venerdì 2 agosto 2013

Berlusconi è stato un danno per la destra italiana (e i liberali)

Visto che tutti dicono il loro punto di vista, ecco anche il mio.
Ritengo che, alla fine, Berlusconi sia stato un danno per la destra italiana. Un danno perché, anche alla luce del suo ultimo appello video, si nota proprio come abbia creato intorno alla destra un personalismo, un culto dell'individuo che pare essere ormai la norma, in Italia, per la politica. Grillo, Bersani, Vendola: creiamo "personas" e le ergiamo ad effige del partito e del pensiero.

Un "brutto vizio" che ci portiamo dietro dal Ventennio, e che il Cavaliere è riuscito a sostenere per un altro ventennio. La destra non deve essere personalista, per nessun motivo. Il personalismo è di sinistra, è socialista, perché identifica sempre un guru o un suo portavoce ideologico o politologico, un deux ex machina. Come avvenne durante il periodo delle destre socialiste degli anni '30. La sinistra italiana è incapace di trovare il suo deus ex machina efficace. Ne crea di piccoli, frammentati: Renzi, Bersani Vendola, Kyenge, e per questo fallisce.

Al contrario, la destra per anni si è comportata "male", cercando il suo guru a sua volta e perdendo voti, consenso di opinione pubblica e visibilità finendo schiacciata persino dal Movimento 5 Stelle, che pure vive di personalismi. D'altronde da Napolitano, c'è andato Grillo, su sua iniziativa personale.
La sinistra italiana, oltre al personalismo, coltiva, come fanno tutte le sinistre del mondo, anche l'ideologia, andandosi a espandere in modo capillare nella vita di tutti i giorni attraverso il concetto del "politically correct", una pratica nata in USA che dilania il free speech e il free thought (e pure è ironico che da oltreoceano giunga!), creando barriere di mobbing che è arduo scalfire, alimentando pregiudizi basati su fantasmi a cui nessuno più crede. Provate su un social network a dire qualcosa pro-Berlusconi, oggi, salvo in minuti spazi e gruppi assolutamente e incondizionatamente chiusi. Provate, e ditemi che accade. Il "politically correct" è una piaga che dilania il pensiero. Berlusconi e i suoi hanno cercato di istituire un "politically correct" di destra, un'ideologia permanente, il cosiddetto "berlusconismo", che speravano potesse diffondersi a macchia d'olio come il sinistra-pensiero.
Un altro tipo di virus, non meno deleterio del politically correct. Non è andata, alla fine, come speravano i berlusconiani Almeno, non completamente, e le ultime elezioni lo hanno provato disperdendo di fatto i voti. Ed è così che la "caduta" di Berlusconi per mano di una Magistratura che su molte, molte vicende (non necessariamente legate a questi casi) non condivido, può essere una cosa sicuramente positiva, sia per una destra che non ho approvato in questi anni, sia per una sinistra che comunque a prescindere non approvo. 
Silvio Berluconi a mio avviso sì, è un cancro, ma soprattutto un prodotto dell'Italia stessa. Non sarebbe esistito senza il terreno adatto, che abbiamo creato noi. I veri indifendibili siamo noi, che però siamo incapaci di criticarci perché abbiamo erto "il Silvio" a ente super partes, giustificazione e giustificante dei nostri mali e contemporaneamente messia salvifico.

La destra può rinascere: può ritrovare al di là dei personalismi la sua natura. Le destre, quelle vere, sono movimenti che non si sentono in televisione, negli spettacoli, nella musica. Non hanno "il vocione". I "circenses" sono di sinistra. La destra è il "Joe The Plumber" che zitto zitto vive e lavora, magari anche con un impiego meno remunerativo (non è vero che tutta la destra è imprenditrice di successo), tira su una famiglia, cerca di dargli dei valori, di portarli avanti, giorno dopo giorno, generazione dopo generazione, con operosità, onestà ma sempre un forte senso critico.
La vera destra sotto sotto è calvinista, entro certi limiti. La mia speranza è che dalle ceneri del personalismo non nasca un nuovo culto, ma una destra che si veda rinnovata e ritrovi le proprie radici. Che comprenda il suo ruolo di voce di una serie, relativamente ampia, di idee che si ricollegano a valori, principi di libertà e operosità. Un movimento che dia nuovamente fiato e forza di crescita a quella "middle/lower-class" che da sempre è la colonna portante della destra, quella dei vari Joe The Plumber che credono nel paese ma sono sempre pronti a mettere in discussione, con animo libero e sereno, ogni più o meno falsa bandiera. Non sarà facile, tuttavia.

Anzi, personalmente, al di là delle speranze, temo che la nostra destra non abbia ancora raggiunto quella maturità di cui necessita. Si è visto qualche breve sprazzo di novità con Monti, pur con alcune idee ancora mutuate dalle sinistre o dal "centro" pseudo-democristiano all'italiana.
La crisi delle destre si vede ovunque. La sconfitta di Mitt Romney in USA, l'incapacità, in Europa, di uscire dagli schemi e sfuggire dalle derive stile Alba Dorata in Grecia, la messa in discussione costante e malata da parte dell'opinione pubblica e del politically correct dei valori più basilari e l'incapacità della teoria di destra di rinnovarli superando i bigottismi e l'ottusità. Insomma, una profonda e marcata incapacità di innovarsi. A Berlusconi bisogna dare adito che ha cercato, a suo modo, di innovare la destra. Ma ha evidentemente fallito, usando tecniche e modalità tutt'altro che appartenenti a un movimento politico e ideologico ben lontano da questi "modi". Il 10% dato a Scelta Civica ne è la dimostrazione. Ora sta al popolo della destra uscire da questa "morsa mentale" e sviluppare un rinnovato spirito di confronto e di crescita, per il bene del paese e della classe che il movimento rappresenta. Sfida non facile e anche e soprattutto culturale, che credo vada raccolta a partire dalle idee portate avanti dai molti Ron Paul e Joe The Plumber di tutti i giorni, e perché no, guardando un po' più South Park e meno Family Guy.
KL

Mi permetto di aggiungere che Silvio Berlusconi ha rovinato il termine "liberale" che viene visto da molti oramai al pari di "fascista".
L'ho detto molte volte e lo ripeti: di liberale il signor Silvio Berlusconi non ha niente. Riprendo le parole del mio ex professore di Storia al liceo (purtroppo non di filosofia):

"Secondo me, essere liberali vuol dire essere persone che pensano come Gobetti o Berlin o Popper (pur con tutte le differenze tra l'uno e l'altro)".

E questi con Berlusconi non hanno nulla a che spartire.

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