in concomitanza con il blocco delle auto) per la parziale liberalizzazione del loro mestiere.

Sui taxi ha scritto un bel pezzo Federico De Vita su NFA in cui confronta il servizio taxi londinese (in cui vi è concorrenza) con quello di Roma (zero concorrenza), per non parlare poi del servizio pubblico in generale.

Quando ci si chiede il perchè questi politici riescano a vincere e occupare le poltrone per anni e anni la risposta viene anche da qui: mantengono i privilegi di caste che, in caso contrario, si rivolterebbero. A pagarne le spese sono ovviamente tutti i cittadini (la maggior parte) che non è in queste caste (GIOVANI in primis).


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1 commento:

Breil ha detto...

Eliminare le caste è praticamente impossibile se non si ha rispetto per gli altri, perchè casta vuol dire separare.

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