martedì 16 agosto 2011

Problema carceri: vi ponete le domande sbagliate




Torna di moda, come oramai quasi ogni anno, la questione carceri. I detenuti sono troppi, quindi bisogna trovare delle soluzioni a questo problema che da molto tempo ci portiamo dietro.

I Radicali sono in questi giorni i più attivi, chiedendo a gran voce l'intervento del Parlamento per affrontare la situazione, sempre più grave.

Sebbene la lotta di Pannella, Bonino e company sia giustissima (ricordo che già una volte la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia per "trattamenti inumani e degradanti", con risarcimento danni a carico), la loro soluzione è completamente sbagliata. L'amnistia proposta è una follia, inutile e dannose. Ho già detto il perchè quindi non ripeterò il tutto (che trovate qui, fate recapitare a Pannella o a chi per esso l'articolo).

La domanda da porsi non è quale sia la soluzione per le carceri ma, perchè c'è così tanta gente dentro!

Guardiamo alcuni dati (fonte: ristretti.it)

Il numero di detenuti al 31 luglio 2011 risulta essere di 66.942 (quindi circa lo 0.1% della popolazione). Di questi, i condannati definitivi sono 37.650, mentre gli imputati sono 27.572. Ben 13.472 degli imputati sono in attesa di primo giudizio. Questo vuol dire che il 41.19% dei detenuti è imputato e il 20.12% è in attesa di primo giudizio.


Con un sistema giuridico più efficiente (in Italia siamo messi malissimo da questo punto di vista) molti di questi detenuti sarebbero condannati (o assolti) più velocemente, quindi ci metterebbero meno tempo a scontare la (eventuale) pena.

Altro date preoccupante è il numero di condannati con precedenti penali: il 62% del totale nell' anno 2003, 5 su 10 nel 2010 (però sono dati riportati).

Questo vuol dire che la rieducazione e riqualificazione teorica che si dovrebbe ricevere in carcere non ha dato e continua a non dare frutti (e una speranza per chi poi, una volta scontata la pena, dovrà ricominciare a vivere nella società). Tutto questo comporta a un ritorno in carcere di gente che non ci dovrebbe essere (non a livelli così alti almeno).

A questo poi (aggiungo io) bisogna unire un'educazione solida al fine di prevenire il compimento di reati, diretta ed indiretta. Il primi due passi sarebbero quello di garantire la certezza della pena (se sbagli paghi, salato pure) a tutti i livelli (ricchi e poveri) e quello di cacciare via tutti quei politici condannati, pregiudicati, immorali che ci governano da anni (e che sono i PRIMI a dover dare l'esempio).

Queste sono le cose da fare che garantirebbero cambiamenti strutturali (in meglio), a costo zero migliorando non solo la vita nelle carceri ma dell'intera società. Altro che amnistie o indulti...

2 commenti:

Johnny 88 ha detto...

C'è anche un altro aspetto del problema. Dei 67mila detenuti 24mila sono stranieri, togliamo i 24mila stranieri e arriviamo giusti a quella che è la capienza regolamentare delle carceri. Ora, possibile che non si riesca a raggiungere un accordo con i paesi d'origine per rimpatriare costoro? Possibile che non si riesca a selezionare adeguatamente l'immigrazione (e in questo il fallimento è assolutamente bipartisan) di modo tale che chi non ha lavoro o ha precedenti nei paesi d'origine non entri?

Mattia Poletti (Rebel Ekonomist) ha detto...

Non so quanto convenga sai? I costi del rimpatrio sarebbero a carico nostro (quindi fra prezzo del bigletto dei detenuti più di due accompagnatori si arriva a circa 1500 euro solo per il volo, x 24mila si arriva a circa 36 milioni di euro). A questo poi devi aggiungere che gli altri stati rimanderebbero in Italia tutti i detenuti provenienti da qui.

Detto ciò, non so bene come funzioni la cosa.

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