venerdì 4 gennaio 2013

Milan-Pro Patria: perchè l'arbitro non ha sospeso la partita?

Insulti e cori razzisti all'indirizzo dei giocatori di colore del Milan, in particolare a Boateng che, stizzito, lancia la palla contro i tifosi della Pro Patria e abbandona il campo assieme alla squadra. C'è però la colpa dell'arbitro che non ha fermato la partita.
 
Non mi sento di commentare il comportamento di una manciata di imbecilli razzisti perchè, davvero, non ne vale la pena, soprattutto quando si sentono certe reazioni da parte di un sindaco (Pdl sottolineo). Sapete come la penso quindi finiamola qui.

Il Milan ha fatto benissimo ad abbandonare il campo: di fronte all'inciviltà e al razzismo lo sport si deve fermare. E' un divertimento e come tale bisogna meritarselo. C'è però un punto che nessuno (a quel che mi risulta) ha sollevato: il regolamento ufficiale.

Abete spiegò chiaramente che in caso di razzismo (striscioni o cori) l'arbitro debba decidere se sospendere la partita o meno "Nella prima circolare del Viminale riguardante i cori razzisti - spiega il n.1 della FIGC - era prescritto che fosse il responsabile all'ordine pubblico a decidere per la sospensione o meno della partita. Noi non potevamo, nelle nostre norme, non tenere conto di quell'indirizzo. Se il Viminale vorrà cambiare la norma, gli arbitri potranno assumersi la responsabilità di decidere quando va fermata una partita".

La domanda quindi è: essendo i cori palesemente razzisti, perchè l'arbitro di Milan-Pro Patria (ma in generale tutti gli arbitri di partite con episodi del genere) non ha sospeso lui stesso la partita? 

3 commenti:

Unknown ha detto...

L'arbitro invece ha sospeso la partita!
Non stiamo parlando di una partita di campionato, si trattava di un'amichevole organizzata dalle due squadre quindi tutta questa necessità di chiedere lumi al responsabile della sicurezza non c'era.
In ogni caso è il problema meno grave della questione...

Mattia Poletti (Rebel Ekonomist) ha detto...

Te credo, una squadra è andata via! doveva essere lui a fischiare, sospendere e poi, una volta ARRESTATI i tifosi, ricominciarla.


Il problema è grave invece, perchè per evitare questi problemi il regolamento (che è legge nel calcio) deve sempre essere applicato. Uno dei problemi dell'italia è che le leggi non vengono applicate. Che si inizi qui a farlo

giuseppe ha detto...

tutti a lodare, giustamente(?), Boateng per essere uscito dal campo per i ripetuti insulti razzisti. tutti a lodare, giustamente(?), la reazione dei compagni di squadra per essere usciti insieme al loro collega interrompendo la partita amichevole. la lega calcio si schiera al fianco del giocatore e della squadra, l'associazione calciatori chiaramente difende l'operato di Boateng, ma perchè questa sorta di protesta non viene applicata tutte le domeniche quando ci sono in palio i 3 punti che fanno classifica? chissà se il sig. Allegri direbbe che "ci vuole un segnale" per combattere gli stupidi. Boateng, quando ha firmato il suo contratto da "metalmeccanico" con il milan, sapeva benissimo che negli stadi italiani, come in quelli europei, ci sono questi imbecilli che vanno allo stadio per insultare. per quello che guadagnano potrebbero/dovrebbero turarsi le orecchie. anche il Napoli, quando va a giocare al nord, è oggetto di cori razzisti e allora dovrebbe continuamente abbandonare il campo?

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