I dati sulla disoccupazione, specialmente giovanile, sono molto preoccupanti: 8,9%, in media, e al 31% per i giovani. Una situazione insostenibile che per essere risolta richiede interventi decisi sul mercato del lavoro.
C'è però una parte che questa crisi non la sente minimamente (o molto meno della maggioranza): son i figli di papà (o "del papi"), quelli che in un modo o nell'altro i soldi da spendere li hanno, non sempre meritandoli.
Chi sono? Alla lettera, il figlio di papà è il classico ragazzo figlio di un imprenditore che, grazie alla disponibilità economica de genitori, spende ingenti quantità di denaro per comprarsi vestiti, macchine, moto, fare aperitivi, andare nei privè dei locali alla moda....insomma, per A) essere invidiato e B) cuccare le ragazze più belle.
Vi sono poi i figli di politici che non solo si servono della disponibilità economica del papi, ma ottengo pure benefici (entrando in politica o vengono piazzati in qualche ente con un ottimo stipendio).
A questi si aggiungono tutta una serie di figli che sfruttando posizioni a modi casta dei padri, si trovano ad essere (oltre alla disponibilità economica) ulteriormente avvantaggiati dalla sicurezza più o meno certa di un lavoro. Sto parlando dei figli di notai, avvocati, farmacisti, commercialisti e anche imprenditori (magari me ne sono scordati altri) che senza meriti superiori di altri si trovano avvantaggiati nei confronti di altri a proseguire/iniziare l'attività o ad occupare ruoli importanti che teoricamente, guardando alla bravura, altri si sarebbero meritati.
Con questo non voglio dire che per tutti sia così, però questa usanza medievale in cui il figlio di un farmacista (ad esempio) sia farmacista, così come il figlio del notaio sia notaio, dell'avvocato etc così tanto (troppo) diffusa in Italia non sia un bene.
Sì capisce quindi uno dei perchè le caste siano in rivolta contro le liberalizzazioni: con esse il rampollo di famiglia non avrebbe vita facile come invece ce l'ha ora.
Nulla contro i figli di papà, hanno avuto fortuna e quindi beati loro. Vediamo però, dove è possibile, di ridurre un po' questa fortuna e premiare i meriti, quelli veri.
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