sabato 21 settembre 2013

E' più liberticida la "Legge Omofobia" o la "Lettera al PD" degli attivisti?

Quando si parla di temi sociali quali donne, religioni, immigrazione, omosessuali è sempre molto difficile discutere senza cadere nell'estremismo sia a favore, sia contro una determinata posizione o ancor peggio legge/diritto.
A tenere banco negli ultimi giorni è la "Legge Omofobia" alla quale la Camera ha dato il via libera. Oltre ai capricci del PDL sull'emendamento (a firma Walter Verini del PD), che estende ai reati fondati sull'omofobia o transfobia le aggravanti previste dalla legge Mancino (pena aumentata fino alla metà), c'è stata la protesta di undici attivisti del centrosinistra (con Paola Concia in testa) a causa di un subemendamento di Scelta Civica. Gli 11 hanno scritto una lettera pubblicata anche dall'Huff Post nella quale spiegano i motivi della loro indignazione:


Sono ore difficili per chi ha fatto delle battaglie sui diritti e le libertà il principale terreno di lotta politica nel PD. L’approvazione da parte della Camera dei Deputati della legge contro l’omofobia e la transfobia, dopo anni di tentativi falliti, avrebbe meritato che si stappassero bottiglie di champagne della miglior riserva.
E invece tutto suona molto triste, perché pur a fronte di una dura battaglia per mantenere nel testo della legge le aggravanti, il PD ha voluto votare, in nome di un accordo politico con Scelta Civica, un subemendamento che recita "Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero assunte all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all'attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni". E il subemendamento è passato per una trentina di voti appena, solo grazie al sostegno dichiarato della Lega Nord.
In sostanza assieme alla cura contro la malattia, abbiamo somministrato al paziente anche una buona dose di germi, legittimando quelle organizzazioni estremiste e clericali (da Forza Nuova a Militia Christi) a portare avanti le loro campagne di opinione contro tutte le diversità. Ebbene sì, perché la novità è che con questa aggiunta si è andati ad intaccare l’intero impianto della Legge Mancino, andando a coinvolgere non solo la minoranza lgbt di questo paese, ma tutte le altre minoranze “razziali, etniche, religiose e nazionali”. Quelle minoranze che, in queste settimane, sono state troppo colpevolmente silenti, forse perché pensavano che quella in discussione fosse una legge che riguardava solo i gay.
E chissà che ora questo abbassamento dell’asticella delle tutele per tutti non sia d’aiuto nella costruzione di quel fronte ampio nella battaglia sui diritti che finora è mancato in questo paese. Esattamente come è mancato il dibattito pubblico su questi temi, il confronto tra i parlamentari e le associazioni, gli interventi degli autorevoli commentatori. Si è preferito attestarsi sugli aspetti superficiali della legge senza approfondirne i contenuti e i risvolti, che alla luce di queste modifiche ora appaiono chiaramente in tutta la loro luce sinistra e minacciosa.
Si è arrivati fin qui perché da quando il PD è nato abbiamo evitato di affrontare questa discussione. Se ancora ieri la discussione interna al gruppo parlamentare verteva sull’inserimento o meno delle aggravanti nel testo della legge è perché ancora permangono all’interno del partito visioni troppo divergenti su cosa siano le discriminazioni e come debbano essere contrastate. Visioni diverse sull’idea stessa di uguaglianza, che dovrebbe stare alla base di un partito democratico moderno. Quanta distanza dal discorso di reinsediamento del presidente Obama, quanta distanza da ciò che in tutta Europa è ormai prassi costante sia delle sinistre democratiche che delle forze di centrodestra moderate!
Come reagire? Si parta da quella discussione che non è stata fatta e che sta alla base, peraltro, del fatto che decine di parlamentari democratici non hanno sostenuto, nel voto segreto, l’approvazione di una norma così liberticida. Ebbene, che vengano allo scoperto quei parlamentari che hanno votato contro, ci mettano la faccia, ci aiutino ad aprire finalmente questa discussione nel partito e nel paese. E vengano allo scoperto pure coloro che quell’emendamento lo hanno sostenuto, magari facendosi violenza e nella convinzione che fosse un male necessario per veder votata finalmente una legge che istituisce il reato di omofobia e transfobia con le aggravanti. Motivino le loro ragioni, accettino il confronto. E vengano allo scoperto pure coloro che hanno sostenuto, in un duro confronto interno al gruppo, che la legge la si sarebbe potuta votare anche senza le aggravanti. Spieghino ad alta voce e guardandoci negli occhi perché a loro dire ci sono cittadini più uguali degli altri e minoranze più diverse delle altre.
Se ne discuta nel congresso, utilizzando questa sede non solo per contare il consenso delle varie correnti e sub-correnti, ma per riportare la politica e la vita delle persone al centro delle nostre discussioni. Un partito “ibrido” che affronta i temi della libertà e dei diritti imbastendo compromessi al ribasso a chi serve? Se tutta questa discussione finisse soltanto in un silenzio imbarazzato, non si farebbe altro che ridare fiato a quella sinfonia degli addii che già troppe persone ha allontanato in questi anni dal nostro partito, e sarebbe la fine peggiore.
Fabio Astrobello, Andrea Benedino, Paola Concia, Veniero Adriano Fusco, Enrico Fusco, Rosaria Iardino, Fabio Iovine, Aurelio Mancuso, Vanni Piccolo, Daniele Viotti, Patrizia Viviani .
Letta così, pare che gli attivisti siano contrari a tutto il subemendamento di SC. Se così fosse, sarei contrario al loro pensiero.
A mio avviso, il testo dovrebbe essere diviso in due parti

"Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza,"

Su questa parte sono totalmente d'accordo. Chiunque può esprimere le proprie idee se queste non istighino all'odio o alla violenza. Se il Mario Rossi è contrario al matrimonio gay, deve essere libero di pensarlo ed esprimerlo in maniera civile, così come deve essere libero di esprimere il proprio disappunto sull'adozione del termine genitore 1/genitore 2 in sostituzione a padre/madre, così come le associazioni gay sono libere di invece esprimere il proprio parere favorevole alle due cose, sempre in maniera vicile.
Non ho preso per caso quei due esempi lì, visto che il sottoscritto è favorevolissimo al matrimonio gay ma assolutamente contrario a sostituire padre/madre con genitore 1 e 2.
Io devo essere completamente libero di esprimere le mie idee ed opinioni, siano esse favorevoli ad un diritto reclamato dall'arcigay, siano esse contrarie.

"né le condotte conformi al diritto vigente ovvero assunte all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all'attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni"
Su questa parte invece c'è da discutere. Messa così, sembra sia un'eccezione rispetto alla prima. Se così fosse, sarebbe scandalosa ed assolutamente da eliminare (e direi anche buttar fuori dal Parlamento l'autore della cosa).
Nel caso invece dovesse rispettare ciò detto nella nostra prima parte ("purché non istighino all'odio o alla violenza"), le cose si complicano.
Se è indubbio che vi siano alcune associazioni ostili verso omosessuali, altre religioni, immigrati etc etc anche violente, bisogna tenere conto che non sempre è così. Ad esempio, se si formasse un'associazione contro il matrimonio gay o contro l'adozione genitore1/2 che professi civilmente la propria idea, nessuno potrebbe e dovrebbe vietarlo, così come non si dovrebbero vietare le associazioni a favore di quelle due cose, sempre date le premesse.

Vietarne solo alcune perchè contrarie alla propria idea, sia essa giusta o meno, è liberticida. Se gli 11 attivisti vogliono fare ciò, contestando anche la prima parte (cosa che sembra dalla lettera, ma Repubblica sembra smentire parlando solo di questa seconda parte), mi spiace ma loro sono i primi liberticidi. Se poi questo ultimo punto rappresenta un'eccezione, allora sono dalla parte della Concia e trovo scandalosa la cosa.

Ho cercato di analizzare tutte le varie alternative vista la dubbia interpretazione da dare sia al subemendamento, sia alla lettera. Sarebbe bene che la seconda parte venisse spiegata meglio dal legislatore e che gli attivisti chiariscano ciò che contestano.

In base a spiegazioni e chiarimenti da entrambe le parti, confermo le mie posizioni.

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