domenica 1 novembre 2009

Mills, condannato, Berlusconi rischia ma dichiara: "se mi condannano non mi dimetto"...ma sarebbe giusto?


Confermata la condanna anche in appello per 4 anni e sei mesi per l'avvocato Mills, accusato di avere testimoniato il falso e/o di essere stato reticente in due processi favorendo l'attuale Premier Berlusconi che lo avrebbe pagato con una somma pari a 600mila dollari.


Ma quello che mi lascia perplesso è quanto dichiarato dal Premier:
«Ho ancora fiducia nell'esistenza di magistrati seri che pronunciano sentenze serie, basate sui fatti. Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto»

Io posso anche credere all'innocenza, il problema è: il Lodo Alfano...se si ha davvero tanta fiducia di essere nel giusto...a cosa serviva?
Ricordo che il Lodo Alfano sospendeva anche questo processo a carico del premier, quindi mi riesce difficile credere al premier, oltre al fatto che inizia a darmi fastidio questo fatto di credere di essere sotto un grande complotto da parte di tutti, giornali, magistratura, giudici. Ritiene di non avere nulla da nascondere? Benissimo, allora affronti a testa alta i processi senza trovare tutte le scuse possibili di questo mondo, introducendo anche leggi anticostituzionali.

Ammettiamo però per un secondo che sia colpevole, e quindi condannato (ricordo che per adesso non lo è), sarebbe giusto chiedere le dimissioni, oppure no?

Questa è una bella domanda, e credo che chiunque si sia fatto (spero) una propria idea i nmerito a questa questione.

La mia idea è che questa questione con la politica non c'entri nulla, e che quindi Berlusconi potrebbe benissimo rimanere al suo posto a fare il suo lavoro, che per ora è, tirate le somme, abbastanza positivo, considerata tutta al crisi che abbiamo passato e che stiamo ancora pagando.
Da un punto di vista, morale, avere un presidente del consiglio condannato per avere pagato un avvocato 600mila dollari per testimoniare il falso, non mi va proprio giù. Certo è che questa cosa andrebbe a sommarsi a tutte le altre (questione villa Certosa ad esempio) che non hanno dato molto lustro all'Italia negli ultimi tempi, e che quindi rischia di compromettere l'immagine non solo del Premier, ma dell'Italia stessa.
Devo dire che però l'immagine di un paese bisognerebbe guardarla sotto altri punti di vista, ad esempio quello di avere un sistema bancario molto solido, forse il più solido di tutti, quello di avere un premier che si è impegnato per evitare un conflitto in Cecenia che avrebbe portato a gravi squilibri mondiali.
Il risultato è quindi, valutando entrambe le possibilità in maniera imparziale, dal mio punto di vista, incerto: certo è che, nel caso uscissero altri "scandali" e il paese non riuscisse ad uscire del tutto dalla crisi, le dimissioni del premier sarebbero obbligatorie.


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