In questi ultimi mesi si sta parlando ovunque del caso Berlusconi-Ruby di cui oramai credo tutti sappiate tutto. Su questo blog non ne ho parlato ultimamente (in maniera diretta) volutamente proprio perchè il web pullula di materiale sulla vicenda.
Con questo articolo (e uno mio successivo) io e Sergio proponiamo una possibile visione alternativa (ma neanche troppo) del quadro.
Come detto il caso Ruby-Minetti sta occupando gran parte dello spazio cartaceo, televisivo ed internettiano da dopo il voto di sfiducia dello scorso dicembre. Questo se da una parte danneggia il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dall'altra lo favorisce, in quanto essendo concentrati su questo tema, gli altri vengono chiusi nel cassetto e dimenticati.
Dal punto di vista giornalistico, non si può non parlare del caso del giorno, altrimenti si passa per pseudo intellettuali mentre invece, se del caso del giorno si fanno opinioni approfondite, si passa per uno arguto, saggio, ben informato sui fatti e che informa la gente degli stessi.
Il problema è che tutto questo ha fatto passare in secondo piano il caso mills e mediatrade più gravi e la condanna di Dell'Utri ad esempio: in pratica è stato una specie di toccasana per Berlusconi (potrete trovare tutti i procedimenti giudiziari a suo carico qui) .
Se venisse condannato per prostituzione invece che per corruzione e se c'è un processo in corso (il "Rubygate" appunto) l'altro è destinato ad essere dilungato e quindi finirebbe molto probabilmente in
Per la prostituzione si puo sempre parlare di malattia, come il non essere in grado di intendere e volere. La sessualità può essere vista come una malattia mentre la concussione no.
Gli avvocati potrebbero puntare su quello: l'importante per loro sarà solo dimostrare che non è stato a letto con lei da minorenne.
Di ciò se ne è parlato anche Kalispera, un programma che sicuramente è Pro premier (in pratica è l'ufficio stampa).
Berlusconi ha voluto, volutamente mettere carne al fuoco e continuare ad alimentarlo invece che cercare di soffiare per spegnerlo (tenendo presente che chi guarda Kalispera è quello zoccolo di persone che lo ha sempre votato a prescindere), cavalcando l'onda del povero imprenditore perseguitato dalla magistratura per essersi arricchito ed aver intrapreso la carriera politica.
Siccome lui è un venditore di pubblicità, fa suo il primo motto della pubblicità: parlatene bene, parlatene male, ma parlatene e cosi il prodotto vende o per lo meno crea una cortina di fumo sui altri cose. Questo è ciò che sta accadendo.
Berlusconi ha voluto, volutamente mettere carne al fuoco e continuare ad alimentarlo invece che cercare di soffiare per spegnerlo (tenendo presente che chi guarda Kalispera è quello zoccolo di persone che lo ha sempre votato a prescindere), cavalcando l'onda del povero imprenditore perseguitato dalla magistratura per essersi arricchito ed aver intrapreso la carriera politica.
Siccome lui è un venditore di pubblicità, fa suo il primo motto della pubblicità: parlatene bene, parlatene male, ma parlatene e cosi il prodotto vende o per lo meno crea una cortina di fumo sui altri cose. Questo è ciò che sta accadendo.
Andando più a fondo, dal punto di vista penale se Berlusconi venisse giudicato colpevole nel caso Ruby&company, sarebbe condannato per reato di (fonte) atti sessuali "prezzolati" con minori (violazione della legge numero 38 del 2006: “Chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a euro 5.164”) e per reato di "Concussione" (articolo 317 del codice penale nella sua formulazione approvata con la legge 26 aprile 1990: “Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni”).
Gli avvocati, se messi alle strette, punteranno al primo, come detto in precedenza.
Molto poco in confronto a tutti gli altri processi che sono a carico del premier (solo per il processo Mills, rischierebbe una condanna a sei anni in primo grado) e che, grazie a tutti gli slittamenti, finirebbero in prescrizione, salvandolo una volta per tutte, senza essere giudicato.